Embedded Junior
Aldo Moro, dubbi ed enigmi sulle circostanze della sua morte
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 17 Gennaio 2024 11:33
- Ultima modifica il Mercoledì, 17 Gennaio 2024 11:36
- Pubblicato Mercoledì, 17 Gennaio 2024 11:33
- Visite: 223
Il terrorismo anarchico in Italia nell'ultima Relazione al Parlamento
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 17 Gennaio 2024 11:15
- Ultima modifica il Mercoledì, 17 Gennaio 2024 11:16
- Pubblicato Mercoledì, 17 Gennaio 2024 11:15
- Visite: 222
La minaccia dei Foreign Fighters in Italia
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 17 Gennaio 2024 11:07
- Ultima modifica il Mercoledì, 17 Gennaio 2024 11:08
- Pubblicato Mercoledì, 17 Gennaio 2024 11:07
- Visite: 250
Isis, origine e ascesa del gruppo jihadista
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 10 Gennaio 2024 11:48
- Ultima modifica il Mercoledì, 10 Gennaio 2024 11:57
- Pubblicato Mercoledì, 10 Gennaio 2024 11:48
- Visite: 94
ISIS, acronimo di Stato Islamico dell’Iraq e della Siria, è un’organizzazione terroristica estremista islamica, d’ispirazione salafita, che considera il jihād globale un dovere di ogni musulmano, emersa nei primi anni del 2000 e fondata da Abu Masab al-Zarqawi e da Abu Bakr al-Baghdadi. L’ISIS ha le sue radici nella resistenza irachena post-2003 e nella destabilizzazione della regione. Le cause del suo sviluppo includono tensioni etniche e confessionali in Iraq, l'instabilità in Siria e la crescente polarizzazione tra le comunità sunnite e sciite. La sua ascesa fu accelerata nel 2014 quando conquistò vaste aree in entrambi i paesi, proclamando il 29 giugno del 2014 “califfo” dello Stato Islamico dell’Iraq Abu Bakr al-Baghdadi. La brutalità delle sue azioni e la propaganda online contribuirono al reclutamento di combattenti stranieri. L'ISIS ha attirato l’attenzione per le sue attività violente, come attacchi terroristici. La comunità internazionale ha condannato le azioni dell'ISIS, cercando di contrastare la sua minaccia attraverso varie iniziative di sicurezza. L’ISIS ha attuato strategie brutali, coinvolgendo decine di migliaia di combattenti stranieri e attuando persecuzioni contro minoranze religiose. Le forze internazionali hanno combattuto contro di loro per sconfiggerne l’espansione territoriale. La comunità internazionale ha lavorato insieme per contrastare questa minaccia, ma il problema del terrorismo rimane complesso e in continua evoluzione. La bandiera dello Stato Islamico, finora usata sempre nella sua variante di guerra, è nera, con una scritta bianca in lingua araba tracciata nella parte superiore, sotto alla quale vi è una figura circolare di color bianco con all'interno una scritta nera sempre in lingua araba. La scritta superiore riproduce la prima parte della Shahādah "La ilàha illa Allàh", ossia "Non c'è dio se non Allah". Nel cerchio sottostante figura, partendo dal basso verso l'alto, è riportata la seconda parte dell'attestazione di fede islamica Muḥammad rasùl Allàh, ossia "Maometto è il suo profeta".
di Rosa Di Sarno, Beatriz Fagundo, Francesco Fusco, Carmen Parlato e Francesca Pollio.
Al Qaida, storia e obiettivi
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 10 Gennaio 2024 11:34
- Ultima modifica il Mercoledì, 10 Gennaio 2024 11:37
- Pubblicato Mercoledì, 10 Gennaio 2024 11:34
- Visite: 151
Al-Qāʿida (in arabo القاعدة, al-qāʿida, "la Base", italianizzata in al-Qaida) è un’ organizzazione internazionale ispirata all’ideologia di Sayyid Qutb e Abd Allah-al Azzam. Fu fondata l'11 agosto 1988 e guidata da Osama bin Laden fino al 2 maggio 2011. È nota per aver pianificato e messo in atto gli attentati dell’ 11 settembre 2001 causando la morte di circa 3000 persone tra cui soccorritori, cittadini, lavoratori e gli stessi terroristi. Al Qaida è stata guidata oltre che dal miliardario saudita Osama bin Laden anche dal medico egiziano Ayman al-Zawairi, appartenente a una famiglia di dotti religiosi e di magistrati. Entrambi sono riferibili all'attivismo ideologico-politico dello shaykh al Azzam. Al-Qāʿida è stata classificata come organizzazione terroristica dal Consiglio di sicurezza delle nazioni unite, dalla NATO, dalla Commissione dell' Unione Europea dal dipartimento di stato degli Stati Uniti e da diversi governi.
ORIGINE DEL NOME
Il nome dell'organizzazione deriva dall' arabo qāʿida che significa "fondazione" o "base" e può riferirsi sia a una base militare sia a un database. L'iniziale al- è l'articolo determinativo. In arabo qāʿida bayānāt è il "database", dove la parola bayānāt significa "dati" e la parola qāʿida significa "base". Osama Bin Laden spiegò l'origine del nome in una registrazione di un'intervista concessa al giornalista di Al-jazeeraTaysir Aluni nell'ottobre del 2001.
