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Federica Pellegrini centra la quinta olimpiade

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A fine luglio si svolgeranno le Olimpiadi di Tokyo rimandate lo scorso anno a causa della pandemia. In campo natatorio Federica Pellegrini si è qualificata per la quinta volta alle olimpiadi con il tempo di 1’56”69 ai campionati italiani svolti pochi giorni fa. Grazie ai tempi ottenuti agli ultimi assoluti di nuoto di Riccione,  la campionessa proverà ancora una volta a competere con i migliori per riprendersi lo spazio nell'Olimpo dei più forti di sempre anche a 32 anni, età in cui molti campioni avevano già salutato il nuoto, ritirandosi. Invece, la Divina, è pronta ad una nuova rivincita sportiva e personale, anche dopo la paura di non farcela a causa del Covid: qualche giorno di meritato riposo, poi, il programma che la spingerà in vasca fino a Tokyo. Per una campionessa assoluta che è riuscita nell'ennesima impresa delle qualificazioni olimpiche, la strada potrebbe anche sembrare in discesa da qui alla prossima estate ma non sarà così. Servirà una preparazione completamente differente da quella degli anni passati, non solo per l'età ma anche perché si arriva da un paio di stagioni stravolte dalla pandemia, dove calendari e ritmi sono cambiati ripetutamente. L'obiettivo principale adesso è l'Olimpiade dove la concorrenza si prospetta spietata e non ammetterà distrazioni né ritardi di preparazione. Emma McKeon si presenta con un perentorio 1'55″56 e Ariarne Titmus con un 1'55″93 mentre Sobhan Haughey 1’55”81. La cinese Wang Junxuan ha fermato il cronometro su 1'54″70, altro tempo che balza all'attenzione generale, come l'età di queste nuotatrici: tutte ventenni. E Federica? Classe 1988 si presenta con un 1'56″69 ottenuto nella vasca di Riccione, un tempo che non la pone sul podio ma che di certo rappresenterà per la campionessa veneta l'ennesimo trampolino di lancio. “Alle Olimpiadi ci deve arrivare con serenità”, commenta il suo coach Matteo Giunta. “Ovvio che l’età dice 32 anni, sarà già difficile entrare in finale per lei. Ma una delle forze di Federica è che non si accontenta mai…” Continua Matteo Giunta: “Oramai non è più una novità che i 200 stile libero siano diventati negli ultimi anni una gara dai livelli incredibili, sia per il numero di punte di diamante sia come livello medio in generale. E’ una gara dove sarà già un successo essere tra le migliori 8 del mondo. Federica in questi giorni deve rilassarsi, recuperare, cercare di godersi questa qualificazione. La prossima settimana riprendiamo il lavoro tra Verona e i collegiali in altura, il primo sarà subito a Livigno. A metà maggio ci sono gli Europei a Budapest. Step by step, insomma. Successivamente, tra tre mesi, vedremo se gli allenamenti saranno andati bene, se lei sarà riuscita a fare un percorso netto senza intoppi fisici. A giugno valuteremo a che punto saremo e capiremo come affrontare questa Olimpiadi”.

di Matilde e Sofia Orrino 

 

