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Fake news, Salvini condanna il Parlamento Europeo

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“Mi scuso col pubblico che sta seguendo qui questi deliri. Secondo me, non siete normali. Ci sono 20 milioni di disoccupati in Europa, c’è il terrorismo islamico, c’è un’immigrazione fuori controllo. E voi con cosa impegnate il Parlamento Europeo, peraltro deserto? Sul bavaglio a Facebook e sulle fake news. Voi dovreste essere curati da un medico bravo”. Queste sono state le parole pronunciate da Matteo Salvini alla riunione al Parlamento Europeo nel marzo 2017. Il leader leghista ha messo in dubbio la democrazia del Parlamento dichiarando: “State attenti che se applaudite vi buttano fuori…Io aspetto che il Parlamento si paghi la psico-polizia per indagare i psico-reati per quelli che non sono allineati al pensiero unico e alla moneta unica”. Salvini ha così continuato il suo intervento sempre in modo schietto e diretto sostenendo che per il Parlamento europeo ogni linea di pensiero contraria alle sue idee su immigrazione, adozioni gay, chiusura dei campi rom sta a significare razzismo, omofobia e islamofobia. “Il Parlamento Europeo non è stato in grado di controllare le menti degli Europei nelle urne. Ne sono esempio il referendum in Gran Bretagna e le elezioni in USA”. Infine ha chiuso il suo breve intervento sostenendo “Viva la rete e viva Facebook”. Matteo Salvini si dice sì “fortemente preoccupato dalle fake news”, ma non da quelle pubblicate su Facebook, bensì da “quelle che vendono giornali e tg sulle bugie del governo su tasse, immigrazione e falsa ripresa economica”. A completamento di tutto ciò una inchiesta giornalistica apparsa sul New York Times, basata sul fatto che la Russia di Vladimir Putin abbia compiuto “interferenze”, utilizzando soprattutto fake news veicolate via web, per favorire Lega e M5S così come nelle recenti campagne elettorali di Usa, Francia e Germania, oltre che nei due referendum sulla Brexit e sull’indipendenza della Catalogna dalla Spagna. Secondo il Times “molti analisti considerano l’Italia come l’anello debole” della Ue. Il quotidiano americano informa anche che “rappresentanti di Facebook” avrebbero promesso al governo italiano di avere intenzione di “schierare una task force italiana di fact-chekers per affrontare il problema delle fake news prima delle elezioni”.

di Alberto Petruccelli e Luca Sarrapochiello

Isis e il rischio di attentati natalizi

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“Soon at Christmas”. Inizia così l’avvertimento da parte dell’Isis dove si annuncia l’intenzione di attaccare nuove zone, tra cui anche l’Italia, o meglio il Vaticano. La minaccia, sotto forma di una semplice cartolina, è stata pubblicata sul sito online Site Intelligente Group, il quale ci offre una veduta a 360° di precedenti e futuri attentati terroristici. Potremmo iniziare con il parlare del terrore e del panico di quel fatidico 11 settembre 2001, quando persero la vita circa 3000 persone. Due aerei si schiantarono volontariamente contro le torri gemelle, facendo così crollare i due colossali grattacieli. L’attacco, rivendicato da Al Qaeda, rimarrà per sempre uno dei più atroci eventi che colpirono l’America e sconvolsero il mondo intero. Qualche anno dopo, esattamente il 7 gennaio 2015, il presunto Stato Islamico colpisce ancora spostandosi nella capitale parigina dell’amore. L’attentato avvenne alle sede di Charlie Hebdo, contro articoli di satira che avevano come protagonista principale Maometto. Il 13 novembre dello stesso anno Parigi fu luogo di altri attacchi, il principale fu proprio quello del teatro Bataclan. Si tratta di una sparatoria a sangue freddo contro persone che si stavano divertendo sulle note della allegra e movimentata musica della discoteca. Dai video pubblicati si percepisce la paura e l’atrocità dell’evento. Il 14 luglio dell’anno successivo, nella città francese di Nizza, persero la vita 86 persone a causa del tir volontariamente indirizzato sulla folla da uno dei jihadisti.  Il 22 maggio dell’anno corrente, invece, l’Isis si è concentrato nell’attacco di teenager inglesi radunati a Manchester per il concerto della celebre cantante statunitense Ariana Grande. Ma come riescono gli jihadisti a reclutare nuovi aspiranti terroristi? Il principale metodo di reclutamento è sicuramente internet, con il quale lo Stato Islamico aggancia giovani per poi trasformarli in veri e propri angeli della morte. I principali social network utilizzati sono in particolar modo Instagram, Facebook, Twitter, Skype ed, infine, Whatsapp. Gli ultimi mezzi ad essere usati per il reclutamento sono i videogiochi, in particolare quelli trattanti la guerra come GTA e Call of Duty. La domanda sorge spontanea: riuscirà l’Isis a reclutare nuovi giovani per il presunto attacco che avrà luogo in Italia?