STORIA
Secondo alcune fonti, al-Qāʿida nacque ai tempi dell'invasione sovietica dell'Afghanistan. Il terrorista Jamāl al-Faḍl, in un'intervista alla CNS, afferma che al-Qāʿida nacque intorno al 1989. Nonostante gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita fornissero (tramite il Servizio Segreto Militare Pakistano) miliardi di dollari in assistenza ai gruppi ribelli che combattevano l'occupazione sovietica. Dietro la genesi dell'organizzazione si trova una teorizzazione religiosa di ispirazione wahhabita, che col tempo ha raccolto elementi di altre correnti religiose islamiche, appoggiandosi di volta in volta al "clero" locale, come i deobandi e i talebani, preservando altresì la propria indipendenza.
OBIETTIVI
I suoi atti terroristici si basano su attacchi suicidi e omicidi e fanno ricorso all'uso simultaneo di esplosivi contro differenti obiettivi. Tali attività terroristiche sono sviluppate da uomini che hanno prestato giuramento di fedeltà (in arabo bay’s) a Osama bin Laden o da quanti siano comunque legati ad al-Qāʿida pur senza aver prestato detto giuramento e che non abbiano necessariamente ricevuto uno specifico addestramento in un campo di al-Qāʿida in Afghanistan o in Sudan. Altri campi di addestramento sarebbero stati attivati in Libano, Bosnia, Burkina. Il gruppo di al-Qāʿida predica e organizza da tempo il cosiddetto "jihad islamico ", espressione che va però intesa come attuazione di attacchi terroristici condotti nei confronti di obiettivi occidentali, con l'obiettivo di porre fine all'influenza dei paesi occidentali sui paesi musulmani e con il fine di creare un nuovo califfato islamico.
di Marina De Angelis, Marco Mariano Di Martino, Nina Marrone, Alessandro Marone.
Boko Haram, la storia e gli attentati in Nigeria
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 10 Gennaio 2024 11:21
- Ultima modifica il Mercoledì, 10 Gennaio 2024 11:23
- Pubblicato Mercoledì, 10 Gennaio 2024 11:21
- Visite: 122
Controffensiva ucraina lenta ma violenta
- Dettagli
- Creato Lunedì, 17 Luglio 2023 19:00
- Ultima modifica il Lunedì, 17 Luglio 2023 19:00
- Pubblicato Lunedì, 17 Luglio 2023 19:00
- Visite: 187
Nelle prime settimane della controffensiva messa in atto dall’Ucraina, i soldati di quest’ultima nazione hanno perso mezzi anche corazzati, tanto che ora si spostano a piedi non con mezzi motorizzati, di conseguenza stando a piedi gli ucraini avanzano più lentamente e infatti sono state conquistate solo 5 delle 60 miglia in cui si dovevano svolgere le varie battaglie. Appunto per questo che ora le perdite ucraine sono diminuite grazie ad un cambiamento strategico basato sull’utilizzo di missili a lungo raggio e artiglieria. Inoltre tra il 15 e il 16 luglio si sono udite delle esplosioni nella regione di Karkiv da parte degli ucraini e a Sebastopoli da parte degli occupanti russi. Dopo l'invasione russa sono stati tantissimi gli sportivi che hanno deciso di difendere concretamente il loro Paese. Tra questi, anche Denys Boreyko, ex campione mondiale e campione europeo juniores di scherma. Boreyko è morto in battaglia il 3 luglio a 34 anni. Il ministro dell’interno ucraino Anton Gerashchenko è stato a comunicarlo, citando la federazione di scherma. «Denys è stato un campione mondiale giovanile ed europeo oltre che un maestro internazionale. Ha fondato il club di scherma Liberte a Dnipro. Intanto droni ucraini sono stati lanciati contro il ponte di Crimea, strategico per il trasporto di truppe russe, causando le solite parole minacciose di Medvedev, il quale definendoli terroristi ha dichiarato: "Quindi è necessario far saltare in aria le loro case e le case dei loro parenti. Cercare ed eliminare i loro complici", ha aggiunto Medvedev, evidenziando la necessità di "distruggere i vertici delle formazioni terroristiche".
di Michele Pio Tremonte
Il piano degli scafisti: uno sbarco fantasma
- Dettagli
- Creato Martedì, 07 Marzo 2023 18:57
- Ultima modifica il Martedì, 07 Marzo 2023 18:59
- Pubblicato Martedì, 07 Marzo 2023 18:57
- Visite: 274
Catastrofico sisma in Turchia
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 08 Febbraio 2023 19:25
- Ultima modifica il Sabato, 11 Febbraio 2023 12:59
- Pubblicato Mercoledì, 08 Febbraio 2023 19:25
- Visite: 213
La responsabile del terremoto in Turchia è la faglia dell’Anatolia orientale. “Il suolo dell’Anatolia si è spostato di almeno 3 metri” così ha riferito il presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) Carlo Doglioni. La faglia sud-est anatolica è “probabilmente arrivata a deformare la costa”, secondo Alessandro Amato, sismologo e direttore del Centro Tsunami dell’Ingv. Il geologo Mario Tozzi su “La Stampa” ha spiegato come le due placche sono in continuo movimento e sfregano lungo la faglia. “Quando si accumula abbastanza energia le due parti scattano lateralmente una rispetto all’altra, provocando uno spostamento. In questo caso stimato di circa tre metri in orizzontale. Contestualmente in profondità si liberano le onde sismiche che dispiegano in superficie gli effetti più gravi”. Al momento si contano più di 27mila morti. Il terremoto è stato talmente forte che si è sentito addirittura in Islanda. Tutti i paesi che affacciano sul Mediterraneo tra cui l’Italia, la Grecia, la Spagna e tanti altri stati più piccoli europei sono a forte rischio di tsunami. Tra le persone che ancora non sono state ritrovate compaiono volti europei come l’italiano Angelo Zen disperso da quasi 72 ore. Originario di Saronno ma attualmente residente a Martellago in provincia di Venezia, Zen è un consulente e tecnico specializzato in macchinari per l’oreficeria. Tra i dispersi anche un britannico e un cittadino danese scomparso da diversi giorni. Davvero commovente la storia di un ragazzino di 12 anni ritrovato dopo 60 ore sotto le macerie ancora vivo. Nella zona di Hatay la zona più colpita della Turchia, dopo più di due giorni dal terremoto si può ancora vedere l’incendio che ha provocato il sisma. In seguito al terremoto tutte le nazioni hanno inviato squadre di ricerca e soccorsi. Soprattutto verso la Turchia si è immediatamente messa in moto la macchina della solidarietà e sono stati mandati diversi aiuti. Tuttavia nei confronti della Siria non è stato così. Alcune organizzazioni hanno chiesto a Bruxelles di sospendere le sanzioni almeno per questo periodo affinché si faciliti l'arrivo e la partenza degli aiuti. Questa richiesta però al momento non è stata accolta da Bruxelles.
