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Tecnologie di guerra

Sig Sauer vince la gara d'appalto per la produzione di armi della squadra dell'esercito next-generation squad weapons (NGSW) and ammunition

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La Sig Sauer si è aggiudicata il potenziale contratto decennale da 4,5 miliardi di dollari dallo US Army per la produzione di due varianti di armi di squadra di nuova generazione con munizioni comuni da 6,8 millimetri e sistema di controllo del fuoco. Il Dipartimento della Difesa ha rivelato giovedì scorso il valore del contratto a prezzo fisso che copre la produzione delle nuove armi: l' XM5 NGSW (fucile d'assalto) e l' XM250 NGSW Automatic (mitragliatrice di squadra). I fucili sostituiranno la carabina M4/M4A1 e l'arma automatica M249 Squad, ma solo per le squadre di prima linea, mentre i normali ranghi dell'Esercito manterranno le armi in uso. Quindi si avrà una complicazione della logistica, almeno in questa prima fase (un calibro e due nuove armi in più). Sig Sauer fornirà anche pezzi di ricambio, accessori e supporto per gli appaltatori e la società riceverà un ordine di consegna iniziale di 20,4 milioni di dollari per fornire munizioni e armi per i test, ha affermato martedì l'esercito. La produzione infatti dovrà attendere ulteriori valutazione dei primi modelli che entreranno in produzione.
Anche altre filiali militari statunitensi e clienti stranieri potranno acquistare le nuove armi da fuoco attraverso lo stesso contratto. Il premio è stato assegnato dopo un periodo di valutazione e test di 27 mesi che ha consentito ai militari di provare tre prototipi di armi. Gli altri contendenti erano Textron Systems e LoneStar Future Weapons che hanno offerto gli altri prototipi. La Textron ha abbandonato il concorso prematuramente, mentre dopo alcune prove  tecniche del prototipo originale, la General Dynamics ha ceduto il suo progetto a LoneStar Future Weapons, che ha attivamente collaborato con la Beretta BDT per la produzione di serie. Oggi, con l'aggiudicazione alla Sig Sauer, La Lonestar (e la Beretta) sono risultate sconfitte.
Sig Sauer quindi, che già ha "soffiato" alla Beretta nel 2017 il contratto per sostituire la pistola M9 dell'esercito con un nuovo sistema modulare di pistole (M17 e M18), si è aggiudicata un altro importante contratto. 
Sia la XM5 e XM250 sono entrambe armi leggere che potrebbero mitigare il rinculo e fornire miglioramenti delle capacità in termini di letalità, portata e precisione per le forze di combattimento ravvicinate. La caratteristica della nuova arma è la munizione 6,8x51mm tipo Hybrid metallic, rispetto alla innovativa soluzione in tecnopolimeri offerta da Lonestar.
Tali armi avranno maggiore potenza, precisione e letalità rispetto ai 5,56 e 7,62 Nato. Inoltre, viene bocciata la soluzione tipo Bullpup (caricatore dietro, canna più lunga) in favore della configurazione più tradizione e manovrabile. D'altronde, negli USA tale configurazione non era mai decollata. Entrambe le armi saranno integrate con il robusto sistema di controllo del fuoco XM157 prodotto da Vortex Optics, capace di aumentare la precisione e la letalità per la squadra di combattimento. E' dotato di ottica ad ingrandimento variabile ad 1X8, reticolo inciso di riserva, telemetro laser, calcolatore balistico, sensori atmosferici, bussola, Wireless, laser di puntamento funzionante in condizioni di visibilità e a infrarossi e un display digitale in sovrimpressione. A questo punto anche altri eserciti dovrebbero orientarsi verso tale soluzione. L'Esercito italiano potrebbe proporre una versione dell'ARX 200 con tale nuovo calibro, o acquisire nuovi tipi di arma. Attualmente, il Segretariato della Difesa sta valutando Fucili d’assalto multicalibro 5,56×45 mm/.300 BLK e personal defense weapons calibro 300 BLK con relativi soppressori per le forze speciali e nuovi visori notturni per Aeronautica e Marina. 
Nel frattempo la produzione di armi più convenzionali non si ferma affatto: l'Usaf  ha comunicato che sono in fase di consegna nuovi fucili da Designed Marksman da 7,62x51mm in sostituzione di M24 ed anche di M110 utilizzzati da altri reparti, mentre il Dipartimento della Difesa USA in febbraio ha ordinato nuove mitragliatrici M240L (versione 7,62x51Nato) dotate di migliorie tecniche, per 50 milioni di $, con consegne fino al 2027.
 
di Antonio Frate
 
 

