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Elezioni in Italia, favorito il centrodestra

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Dall’ultima rilevazione e dall’ultimo chiarimento di Tecnè sono emersi i dati dei sondaggi i quali premiano il centrodestra che sfiora il 50% attestandosi al 49,8%. Questi dati appunto premiano il centrodestra per le sue idee ma dall’altro lato fanno gelare il sangue al Partito Democratico, il quale con l’alleanza con Europa verde, Sinistra Italiana e Più Europa, si attesta al 30%. Inoltre sempre Tecnè evidenzia una crescita di quasi tutto il centrodestra, infatti Forza Italia ha superato il 12%, Fratelli d’Italia tra il 24 e il 25%, al quale viene riconosciuta la coerenza nel fare opposizione dal governo Draghi, mentre la Lega perde ancora qualcosa ma si mantiene tra il 12 e il 13%. Dall’altro lato, nel centrosinistra in particolare nell’alleanza precitata (PD, verdi, e SI, +Europa) non oltrepassa il 30% e decresce soprattutto il PD, infatti ha registrato un – 0,3% e non va oltre il 23%. Il Movimento 5 Stelle ha avuto finalmente una crescita dopo un periodo di negatività nei sondaggi, infatti ha registrato un +0,3% ma non sorpassando Forza Italia, che resta 2 punti più avanti. Il così detto terzo polo (Azione e Italia Viva) oscilla tra il 7 e l’8%. Ovviamente ci sono gli altri partiti che hanno un consenso bassissimo che si attestano al 2,5% facendo una somma di tutti. Tecnè ha inoltre evidenziato dei possibili scenari, nei quali viene evidenziato un possibile governo di centrodestra. Ovviamente ci sono molti dei fattori che determinano i sondaggi, per esempio lo schieramento a proposito della guerra in Ucraina, infatti solo il 9% degli italiani parteggia per i russi l’altro 91% sceglie di stare dalla parte ucraina condannando l’invasione. Altro fattore decisivo è l'Ambiente, infatti in questo periodo si sono visti gli effetti della politica del NO a tutto compreso il nucleare, mentre adesso gli italiani si stanno spostando verso coloro che davvero vogliono fare. Bisogna citare un altro elemento importantissimo. In questo periodo le bollette sono troppo alte, alcune addirittura milionarie o quasi, quindi i cittadini chiedono di stare meglio e vogliono premiare coloro che hanno idee migliori su politiche attive del lavoro, tasse, giustizia, famiglia, sicurezza, servizi, energia, quest’ultimo settore quello più importante secondo praticamente tutti gli intervistati. Negli ultimi mesi sono aumentati anche gli indecisi, mentre sono ancora di più coloro che hanno strappato la tessera elettorale e che sono delusi per la caduta del Governo Draghi e per l’instabilità politica derivata. Bisogna aggiungere il fatto, che dall’estero guardano con attenzione la campagna elettorale, dato che siamo una nazione importante in Europa, al centro del Mediterraneo e insieme a tutta la NATO diamo sostegno all’Ucraina. A proposito della questione Ucraina, l’ex presidente russo Medvedev è intervenuto sulle elezioni scatenando una polemica: “alle urne punite i governi idioti”. A queste parole sono seguite quelle di Letta che ha condannato l'ex presidente russo e la stessa Lega, la quale “deve sciogliere l’accordo con Russia Unita, il partito di Putin”.

di Michele Pio Tremonte

 

