Embedded Agency >

Temi globali

Un terremoto sta devastando la Croazia

Valutazione attuale:  / 0

Da lunedì mattina la Croazia è vittima di una serie di movimenti tellurici che la stanno mettendo in ginocchio. La prima scossa è avvenuta alle 6.28 con epicentro a 50 chilometri di distanza a sud-est di Zagabria con un’intensità di 5.2 gradi della scala Richter. La scossa è stata avvertita anche in Italia, da Trieste a Pordenone. Un altro sisma ha colpito la stessa Nazione, ieri pomeriggio, con una magnitudo di 6.4 gradi con epicentro a pochi chilometri dalla capitale. L'evento tellurico è stato percepito distintamente dal Friuli Venezia Giulia fino alla Campania. La situazione è molto critica: a Petrinya, nella parte centrale del Paese, sono crollati un ospedale ed un asilo dove si registrano 7 vittime, tra cui una bambina di 12 anni e decine di feriti, di cui molti in gravi condizioni. Il centro storico della cittadina è quasi completamente crollato. Migliaia di persone sfollate e terrorizzate hanno trascorso la notte in strada assistite da soccorritori con beni di prima necessità, coperte e indumenti caldi. Le peripezie non sono finite: stamani si sono avute altre 3 scosse con una intensità pari a 4.9, 4.8 e 4.7. Le squadre di soccorso continuano a scavare incessantemente nel tentativo di trovare altre persone in vita tra le macerie. Il Governo, che stamattina si è riunito in seduta straordinaria, ha stanziato 16 milioni di euro per far fronte ai danni causati dal tragico evento e ha proclamato per il 2 gennaio una giornata di lutto nazionale in memoria dei morti. Inoltre la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha fatto sapere di aver stanziato 500.000 euro per aiutare gli abitanti dello Stato balcanico.

di Domenico Pio Abiuso 

 

Il razzismo colpisce durante una partita di Champions League

Valutazione attuale:  / 0

Il termine razzismo indica una discriminazione riguardante una diversità che va dal colore della pelle a una situazione sociale o economica minoritaria, da una disabilità di qualsiasi natura a una condizione caratteriale di una persona, alle violenze verbali. L’Italia su questo tema non si dimostra affatto un Paese all’avanguardia. Secondo un studio condotto dall’associazione Lunaria nel tratto temporale 1° gennaio 2008 - 31 marzo 2020, nella nostra Nazione ci sono stati 7426 episodi di razzismo. Oltre ad accadimenti per il colore della pelle e per condizione sociale, con l’avvento della tecnologia, di piattaforme di comunicazione, quali social network e siti per la condivisione di video, sono accadute molteplici circostanze di violenza verbale in rete. Di queste se ne contano più di 3725. Molto più grave però l’ultimo caso di razzismo perché commesso durante un evento televisivo, verificatosi martedì 8 dicembre nel corso della partita valevole per la fase a gironi del gruppo H della Champions League tra Paris Saint Germain e Istanbul Basaksehir, quando il quarto uomo, Sebastian Coltescu, ha usato l’epiteto “Negru”(nero in romeno) per richiamare Achille Webo, assistente dell’allenatore dei turchi, Okan Buruk. Tutto questo ha scatenato la reazione molto veemente di Webo, che si scagliato contro l’ufficiale di gara. In seguito la contesa è stata sospesa perché le 2 compagini hanno lasciato il campo per protesta per poi terminare ieri sotto la direzione di un nuovo arbitro. L’UEFA ha annunciato di aver aperto un’indagine per accertare come si sono svolti i fatti. Le offese razziste della competizione calcistica sono diventate un caso politico e diplomatico. Il Presidente della Repubblica turco, Recep Tayyip Erdogan, tramite i social esprime il suo sdegno per quello che è accaduto al “Parco dei Principi”, stadio del Paris Saint Germain: "Condanniamo fermamente le frasi razziste rivolte a Pierre Webo e credo che la Uefa debba necessariamente intervenire. Siamo incondizionatamente contro il razzismo e la discriminazione nello sport e in tutti i settori della vita". Ogni volta di fronte a tali questioni ci scandalizziamo, ma poi ricadiamo sempre nello stesso sbaglio, non capendo che alla fine siamo tutti uguali.

di Domenico Pio Abiuso

 

Francia sotto attacco sanitario e terroristico

Valutazione attuale:  / 0

La Francia come il mondo intero vive l’emergenza sanitaria da Coronavirus. Dopo la prima ondata (marzo-maggio), che ha visto la nazione patire la virulenza del virus, insieme a Spagna e Germania, la seconda la vede nuovamente protagonista con pronto soccorsi e terapie intensive in affanno. Notizia di queste ore riferiscono che il Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha indetto un nuovo lockdown a partire da domani, dove però le scuole resteranno aperte. Come se non bastasse, ad aggravare la situazione nei confini d’oltralpe ci si mette anche il terrorismo islamico. Stamani a Nizza alle 9.00, Brahim Aoussaouie, un tunisino di 21 anni ha fatto irruzione con un coltello nella Cattedrale in Notre Dame, dove ha assassinato 3 persone: 2 donne e il sacrestano dell’edificio religioso, di cui una donna sgozzata. L’assalitore, secondo le prime notizie pervenute, sarebbe sbarcato a Lampedusa a settembre e avrebbe ideato e portato a termine l’atto criminoso da solo. Nella stessa giornata, ad Avignone, alle 11.15 circa, un uomo di nazionalità afghana ha aggredito due agenti di Polizia con un pugnale al grido di “Allah Akbar” “Allah è grande”. L’aggressore è deceduto a seguito delle gravi ferite riportate nella colluttazione con le Forze dell’Ordine. A Gedda, città costiera dell’Arabia Saudita, un uomo ha accoltellato un componente della sicurezza del Consolato francese nello Stato d’Oriente, che alla fine è stato arrestato. La Francia sta vivendo un periodo nero con gli atti terroristici molto probabilmente scaturiti dall’ultima vignetta del giornale satirico Charlie Hebdo.

di Domenico Pio Abiuso

Il Terrorismo questa volta colpisce Vienna

Valutazione attuale:  / 0
Un altro atto terroristico a pochi giorni di distanza da quello di Nizza. Nella notte appena trascorsa è toccato a Vienna, dove un commando di 4 persone sono entrati in azione con armi da fuoco nelle vicinanze di una sinagoga (chiuso da un paio d’ore) e in altre cinque punti della città, fra cui strade e locali, provocando 5 decessi, 2 uomini, 2 donne, e Kujtim Fejzulai,  un attentatore di origine macedone e 22 ferimenti, di cui 5 ricoverati in ospedale in pericolo di vita. La caccia agli altri estremisti, con un dispiegamento eccezionale di Forze di Polizia, è cominciata con posti di blocco ed elicotteri che hanno sorvolato l’area dell’episodio criminoso e che ha portato a 18 perquisizioni e al fermo di 14 fiancheggiatori del gruppo eversivo. Le prime affermazioni sono arrivate dal Sindaco di Vienna, Michael Ludwig: “Gli attentatori, partendo dai pressi della Sinagoga, hanno iniziato a sparare a caso nei vicini locali”. Il Primo Ministro austriaco, Sebastian Kurz, ha dichiarato: “Quello di ieri a Vienna, si è trattato di un attentato islamista, alla nostra libera società, ma è chiaro che non ci lasceremo intimidire. Difenderemo con tutte le nostre forze il nostro modello di vita. Non cadremo nella trappola del terrorismo”.  Dopo gli ultimi attentati di Nizza e Vienna, anche il Ministero dell’Interno italiano ha ordinato il rafforzamento dei controlli ai valichi di frontiera, anche con personale dell’Esercito. 
 
di Domenico Pio Abiuso

La storia è ciclica, 100 anni fa scoppiava l'influenza spagnola

Valutazione attuale:  / 0

Gli eventi che succedono durante il corso del tempo tendono ad evolversi, ma talvolta ne accadono alcuni che hanno tra loro delle similitudini. A distanza di più un secolo (1918-1920) dal Coronavirus che sta affliggendo la quasi totalità della popolazione mondiale, durante la fine del primo conflitto mondiale si è scatenata l’influenza spagnola o più comunemente chiamata “la spagnola”. Questa epidemia, chiamata così perché i primi a darne notizia furono i giornali iberici, fu causata dal sottoceppo H1N1 e provocò nel periodo di maggior virulenza circa 300. 000 000 di contagi e più di  25.000 000 di  decessi, di cui 600.000 in Italia. Certamente l’alto numero delle vittime fu dovuto soprattutto all’arretratezza della medicina e alle scarse protezioni dell’epoca. Le informazioni inerenti la pandemia venivano date solo dalla televisione spagnola, perché le emittenti degli altri Stati venivano censurate dai regimi dittatoriali che li governavano.   Le analogie con il Covid- 19 sono tosse, febbre alta e la trasmissione della malattia tramite goccioline di saliva quando si tossisce o starnutisce. Il focolaio originario da cui partì non è certo, tra le ipotesi vi è quella che sia stata portata in Europa dalle truppe americane, ma quel che è assodato è che la sua diffusione avvenne nelle trincee, nei campi adibiti all’addestramento dei soldati e negli ospedali militari. Da fonti accreditate venne riscontrato che l’allarme degli esperti a sottoporre le persone ad isolamento non fu accolta dai governi che presero sottogamba la questione. Un documento del tempo esposto nei luoghi di maggiore aggregazione, recitava così: “Riducete la frequentazione delle osterie al minimo possibile! Non frequentate bar e teatri, arieggiate le case e non date strette di mano". Insomma la storia si ripete.

di Domenico Pio Abiuso