Embedded Agency >

Kosovo

Kosovo, dopo 8 anni l'Italia cede il comando di KFOR

Valutazione attuale:  / 0
Il Generale di Divisione dell’Esercito Franco Federici ha ceduto il comando della missione NATO KFOR in Kosovo al parigrado ungherese Ferenc Kajari, dopo 8 anni consecutivi di comando italiano. La cerimonia di cambio si è svolta alla presenza del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli. L’evento è stato presieduto dal Comandante dell’Allied Joint Force Command di Napoli, Ammiraglio Robert P. Burke, nonché di numerose autorità civili, militari, religiose e diplomatiche, nel rispetto delle norme e dei protocolli previsti dalla NATO per il contrasto alla diffusione del coronavirus. KFOR è la missione più longeva della NATO, e attualmente anche la più corposa in termini di forze dispiegate sul terreno (attualmente circa 3700) che fonda la sua legittimità sui compiti assegnati dalla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu 1244 (12 giugno 1999) e sul Military Technical Agreement siglato con la Serbia (9 giugno 1999). Dei 3.700 militari impiegati in KFOR, circa 620 sono italiani con una rappresentanza di personale appartenente a tutte e quattro le Forze Armate. Questo rende attualmente il nostro paese il primo contributore della KFOR.
Il ministro della Difesa, On. Lorenzo Guerini, ha speso parole di plauso per l’operato delle forze armate italiane in Kosovo complimentandosi con il generale Federici per il valore della sua leadership riconosciuta da tutti e ampiamente apprezzata dalla NATO. L’impronta attuale della NATO in Kosovo va dunque ben oltre la mera dimensione militare, e le parole chiave per KFOR rimangono quelle dell’impegno per la stabilità attraverso il dialogo e la presenza sul campo, impegno che è stato e rimane al centro della leadership italiana, all’insegna della coesione, della trasparenza e della coerenza dell’Alleanza e dei suoi partner. “As one we progress, una visione comune insieme alle altre organizzazioni internazionali e alle istituzioni in Kosovo sarà sempre essenziale per il successo della missione KFOR e per la stabilità dell’area balcanica; al riguardo la collaborazione tra NATO e UE nella mediazione che ha portato al superamento della crisi delle targhe pochi giorni or sono ne rappresenta un esempio tangibile, solo l’ultimo di una serie che dura da oltre 20 anni.” nel suo discorso di commiato il Generale Federici ha voluto focalizzare l’attenzione sul significato del motto coniato durante il suo mandato ripercorrendo i fatti più importanti di un anno che lo ha visto impegnato su più fronti a garantire a tutte le comunità del Kosovo un ambiente pacifico in cui vivere, e alla comunità internazionale la stabilità dei Balcani occidentali. Ha poi concluso il suo intervento con il commosso ringraziamento agli uomini e le donne che hanno servito la missione, con un lavoro encomiabile svolto in un periodo reso ancora più difficile dalla pandemia da Covid-19 – “sarò sempre grato ad ognuno di voi, le differenze dei singoli hanno reso più efficace e vincente il lavoro del gruppo”. Durante il mandato annuale della KFOR XXV, la NATO ha rafforzato ulteriormente la cooperazione con le istituzioni locali, con la comunità internazionale e con tutte le organizzazioni di sicurezza, allo scopo di assolvere il proprio mandato. Allo stesso tempo, la missione ha contribuito a promuovere la convivenza interetnica e a sviluppare un ambiente sicuro in cui far progredire il dialogo tra Pristina e Belgrado. In particolare, il generale Federici è stato direttamente interessato alla soluzione delle tensioni per la “crisi delle targhe”, conducendo personalmente colloqui con tutte le parti coinvolte per contribuire a una rapida de-escalation della situazione sul terreno con un’intensa azione di dialogo, ascolto e proposte, dalle quali sono stati tratti alcuni punti fondamentali per raggiungere l’accordo nell’abito del dialogo facilitato dall’Unione Europea. KFOR ha anche sostenuto in modo imparziale tutte le istituzioni locali impegnate nel contrasto al COVID-19 attraverso donazioni di dispositivi di protezione individuale, facilitando al tempo stesso le iniziative di assistenza da parte di Paesi della NATO e partner. Un grande impegno è stato profuso anche nel campo dell’istruzione, portando a termine numerosi progetti in favore dei giovani. In precedenza, Robert P. Burke aveva evidenziato quanto efficace sia stata la leadership del generale Federici, con impatto positivo sia sul terreno con il mantenimento di una cornice di sicurezza che ha giovato a tutte le comunità del Kosovo, sia sulle relazioni diplomatiche che la NATO ha rafforzato con tutte le autorità dell’area.
 