Guerra Russia vs Ucraina tra morti e minacce

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Nel 145° giorno della guerra tra Russia e Ucraina lo Stato Maggiore dell’Esercito Ucraino ha diffuso un rapporto sulla situazione. Secondo Kiev sono intorno alle 50.000 le perdite russe tra cui 38.300 morti, 10.000 feriti, 1.684 carri armati, 4000 veicoli corazzati, 846 sistemi d’artiglieria, 15 navi da guerra, 166  missili da crociera distrutti, 220 caccia, 188 elicotteri, e circa 700 droni abbattuti. Intanto, come da copione, l’ex presidente russo Dmitrij Medvedev è tornato a minacciare, dicendo che se gli ucraini attaccheranno la Crimea per l’intera Ucraina arriverà il giorno del giudizio.  Non solo, la portavoce del ministero degli esteri Zakharova ha proferito parole allarmanti, accusando gli USA , principali fornitori di armamenti a Kiev, di aver aumentato la crisi in Ucraina e di barcollare verso uno scontro militare con la Russia tanto da poter arrivare ad un’escalation nucleare.

di Michele Pio Tremonte

Il discorso di Putin alla parata del 9 maggio

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Nel giorno in cui la Russia commemora la Giornata della Vittoria, il trionfo sovietico sul nazismo e il tributo di oltre 27 milioni di soldati sovietici per combatterlo, il presidente Vladimir Putin interrompe il suo tradizionale discorso per omaggiare, con un minuto di silenzio, i caduti nell'attuale "operazione militare speciale". "Le milizie nel Donbass e l'esercito russo stanno combattendo sulle loro terre che gli eroi della Grande Guerra Patriottica hanno difeso fino alla morte". Il leader del Cremlino ha presentato sin dal primo giorno l'offensiva in Ucraina come una nuova lotta al nazismo. Per indicarne gli obiettivi, ha riesumato la parola "denazificazione" che venne coniata dagli Alleati dopo il crollo del Terzo Reich. Nessun annuncio di "mobilitazione generale", come ipotizzato da funzionari ucraini e britannici, ma smentito da diversi analisti. Nessuna rivendicazione di successi militari in Ucraina o di future annessioni. "Lo scontro con i neonazisti, era inevitabile". Quel "non avevamo altra scelta" diventato un mantra nelle ultime settimane: la Russia aveva richiesto delle garanzie di sicurezza dall'Occidente, ma "la Nato non ha voluto ascoltarci", anzi, era pronta a "un'operazione punitiva nel Donbass" e a "un'invasione dei nostri territori" con Kiev che "invocava l'uso di armi nucleari". "La Russia è stata costretta ad anticipare il colpo. Era l'unica decisione possibile", ribadisce Putin. Ma il momento più inedito è stato quel minuto di silenzio riservato ai caduti nel Donbass, le cui cifre in Russia sono persino coperte da segreto di Stato. Così recita Putin "oggi commemoriamo tutti quelli che combatterono la grande guerra patriottica, inchiniamo la nostra testa di fronte ai martiri di Odessa bruciati, inchiniamo la nostra testa davanti alle vittime dei bombardamenti nel Donbass, inchiniamo la nostra testa di fronte ai morti nei combattimenti nel Donbass". E poi ancora un omaggio alle morti dei soldati, "un grande dolore, una perdita irrecuperabile". E un altro ai feriti: "Mi auguro che stiano meglio". Non basta chiamarla solo operazione militare speciale, anche l'offensiva in Ucraina sta chiedendo il suo tributo di sangue. Non si può più nascondere. Tanto vale commemorarlo. E sublimare quel sacrificio paragonandolo a quello compiuto durante la Seconda guerra mondiale".