Russia vs Ucraina, armamenti a confronto

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In vista delle sempre più preoccupanti tensioni nell'Est europeo, possiamo fare un riassuntivo paragone tra le forze armate di Ucraina e Russia.
Per quanto riguarda l'Ucraina, il personale dell'esercito risulta essere di 169.000 unità. 
I mezzi terrestri ammontano a 832 carri armati, tra T 64, T 64 BM, T 80 e T 84; i veicoli AFV sono del tipo BTR 70, BTR 80, SBA Novator e BTR 4; gli IFV (10.135 unità) sono BMP 1, BMP 2, BM 27 e altri.
L'aeronautica conta 300 velivoli circa tra cui: aerei: MiG-29, Su-27, Su-25, Su-24, Su-24МР, L-39, Il-76, An-26, An-24, An-30, Tu-134; 155 elicotteri MI-8, MI-9, con commesse occidentali aggiuntive non ancora effettuate (H225 e H 145). Sistemi missilistici antiaerei: S-300 e Buk con modifiche; droni: Furia, Bayraktar.
Fino al 2013, la Marina militare delle forze armate ucraine era di 14.700 effettivi, composta da 22 navi da guerra e barche, 11 aerei ed elicotteri antiaerei, 40 carri armati, 199 veicoli da combattimento corazzati e 54 sistemi di artiglieria con un calibro di oltre 100 millimetri.  A seguito dell'intervento russo del 2014, la Marina militare ucraina ha perso gran parte delle sue navi e del personale, nonché sono state perse le infrastrutture militari situate nel territorio della Crimea. Le armi in dotazione principali annoverano: pistole Fot 12 e 15 cal. 9x18, fucili bullpup Fort 221 e 224 cal. 5,45 x39; shotgun Fort 500, sniper Fort 301 cal 5,56 Nato e VPR 308 cal. 7,62 Nato; mitragliatrici Fort 401 cal. 5,56 Nato e UAG 40mm.  Lanciarazzi Skif da 152 mm, Stugnav 100mm, Baryer 130mm e Korsar 105mm. Infine vari autocarri Kamaz e Maz.
La Russia invece conta un esercito di 774.500 unità e 45.000 mezzi corazzati e blindati; la Marina 160.000 unità di personale e 850 navi, l'Aeronautica 4000 mezzi. In particolare si annoverano: i modernissimi carri T 14, in numero di 100; circa 550 T 90 versione A e M, MS; T 80 e T 72; IFV BMP 1, 2 e 3; numerosi tipi di lanciamissili controcarro Kornet T e D, Khrizantema. Gli impressionanti lanciarazzi multipli BM 21, BM 27 e BM 30 Smerch, TOS- 1 Buratino;, gli ancor più avanzati Tornado G (versioni S e Uragan 1M in ordine); veicoli kamaz e BTR di vario tipo; obici semoventi in gran parte da 152 mm.  UAV Orlan-10. 
L'Aeronautica è basata sui caccia della serie Flanker Su 27, 30, 34, 35, con i moderni Su 57 ancora in gran parte da consegnare, i Mig 29, gli ipersonoci Mig 31. Per la deterrenza nucleare si contano i TU 95, i TU 160 e Tu 22 antiportaerei. Tra gli elicotteri numerosi sono i Mi 8, Mi 17, Mi 35. Gli Alligar Ka 52 sono già stati consegnati in gran numero. Importanti sono i sistemi di difesa S 400 (capaci di intercettare caccia stealth), S 350 e 350, piattaforme Pantsir 1 e 2. 
In Marina si distinguono soprattutto un buon numero di cacciatorpediniere, incrociatori e i ben famosi sottomarini, sia nucleari balistici (Borei e Delta IV), lanciamissili da crociera e d'attacco (ad esempio gli Akula II e III), nonché sommergibili convenzionali. La Marina annovera anche numerosi velivoli tra cui i famosi Su 33, Mig 29 e elicotteri Kamov 27, 29 e 31. La disparità di potenza è quindi evidente, ma occorre considerare che l'Ucraina è palesemente supportata dalla Nato. 
 
di Antonio Frate
 
 