di Ilaria Orsi, Cristel Russo, Claudia Kroumova
Il Metaverso, sviluppi e funzionalità
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 08 Febbraio 2023 19:06
- Ultima modifica il Mercoledì, 08 Febbraio 2023 19:07
- Pubblicato Mercoledì, 08 Febbraio 2023 19:06
- Visite: 188
Il metaverso è un universo digitale che comprende diverse tecnologie come video, social, realtà virtuale e realtà aumentata. Questo è composto da dati e informazioni, la sua struttura è spazio-temporale ed è composta da lunghezza, larghezza, profondità e tempo: il cyberspazio, sostanzialmente un universo creato e alimentato dalle reti globali di comunicazione. Per poter usare il metaverso si deve avere un avatar, una rappresentazione di sé stessi digitale, proprio come noi questi avatar vivono in una terra chiamata Avaterra. Per accedere al metaverso si ha bisogno di un visore VR (realtà virtuale) che si può acquistare in negozi di tecnologia al prezzo di 450 euro circa. Esistono più metaversi, tutti con lo stesso scopo di far entrare gli utenti nel modo virtuale. Anche molte aziende stanno utilizzando il metaverso come Nike o Adidas con cui realizzano pubblicità, o per esempio aziende di videogiochi che lo utilizzano per dare un’idea di come sarà il gioco.
di Ginevra Antonelli
Zero Calcare in mostra a Milano
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 14 Dicembre 2022 19:24
- Ultima modifica il Mercoledì, 14 Dicembre 2022 19:26
- Pubblicato Mercoledì, 14 Dicembre 2022 19:24
- Visite: 257
Uomini del Colorado, vi saluto e me ne vado. La storia di Mario Francese
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 14 Dicembre 2022 18:53
- Ultima modifica il Mercoledì, 14 Dicembre 2022 19:09
- Pubblicato Mercoledì, 14 Dicembre 2022 18:53
- Visite: 366
Francese incominciò la carriera come telescriventista dell’ANSA, successivamente cominciò a collaborare come giornalista e scrisse per il quotidiano La Sicilia di Catania. Nel 1958 venne assunto dall’ufficio stampa dell’assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Siciliana e il 30 ottobre dello stesso anno sposò Maria Sagona, con la quale ebbe quattro figli, Giulio, Fabio, Massimo e Giuseppe. Nel frattempo intraprese una collaborazione con il Giornale di Sicilia di Palermo. Nel 1968 si licenziò dalla Regione per lavorare a tempo pieno al giornale, dove si occupò della cronaca giudiziaria, entrando in contatto con gli scottanti temi del fenomeno mafioso. Divenuto giornalista professionista si occupò della strage di Ciaculli, del processo ai corleonesi del 1969 a Bari, dell’omicidio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e fu l’unico giornalista a intervistare la moglie di Totò Riina, Antonietta Bagarella. Nelle sue inchieste entrò profondamente nell’analisi dell’organizzazione mafiosa, delle sue spaccature, delle famiglie e dei capi, specie di quella corleonese legata a Luciano Liggio e Totò Riina. Fu un fervente sostenitore dell’ipotesi che quello di Cosimo Cristina fosse un assassinio di mafia. Un certo costruttore, don Peppino Garda, presunto “boss” di Monreale, vendette frettolosamente molti degli edifici, costruiti in via Sciuti in società con Peppino Quartuccio, e si ritirò in eremitaggio. Dalla vendita degli edifici si ricavarono circa cento milioni e questi soldi furono reinvestiti in un latifondo nei pressi del Lago Garcia. Il Garda realizza così un progetto che, nel giro di dieci anni, avrebbe fatto intascare ai clan quasi un terzo dei 17 miliardi stanziati dallo Stato per la costruzione della ”faraonica” diga. Così quando nel 1975, approvato il progetto dell’opera, cominciano le procedure per gli espropri, don Peppino e compagni vanno all’incasso: per i terreni pagati complessivamente due miliardi di lire, con i soldi della Cassa del Mezzogiorno ai nuovi e antichi proprietari, in tutto 240 possidenti, ne incassano diciassette, denaro che in gran parte finisce nelle casseforti mafiose in piccolissima parte agli altri proprietari e agli affittuari. Uno sfregio anche all’impegno di Danilo Dolci, che per la costruzione delle dighe si era battuto. L’affare però non riguarda solo i terreni, ci sono tanti altri soldi da agguantare: subappalti, forniture di cemento, pietrame e quant’altro, posti di lavoro da distribuire, mezzi meccanici da affittare. Un intreccio di appetiti che lascia sul suolo una dozzina di morti e una scia di attentati. Francese indaga, annota e scrive sul Giornale di Sicilia, dove è cronista giudiziario, quel che accade nel territorio, facendo nomi e cognomi; è il primo a farlo ed è ancora il primo a rivelare l’ascesa dei Corleonesi e a chiamare “commissione” il vertice della cupola. Collega anche alcuni morti ammazzati alla guerra nelle cave e uno dei primi delitti eccellenti quello del colonnello Giuseppe Russo nel 1977 a Ficuzza, a controversie per i subappalti. Francese paga con la vita, ad appena 54 anni, il suo coraggio e il suo fiuto di cronista. La sera del 26 gennaio 1979 venne assassinato a colpi di pistola a Palermo da Leoluca Bagarella, davanti a casa sua. Per il suo omicidio sono stati condannati: Totò Riina, Leoluca Bagarella (che sarebbe stato l’esecutore materiale del delitto), Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco e Bernardo Provenzano. Le motivazioni della condanna nella sentenza d’appello furono: «Il movente dell’omicidio Francese è sicuramente ricollegabile allo straordinario impegno civile con cui la vittima aveva compiuto un’approfondita ricostruzione delle più complesse e rilevanti vicende di mafia degli anni ‘70. Il 3 settembre 2002 si suicidò il figlio trentaseienne Giuseppe, che per anni si era dedicato a inchieste sulla ricostruzione dell’omicidio del padre.
