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Intelligenza artificiale: tra salvezza e catastrofe

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Un tema sempre più attuale è quello dell’intelligenza artificiale che diventerà presto la colonna portante dello sviluppo tecnologico e scientifico, il quale dovrà tenere conto del valore e delle qualità dell’uomo che non possono essere sostituite da una macchina. Grandi progressi stanno avvenendo nell’ambito medico: un gruppo di ricercatori ha infatti scoperto che un algoritmo dell’intelligenza artificiale capace di riconoscere le malattie respiratorie nei bambini, partendo dall’analisi della cartella clinica dei pazienti; formulare diagnosi partendo dagli esami radiologici o riconoscere tumori della pelle. Nonostante ciò il dibattito su queste nuove tecnologie resta ancora aperto e vede la società divisa su due fronti: chi ritiene che il nostro futuro sia nelle mani delle nuove tecnologie e chi pensa che ciò possa gravemente compromettere e nuocere l’identità e l’etica umana sostituendo alla manodopera umana quella robotica.  La soluzione sta nel fare un uso intelligente di tali tecnologie che non devono sostituire il lavoro umano bensì supportarlo laddove l’uomo abbia dei limiti.

di Michela Di Iorio

Crollo di una diga in Brasile

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Le vittime continuano ad aumentare a Brumadinho, località brasiliana nel Sud Est del Paese. A causa del crollo della diga si contano già oltre 292 dispersi. Il portavoce della Protezione Civile dello Stato di Minas Gerais ha infatti annunciato che i soccorritori non hanno ancora individuato degli autobus con il numero preciso di corpi all'interno. Le ricerche dei dispersi sono poi state interrotte in seguito ad un allarme lanciato dalle autorità a causa delle alte probabilità di crollo di una seconda diga mineraria. Pochi giorni fa a Davos il presidente Bolsanaro aveva dichiarato che: “Il Brasile è il paese che preserva l'ambiente” aggiungendo che “i fatti saranno appurati e nuove tragedie evitate”. Intanto il governo federale ha messo in sesto un'unità di crisi. Mancano elettricità, internet e collegamenti telefonici che rendono difficili le operazioni di recupero dei sopravvissuti nelle varie aree colpite dalla terribile tragedia. Una tragedia che si poteva evitare? Molti sostengono di sì, infatti sotto accusa è finita la Vale, la multinazionale che controllava le operazioni della diga. Secondo molti ambientalisti questo evento tragico poteva evitarsi poiché i dirigenti della Vale non avrebbero messo in atto nessun controllo sulla diga i cui sistemi di sicurezza non sarebbero revisionati da anni. Si attende con trepidazione che qualche altro sopravvissuto sia tratto in salvo, ma le speranze sono basse soprattutto in una zona di circa 10 km quadrati coperta da milioni di metri cubi di fango e rifiuti minerali.
 
Nadia Pia Fierro, Alessandro Vergalito, Ruby Lora Marte (allievi del corso di giornalismo per ragazzi di Fossalto)
 

Russia 2018, Mondiale e tensioni tra sovietici e inglesi

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Sarà una lunga vigilia per il Mondiale di Russia 2018, caratterizzata in particolare dalle tensioni politiche tra Putin e Gran Bretagna. Uno scenario purtroppo già visto nelle ultime grandi manifestazioni sportive, essendo sempre più difficile arrivare ad accordi. La memoria ci porta alle ultime Olimpiadi invernali di PyeongChang caratterizzate dalla crisi tra le due coree mentre il Mondiale di Russia 2018 rischia di passare alla storia come quello del boicottaggio nei confronti di Putin. In primo piano la crisi politica e diplomatica con la Gran Bretagna seguita al clamore del caso Skripal. Lo scenario che preoccupa la Fifa è l'assenza dei maggiori leader politici mondiali il 14 luglio, giorno dell'inaugurazione allo stadio Luzhiniki. Secondo il quotidiano As la Gran Bretagna avrebbe iniziato una serie di colloqui con gli alleati per convincerli a lasciare isolato Putin nel parco presidenziale quando ci sarà la cerimonia inaugurale, un gesto che, stando alle ultime notizie, sarebbe già appoggiato dagli Stati Uniti. Il rischio è che tutto si ripresenti al Qatar nel 2022. Tornando alla sicurezza anti-terrorismo, Patrushev ha affermato: "Sono state adottate numerose misure aggiuntive in tutto il territorio del distretto per rafforzare la sicurezza anti-terrorismo nei centri di cura, nelle strutture sportive e nelle infrastrutture vitali".