I dubbi di Berlino sul rifinanziamento del programma Tiger

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L'elicottero da combattimento franco-tedesco Tiger è stato adottato dai rispettivi eserciti dei due paesi nel 2009. Lo sviluppo iniziò nei primi anni '80 durante la Guerra Fredda. In origine era stato pensato come una piattaforma anticarro in grado di contrastare un'invasione sovietica, per poi mutare in un elicottero d'attacco multiruolo, con diverse varianti in fase di sviluppo per soddisfare le esigenze dei suoi operatori.
Nel maggio 2018 Francia e Germania hanno formalizzato la modernizzazione del Tiger. Il ministro della Difesa francese lo ha definito “una nuova tappa per l'Europa della difesa e del consolidamento della nostra industria”. Già adottato da Francia, Germania e Spagna e Australia, l'Organizzazione europea per la cooperazione in materia di armamenti (OCCAR) ha incaricato i produttori coinvolti nel progetto, ovvero Airbus Helicopters, Thales e MBDA, di svolgere compiti di riduzione del rischio.
L'ammodernamento mira a portare gli elicotteri allo standard Mk3, incentrato sul combattimento collaborativo. Ad esempio, dovrebbe includere il Manned Unmanned Teaming (MUM-T) che consente a un elicottero di controllare un drone. I Tiger delle forze armate francesi sarebbero anche in grado di condividere informazioni con i nuovi veicoli da combattimento in prima linea del programma Scorpion.
Tuttavia, ora sembra che la parte tedesca sia riluttante a vedere l'aggiornamento pianificato andare avanti. Dopo il Consiglio franco-tedesco sulla difesa e la sicurezza tenutosi il 5 febbraio 2021, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha affermato che “per il Tiger 3 standard c'è tutta una serie di trattative da condurre, in particolare con Airbus per la parte tedesca".
Il piano di aggiornamento, dal costo di 5,5 miliardi di € è in realtà osteggiato dall'esercito tedesco, il quale lamenta la scarsa disponibilità del velivolo.  Il "Rapporto sulla situazione materiale dei principali sistemi di armamento della Bundeswehr" del 2018 ha rivelato che in media solo 11,6 dei suoi 53 elicotteri Tiger erano operativi. Nel gennaio 2020, il media tedesco Bild ha affermato che il numero è sceso a 8.
A tali lamentele si sono aggiunte quelle del cliente australiano, il quale già nel 2019 ha lanciato una richiesta di informazioni (RFI) per trovare un sostituto del suo Tiger, ed il ministro della Difesa australiano Linda Reynolds ha annunciato l'acquisizione di 29 Boeing Apache dal 2025, al costo di 3,5 miliardi di dollari, per sostituire i 22 Tiger.
La Germania potrebbe ora seguire l'esempio dell'Australia.  “La decisione sembrerebbe già stata presa tramite un FMS [Foreign Military Sales]”, per come riferito dal Ministro della Difesa francese riferito Mars.
Già nel marzo 2020, Shepherd Media ha riferito che "il governo federale tedesco ha chiesto alla sua controparte statunitense informazioni sull'elicottero d'attacco Boeing AH-64 Apache".
A questo punto, va ricordato che Leonardo sta procedendo verso lo sviluppo dell'elicottero d'attacco multiruolo AW 249, che dovrebbe essere presentato per il 2025. Si potrebbe anche tentare di coinvolgere la Germania nel progetto, qualora Berlino non voglia acquistare un prodotto straniero tout-court.
Berlino ha già rifiutato un accordo operativo con la Francia riguardo ai MAWS, gli aerei da pattugliamento marittimi, e ha optato per il Boeing P 8 Poseidon, per sostituire i P 3 Orion, con conseguente dissoluzione del programma franco-tedesco. Inoltre aveva già rifiutato la fornitura degli Atlantic 2, versione aggiornata dei pattugliatori francesi Atlantic.
 
di Antonio Frate 
 
 
 

I nuovi sottomarini U212 NFS della Marina Militare

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Il giorno 11 gennaio 2022 si è tenuta presso il Cantiere Integrato Fincantieri di Muggiano (La Spezia) la cerimonia di varo della fase produttiva dell'U212 NFS. Il programma sarà gestito tramite l'OCCAR, che con 20 anni di esperienza ha una comprovata esperienza nel soddisfare e superare le richieste dei suoi Stati partecipanti nello stabilire nuovi programmi e fornire nuove capacità di difesa. OCCAR assicurerà che lo sviluppo del Programma sia in linea con i più avanzati criteri di System Engineering, Through Life Management, Risk Management e Qualità. Ciò contribuirà a portare il programma alla ribalta dell'attenzione internazionale. Già il 29 novembre 2021, presso la sede della Divisione Programma U212 NFS (Near Future Submarine) a Roma, il Direttore dell'OCCAR ha presentato l'organizzazione e ha fornito una panoramica del portfolio dei Programmi. Si è concentrato sul Programma U212 NFS, le relazioni in corso con le Organizzazioni Partner Internazionali (nel Defence Cooperation Framework) e le opportunità future. Il programma U212 NFS (Near Future Submarine) è il progetto sottomarino più ambizioso e innovativo intrapreso dall'Italia. La proprietà intellettuale dell’U-212 NFS appartiene alla stessa Fincantieri, quindi il progetto garantisce il ritorno alla progettazione e produzione sovrana di sottomarini AIP dell'industria italiana. Il Programma U212 NFS potrebbe integrare ulteriori Nazioni partecipanti che desiderano cooperare nel settore sottomarino, comprese quelle che attualmente non sono Stati membri dell'OCCAR. I nuovi sistemi innovativi saranno anche adattati in vista del retrofit di unità precedenti. Il progetto è un’evoluzione del programma U212A, condotto in collaborazione con i tedeschi di Thyssenkrupp Marine Systems (Tkms), che ha portato alla realizzazione dei sottomarini– “Todaro”, “Scire'”, “Venuti” e “Romei”, consegnati da Fincantieri tra il 2006 e il 2017 – e di sei tedeschi. I 4 nuovi sottomarini U 212 NFS  rimpiazzeranno i classe SAURO 3a e 4a serie (PELOSI, PRINI, LONGOBARDO e GAZZANA PRIAROGGIA) ancora in servizio per mantenere la componente subacquea costituita da 8 unità (come previsto anche dalle “Linee di indirizzo strategico” 2019-2034 della MM).
 