La strage di Pontelandolfo

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Il grazioso borgo medievale in provincia di Benevento è tristemente noto agli storici e appassionati di storia risorgimentale, per i fatti di sangue avvenuti nei giorni d’agosto nell’estate del 1861. Il giorno della festa del patrono, il 7 agosto, durante la processione, irruppero nella scena religiosa un gruppo di briganti. Appoggiati dall’arciprete don Epifanio De Gregorio, i reazionari diedero vita ad una dura sedizione, inneggiando al ritorno del re Francesco II. Il casus belli della rappresaglia avvenne quattro giorni più tardi l’11 agosto, quando a Casalduni, poco vicino da Pontelandolfo, furono uccisi in un’imboscata, 45 bersaglieri del nuovo esercito italiano, comandati dal tenente Bracci. Erano stati inviati dal colonello Negri per una perlustrazione e avere conferma e informazioni sulla rivolta in atto. La punizione non tardò ad arrivare contro i comuni e infatti, qualche giorno dopo, il generale Cialdini diede l’ordine: «che di Pontelandolfo e Casalduni non rimanesse che pietra su pietra» Contro Casalduni fu incaricato l’ufficiale Melegari, mentre la marcia su Pontelandolfo fu affidata al colonnello Negri. Tutto era pronto e il 14 agosto 1861 partirono per la missione. A Casalduni, l’ufficiale Melegari, trovò nient’altro che un paesino abbandonato perché gli abitanti erano stati avvisati dal sindaco e rifugiati tra i monti. A Pontelandolfo invece fu la strage più totale e i civili vennero colti nel sonno. Improvvisamente esplose l’ordine d’assalto in raffiche di fucili, in furibonde scorrerie, vennero abbattute le porte e le finestre. La sparatoria non risparmiò nessuno: caddero sotto i colpi giovani e vecchi, donne e fanciulle. C'è chi uscì dalle case professando la propria innocenza e chi cercò di difendere i più piccoli e le donne. Fu un’azione costellata di assassinii, violenze, sopraffazioni, razzie. La città fu praticamente rasa al suolo, ci furono solo corpi e case che bruciarono fino alle prime luci dell’alba. L’indomani il Giornale ufficiale di Napoli, il 16 agosto del 1861, rese pubblico il dispaccio telegrafico con il quale Negri informava Cialdini che «ieri, all’alba, giustizia fu fatta per Pontelandolfo e Casalduni» Nel tempo si è cercato di dare una dimensione al numero di vittime dei tre episodi: per la sommossa a Casalduni del 7 agosto le fonti dell'epoca sono discordi e accennano, nei diversi casi, a un ferito o a un morto, oppure ancora a un morto e un ferito, e i nomi delle vittime comunque non coincidono. Nell'episodio della ricognizione dei militari dell'11 agosto i dati ufficiali parlano invece di quarantadue o quarantacinque caduti fra le fila dell'esercito. Per quanto riguarda l'episodio della rappresaglia a Pontelandolfo e Casalduni del 14 agosto il numero delle vittime civili è stato fissato fra le 13 e i 17, il numero di almeno 13 vittime è stato accertato in base a una ricerca documentaria effettuata dallo storico locale Davide Fernando Panella, ricerca che si basa sulla lettura dei registri parrocchiali della chiesa della Santissima Annunziata, annotati dal canonico Pietro Biondi e dal canonico Michelangelo Caterini (firmatario degli atti di morte): 12 persone (undici uomini e due donne) sarebbero morte il giorno stesso della strage (dieci direttamente uccisi e due nel rogo delle case) e una tredicesima sarebbe morta il giorno seguente. Nel 2016 venne scoperta una lettera d'epoca datata 3 settembre 1861, pubblicata sulla rivista Frammenti del Centro culturale per lo studio della civiltà contadina nel Sannio di Campolattaro. L'autrice della lettera era la signora Carolina Lombardi, di Pontelandolfo, sposata con don Salvadore Tedeschi, speziale in Compolattaro, che riferisce che «nel conflitto perirono circa 13 persone» confermando dunque la veridicità della ricerca svolta da padre Davide Fernando Panella. Per altri storici le vittime furono 400 mentre per lo scrittore Pino Aprile si possono ipotizzare ben 1000 morti, a cui bisogna aggiungere quelli dei mesi precedenti per le ferite riportate.