di Valerio Bianchini, Marco Andretta, Alex Di Ciocco

La scelta del Presidente Mattarella

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Quella che sta vivendo il bel Paese in questi giorni è una della tante crisi istituzionali che ha attraversato durante tutto il suo periodo repubblicano. Ieri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha posto un veto sulla lista di governo presentata dal primo ministro professor Conte designato dalla coalizione nata post-elezioni dalle due forze populiste Lega e M5S. Punto cruciale il ministero dell’economia e la proposta di affidarlo all’82enne economista Paola Savona. Il presidente si è avvalso dell’articolo 92 della costituzione  che recita: “Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.” Mattarella parlando al popolo italiano ha motivato la sua scelta dicendo di aver dovuto salvaguardare l’economia italiana da un possibile ministro con tendenze anti-euro così rischiose da compromettere la stabilità del paese, avvalendosi dell’articolo  47 della costituzione che a tal proposito recita che: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito”. L’epilogo è stata la rinuncia dell’incarico da parte del professor Conte e un possibile governo “neutrale” che porti il Paese fino alle prossime elezioni. Ma non è la prima volta che un presidente della Repubblica esercita questo suo diritto costituzionale.  Già in precedenza il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro pose un veto alla proposta del primo governo Berlusconi di nominare ministro di Grazia e Giustizia Cesare Previti. Il gesto pienamente democratico e costituzionale del presidente però non è stato accolto bene da alcune forze politiche come Lega, M5S, FDI e da buona parte della popolazione che pur non avendo alcuna conoscenza in materia politica e costituzionale, vive ormai influenzata dalle forze populiste ed in balia di fake news.

di Michelangelo Fanelli

Finalmente la pace tra le due Coree

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Dopo più sessant'anni dall'armistizio del 1953, un accordo di pace sarebbe un evento storico ma non facile da raggiungere.
L'argomento del trattato di pace è stato uno dei punti cruciali nell'incontro tra Chung Eui-Young, consigliere della sicurezza e presidente della Corea del Sud, e John Bolton, controparte statunitense. In seguito il commento di Donald Trump all'impegno di Seul e Pyongyang a costruire la penisola coreana libera dalle armi nucleari è stato: "La guerra coreana finirà!", ma da parte del presidente americano sono promesse nuove sanzioni per il regime che vige nella cittadina nord-coreana a causa dell'uccisione del fratellastro del leader nord-coreano Kim Jong-un, avvenuta usando agenti chimici. A conseguenza di ciò quest'ultimo si è detto pronto a dire addio al suo arsenale nucleare pur di arrivare a una sopravvivenza politica. Questo evento sebbene utopico, è un passo diplomatico importantissimo per creare le premesse per progressi reali verso la pace.
Il summit ha però riscontrato dei problemi per quanto riguarda gli accordi comuni sulla fine delle guerra e la denuclearizzazione, poiché non dà risposta a come questi obiettivi saranno raggiunti. Inoltre un'altra questione completamente esclusa è stata quella dei diritti umani, da tempo violati dalla Corea del Nord. Il piano di Kim Jong-un, potrebbe essere quello di firmare vaghe dichiarazioni di intenti posticipando il momento di formalizzare i dettagli. Sarebbe comunque un risultato positivo sia per la Corea del Nord che per gli Stati Uniti.
 
di Ilaria Dugo, Gavio Di Carlo, Anna Sanità, Emanuele Saia e Lugi Cerimele