di Alessia Trotta, Camilla Calvano, Cettina di Cesare, Chiara Barone

Gli spettri del neo-fascismo che aleggiano nell’arma

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La drammatica notizia fa riferimento ad un video girato a Firenze davanti alla caserma Baldisserra in cui si intravede esplicitamente un simbolo neo-nazista in una camera al secondo piano dell’edificio occupata da un militare ventitreenne. Il carabiniere sostiene di non essere legato a formazioni neo-fasciste, ma di essere soltanto un appassionato di storia. A screditare questa affermazione accanto alla bandiera della Kaiserliche Marine, simbolo usato da molti gruppi neo-nazisti, è stata rinvenuta una immagine del leder della destra populista e xenofoba Matteo Salvini. La Benemerita si è detta disposta ad indagare sul fatto. Inoltre anche la ministra della Difesa Pinotti ha chiesto chiarimenti, mentre l’Anpi si è detta disgustata del fatto avvenuto proprio nella città di Firenze, medaglia d’oro alla resistenza e soprattutto in una caserma dell’Arma dei Carabinieri che tanto ha contribuito alla resistenza al nazifascismo. Il procuratore militare Marco De Paolis ha dichiarato di aver avviato un'indagine sulla vicenda della bandiera neonazista. “Probabilmente non è stato commesso nessun reato militare, ma c'è un problema disciplinare e un grande problema culturale” queste le sue parole. Bisognerebbe ricordare al giovane militare di questo fetido scandalo e ad altri membri dell’arma pervasi dalle stesse idee, la storia del brigadiere Salvo D’acquisto che sacrificò la sua vita per salvare 22 persone rastrellate per rappresaglia dai nazisti.

di Michelangelo Fanelli

Divinità o dittatore?

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Nel secolo scorso, soprattutto nei paesi sottosviluppati, hanno preso potere personaggi folli e despotici, quasi tutti con gli stessi metodi, ad esempio attraverso il populismo. Un esempio che riportiamo è quello di François Duvalier anche detto “Papa Doc”, il quale capì che gli stregoni vudù avevano una grande influenza sulla popolazione poco istruita di Haiti. Di professione medico, Duvalier dopo essere stato in coma si presentò molto cambiato, con le sembianze di Baron Samedi, la divinità vudù, diffondendo il terrore tra i cittadini nei suoi confronti. Oltre al vudù, il suo potere si basava sulle scorribande dei «tonton macoutes», criminali assoldati dalla polizia politica per intimorire, torturare ed eliminare fisicamente gli avversari.  Inoltre, per affermare la sua leadership fece stampare molti manifesti che lo ritraevano insieme a Gesù Cristo con quest'ultimo che dichiarava “Io l’ho scelto”. La sua insistenza nel riferirsi al culto vudù avrebbe in seguito provocato le ire del Vaticano, sino alla scomunica del futuro dittatore, malgrado il Cattolicesimo fosse formalmente rimasta la religione di Stato ad Haiti. Papa Doc violò la costituzione, che non consentiva di ricoprire la carica di presidente per più di due mandati. Kennedy, presidente degli Stati Uniti nel 1962, fu ostile alla sua politica sospendendo gli aiuti per Haiti. Nel 1963 il presidente americano fu assassinato e gli aiuti ripristinati. La morte di JFK non fece che alimentare il terrore tra la gente, dato che il dittatore di Haiti dichiarò di aver  fatto un sortilegio vudù contro Kennedy, e che non era stata una coincidenza che l'assassinio fosse avvenuto il 22 novembre, poiché il 22 era il numero preferito di Duvalier, il giorno in cui era diventato per la prima volta Presidente. Papa Doc era ormai riuscito a convincere buona parte del suo popolo che chiunque ostacolasse i suoi voleri fosse destinato a morire. Infatti le sue vittime furono circa 30 000. 

di Alice Di Domenico

“Come abbiamo fatto l’America”, la serie che racconta la storia dell’emigrazione in USA

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La miniserie tv andata in onda su History Channel e tutt’ora disponibile sulla piattaforma on demand, racconta dei grandi contributi al progresso e alla creazione degli U.S.A dati dall’ emigrazione verso la nazione a stelle e strisce. La miniserie illustra tramite episodi commentati da esperti di vari settori e professionisti su come l ’emigrazione olandese abbia contribuito alla fondazione di New York, sul fatto che dieci dei soldati unionisti durante la Guerra di secessione abbiano avuto origine tedesca, su come gli  scandinavi abbiano popolato il Midland dando inizio all’industria del legno americana, su come i cinesi abbiano contribuito alla costruzione del sistema ferroviario statunitense o su come gli italiani abbiano costruito la maggior parte degli edifici nella Grande Mela. La miniserie cita anche le cause di questo fenomeno usando esempi come i pogrom nell’ Est Europa che hanno costretto centinaia di migliaia di ebrei a trasferirsi negli U.S.A. o la carestia di patate, elemento chiave della dieta irlandese, che costrinse migliaia di persone a emigrare dall’isola. La serie adatta a tutti può darci un insegnamento su come la circolazione di individui e di conseguenza di idee abbiano costruito una nazione.

di Michelangelo Fanelli