I COMPITI ASSEGNATI- Il Programma U212 NFS svolgerà quotidianamente molti compiti diversi a beneficio dell'Italia, della NATO e della UE. I compiti spazieranno dalle missioni puramente militari alle operazioni relative alla sicurezza delle rotte di approvvigionamento energetico (per la presenza di risorse dei fondali marini o alle infrastrutture sottomarine), alla difesa delle frontiere esterne e salvaguardare le infrastrutture marittime, comprese le infrastrutture essenziali offshore e subacquee, alla libertà di navigazione, all'antipirateria, al rispetto del diritto internazionale, alla lotta al terrorismo.
 
I COSTI- Il valore complessivo del contratto per i primi due battelli, che dovrebbero essere consegnati rispettivamente nel 2027 e nel 2029, comprensivo di supporto logistico decennale, è di 1,35 miliardi di euro. Il contratto copre anche l’opzione per una seconda coppia di battelli, da consegnare successivamente. Il valore complessivo della commessa raggiunge quindi i 2,3 miliardi.
 
PRIMA BATTERIA AGLI IONI-LITIO INTRODOTTA SU UN SOTTOMARINO EUROPEO- Mentre l'U 212A monta una batteria al piombo (EnerSys-Hawker (Hagen), in Italia è stato avviato un programma militare di ricerca sulle batterie agli ioni di litio. Non occuperà un volume maggiore di quello occupato dalla batteria al piombo. La tecnologia LiFePO4 (Litio Ferro Fosfato) garantirà più stabilità alle alte temperature e ai vincoli meccanici, aderendo ai requisiti di sicurezza militare per quanto riguarda la prevenzione dei rischi incendio ed esplosione.  La futura batteria LiFePO4 sarà composta da un certo numero di celle da 65 Ah collegate in serie e racchiuse secondo un numero indeterminato in una cassa di acciaio inossidabile. Il suo ruolo sarà quello di fornire protezione antiurto alle celle e di assicurare un gradiente di temperatura uniforme. Un circuito di raffreddamento attraversa ogni scatola, con l'aggiunta di dispositivi di sicurezza passivi e attivi. Temperatura, corrente e tensione sono monitorate per poter isolare celle che registrano scostamenti di funzionamento eccessivamente grandi dal range di funzionamento della batteria, al fine di proteggere le celle adiacenti. Sono state adottate misure contro l’invecchiamento chimico e meccanico. La batteria beneficerà di un’architettura aperta. Il LiFePO4 nasce all’Università del Texas nel 1996 come un materiale catodico per le batterie al litio. Garantisce i seguenti vantaggi: una bassa corrente di auto-scarica; la vita media supera abbondantemente i 2.000 cicli completi di vita utile; una ottima stabilità in tensione; effetto di AGING relativamente basso anche ad alte temperature; celle commercialmente disponibili in diversi formati. Gli  svantaggi: l’energia specifica di un accumulatore LFP è inferiore a un accumulatore LiCoO2; possono subire dei malfunzionamenti se scaricate più del 66%, quindi è consigliato un periodo di rodaggio che però, con nuovi catodi, non è più necessario. Le batterie LFP soffrono durante la ricarica rapida, ma i nuovi catodi, permettono correnti di carica pari anche di 5-7 volte la capacità nominale.
 
CAPACITA' DI NAVIGAZIONE IN IMMERSIONE- I battelli a propulsione air independent, per il loro contenuto tecnologico, hanno spostato gli equilibri tra unità nucleari e convenzionali creatisi nel dopoguerra (a favore di questi ultimi). Tuttavia anche con questa nuova tecnologia un SSK AIP non competerà con un SSN in velocità data la differenza di potenza installata. Gli U212 già oggi garantiscono una autonomia in immersione che gli consente di operare per almeno due settimane (ormai 3!) in immersione senza snorkel, valore 6-7- volte superiore a quello di un sommergibile convenzionale senza AIP. Per sottomarini di quelle dimensioni due-tre settimane continuative in mare sono considerabili il massimo sostenibile dall’equipaggio, sufficienti per l’espletamento di operazioni in bacini come il Mediterraneo. L’autonomia in immersione degli NFS sarà di circa 30 giorni. Le nuove celle a combustibile più piccole e potenti consentono di installarne di più nello stesso spazio; con un  sottomarino più grande, si può generare con le sole celle a combustibile potenza per navigare a 10-12 nodi senza l’ausilio delle batterie che, essendo al litio-ferro, sono più piccole di un terzo delle attuali; quindi, se ne potrebbero installare il triplo accoppiate ad un motore/ generatore di una potenza adeguata, garantendo spunti di velocità importanti. 
 
CLIMATIZZAZIONE- Gli U212 NFS utilizzano un nuovo sistema di condizionamento per le operazioni in acque e climi tropicali, come l’Oceano Indiano, nell’ambito nel bacino di operazioni previsto dal “Mediterraneo Allargato”.
 