di Matilde e Sofia Orrino

Crisi di governo in Italia. Mattarella sceglie Draghi

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Giuseppe Conte ha deciso di dimettersi per uscire dallo stallo politico che si è venuto a creare dopo lo strappo di Italia Viva. "Ringrazio l'intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme", ha dichiarato rivolgendosi ai ministri giallorossi. Intorno all'avvocato si sono stretti a gran voce i capi delegazione Alfonso Bonafede (Movimento 5 Stelle), Dario Franceschini (Partito democratico) e Roberto Speranza (Liberi e Uguali). Il Cdm, durato 40 minuti, si è chiuso con gli applausi dei presenti. Il premier è poi salito dimissionario alle 12 al Quirinale dove ha conferito con il presidente della Repubblica per circa una mezz'oretta. Successivamente il presidente Mattarella ha deciso di convocare Mario Draghi, ex numero uno della BCE. È a lui che il Capo dello Stato ha conferito l’incarico per formare un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili in mondo da non ricorrere ad elezioni anticipate. Dal 1991 al 2001, Draghi è stato Direttore Generale del Ministero del Tesoro, dove venne chiamato da Guido Carli, ministro del Tesoro del Governo Andreotti VII, su suggerimento di Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca governatore della Banca d'Italia. È stato confermato da tutti i governi successivi: Amato I, Ciampi, Berlusconi I, Dini, Prodi I, D'Alema I e II, Amato II e Berlusconi II. In questi anni è stato l'artefice delle privatizzazioni delle società partecipate in varia misura dallo Stato italiano. Formatosi all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e specializzatosi al MIT di Cambridge, già professore universitario, negli anni novanta divenne alto funzionario del Ministero del Tesoro. Dopo un breve passaggio in Goldman Sachs, nel 2005 venne nominato Governatore della Banca d'Italia, prendendo il posto di Antonio Fazio, divenendo così membro del Financial Stability Forum (Financial Stability Board dal 2009) e del Consiglio Direttivo e del Consiglio Generale della Banca centrale europea nonché membro del Consiglio di amministrazione della Banca dei regolamenti internazionali. Ha ricoperto inoltre l'incarico di Presidente del Financial Stability Forum e del Financial Stability Board. È stato Direttore esecutivo per l'Italia della Banca Mondiale e della Banca Asiatica di Sviluppo. È stato membro del Gruppo dei Trenta. Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la carica di Presidente della Banca centrale europea, durante la crisi del debito sovrano europeo, ambito in cui è diventata nota la sua frase del 2012 "Whatever it takes", per indicare che la BCE sarebbe stata pronta a fare tutto il necessario per preservare l'euro.

di Matilde e Sofia Orrino

 

Le 10 donne che hanno fatto la storia

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Tra pochi giorni è la Festa delle Donne molte delle quali hanno fatto la storia dell'umanità. Ne abbiamo selezionate 10.

Rita Levi Montalcini è stata la prima a scoprire e identificare il fattore di accrescimento della fibra nervosa (NGF), per la quale ha vinto il premio Nobel per la Medicina. Nel 2001 è stata nominata senatrice a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”.

Marie Curie è stata una delle scienziate più importanti di sempre Vissuta tra il 1867 e il 1934. La scienziata ha avuto un ruolo di prim'ordine nel campo della fisica e della chimica, studiando fin da giovanissima le sostanze radioattive. Il suo impegno la portò a diventare la prima insegnante donna della Sorbona. A Marie Curie attribuiamo la scoperta del polonio (così chiamato proprio in onore della Polonia, la sua terra) e il radio, ma non ne registrò i brevetti, per lasciare il suo sapere a disposizione della comunità scientifica. Fu l’unica donna al mondo a vincere due Nobel, in due campi diversi: il Nobel per la Fisica nel 1903 e per la Chimica nel 1911. Purtroppo Marie Curie deve alla radioattività il suo successo ma anche la sua morte: la scienziata morì di anemia aplastica nel 1934.

Federica Pellegrini è una nuotatrice italiana specializzata nello stile libero. In questa specialità è la primatista mondiale in carica nei 200 m, ed europea nei 400 m. Considerata la più grande nuotatrice italiana ed una delle più forti e longeve di sempre, in carriera ha preso parte a quattro rassegne olimpiche: la prima nel 2004 quando, solo sedicenne, conquistò la medaglia d'argento nei 200 m stile libero divenendo all’epoca la più giovane atleta italiana a salire su un podio olimpico individuale. Quattro anni dopo, ai Giochi di Pechino vinse in quella stessa gara la medaglia d'oro regalando all'Italia il primo successo olimpico femminile nella storia del nuoto. Ai mondiali di Melbourne 2007 infranse il primo degli 11 record del mondo da lei stabiliti in carriera. Fu campionessa iridata dei 200 m e 400 m stile libero sia nel 2009 sia nel 2011, diventando la prima nuotatrice capace di vincere consecutivamente il titolo in entrambe le distanze in due diverse edizioni della manifestazione. Ai campionati del mondo è anche l'atleta più vincente in una stessa gara grazie ai 4 ori, 3 argenti e 1 bronzo conquistati in otto diverse edizioni: dalla rassegna di Montréal 2005 a quella di Gwangju 2019, infatti, è sempre salita sul podio nei 200 m stile libero.