di Cristel Russo
Zio Paperone e Walt Disney
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 14 Dicembre 2022 18:46
- Ultima modifica il Mercoledì, 14 Dicembre 2022 18:48
- Pubblicato Mercoledì, 14 Dicembre 2022 18:46
- Visite: 282
9 novembre 1989-2022, l'anniversario del crollo del muro di Berlino
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 09 Novembre 2022 19:07
- Ultima modifica il Mercoledì, 09 Novembre 2022 19:10
- Pubblicato Mercoledì, 09 Novembre 2022 19:07
- Visite: 251
L'autunno caldo e freddo
- Dettagli
- Creato Venerdì, 02 Settembre 2022 13:38
- Ultima modifica il Venerdì, 02 Settembre 2022 13:38
- Pubblicato Venerdì, 02 Settembre 2022 13:38
- Visite: 300
In vista dell’autunno, del riscaldamento e dell’aumento delle bollette, l’ex primo ministro del Cremlino Medvedev, si è espresso mandando saluti caldi all’Europa dicendo che il prezzo del gas potrebbe aumentare fino a 5.000 euro a metro cubo. Ovviamente c’è stata una dichiarazione importante anche dal lato occidentale che potrebbe essere anche considerata più allarmante di tutte, cioè quella della candidata alla leadership conservatrice britannica Liz Truss. Quest’ultima ha dichiarato di essere pronta a premere il pulsante nucleare se necessario in caso di elezione alla carica di primo ministro. A proposito di nucleare, dopo 5 mesi dal primo bombardamento della centrale di Zaporizhzhia, c’è il rischio che i reattori di 3° generazione non resistano a missili o colpi d’artiglieria. Fortunatamente la IAEA (agenzia internazionale per l’energia atomica) ha inviato una squadra di tecnici incaricata di impedire un disastro nucleare. Ovviamente i 14 ispettori, tra cui l’italiano Massimo Aparo, sapevano dell’arduo compito e infatti sono stati bloccati a 20 km dalla centrale dai russi. Quest’ultimi hanno subito contrattacchi pesanti da parte dei loro nemici, in particolare quelli più recenti, come lo sfondamento delle prime linee verso Kherson, il bombardamento del quartier generale della flotta russa nel Mar Nero e il bombardamento di una base aerea in Crimea. La Crimea inoltre è la terra più contesa, infatti il presidente Zelensky, ha detto che la guerra finirà con la riconquista della stessa. Il presidente turco Erdogan, il principale mediatore tra le due parti, ha respinto l’annessione illegale di questa “mega piattaforma” nel Mar Nero, chiedendone a Mosca la restituzione, e sostenendo l’integrità territoriale dell’Ucraina, ritenendolo un requisito del diritto internazionale. Come precitato gli ucraini contrattaccano su entrambi i fronti, grazie a dei sistemi d’artiglieria conosciuti e potentissimi, gli M-142 HIMARS. Gli HIMARS sono progettati per distruggere bersagli conr una gittata di 80 km, e gli ucraini li utilizzano non solo per indebolire le postazioni russe ma anche i rifornimenti. Vista la loro potenza e la loro precisione i russi vogliono assicurarsi la loro distruzione, ma secondo fonti britanniche, gli ucraini camuffano camion “esca” normali come sistemi di lanciatori multipli in legno, lasciando coperti i veri sistemi in modo da far sprecare ai russi missili da crociera costosissimi Kalibr, 20 impiegati fino ad ora.