Kosovo, cambio del Comandante del Reggimento MSU

Valutazione attuale:  / 0
L'avvicendamento fra il Colonnello Enio Simone e il suo parigrado Stefano Fedele si e' svolto di fronte ai carabinieri del reggimento schierati in armi nel piazzale "Martiri di Nassirya" della base MSU, alla presenza dell'Ambasciatore d'Italia in Kosovo, Nicola Orlando e del Comandante della KFOR, Generale di Divisione Franco Federici che, con la consegna nelle mani del Colonnello Fedele della bandiera della NATO, ha ufficialmente sancito il passaggio di responsabilità del Comando della KFOR MSU. Nel suo discorso di commiato il Colonnello Simone ha ringraziato i suoi carabinieri per l'impegno, la professionalità e l'abnegazione quotidianamente profusi, sempre in maniera imparziale, nello svolgimento delle attività giornaliere di pattugliamento a garanzia della sicurezza e della libertà di movimento della popolazione locale, sottolineando l'importante ruolo svolto dal Reggimento MSU nella finalizzazione di numerosi progetti di cooperazione civile-militare e di assistenza alle comunità kosovare attraverso la donazione di ausili didattici agli studenti ed insegnanti e la fornitura di apparecchiature e dispositivi di protezione individuale alle strutture sanitarie locali per la risposta locale al COVID-19. Il Generale Federici nel suo intervento ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto dall'Unità ed ha formulando i migliori auguri di buon lavoro al Colonnello Fedele. Il Comandante della KFOR ha concluso il suo discorso elogiando il Colonnello Simone per l'ottimo lavoro svolto nel mantenere inalterato il livello di capacita' operativa della Multinational Specialized Unit nonostante il persistere della pandemia da COVID-19. La cerimonia si è svolta nel pieno rispetto delle previste norme anti COVID-19.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 

Kosovo: carabinieri del Msu concludono due corsi di addestramento

Valutazione attuale:  / 0
I carabinieri del Multinational Specialized Unit (MSU) schierati a Pristina, in Kosovo, hanno portato a termine i primi due moduli di quattro del progetto finanziato dall’ Unione Europea denominato “Further Support to Kosovo Institutions in their Fight Against Organised Crime, Corruption and Prevention of Violent Estremism”, in collaborazione con la Compagnia “B&S Europe”, a favore di 20 agenti delle squadre speciali della KP. Il primo modulo addestrativo denominato “Swat Team and Close Protection” si è svolto dall’11 al 29 giugno. L’attività addestrativa, strutturata su tre settimane di lezioni, è stata tenuta dai Carabinieri di una speciale squadra a contatto (SaC) composta da esperti in attività di scorte e Close Protection appositamente giunta dall’Italia. Lo scopo del corso è stato quello di favorire un elevato e specifico livello di formazione degli operatori di polizia kosovara, nel particolare ambito delle più delicate attività operative, proprie di uno Swat Team: la scorta, le irruzioni, le tecniche di tiro e la liberazione di ostaggi. Gli operatori della Kosovo Police, al termine del percorso addestrativo, hanno ricevuto gli attestati di frequenza dal Comandante del Reggimento MSU, Colonnello Marco Di Stefano, durante una breve cerimonia a cui hanno partecipato, tra gli altri il COM KFOR, Gen. Div. Salvatore Cuoci, ed il Ministro dell’Interno del Kosovo, Bejtush Gashi. I migliori cinque frequentatori, inoltre,  sono stati nominati “Train the trainers”, nell’ottica di una formazione a cascata, meccanismo in grado di poter mantenere lo standard delle tecniche apprese e garantire l’autonomia e la continuità delle capacità. Questo addestramento si inserisce nel più ampio progetto volto a favorire lo sviluppo della Kosovo Police in termini di procedure tattico-operative e di intervento in materia di ordine pubblico. Il successivo modulo, infatti, denominato “Public Order Maintenance”, tenutosi dal 9 al 27 luglio, si è concentrato sul particolare ambito della gestione di un evento contro l’ordine e la sicurezza pubbliche. Anche in questo caso, gli operatori della Kosovo Police, al termine del modulo, hanno ricevuto gli attestati di frequenza dal Capo di Stato Maggiore del Reggimento MSU, Tenente Colonnello Stefano Lupi. Alla cerimonia di consegna ha partecipato il Deputy Commander della missione KFOR, Brigadier General János CSOMBÓK. A partire dal 2019, il ciclo formativo proseguirà con l’esecuzione dei  restanti moduli denominati “Training for Leadership” e “Training for specialized investigations and fight of extremism”.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 
 