di Sofia Orrino  

Un progetto in ricordo di Michela Sau

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Il progetto “Un seme per il futuro – In ricordo di Michela Sau”, finanziato dal “Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili” nell’ambito dell’iniziativa “Azione ProvincEgiovani” (APG) promossa dall’Unione Province d’Italia (UPI), vede come partner, oltre all’Istituto di studi giuridici internazionali (ISGI-CNR), la Provincia di Frosinone (capofila), Frosinone Formazione e Lavoro – SAV e l’Associazione “We Save the Water”. L’Azione ProvinceEgiovani ha come finalità quello di realizzare interventi in materie di politiche giovanili e di valorizzare strategie e politiche a favore dei giovani, coinvolgendo i diversi livelli istituzionali nonché l’associazionismo giovanile e tutti gli attori che, a vario titolo, si occupano di giovani. Nello specifico il progetto coinvolge 20 giovani dai 14 ai 19 anni provenienti dal mondo della scuola, dalle principali associazioni o dai gruppi giovanili presenti sul territorio provinciale di Frosinone. L’obiettivo del progetto è quello di supportare i giovani e gli operatori coinvolti a compiere scelte informate e consapevoli sull’ambiente, sia a livello pubblico sia nella sfera privata, e di preparare la futura “forza lavoro” ad affrontare le sempre più complesse questioni ambientali. Il progetto si concentra essenzialmente sulle questioni ambientali più rilevanti con un focus particolare su quei temi che ancora oggi trovano poco spazio a livello informativo, ma che interessano direttamente il mondo giovanile. Dopo una prima fase formativa, i giovani saranno coinvolti in attività laboratoriali volte alla creazione di contenuti multimediali e social in materia ambientale. Tutto il materiale prodotto sarà accessibile sul sito del progetto e sarà destinato al mondo della scuola. “Vedere i ragazzi entusiasti – è stato il commento dell’amministratore unico di FFL, Fabrizio Zoli – di partecipare a un progetto rivolto a loro coetanei e per giunta su un tema così sentito dai giovani è motivo di soddisfazione e di orgoglio per la nostra generazione. È anche per questo che, con assoluta disponibilità, abbiamo accolto con convinzione l’indicazione dell’Amministrazione provinciale e del presidente Pompeo di realizzare un progetto diretto ai ragazzi e pensato per la formazione dei giovani come futuri cittadini del mondo. Saranno loro, infatti, i testimoni del cambiamento che auspichiamo si realizzi concretamente in materia ambientale".

di Matilde Orrino 

 

L'orso soldato

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Chi era l'orso Wojtek? La vicenda dell’orso bruno di origini siriane, distintosi per il sostegno dato alle truppe polacche nel corso della II^ Guerra Mondiale, sino a diventarne autentica mascotte, ha appassionato diversi storici. L'orso distintosi in occasione della battaglia di Montecassino e dei conflitti lungo la Linea Gustav nel centro Italia, avrà a Venafro un monumento che lo ricorderà ed omaggerà. Per la realizzazione del monumento si è prodigato il Centro Studi Politici d’intesa con l'associazione Winterline. Per rendere possibile l’iniziativa è stata avviata una raccolta fondi. Dal progetto si evince la realizzazione di una  statua dell’orso Wojtek ad altezza naturale in un contesto di verde ambientale, in modo da trasmettere alle generazioni future le conoscenze dovute e i messaggi che ne derivano. In breve, la storia dell’orso Wojtek, animale magnifico per quanto seppe fare: di origini siriane, era un orso bruno e venne adottato dalla 22^ Compagnia di rifornimento dell’artiglieria del II° Corpo Polacco comandato dal Gen. Wladyslaw Anders. Durante i preparativi della battaglia di Cassino aiutò a trasportare le casse di proiettili di artiglieria, risultando assai utile e prezioso. Negli anni a venire venne amorevolmente accudito, sino a concludere la propria esistenza circondato dall’affetto di tutti. Al termine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, l'orso venne trasportato nel Berwickshire, in Scozia, insieme a membri della II Armata. Stazionato nel villaggio di Hutton negli Scottish Borders, vicino a Duns, Wojtek divenne ben presto conosciuto tra i civili locali e la stampa. La Polish-Scottish Association lo accettò come membro onorario.  Dopo la smobilitazione della compagnia del 15 novembre 1947 fu deciso di alloggiare Wojtek nello zoo di Edimburgo, dove trascorse il resto dei suoi giorni, visitato spesso da giornalisti ed ex-soldati polacchi, alcuni dei quali gli lanciavano sigarette. Wojtek morì nel dicembre 1963 all'età di 22 anni. All'epoca della sua morte pesava quasi 250 kg ed era lungo oltre 1,8m.

di Matilde e Sofia Orrino