di Michele Pio Tremonte
Elezioni in Italia, favorito il centrodestra
- Dettagli
- Creato Sabato, 20 Agosto 2022 14:01
- Ultima modifica il Sabato, 20 Agosto 2022 14:20
- Pubblicato Sabato, 20 Agosto 2022 14:01
- Visite: 302
Dall’ultima rilevazione e dall’ultimo chiarimento di Tecnè sono emersi i dati dei sondaggi i quali premiano il centrodestra che sfiora il 50% attestandosi al 49,8%. Questi dati appunto premiano il centrodestra per le sue idee ma dall’altro lato fanno gelare il sangue al Partito Democratico, il quale con l’alleanza con Europa verde, Sinistra Italiana e Più Europa, si attesta al 30%. Inoltre sempre Tecnè evidenzia una crescita di quasi tutto il centrodestra, infatti Forza Italia ha superato il 12%, Fratelli d’Italia tra il 24 e il 25%, al quale viene riconosciuta la coerenza nel fare opposizione dal governo Draghi, mentre la Lega perde ancora qualcosa ma si mantiene tra il 12 e il 13%. Dall’altro lato, nel centrosinistra in particolare nell’alleanza precitata (PD, verdi, e SI, +Europa) non oltrepassa il 30% e decresce soprattutto il PD, infatti ha registrato un – 0,3% e non va oltre il 23%. Il Movimento 5 Stelle ha avuto finalmente una crescita dopo un periodo di negatività nei sondaggi, infatti ha registrato un +0,3% ma non sorpassando Forza Italia, che resta 2 punti più avanti. Il così detto terzo polo (Azione e Italia Viva) oscilla tra il 7 e l’8%. Ovviamente ci sono gli altri partiti che hanno un consenso bassissimo che si attestano al 2,5% facendo una somma di tutti. Tecnè ha inoltre evidenziato dei possibili scenari, nei quali viene evidenziato un possibile governo di centrodestra. Ovviamente ci sono molti dei fattori che determinano i sondaggi, per esempio lo schieramento a proposito della guerra in Ucraina, infatti solo il 9% degli italiani parteggia per i russi l’altro 91% sceglie di stare dalla parte ucraina condannando l’invasione. Altro fattore decisivo è l'Ambiente, infatti in questo periodo si sono visti gli effetti della politica del NO a tutto compreso il nucleare, mentre adesso gli italiani si stanno spostando verso coloro che davvero vogliono fare. Bisogna citare un altro elemento importantissimo. In questo periodo le bollette sono troppo alte, alcune addirittura milionarie o quasi, quindi i cittadini chiedono di stare meglio e vogliono premiare coloro che hanno idee migliori su politiche attive del lavoro, tasse, giustizia, famiglia, sicurezza, servizi, energia, quest’ultimo settore quello più importante secondo praticamente tutti gli intervistati. Negli ultimi mesi sono aumentati anche gli indecisi, mentre sono ancora di più coloro che hanno strappato la tessera elettorale e che sono delusi per la caduta del Governo Draghi e per l’instabilità politica derivata. Bisogna aggiungere il fatto, che dall’estero guardano con attenzione la campagna elettorale, dato che siamo una nazione importante in Europa, al centro del Mediterraneo e insieme a tutta la NATO diamo sostegno all’Ucraina. A proposito della questione Ucraina, l’ex presidente russo Medvedev è intervenuto sulle elezioni scatenando una polemica: “alle urne punite i governi idioti”. A queste parole sono seguite quelle di Letta che ha condannato l'ex presidente russo e la stessa Lega, la quale “deve sciogliere l’accordo con Russia Unita, il partito di Putin”.
di Michele Pio Tremonte
Guerra Russia vs Ucraina tra morti e minacce
- Dettagli
- Creato Lunedì, 18 Luglio 2022 15:54
- Ultima modifica il Lunedì, 18 Luglio 2022 16:00
- Pubblicato Lunedì, 18 Luglio 2022 15:54
- Visite: 445
Nel 145° giorno della guerra tra Russia e Ucraina lo Stato Maggiore dell’Esercito Ucraino ha diffuso un rapporto sulla situazione. Secondo Kiev sono intorno alle 50.000 le perdite russe tra cui 38.300 morti, 10.000 feriti, 1.684 carri armati, 4000 veicoli corazzati, 846 sistemi d’artiglieria, 15 navi da guerra, 166 missili da crociera distrutti, 220 caccia, 188 elicotteri, e circa 700 droni abbattuti. Intanto, come da copione, l’ex presidente russo Dmitrij Medvedev è tornato a minacciare, dicendo che se gli ucraini attaccheranno la Crimea per l’intera Ucraina arriverà il giorno del giudizio. Non solo, la portavoce del ministero degli esteri Zakharova ha proferito parole allarmanti, accusando gli USA , principali fornitori di armamenti a Kiev, di aver aumentato la crisi in Ucraina e di barcollare verso uno scontro militare con la Russia tanto da poter arrivare ad un’escalation nucleare.
di Michele Pio Tremonte
Un progetto in ricordo di Michela Sau
- Dettagli
- Creato Venerdì, 13 Maggio 2022 18:44
- Ultima modifica il Venerdì, 13 Maggio 2022 18:45
- Pubblicato Venerdì, 13 Maggio 2022 18:44
- Visite: 425
Il progetto “Un seme per il futuro – In ricordo di Michela Sau”, finanziato dal “Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili” nell’ambito dell’iniziativa “Azione ProvincEgiovani” (APG) promossa dall’Unione Province d’Italia (UPI), vede come partner, oltre all’Istituto di studi giuridici internazionali (ISGI-CNR), la Provincia di Frosinone (capofila), Frosinone Formazione e Lavoro – SAV e l’Associazione “We Save the Water”. L’Azione ProvinceEgiovani ha come finalità quello di realizzare interventi in materie di politiche giovanili e di valorizzare strategie e politiche a favore dei giovani, coinvolgendo i diversi livelli istituzionali nonché l’associazionismo giovanile e tutti gli attori che, a vario titolo, si occupano di giovani. Nello specifico il progetto coinvolge 20 giovani dai 14 ai 19 anni provenienti dal mondo della scuola, dalle principali associazioni o dai gruppi giovanili presenti sul territorio provinciale di Frosinone. L’obiettivo del progetto è quello di supportare i giovani e gli operatori coinvolti a compiere scelte informate e consapevoli sull’ambiente, sia a livello pubblico sia nella sfera privata, e di preparare la futura “forza lavoro” ad affrontare le sempre più complesse questioni ambientali. Il progetto si concentra essenzialmente sulle questioni ambientali più rilevanti con un focus particolare su quei temi che ancora oggi trovano poco spazio a livello informativo, ma che interessano direttamente il mondo giovanile. Dopo una prima fase formativa, i giovani saranno coinvolti in attività laboratoriali volte alla creazione di contenuti multimediali e social in materia ambientale. Tutto il materiale prodotto sarà accessibile sul sito del progetto e sarà destinato al mondo della scuola. “Vedere i ragazzi entusiasti – è stato il commento dell’amministratore unico di FFL, Fabrizio Zoli – di partecipare a un progetto rivolto a loro coetanei e per giunta su un tema così sentito dai giovani è motivo di soddisfazione e di orgoglio per la nostra generazione. È anche per questo che, con assoluta disponibilità, abbiamo accolto con convinzione l’indicazione dell’Amministrazione provinciale e del presidente Pompeo di realizzare un progetto diretto ai ragazzi e pensato per la formazione dei giovani come futuri cittadini del mondo. Saranno loro, infatti, i testimoni del cambiamento che auspichiamo si realizzi concretamente in materia ambientale".