Kosovo, prosegue il supporto alle donne vittime di violenza

Valutazione attuale:  / 0
I militari italiani del Comando Regionale Ovest di KFOR hanno realizzato un salone per parrucchiere ed estetiste all’interno dei locali sede della ONG “Jeta” di Decane che verrà utilizzato per lo svolgimento di un corso di formazione professionale a favore delle donne vittime di violenza domestica o che si trovano in condizioni di vita disagiate. Il progetto è frutto della cooperazione fra il Ministero della Difesa italiano che ha acquistato gli arredi e le attrezzature per allestire il salone e il Ministero della Difesa sloveno che ha finanziato lo svolgimento del corso. L’iniziativa, che rientra nell’ambito dell’assistenza fornita in modo imparziale a tutte le comunità del Kosovo da parte di KFOR, è stata portata a termine dai militari del 5° reggimento artiglieria terrestre(lanciarazzi) “Superga” di Portogruaro, al comando del Colonnello Gianluca Figus. L’associazione “Jeta”, fondata nel 2005 per promuovere i diritti e il miglioramento della condizione di vita delle donne in Kosovo, ha fornito sostegno nel corso degli anni, grazie anche a KFOR, a oltre 3000 donne di qualsiasi etnia o religione che versano in difficoltà, offrendo loro corsi di formazione per cuoca, parrucchiera e sarta. Nei mesi scorsi gli artiglieri italiani avevano donato all'ONG macchine da cucire, ferri da stiro e altri strumenti per la sartoria.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 

Kosovo, cambio al comando del MNBG-W

Valutazione attuale:  / 0
Questa mattina, alla presenza del vice Comandante del COI, Generale di Divisione Aerea Nicola Lanza de Cristoforis e del Comandante di KFOR, Generale di Divisione Salvatore Cuoci, ha avuto luogo l’avvicendamento al Comando del Multinational Battle Group West (MNBG-W) e del Contingente italiano dislocato presso la Base di “Villaggio Italia” nell’ambito della missione KFOR. Il Contingente uscente, su base 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti “Folgore” e sotto il comando del Colonnello Ettore Gagliardi, è stato avvicendato dal contingente subentrante, su base 5° Reggimento Alpini, comandato dal Colonnello Ruggero Cucchini.  Il passaggio della Bandiera della NATO, formale atto di cessione della responsabilità, è stato presieduto dal Comandante di KFOR, alla presenza di numerose Autorità militari, civili, religiose. Il Generale Lanza de Cristoforis ha evidenziato l’importanza del contributo italiano nelle missioni internazionali, soffermandosi sui risultati raggiunti dai militari italiani. Il Generale Cuoci ha sottolineato l’”Enduring Commitment” espresso delle Forze impegnate nella missione in Kosovo, esprimendo sentite parole di compiacimento per la professionalità dimostrata dall’Unità e per l’apprezzamento rivolto dalle Istituzioni kosovare. Durante i 6 mesi di mandato, il Contingente multinazionale, composto da circa 650 soldati provenienti da Italia, Slovenia, Austria e Moldavia, ha assicurato la libertà di movimento dei cittadini del Kosovo, garantendo un ambiente sicuro e protetto nel pluralismo delle etnie e delle confessioni religiose presenti sul territorio Balcanico. I militari dell’Unità hanno operato con costante impegno, vigilando e proteggendo il Monastero di Decane in qualità di primi responsabili e realizzando progetti CI.MI.C. (Cooperazione Civile e Militare), improntati al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa