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Tecnologie di guerra

Sig Sauer vince la gara d'appalto per la produzione di armi della squadra dell'esercito next-generation squad weapons (NGSW) and ammunition

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La Sig Sauer si è aggiudicata il potenziale contratto decennale da 4,5 miliardi di dollari dallo US Army per la produzione di due varianti di armi di squadra di nuova generazione con munizioni comuni da 6,8 millimetri e sistema di controllo del fuoco. Il Dipartimento della Difesa ha rivelato giovedì scorso il valore del contratto a prezzo fisso che copre la produzione delle nuove armi: l' XM5 NGSW (fucile d'assalto) e l' XM250 NGSW Automatic (mitragliatrice di squadra). I fucili sostituiranno la carabina M4/M4A1 e l'arma automatica M249 Squad, ma solo per le squadre di prima linea, mentre i normali ranghi dell'Esercito manterranno le armi in uso. Quindi si avrà una complicazione della logistica, almeno in questa prima fase (un calibro e due nuove armi in più). Sig Sauer fornirà anche pezzi di ricambio, accessori e supporto per gli appaltatori e la società riceverà un ordine di consegna iniziale di 20,4 milioni di dollari per fornire munizioni e armi per i test, ha affermato martedì l'esercito. La produzione infatti dovrà attendere ulteriori valutazione dei primi modelli che entreranno in produzione.
Anche altre filiali militari statunitensi e clienti stranieri potranno acquistare le nuove armi da fuoco attraverso lo stesso contratto. Il premio è stato assegnato dopo un periodo di valutazione e test di 27 mesi che ha consentito ai militari di provare tre prototipi di armi. Gli altri contendenti erano Textron Systems e LoneStar Future Weapons che hanno offerto gli altri prototipi. La Textron ha abbandonato il concorso prematuramente, mentre dopo alcune prove  tecniche del prototipo originale, la General Dynamics ha ceduto il suo progetto a LoneStar Future Weapons, che ha attivamente collaborato con la Beretta BDT per la produzione di serie. Oggi, con l'aggiudicazione alla Sig Sauer, La Lonestar (e la Beretta) sono risultate sconfitte.
Sig Sauer quindi, che già ha "soffiato" alla Beretta nel 2017 il contratto per sostituire la pistola M9 dell'esercito con un nuovo sistema modulare di pistole (M17 e M18), si è aggiudicata un altro importante contratto. 
Sia la XM5 e XM250 sono entrambe armi leggere che potrebbero mitigare il rinculo e fornire miglioramenti delle capacità in termini di letalità, portata e precisione per le forze di combattimento ravvicinate. La caratteristica della nuova arma è la munizione 6,8x51mm tipo Hybrid metallic, rispetto alla innovativa soluzione in tecnopolimeri offerta da Lonestar.
Tali armi avranno maggiore potenza, precisione e letalità rispetto ai 5,56 e 7,62 Nato. Inoltre, viene bocciata la soluzione tipo Bullpup (caricatore dietro, canna più lunga) in favore della configurazione più tradizione e manovrabile. D'altronde, negli USA tale configurazione non era mai decollata. Entrambe le armi saranno integrate con il robusto sistema di controllo del fuoco XM157 prodotto da Vortex Optics, capace di aumentare la precisione e la letalità per la squadra di combattimento. E' dotato di ottica ad ingrandimento variabile ad 1X8, reticolo inciso di riserva, telemetro laser, calcolatore balistico, sensori atmosferici, bussola, Wireless, laser di puntamento funzionante in condizioni di visibilità e a infrarossi e un display digitale in sovrimpressione. A questo punto anche altri eserciti dovrebbero orientarsi verso tale soluzione. L'Esercito italiano potrebbe proporre una versione dell'ARX 200 con tale nuovo calibro, o acquisire nuovi tipi di arma. Attualmente, il Segretariato della Difesa sta valutando Fucili d’assalto multicalibro 5,56×45 mm/.300 BLK e personal defense weapons calibro 300 BLK con relativi soppressori per le forze speciali e nuovi visori notturni per Aeronautica e Marina. 
Nel frattempo la produzione di armi più convenzionali non si ferma affatto: l'Usaf  ha comunicato che sono in fase di consegna nuovi fucili da Designed Marksman da 7,62x51mm in sostituzione di M24 ed anche di M110 utilizzzati da altri reparti, mentre il Dipartimento della Difesa USA in febbraio ha ordinato nuove mitragliatrici M240L (versione 7,62x51Nato) dotate di migliorie tecniche, per 50 milioni di $, con consegne fino al 2027.
 
di Antonio Frate
 
 

Russia vs Ucraina, armamenti a confronto

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In vista delle sempre più preoccupanti tensioni nell'Est europeo, possiamo fare un riassuntivo paragone tra le forze armate di Ucraina e Russia.
Per quanto riguarda l'Ucraina, il personale dell'esercito risulta essere di 169.000 unità. 
I mezzi terrestri ammontano a 832 carri armati, tra T 64, T 64 BM, T 80 e T 84; i veicoli AFV sono del tipo BTR 70, BTR 80, SBA Novator e BTR 4; gli IFV (10.135 unità) sono BMP 1, BMP 2, BM 27 e altri.
L'aeronautica conta 300 velivoli circa tra cui: aerei: MiG-29, Su-27, Su-25, Su-24, Su-24МР, L-39, Il-76, An-26, An-24, An-30, Tu-134; 155 elicotteri MI-8, MI-9, con commesse occidentali aggiuntive non ancora effettuate (H225 e H 145). Sistemi missilistici antiaerei: S-300 e Buk con modifiche; droni: Furia, Bayraktar.
Fino al 2013, la Marina militare delle forze armate ucraine era di 14.700 effettivi, composta da 22 navi da guerra e barche, 11 aerei ed elicotteri antiaerei, 40 carri armati, 199 veicoli da combattimento corazzati e 54 sistemi di artiglieria con un calibro di oltre 100 millimetri.  A seguito dell'intervento russo del 2014, la Marina militare ucraina ha perso gran parte delle sue navi e del personale, nonché sono state perse le infrastrutture militari situate nel territorio della Crimea. Le armi in dotazione principali annoverano: pistole Fot 12 e 15 cal. 9x18, fucili bullpup Fort 221 e 224 cal. 5,45 x39; shotgun Fort 500, sniper Fort 301 cal 5,56 Nato e VPR 308 cal. 7,62 Nato; mitragliatrici Fort 401 cal. 5,56 Nato e UAG 40mm.  Lanciarazzi Skif da 152 mm, Stugnav 100mm, Baryer 130mm e Korsar 105mm. Infine vari autocarri Kamaz e Maz.
La Russia invece conta un esercito di 774.500 unità e 45.000 mezzi corazzati e blindati; la Marina 160.000 unità di personale e 850 navi, l'Aeronautica 4000 mezzi. In particolare si annoverano: i modernissimi carri T 14, in numero di 100; circa 550 T 90 versione A e M, MS; T 80 e T 72; IFV BMP 1, 2 e 3; numerosi tipi di lanciamissili controcarro Kornet T e D, Khrizantema. Gli impressionanti lanciarazzi multipli BM 21, BM 27 e BM 30 Smerch, TOS- 1 Buratino;, gli ancor più avanzati Tornado G (versioni S e Uragan 1M in ordine); veicoli kamaz e BTR di vario tipo; obici semoventi in gran parte da 152 mm.  UAV Orlan-10. 
L'Aeronautica è basata sui caccia della serie Flanker Su 27, 30, 34, 35, con i moderni Su 57 ancora in gran parte da consegnare, i Mig 29, gli ipersonoci Mig 31. Per la deterrenza nucleare si contano i TU 95, i TU 160 e Tu 22 antiportaerei. Tra gli elicotteri numerosi sono i Mi 8, Mi 17, Mi 35. Gli Alligar Ka 52 sono già stati consegnati in gran numero. Importanti sono i sistemi di difesa S 400 (capaci di intercettare caccia stealth), S 350 e 350, piattaforme Pantsir 1 e 2. 
In Marina si distinguono soprattutto un buon numero di cacciatorpediniere, incrociatori e i ben famosi sottomarini, sia nucleari balistici (Borei e Delta IV), lanciamissili da crociera e d'attacco (ad esempio gli Akula II e III), nonché sommergibili convenzionali. La Marina annovera anche numerosi velivoli tra cui i famosi Su 33, Mig 29 e elicotteri Kamov 27, 29 e 31. La disparità di potenza è quindi evidente, ma occorre considerare che l'Ucraina è palesemente supportata dalla Nato. 
 
di Antonio Frate
 
 

I nuovi sottomarini U212 NFS della Marina Militare

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Il giorno 11 gennaio 2022 si è tenuta presso il Cantiere Integrato Fincantieri di Muggiano (La Spezia) la cerimonia di varo della fase produttiva dell'U212 NFS. Il programma sarà gestito tramite l'OCCAR, che con 20 anni di esperienza ha una comprovata esperienza nel soddisfare e superare le richieste dei suoi Stati partecipanti nello stabilire nuovi programmi e fornire nuove capacità di difesa. OCCAR assicurerà che lo sviluppo del Programma sia in linea con i più avanzati criteri di System Engineering, Through Life Management, Risk Management e Qualità. Ciò contribuirà a portare il programma alla ribalta dell'attenzione internazionale. Già il 29 novembre 2021, presso la sede della Divisione Programma U212 NFS (Near Future Submarine) a Roma, il Direttore dell'OCCAR ha presentato l'organizzazione e ha fornito una panoramica del portfolio dei Programmi. Si è concentrato sul Programma U212 NFS, le relazioni in corso con le Organizzazioni Partner Internazionali (nel Defence Cooperation Framework) e le opportunità future. Il programma U212 NFS (Near Future Submarine) è il progetto sottomarino più ambizioso e innovativo intrapreso dall'Italia. La proprietà intellettuale dell’U-212 NFS appartiene alla stessa Fincantieri, quindi il progetto garantisce il ritorno alla progettazione e produzione sovrana di sottomarini AIP dell'industria italiana. Il Programma U212 NFS potrebbe integrare ulteriori Nazioni partecipanti che desiderano cooperare nel settore sottomarino, comprese quelle che attualmente non sono Stati membri dell'OCCAR. I nuovi sistemi innovativi saranno anche adattati in vista del retrofit di unità precedenti. Il progetto è un’evoluzione del programma U212A, condotto in collaborazione con i tedeschi di Thyssenkrupp Marine Systems (Tkms), che ha portato alla realizzazione dei sottomarini– “Todaro”, “Scire'”, “Venuti” e “Romei”, consegnati da Fincantieri tra il 2006 e il 2017 – e di sei tedeschi. I 4 nuovi sottomarini U 212 NFS  rimpiazzeranno i classe SAURO 3a e 4a serie (PELOSI, PRINI, LONGOBARDO e GAZZANA PRIAROGGIA) ancora in servizio per mantenere la componente subacquea costituita da 8 unità (come previsto anche dalle “Linee di indirizzo strategico” 2019-2034 della MM).
 
I COMPITI ASSEGNATI- Il Programma U212 NFS svolgerà quotidianamente molti compiti diversi a beneficio dell'Italia, della NATO e della UE. I compiti spazieranno dalle missioni puramente militari alle operazioni relative alla sicurezza delle rotte di approvvigionamento energetico (per la presenza di risorse dei fondali marini o alle infrastrutture sottomarine), alla difesa delle frontiere esterne e salvaguardare le infrastrutture marittime, comprese le infrastrutture essenziali offshore e subacquee, alla libertà di navigazione, all'antipirateria, al rispetto del diritto internazionale, alla lotta al terrorismo.
 
I COSTI- Il valore complessivo del contratto per i primi due battelli, che dovrebbero essere consegnati rispettivamente nel 2027 e nel 2029, comprensivo di supporto logistico decennale, è di 1,35 miliardi di euro. Il contratto copre anche l’opzione per una seconda coppia di battelli, da consegnare successivamente. Il valore complessivo della commessa raggiunge quindi i 2,3 miliardi.
 
PRIMA BATTERIA AGLI IONI-LITIO INTRODOTTA SU UN SOTTOMARINO EUROPEO- Mentre l'U 212A monta una batteria al piombo (EnerSys-Hawker (Hagen), in Italia è stato avviato un programma militare di ricerca sulle batterie agli ioni di litio. Non occuperà un volume maggiore di quello occupato dalla batteria al piombo. La tecnologia LiFePO4 (Litio Ferro Fosfato) garantirà più stabilità alle alte temperature e ai vincoli meccanici, aderendo ai requisiti di sicurezza militare per quanto riguarda la prevenzione dei rischi incendio ed esplosione.  La futura batteria LiFePO4 sarà composta da un certo numero di celle da 65 Ah collegate in serie e racchiuse secondo un numero indeterminato in una cassa di acciaio inossidabile. Il suo ruolo sarà quello di fornire protezione antiurto alle celle e di assicurare un gradiente di temperatura uniforme. Un circuito di raffreddamento attraversa ogni scatola, con l'aggiunta di dispositivi di sicurezza passivi e attivi. Temperatura, corrente e tensione sono monitorate per poter isolare celle che registrano scostamenti di funzionamento eccessivamente grandi dal range di funzionamento della batteria, al fine di proteggere le celle adiacenti. Sono state adottate misure contro l’invecchiamento chimico e meccanico. La batteria beneficerà di un’architettura aperta. Il LiFePO4 nasce all’Università del Texas nel 1996 come un materiale catodico per le batterie al litio. Garantisce i seguenti vantaggi: una bassa corrente di auto-scarica; la vita media supera abbondantemente i 2.000 cicli completi di vita utile; una ottima stabilità in tensione; effetto di AGING relativamente basso anche ad alte temperature; celle commercialmente disponibili in diversi formati. Gli  svantaggi: l’energia specifica di un accumulatore LFP è inferiore a un accumulatore LiCoO2; possono subire dei malfunzionamenti se scaricate più del 66%, quindi è consigliato un periodo di rodaggio che però, con nuovi catodi, non è più necessario. Le batterie LFP soffrono durante la ricarica rapida, ma i nuovi catodi, permettono correnti di carica pari anche di 5-7 volte la capacità nominale.
 
