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Pasqua insanguinata nello Sri Lanka
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- Creato Mercoledì, 24 Aprile 2019 21:12
- Ultima modifica il Martedì, 26 Novembre 2019 19:17
- Pubblicato Mercoledì, 24 Aprile 2019 21:12
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Il Terrorismo colpisce ancora e lo fa in un giorno molto importante e simbolico per tutti i cristiani, cioè la Domenica di Resurrezione di Cristo e il Lunedì dell’Angelo, periodo in cui le persone approfittano delle ferie, dato dalle festività pasquali per visitare luoghi di particolare interesse. Nell’attentato in Sri Lanka, di matrice islamica, sono stati presi di mira edifici religiosi, come la chiesa di Sant’Antonio, quella di San Sebastiano e il santuario protestante di Sion a Batticaloa, sulla costa ad oriente e tre alberghi di lusso dell’isola indiana, nella quale 359 persone sono rimaste uccise e 500 ferite. Fonti del Ministero della Difesa hanno riferito che gli atti terroristici del 21 e 22 aprile, sono stati compiuti per ritorsione nei confronti dell’attentato di Christchurch, in Nuova Zelanda in cui sono decedute 50 persone di fede musulmana. Il Presidente del Consiglio srilankese, Ranil Wickremesinghe, tuttavia non ha confermato questa tesi. Il sottosegretario alla difesa dello Stato, Ruwan Wijewardene, nella giornata di ieri ha dichiarato: “Riteniamo che uno dei kamikaze abbia studiato nel Regno Unito e in seguito abbia proseguito gli studi in Australia prima di tornare a stabilirsi nello Sri Lanka. Molti di loro sono ben istruiti e provengono dalla classe media o medio-alta, quindi sono finanziariamente abbastanza indipendenti e le loro famiglie stabili dal punto di vista economico e questo è un dato preoccupante. Alcuni di loro credo avessero studiato in vari altri Paesi, con una laurea, quindi persone abbastanza istruite”. Intervistato da emittenti locali, il ministro delle Riforme economiche e della Distribuzione Pubblica dello Sri Lanka, Harsha De Silva, ha affermato: “Gli attacchi terroristici di domenica non sono stati un fallimento dei servizi segreti del Paese, ma una mancanza di circolazione interna delle informazioni a persone capaci di agire”. Sul fronte investigativo, dopo le suddette azioni criminose sono stati arrestati sessanta soggetti, alcuni attenzionati già da tempo. Inoltre, si studiano da parte dell’FBI i possibili legami tra il National Thowheeth Jama’ath e Daesh.
di Domenico Pio Abiuso
Nuove frontiere dell'esercito digitalizzato
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- Creato Giovedì, 04 Aprile 2019 13:28
- Ultima modifica il Martedì, 26 Novembre 2019 19:24
- Pubblicato Giovedì, 04 Aprile 2019 13:28
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Nicolas Maduro e la crisi venezuelana
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- Creato Lunedì, 18 Febbraio 2019 20:10
- Ultima modifica il Lunedì, 18 Febbraio 2019 20:22
- Pubblicato Lunedì, 18 Febbraio 2019 20:10
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Quando si viveva nella paura, l’Italia negli anni bui
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- Creato Giovedì, 04 Aprile 2019 13:22
- Ultima modifica il Lunedì, 13 Maggio 2019 07:53
- Pubblicato Giovedì, 04 Aprile 2019 13:22
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La storia è una “maestra di vita” che ripercorre gli avvenimenti del passato che hanno caratterizzato i cambiamenti geopolitici, culturali ed economici di un territorio. Volgendo lo sguardo al nostro Paese e focalizzando l’attenzione a partire dal primo Ventennio del ‘900, con l’avvento del regime fascista nel 1922, si può notare una deriva autoritaria che portò nel 1926 alla promulgazione delle leggi fascistissime. Una serie di norme che consentivano di considerare “legali” solo i giornali e le associazioni socio-culturali che erano in linea con il pensiero politico del governo dittatoriale in carica o venivano controllati dallo stesso. Allo