IL SISTEMA PROPULSIVO: DIESEL-ELETTRICO + FUEL CELL POLYMER ELECTROLYTE MEMBRANE- Gli U212 NFS manterranno lo stesso schema propulsivo diesel/elettrico delle piattaforme U212A:
-  il motore diesel MTU 16VTB396 SE84 da 3120 kW accoppiato all’alternatore Piller (l'opzione è tra una versione più potente dell’MTU 16V396, di Tipo 209 PN / Tipo 214 da 2692 CV / 1980 kW o conservare l'MTU 12V4000 (2012 CV / 1500 kW) del Tipo 212 CD. Sarebbe conveniente che l’incapsulamento dei motori diesel previsto per i sottomarini svedesi del programma A26 e anche per il Tipo 212 CD sia adottato anche dal  212 NFS.
- il motore elettrico a magneti permanenti Permasym da 2850 kW,
- il complesso di celle a combustibile fornito dalla TkMS e basato sulle Fuel Cell di tipo PEM (Polymer Electrolyte Membrane) Sinavy Siemens da 272 kW di potenza elettrica, 
- sistema di stoccaggio e gestione dell’energia scaturito dal progetto ‘Far Seas’ del PRNM.
 
SOLLEVAMENTI NON PENETRANTI CALZONI-L3 HARRIS- Avranno un nuovo design della falsatorre, attuatori elettrici per tutti i sollevamenti degli alberi presenti. Saranno sollevamenti non penetranti nello scafo (eccetto che per il periscopio d’attacco con una visione diretta dell’esterno) del tipo (E-UMM, Electric-Universal Modular Mast) forniti dalla Calzoni, facente parte del gruppo statunitense “L3Harris”, soluzione già adottata in via parziale sui battelli classe Todaro e diffusa sui sottomarini nucleari della US Navy. 
 
IL RIVESTIMENTO ANECOICO “STEALTH” A BASE DI META-MATERIALI DEI NUOVI U 212 NFS- I meta-materiali sono composti macroscopici costruiti artificialmente, costituiti di celle elementari che possono avere disposizione periodica o anche non periodica, ma che devono soddisfare la condizione di avere dimensioni molto più piccole della lunghezza d’onda della radiazione con cui interagiscono.  Il meta-materiale è un mezzo artificiale che dal punto di vista elettromagnetico, esibisce proprietà che vanno al di là di quelle possedute dagli ordinari mezzi naturali. Dopo le oramai innumerevoli applicazioni aeronautiche, si avvicina a grandi passi anche l’utilizzo di questa tecnologia anche nei mezzi subacquei.
 
IL TRASPORTO VEICOLI SUBACQUEI AUTONOMI (AUTONOMOUS UNMANNED VEHICLES, AUV)- Sono in grado di estendere le capacità esploranti ISR occulte dei battelli grazie alla possibilità di tali veicoli di poter imbarcare suite di sensori ed operare in ambienti operativi non permissivi e ostili senza mettere in pericolo la piattaforma madre, o operare in bassi fondali ed acque ristrette. L’U212 NFS (come i 212A), disporrà di capacità di supporto all’impiego degli operatori del Gruppo Operatori Incursori (GOI).
 
LE ARMI IMBARCATE- Il nuovo “NFS” sarà dotato di sei tubi da 533 mm per i siluri pesanti Leonardo Black Shark Advanced (BSA) e missili da crociera per attacchi terrestri e UUV.   Il Black Shark Advanced (BSA), evoluzione dell’A184, utilizzando i più avanzati sistemi ECCM e sonar. I progressi subiti dal motore elettrico e batteria hanno garantito un aumento di portata e velocità. Il nuovo BSA armerà già le classe Todaro, con circa 80 siluri attesi e i nuovi Pattugliatori classe Paolo Thaon di Revel (versione full), con due lanciatori sotto il ponte di volo. I nuovi missili cruise in dotazione agli u212 NFS saranno o il TOMAHAWK o lo SCALP NAVAL (al momento favorito) che garantirebbe una maggiore autonomia. 
 
IDRODINAMICA MIGLIORATA ED ESTENSIONE DELLO SCAFO- L’idrodinamica migliorata dello scafo Tipo 212 NFS trarrà vantaggio dal Propeller Boss Cap Fins (PBCF) e una nuova forma delle barre di immersione; l’acqua che scorre lungo lo scafo viene pre-turbinata prima di raggiungere le pale del propulsore al fine di ridurre il rumore generato dalla cavitazione. La prua del Type 212 NFS sarà ridisegnata per aumentare la discrezione acustica dai sonar multi-statici. L’acciaio dello scafo sarà italiano e non più tedesco, ma sempre amagnetico, con limite elastico alto (HY100) per poter sostenere immersione operativa compresa tra 350 e 400 metri. Il Tipo 212 NFS otterrà l’allungamento dello scafo da 55,9 a 57,2 metri rispetto all'U 213/212, in corrispondenza della falsatorre e della camera di manovra che a partire dai moderni tipo U212A viene denominata CIC (Combat Information Centre). Mentre in totale la lunghezza dei nuovi sottomarini raggiungerà i 58,3 metri; il dislocamento in immersione raggiungerà le 1.750 tonn. L’allungamento incrementerà anche gli spazi per le casse del combustibile e quindi l’autonomia della piattaforma con il sistema propulsivo diesel/elettrico.
 