di Matilde Orrino
Il discorso di Putin alla parata del 9 maggio
- Dettagli
- Creato Venerdì, 13 Maggio 2022 18:40
- Ultima modifica il Venerdì, 13 Maggio 2022 18:41
- Pubblicato Venerdì, 13 Maggio 2022 18:40
- Visite: 406
Nel giorno in cui la Russia commemora la Giornata della Vittoria, il trionfo sovietico sul nazismo e il tributo di oltre 27 milioni di soldati sovietici per combatterlo, il presidente Vladimir Putin interrompe il suo tradizionale discorso per omaggiare, con un minuto di silenzio, i caduti nell'attuale "operazione militare speciale". "Le milizie nel Donbass e l'esercito russo stanno combattendo sulle loro terre che gli eroi della Grande Guerra Patriottica hanno difeso fino alla morte". Il leader del Cremlino ha presentato sin dal primo giorno l'offensiva in Ucraina come una nuova lotta al nazismo. Per indicarne gli obiettivi, ha riesumato la parola "denazificazione" che venne coniata dagli Alleati dopo il crollo del Terzo Reich. Nessun annuncio di "mobilitazione generale", come ipotizzato da funzionari ucraini e britannici, ma smentito da diversi analisti. Nessuna rivendicazione di successi militari in Ucraina o di future annessioni. "Lo scontro con i neonazisti, era inevitabile". Quel "non avevamo altra scelta" diventato un mantra nelle ultime settimane: la Russia aveva richiesto delle garanzie di sicurezza dall'Occidente, ma "la Nato non ha voluto ascoltarci", anzi, era pronta a "un'operazione punitiva nel Donbass" e a "un'invasione dei nostri territori" con Kiev che "invocava l'uso di armi nucleari". "La Russia è stata costretta ad anticipare il colpo. Era l'unica decisione possibile", ribadisce Putin. Ma il momento più inedito è stato quel minuto di silenzio riservato ai caduti nel Donbass, le cui cifre in Russia sono persino coperte da segreto di Stato. Così recita Putin "oggi commemoriamo tutti quelli che combatterono la grande guerra patriottica, inchiniamo la nostra testa di fronte ai martiri di Odessa bruciati, inchiniamo la nostra testa davanti alle vittime dei bombardamenti nel Donbass, inchiniamo la nostra testa di fronte ai morti nei combattimenti nel Donbass". E poi ancora un omaggio alle morti dei soldati, "un grande dolore, una perdita irrecuperabile". E un altro ai feriti: "Mi auguro che stiano meglio". Non basta chiamarla solo operazione militare speciale, anche l'offensiva in Ucraina sta chiedendo il suo tributo di sangue. Non si può più nascondere. Tanto vale commemorarlo. E sublimare quel sacrificio paragonandolo a quello compiuto durante la Seconda guerra mondiale".
di Sofia Orrino
L'orso soldato
- Dettagli
- Creato Venerdì, 29 Aprile 2022 18:14
- Ultima modifica il Venerdì, 29 Aprile 2022 18:17
- Pubblicato Venerdì, 29 Aprile 2022 18:14
- Visite: 440
Chi era l'orso Wojtek? La vicenda dell’orso bruno di origini siriane, distintosi per il sostegno dato alle truppe polacche nel corso della II^ Guerra Mondiale, sino a diventarne autentica mascotte, ha appassionato diversi storici. L'orso distintosi in occasione della battaglia di Montecassino e dei conflitti lungo la Linea Gustav nel centro Italia, avrà a Venafro un monumento che lo ricorderà ed omaggerà. Per la realizzazione del monumento si è prodigato il Centro Studi Politici d’intesa con l'associazione Winterline. Per rendere possibile l’iniziativa è stata avviata una raccolta fondi. Dal progetto si evince la realizzazione di una statua dell’orso Wojtek ad altezza naturale in un contesto di verde ambientale, in modo da trasmettere alle generazioni future le conoscenze dovute e i messaggi che ne derivano. In breve, la storia dell’orso Wojtek, animale magnifico per quanto seppe fare: di origini siriane, era un orso bruno e venne adottato dalla 22^ Compagnia di rifornimento dell’artiglieria del II° Corpo Polacco comandato dal Gen. Wladyslaw Anders. Durante i preparativi della battaglia di Cassino aiutò a trasportare le casse di proiettili di artiglieria, risultando assai utile e prezioso. Negli anni a venire venne amorevolmente accudito, sino a concludere la propria esistenza circondato dall’affetto di tutti. Al termine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, l'orso venne trasportato nel Berwickshire, in Scozia, insieme a membri della II Armata. Stazionato nel villaggio di Hutton negli Scottish Borders, vicino a Duns, Wojtek divenne ben presto conosciuto tra i civili locali e la stampa. La Polish-Scottish Association lo accettò come membro onorario. Dopo la smobilitazione della compagnia del 15 novembre 1947 fu deciso di alloggiare Wojtek nello zoo di Edimburgo, dove trascorse il resto dei suoi giorni, visitato spesso da giornalisti ed ex-soldati polacchi, alcuni dei quali gli lanciavano sigarette. Wojtek morì nel dicembre 1963 all'età di 22 anni. All'epoca della sua morte pesava quasi 250 kg ed era lungo oltre 1,8m.