stesso tempo fu abolito lo sciopero e si stabilì che soltanto i sindacati fascisti potevano esercitare le loro funzioni. Ben più grave fu l’emanazione delle leggi razziali nel 1938, a seguito dell’allineamento politico e filosofico con la Germania hitleriana; un regolamento legislativo discriminatorio nei confronti di ebrei, zingari e disabili e che considerava “pura” solo la razza ariana. Un altro periodo storico “buio” per l’Italia, fu quello a partire dal 1968 fino agli anni Ottanta con i cosiddetti “anni di piombo”, che videro l’ascesa delle Brigate Rosse e del terrorismo di estrema destra, e che ebbero come conseguenze atti di violenze nelle piazze, stragi e attentati contro esponenti politici. Tra i maggiori gesti di violenza ricordiamo: la strage di Piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969 (17 morti e 88 feriti); la strage di Gioia Tauro del 22 luglio 1970 (6 morti e 66 feriti); la strage di Peteano a Gorizia del 31 maggio 1972 (3 morti e 2 feriti); la strage della Questura di Milano del 17 maggio 1973 (4 morti e 52 feriti); la strage di Piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974 (8 morti e 102 feriti); la strage dell’ Italicus a San Benedetto Val di Sambro (BO) sul treno Roma Brennero del 4 agosto 1974 (12 morti e 105 feriti); sequestro (16 marzo 1978 in Via Fani) e uccisione (9 maggio 1978 e ritrovamento in Via Caetani) dell’ex Presidente del Consiglio e Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro; strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti e 200 feriti). Tutto ciò instaurò un clima di paura nella popolazione italiana nel suo vivere quotidiano. Un clima che purtroppo sembra riaffiorare alla luce anche degli ultimi avvenimenti riguardanti episodi di razzismo e di suprematismo bianco come il caso di Luca Traini o il rischio di attentato terroristico ad opera di alcune cellule jihadiste operative in Italia o per via dei foreign fighters di rientro dai territori del Califfato.
di Domenico Pio Abiuso
Strasburgo, attentato terroristico ai mercatini natalizi
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- Creato Venerdì, 14 Dicembre 2018 16:44
- Ultima modifica il Martedì, 26 Novembre 2019 19:18
- Pubblicato Venerdì, 14 Dicembre 2018 16:44
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Lo scorso martedì 11 Dicembre, il 29enne Cherif Chekatt, ha ucciso 4 persone e ferito 14 ai mercatini di Natale di Strasburgo, tra le capitali del jihad in Francia. Il terrorista Cherif Chekatt, schedato come un radicalizzato, nato il 4 Febbraio 1989 a Strasburgo, ha ucciso per rivendicare i fratelli morti in Siria. Condannato già 20 volte per reati minori, Chekatt ha scontato anche una pena di 2 anni di detenzione per un’aggressione con un coccio di bottiglia. La sera dell'attentato portava con sé una pistola e un coltello mentre camminava lungo la Rue du Lazaret, nel quartiere di Neudorf. Dopo aver sparato sulla folla è fuggito con un taxi facendo perdere le sue tracce. 48 ore dopo è stato neutralizzato dalla polizia francese e ucciso in un blitz delle forze speciali. Soltanto due giorni dopo l’attentato, l’Isis ne ha rivendicato la paternità tramite l’agenzia Amaq. Il “lupo solitario” avrebbe agito in risposta all’invito pressante di colpire nella terra dei “kuffar”, "un soldato, quindi, che ha ucciso per rivendicare i civili uccisi dalla coalizione internazionale”, così è stato definito Cherif Chekatt dall’agenzia Amaq. I mercatini natalizi ricordano l’attentato di Anis Amri a Berlino. Inoltre i disordini avvenuti in Francia nelle ultime due settimane hanno creato un clima di tensione tanto che l’attentatore ha potuto facilmente raggiungere l’obiettivo facendo tra l’altro leva sui timori della società. Ciò nonostante, il ministro degli interni francese Christophe Castaner, ha annunciato la riapertura oggi 14 Dicembre dei mercatini di Natale, motivata dalla volontà di “non cedere alla paura”.
di Noemi Genova
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