APPARECCHIATURE ECM, ECCM, ESM PRODOTTE DALL'ITALIANA ELETTRONICA SpA- Il contratto prevede la consegna di 2 sistemi per il primo lotto di due sottomarini più altri 2 sistemi come opzione per i lotti successivi. “Elettronica SpA” è già fornitrice degli apparati di Guerra Elettronica per i Programmi FREMM e PPA gestiti dall’OCCAR. La capacità di gestire lo Spettro Elettromagnetico attraverso l’utilizzo di sistemi di Difesa Elettronica supporta la capacità del sottomarino di operare in aree ostili ad alto rischio, in operazioni conflittuali e di peace-keeping. Il Sistema si integra funzionalmente e svolgerà compiti di auto-protezione, sorveglianza ed intelligence. 
 
ANTENNE- I nuovi sottomarini disporranno di un’antenna RESM/CESM integrata, avanzata con elevate prestazioni, con dimensioni compatte e forma stealth, e con due ulteriori antenne: una di sorveglianza e scoperta nel campo radar e una di allarme.
 
IL NUOVO COMBAT MANAGEMENT SYSTEM LEONARDO “ATHENA MK.4”- Il Leonardo’s “Athena”® Combat Management System è una soluzione per la gestione avanzata del combattimento, modulare e scalabile. E' operativa su tre pattugliatori della Marina militare lituana classe FLYVEFISKEN (ordinativo di un programma di ammodernamento della Marina militare lituana per adeguare le proprie forze navali agli standard NATO); ed ha già equipaggiato unità navali maggiori e minori della Marina Militare italiana e degli Emirati Arabi Uniti.
 
IL CENTRO DI ADDESTRAMENTO E I SIMULATORI A TARANTO- La realizzazione di nuovo centro d’addestramento con simulatori dedicati sarà presso la Scuola Sommergibili della Marina Militare Italiana a Taranto. 
 
di Antonio Frate
 
 

I programmi disastrosi dell'industria militare europea

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Ormai si sta consolidando l'idea di adesione ai futuri programmi dell'industria militare tra i paesi dell'Unione Europea. I programmi nazionali vengono sempre più spesso tacciati di essere troppo costosi e senza possibilità di successo. In realtà negli ultimi anni, l'industria della difesa di vari paesi europei ha prodotto successi, ma anche tanti insuccessi. Vediamo i più importanti e clamorosi.
 
- L'Australia sceglie l'Apache Guardian. E' recentissima la notizia per cui l'Australia, dal 2025, acquisterà l'elicottero da combattimento AH-64E Guardian.  Il paese, che anni fa aveva adottato l'EC665 Tiger, torna indietro sui suoi passi e si rivolge all'industria americana. In realtà l'insoddisfazione per la scelta del Tiger era stata manifestata già da tempo. In particolare si è parlato di scarse prestazioni in zone dal clima torrido. Il Ministero della Difesa ha sottolineato come con l'Apache ne beneficeranno le industrie australiane inserendosi nella catena di supporto globale dell’elicottero. In realtà si tratta di un paese, l'Australia, che ha una economia florida ma si trova in condizioni geografiche che ne limitano la logistica. Gli Stati Uniti sono un partner ideale per la loro posizione. Tale notizia getta un'ombra anche sul programma italiano dell'AW 249, il programma dell'elicottero d'attacco dell'Aviazione dell'Esercito italiano. Naturale evoluzione dell'A 129, dovrebbe essere pronto nel 2025. L'Australia, insieme alla Polonia, era un paese che si era dimostrato interessato al programma. Anche per altri paesi utenti del Tiger (o Tigre) la situazione non è ottimale seppur nel corso del tempo ci sia stato un miglioramento.  La Francia ha registrato durante lo scorso anno una operatività della flotta di Tigre del 26% sul totale di 67 elicotteri ordinati e consegnati, un valore piuttosto basso, anche se in miglioramento. La Spagna invece sembrerebbe orientata a non aggiornare 6 dei 24 Tigre HAD-E (Hélicoptère d’Appui Destruction). L’Ejerçito de Tierra, che aveva richiesto 36 elicotteri Tigre, ne ha acquistato solo 24 con un programma pluriennale lanciato nel 2003. La versione del Tigre prescelta dalla Spagna era quella HAD-E ( (Helicopter Support and Destruction) una versione migliorata e più potente della francese HAP ( Helicoptère d’Appui et Protection / Helicopter Support and Protection). La versione spagnola ha raggiunto un prezzo elevatissimo, €35.6m/unità (circa 48m US$) rispetto al già elevato prezzo della versione francese di €27m/unità (circa 36m US$) nel 2012. A confronto il più grosso e potente AH 64 E (da oltre 10 tonnellate, contro le circa 6 del Tigre) riporta un prezzo di $35 m, e di soli $20 m per la versione AH-64D. Il 2 agosto 2019 Berlino ha sospeso le attività di volo della flotta di 65 elicotteri d’attacco Tiger dell’esercito, a causa di informazioni fornite dalla manutenzione della linea di volo dei Tiger sulla criticità per la sicurezza di bulloni in titanio per un difetto di fabbricazione.  Il 25 novembre 2019 è avvenuta la collisione aerea di Ménaka, in cui due elicotteri militari francesi, un Tiger e un Cougar, parte dell'operazione Barkhane, si sono schiantati nel nord del Mali, uccidendo 13 soldati.
 