di Matilde e Sofia Orrino
Le liriche di Piccirilli nella prima opera di Lorenzo Orrino
- Dettagli
- Creato Venerdì, 01 Aprile 2022 18:31
- Ultima modifica il Venerdì, 01 Aprile 2022 18:32
- Pubblicato Venerdì, 01 Aprile 2022 18:31
- Visite: 524
"Mio bel paese natio, credevi tu di dover dare alla luce un figliolo si triste, mentre in te si pasce beato bocciolo fiorente ed odoroso?" Si tratta dell'incipit della poesia "A Cantalupo", scritta nel 1920, da Pompilio Piccirilli. Sabato 12 marzo presso la Sala Consiliare del comune di Cantalupo nel Sannio è stato presentato il volume "Un ragazzo del '99 a Cantalupo nel Sannio - Amando.... Liriche di Pompilio Piccirilli". Il testo nasce dall'idea dell'autore, Lorenzo Orrino, di riproporre al grande pubblico gli scritti, editi nel 1923, di Pompilio Piccirilli, un ufficiale del Regio Esercito Italiano che, nato nel 1899, parteciperà alla prima guerra mondiale, con i gradi di Tenente attribuitigli dall'allora Scuola Militare di Modena, combattendo insieme ai fratelli nelle ore tragiche di Caporetto e poi vittoriose di Vittorio Veneto. Pompilio, ragazzo molisano come tantissimi dell'epoca, partito per il fronte, scriverà delle poesie, dimostrando fin da subito una sensibilità profonda e non comune. Poesie ispirate per i fratelli in guerra, per il suo paese natìo, per i suoi amici d'infanzia morti al fronte, per l'Italia guerreggiante, ma soprattutto per i suoi amori. Questi ultimi contrastati, riconosciuti da Pompilio come fonte essenziale di vita. Amori rincorsi, sognati ma purtroppo, spesso, non ricambiati, generando l'ombra di una malinconica non-esistenza nell'animo del giovane molisano. Alla presentazione sono accorse numerose autorità civili e militari. L'evento è stato inaugurato dal vicesindaco di Cantalupo, Angelo Gianfrancesco, che ha portato i saluti ai presenti. Tra gli ospiti il generale di Corpo d’Armata dell’Arma dei Carabinieri Luigi Robusto, l'assessore al Turismo e alla Cultura della Regione Molise Vincenzo Cotugno, il Presidente onorario dell’ Associazione Nazionali Alpini di Campobasso, colonnello Mario Capone, il presidente in carica Sebastiano Martelli, la rappresentanza delle Guardie D’onore alle Reali Tombe del Pantheon del Molise Michele Palange, il Presidente sezione Associazione Alpini Roccamandolfi Gaetano Mazzuto, il presidente dell’associazione Nazionale Carabinieri di Isernia Gino Rossi, il presidente della Croce Rossa Italiana Fabio Rea e infine il colonnello Maresca, il capitano Vera e l’associazione combattente Reduci di Cantalupo. Il volume rientra tra gli eventi, autorizzati, dal Ministro della Difesa, all’utilizzo del logo per la ricorrenza del centenario della traslazione del Milite Ignoto. Il testo ha ricevuto il patrocinio dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon di Roma e quello della Croce Rosse Italiana – Comitato di Isernia. Come da accordi intercorsi con i vertici locali della Croce Rossa, tutti gli utili derivanti dalla vendita del libro saranno devoluti per aiuti in Ucraina.
di Matilde e Sofia Orrino
Mattarella bis, riconferma per il presidente uscente
- Dettagli
- Creato Venerdì, 04 Febbraio 2022 18:33
- Ultima modifica il Venerdì, 04 Febbraio 2022 18:39
- Pubblicato Venerdì, 04 Febbraio 2022 18:33
- Visite: 514
Il dovere della partecipazione. E' questo uno dei temi forti del discorso d’insediamento che Sergio Mattarella ha pronunciato a Montecitorio, dopo aver giurato fedeltà alla Repubblica. È un richiamo, quello della partecipazione, coerente con l’idea di Stato-comunità su cui si è speso molto nel primo settennato e che diventa cruciale quando un Paese attraversa un periodo difficile come sta capitando da noi adesso. Basti pensare alla prova di disunità e inconcludenza offerta dalle Camere la settimana scorsa, quando si è trattato di decidere sul suo avvicendamento e, per uscire da uno stallo lacerante, non si è trovata altra soluzione che chiedergli la disponibilità a una riconferma. Mattarella ha accettato puntando i piedi e solo per spirito di servizio. Il capo dello Stato non farà echeggiare alcuna denuncia o ultimatum ai partiti, come capitò invece con Giorgio Napolitano nove anni fa, in coincidenza con l’unico altro bis mai scattato per un inquilino del Colle. Mattarella, per formazione culturale e per indole alla mediazione, preferirà incoraggiare il Parlamento dal quale si aspetta coesione e responsabilità su altri fronti assai delicati per l’Italia in questo momento. Per esempio, l’uscita dalla pandemia, di cui siamo ancora ostaggio sul piano sanitario. E naturalmente toccherà anche la ripartenza economica del Paese attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), offerto dall’Unione europea in base a precise condizioni che l’esecutivo di Mario Draghi è tenuto a rispettare. Il presidente ha ricordato l’ancoraggio dell’Italia all’Europa, che nel prossimo futuro dovrà affrontare diverse criticità, sulle quali dovremo far sentire la nostra voce senza disarmonie. Su tutte la questione Ucraina con il rischio di un conflitto non più soltanto diplomatico ma armato alle porte della Ue.