Margherita Hack è stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana contemporanea. Ha condotto studi importantissimi nell’ambito dell’astrofisica. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, ha contribuito alla divulgazione della materia e alla ricerca con lo studio e la classificazione di diverse categorie di stelle. 

Amelia Earhart è stata una pioniera del volo: la prima donna pilota ad attraversare l’Atlantico in solitaria e in assoluto la prima persona ad aver sorvolato sia sull’Atlantico che sul Pacifico.

Marilyn Monroe è stata inserita dall’American Film Institute al sesto posto nella lista delle più grandi star femminili di sempre. Vissuta tra il 1926 e il 1962, fu anche cantante, modella e produttrice cinematografica.

Margaret Thatcher, soprannominata la Lady di Ferro, è stata una delle grandi donne della storia, fra le più importanti e influenti che abbiano mai calcato la scena politica. Con il suo piglio deciso ha guidato il Regno Unito dal 1979 al 1990, prima donna a ricoprire una carica così importante. Leader del partito conservatore, ha accompagnato il suo Paese attraverso profondi cambiamenti con una politica in bilico tra liberismo e conservatorismo. 

Madre Teresa di Calcutta che con il suo lavoro instancabile tra le vittime della povertà ha ottenuto il Premio Nobel per la Pace nel 1979.

Valentina Tereskova è stata la prima donna a viaggiare nello spazio, aprendo la strada a tutte le altre donne astronaute.

Emmeline Pankhurst è la donna che ha fondato la Women's Social and Political Union combattendo una durissima battaglia in Occidente per i diritti delle donne.

di Matilde e Sofia Orrino

 

 

Vaccine Day e il piano per distribuirlo

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Il 27 dicembre rappresenta una dato simbolica in tutta Europa. E’ il giorno del vaccino anti-covid. In Italia le primo dosi hanno raggiunto l'Istituto Spallanzani di Roma.  A seguire il vaccino è arrivato in tutte le regioni italiane. Quelle con più dosi sono state: la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Lazio. La prima vaccinata Italiana è l’infermiera ventinovenne Claudia Alivernini che ha ricevuto la prima dose all’Istituto nazionale malattie infettive di Roma, Lazzaro Spallanzani. “Ho la consapevolezza che oggi sia un giorno importante e decisivo. La scienza e la medicina sono le uniche cose che ci permetteranno di vincere la battaglia contro questo virus. Lo dico con il cuore vaccinatevi, per i vostri cari e per la collettività”. “Un piccolo gesto, l’ho fatto con orgoglio e profondo senso di responsabilità nei confronti della collettività”, ha aggiunto la sanitaria, sottolineando di aver toccato con mano e visto con i suoi occhi quanto sia difficile combattere questo virus. «L’Italia si risveglia» le prime parole del premier Giuseppe Conte. «Questa è la strada per superare una fase difficile», aggiunge il ministro della Salute Roberto Speranza. L’obiettivo è quello di raggiungere una copertura dei vaccini che arrivi all’80% della popolazione. Categorie prioritarie sono infermieri e medici poi gli ultra 80enni. Per tutto il resto della popolazione bisognerà attendere la fine del 2021. La distribuzione vera e propria del vaccino prenderà il via il 28 dicembre: sono 470 mila le dosi del siero Pfizer-BionTech – nome commerciale di Cominarty – che ogni settimana arriveranno nel nostro paese. Del siero Pfizer-BioNTech sono previste 27 milioni di dosi così distribuite: 8,8 nei primi tre mesi dell’anno, 8,1 nel secondo trimestre, 10,1 nel terzo trimestre del 2021.

di Matilde e Sofia Orrino