- Sottomarini classe Attack/Shortfin Barracuda Block 1A. Sempre l'Australia ha lamentato gravi ritardi con il programma di acquisizione dei 12 nuovi sottomarini classe Attack/Shortfin Barracuda Block 1A - variante a propulsione diesel elettrica dei battelli nucleari francesi della classe Barracuda/Suffren – la Royal Australian Navy sarà obbligata a sottoporre ad un pesante aggiornamento i propri sottomarini classe Collins, figli di un altro programma già di per sé travagliato e disastroso. Secondo fonti di stampa locali, il Governo australiano vorrebbe uscire dall’accordo con la Francia e porre fine al relativo contratto con Naval Group. Il costo del programma ha raggiunto un livello esorbitante, dell'ordine di oltre 60 miliardi di dollari, e non è più sostenibile. Le ragioni del disastro, annunciato da tempo, sono nella complessità del programma – design e progettazione totalmente nuovi di origine francese, costruzione locale, coinvolgimento delle compagnie australiane, sistema di combattimento americano, ecc. - e nei limiti strutturali di “manpower” dell’industria locale e di gestione a livello di programma. Canberra starebbe pertanto valutando un’opzione meno ambiziosa, che riguarderebbe lo sviluppo e la realizzazione, in partnership con Saab/Kockums, di una variante dei sottomarini classe Collins attualmente in servizio. All'epoca Lo Shortfin Barracuda venne scelto dal Governo di Canberra battendo il Type-216 tedesco e il Soryu giapponese, proprio per le "grandi capacità tecnologiche" offerte. Tale decisione aveva rappresentato un risultato deludente per Giappone e USA. Per entrambe le potenze, la decisione aveva colliso con i piani legati all’assetto geostrategico della regione.
 
-Airbus A-400M. Il programma A-400M è uno dei più controversi e travagliati programmi di procurement in Europa, da alcuni definito l’F-35 europeo, benché si tratti di programmi ben diversi per numeri e per tipologia. Esso nasce nel 2003, con un contratto firmato da 20 miliardi di euro per la costruzione di 180 aerei da trasporto destinati a Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Turchia, Belgio e Lussemburgo in quote proporzionali. L'Italia si tirò subito fuori (governo Berlusconi). In 13 anni i guai si sono moltiplicati e gli errori di fabbricazione hanno fatto infuriare i governi di Germania e Francia, due tra i principali clienti (50 esemplari ordinati per ognuno). L’anno cruciale dei problemi è stato il 2009, con il primo annuncio di ritardo dell’allora EADS (ora Airbus Group): la consegna del primo esemplare è stata posticipata al 2012. In Germania, fu segnalato un sovrappeso di ben 12 tonnellate, a discapito della capacità di carico. La Luftwaffe indicò l’inizio della IOC – Initial Operational Capability non prima del 2017. Il Sudafrica cancellò l’ordine a causa dei ritardi e del sovrapprezzo. La capocommessa Airbus, allora parte di EADS  paventò il non raggiungimento del break even  (la parità tra costi e ricavi) senza vendite al di fuori dei Paesi NATO. All’inizio del 2010 mancarono ulteriori fondi da parte dei partner per coprire i costi maggiori, con Airbus che arrivò a dichiarare che l’Atlas stava prosciugando risorse che sarebbero state meglio impiegate per i progetti civili A-380 e A-350. Nello stesso anno iniziarono le riduzioni di ordini rispetto ai preventivati inizialmente che coinvolsero i maggiori Paesi del programma, Francia, Germania e Regno Unito. Nel 2016 ai ritardi e al forte aumento dei costi si sono aggiunti anche seri problemi tecnici ai motori. Uno dei problemi principali è stata la progettazione degli stessi, realizzata ex novo, a causa della mancanza sul mercato di turboprop compatibili. Con i turboelica si possono garantire decolli e atterraggi corti e rifornimento in volo a velivoli lenti, ma la progettazione è andata incontro a costi elevati e problemi tecnici. Ad esempio il brasiliano Kc 390 utilizza i motori dell'A 320. Oggi si prevedono 174 esemplari al massimo, e probabilmente meno, con la Malesia come unico cliente esterno rispetto ai partner. Persino i Paesi partecipanti maggiori si sono in parte distaccati dall’Atlas. Per rimediare alla carenza di aerei cargo, il Regno Unito nel 2001 aveva preso prima in prestito, poi acquistato otto C-17 Globemaster III; la Francia, capofila del programma (e nota per il suo nazionalismo industriale), nel 2016 ha reso nota l’intenzione di acquisire quattro C-130J Super Hercules. 
 