di Matilde e Sofia Orrino
Russia vs Ucraina, i militari di Putin alle porte di Kiev
- Dettagli
- Creato Venerdì, 25 Febbraio 2022 17:54
- Ultima modifica il Venerdì, 25 Febbraio 2022 17:57
- Pubblicato Venerdì, 25 Febbraio 2022 17:54
- Visite: 547
L’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe si intensifica. Nelle ultime ore i militari di Putin hanno iniziato a bombardare la capitale ucraina, Kiev, mentre le truppe di terra sono ormai arrivate alla periferia della città. Putin ha chiesto all'esercito ucraino di disertare e rovesciare il governo, così da prendere il potere. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato in Parlamento spiegando che sono pronti 3.400 militari italiani per dare supporto al fianco Est della Nato (non per entrare in guerra sul campo ucraino), e che le sanzioni avranno un impatto sulla nostra economia. Il presidente ucraino Zelensky, in un drammatico messaggio televisivo, ha spiegato che non intende andarsene. Gli Stati Uniti stanno cercando di capire come metterlo in salvo. I russi parlano di successo dopo il primo giorno di operazioni in quanto controllano un aeroporto della capitale, l’Hostomel, dove avviene l’elisbarco di truppe aviotrasportate, inoltre le colonne militari sono già giunte nei sobborghi della capitale. Si combatte a Mariupol e nel Donbass, mentre a Odessa i russi controllano l’aeroporto. La difesa aerea dell’Ucraina appare compromessa, così come le forze aeree del Paese. Il bilancio provvisorio, comunicato da fonti ucraine, parla di almeno 137 morti tra le file ucraine e 800 tra i russi. Mosca non ha fornito alcun dato sulle vittime. Sui numeri non ci sono comunque conferme da fonti indipendenti. Intanto Papa Francesco stamani si è recato all'ambasciata russa presso la Santa Sede in via della Conciliazione a Roma per esprimere la sua preoccupazione per la guerra in Ucraina. Il pontefice è rimasto a colloquio per una mezz'oretta prima di prendersi qualche giorno di riposo per via di un forte e persistente dolore al ginocchio. Ha inoltre indetto una giornata di digiuno per la pace.
di Matilde e Sofia Orrino
Dieci anni dalla tragedia della Concordia
- Dettagli
- Creato Venerdì, 14 Gennaio 2022 18:42
- Ultima modifica il Venerdì, 14 Gennaio 2022 19:03
- Pubblicato Venerdì, 14 Gennaio 2022 18:42
- Visite: 515
Costa Concordia. la più grande nave da crociera mai costruita in Italia, il 13 gennaio 2012 urtò le Scole, un gruppo di scogli vicino all'Isola del Giglio, riportando un grosso squarcio lungo circa 70 metri sul lato sinistro. Dopo l'impatto, la navigazione si interruppe bruscamente e la nave si incagliò sul fondale, fino ad affondare parzialmente. La situazione fu aggravata dal forte ritardo con cui fu lanciato l'allarme. Nel naufragio morirono 32 persone tra passeggeri e membri dell'equipaggio, e altre 157 rimasero ferite. Francesco Schettino, comandante della nave, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione, che sta scontando nel carcere di Rebibbia, a Roma. Nei giorni successivi al naufragio le autorità iniziarono a preoccuparsi anche dello svuotamento dei serbatoi della nave, dove c'erano circa 2.400 tonnellate di carburante che rischiavano di causare un ulteriore disastro ambientale. Prima di pensare al recupero del relitto bisognava svuotare i serbatoi senza far fuoriuscire l'olio combustibile. Lo svuotamento ha avuto inizio verso la fine di gennaio e le operazioni sono terminate due mesi dopo, il 24 marzo. L'operazione venne affidata all'associazione di imprese Neri e Smit, che dopo le fasi preparatorie diede ufficialmente il via al pompaggio. In via precauzionale il tratto di mare circostante venne attrezzato con delle panne assorbenti antinquinamento. Le operazioni di rimozione e smaltimento del relitto hanno richiesto diversi anni di lavoro. Tra le fasi più delicate c'è stata quella del “raddrizzamento” della nave, iniziata il 16 dicembre 2013 e terminata dopo 19 ore di lavoro. Il raddrizzamento fu seguito dall'operazione di “refloating” ovvero la riemersione del relitto. La Concordia tornò a galleggiare il 14 luglio del 2014. La nave era stata sollevata e spostata di una trentina di metri grazie a una serie di cassoni applicati lungo i fianchi. Il 23 luglio la nave iniziò il suo ultimo viaggio grazie a due rimorchiatori in direzione di Genova, dove successivamente venne smantellata. Le operazioni di smaltimento si conclusero tre anni dopo, a luglio del 2017.
di Matilde e Sofia Orrino