-Fucile d'assalto HK G36, l'arma a cui si sciolgono i pezzi. Prodotto da Heckler & Koch, costruttore svevo di fama mondiale, con sede principale a Oberndorf am Neckar, fu progettato nel 1997, tale da durare in servizio vent’anni. L'arma ha subito uno scandalo, nato esclusivamente all'interno della Germania, per un eccessivo aumento della rosa del bersaglio in fase di surriscaldamento. Si rivela quindi un arma non adatta all'uso desertico, e d'altra parte non è stato pensata per operazioni all'estero. Essa è stato adottato in 55 paesi, 35 dei quali sono paesi membri della NATO o alleati. Nel marzo 2012, le forze armate tedesche hanno fissato lo standard EBZ (“ciclo di fuoco di prossimità operativa”), di 150 colpi esplosi in 20 minuti al giorno. Su tale base, il costruttore ha condotto dei test interni utilizzando dieci G36 diversi, realizzati tra il 1996 e il 2008, in base ai quali è stato redatto il dossier di 134 pagine “Fucile d’assalto G36 - indagine sulla dispersione del tiro e sul punto di impatto con arma a caldo”. Nonostante la direzione degli approvvigionamenti della difesa abbia garantito il prodotto, dati i presunti difetti e le problematiche legate alla temperatura del fucile, ulteriori test sono stati condotti a cura di istituti indipendenti, in seguito ai quali, nell’aprile 2015, il Ministero della Difesa ha annunciato la sostituzione dell'arma presso le Forze Armate. 
 
- Schützenpanzer Puma. I revisori dei conti federali hanno segnalato nel 2018 un rallentamento nella fornitura dei veicoli corazzati dell'esercito tedesco, avvertendo che l'equipaggiamento completo del veicolo da combattimento della fanteria Puma richiederà più anni di quanto si pensasse. Dati i progressi irregolari del programma e i bassi tassi di disponibilità, le forze di terra tedesche dovrebbero essere pronte a utilizzare il carro precedente, il Marder, di circa 40 anni di età, oltre la prevista sostituzione nel 2024. Secondo il rapporto, per l'integrazione di tutte le funzionalità richieste nel Puma, realizzato da un consorzio di Rheinmetall e Krauss-Maffei Wegmann, si arriverà al 2029.  Per tale motivo sarà necessario garantire la fornitura pezzi di ricambio. Questo è stato un problema noto per le forze armate tedesche, che negli ultimi anni ha registrato bassi tassi di disponibilità immediata dei mezzi su tutta la linea. Gli analisti riportano tassi di prontezza alla distribuzione del 48% nel 2016 e del 43% nel 2017 per i veicoli Puma. Inoltre, secondo i revisori, l'esercito ha segnalato una mancanza di "stabilità del sistema d'arma" dei Puma e la causa del guasto rimane incerta. Il ministero della Difesa ha già diversi programmi in corso per migliorare i prossimi Puma e retrofittare i mezzi già consegnati. Ma rimangono lacune critiche, tra cui un sistema che offre una migliore consapevolezza della situazione per gli operatori e una funzione di mimetizzazione per ridurre la traccia radar del veicolo. Il prezzo per le migliorate capacità dovrebbe essere dell'ordine di centinaia di milioni di euro, che si aggiunge al prezzo già molto elevato dei Puma. Il veicolo è costato indicativamente, secondo molte fonti tedesche, 5.989 milioni di € per 350 pezzi (pari a oltre 17 milioni di € l'uno). In una recentissima audizione parlamentare, l'AD di Rheinmetall Italia Ing. Alessandro Ercolani ha indicato l'interesse dell'Esercito italiano per il Lynx, a partire dal 2025. Tale veicolo è stato recentemente scelto dall'Ungheria. La sua selezione potrebbe anche portare l'Italia nel consorzio per il nuovo MBT franco-tedesco, da cui era stata esclusa (al fine di garantire la supremazia franco-tedesca nel settore). C'è da chiedersi a questo punto come si evolverà tale programma. Va considerato che il ministero della Difesa americana ha riaperto la gara per il veicolo che sostituirà i carri Bradley, con data indicata nel 2026. Il vincitore di tale gara introdurrà nuovi standard operativi e logistici nel settore, ai quali non è possibile pensare di derogare. Inoltre sarà interessante vedere come l'industria tedesca riuscirà a conciliare le necessità interne con i Puma, e quelle di clienti esteri con i Lynx, contemporaneamente, con ulteriori aggravi di costi.
 
di Antonio Frate