CAPACITA' DI NAVIGAZIONE IN IMMERSIONE- I battelli a propulsione air independent, per il loro contenuto tecnologico, hanno spostato gli equilibri tra unità nucleari e convenzionali creatisi nel dopoguerra (a favore di questi ultimi). Tuttavia anche con questa nuova tecnologia un SSK AIP non competerà con un SSN in velocità data la differenza di potenza installata. Gli U212 già oggi garantiscono una autonomia in immersione che gli consente di operare per almeno due settimane (ormai 3!) in immersione senza snorkel, valore 6-7- volte superiore a quello di un sommergibile convenzionale senza AIP. Per sottomarini di quelle dimensioni due-tre settimane continuative in mare sono considerabili il massimo sostenibile dall’equipaggio, sufficienti per l’espletamento di operazioni in bacini come il Mediterraneo. L’autonomia in immersione degli NFS sarà di circa 30 giorni. Le nuove celle a combustibile più piccole e potenti consentono di installarne di più nello stesso spazio; con un  sottomarino più grande, si può generare con le sole celle a combustibile potenza per navigare a 10-12 nodi senza l’ausilio delle batterie che, essendo al litio-ferro, sono più piccole di un terzo delle attuali; quindi, se ne potrebbero installare il triplo accoppiate ad un motore/ generatore di una potenza adeguata, garantendo spunti di velocità importanti. 
 
CLIMATIZZAZIONE- Gli U212 NFS utilizzano un nuovo sistema di condizionamento per le operazioni in acque e climi tropicali, come l’Oceano Indiano, nell’ambito nel bacino di operazioni previsto dal “Mediterraneo Allargato”.
 
IL SISTEMA PROPULSIVO: DIESEL-ELETTRICO + FUEL CELL POLYMER ELECTROLYTE MEMBRANE- Gli U212 NFS manterranno lo stesso schema propulsivo diesel/elettrico delle piattaforme U212A:
-  il motore diesel MTU 16VTB396 SE84 da 3120 kW accoppiato all’alternatore Piller (l'opzione è tra una versione più potente dell’MTU 16V396, di Tipo 209 PN / Tipo 214 da 2692 CV / 1980 kW o conservare l'MTU 12V4000 (2012 CV / 1500 kW) del Tipo 212 CD. Sarebbe conveniente che l’incapsulamento dei motori diesel previsto per i sottomarini svedesi del programma A26 e anche per il Tipo 212 CD sia adottato anche dal  212 NFS.
- il motore elettrico a magneti permanenti Permasym da 2850 kW,
- il complesso di celle a combustibile fornito dalla TkMS e basato sulle Fuel Cell di tipo PEM (Polymer Electrolyte Membrane) Sinavy Siemens da 272 kW di potenza elettrica, 
- sistema di stoccaggio e gestione dell’energia scaturito dal progetto ‘Far Seas’ del PRNM.
 
SOLLEVAMENTI NON PENETRANTI CALZONI-L3 HARRIS- Avranno un nuovo design della falsatorre, attuatori elettrici per tutti i sollevamenti degli alberi presenti. Saranno sollevamenti non penetranti nello scafo (eccetto che per il periscopio d’attacco con una visione diretta dell’esterno) del tipo (E-UMM, Electric-Universal Modular Mast) forniti dalla Calzoni, facente parte del gruppo statunitense “L3Harris”, soluzione già adottata in via parziale sui battelli classe Todaro e diffusa sui sottomarini nucleari della US Navy. 
 
IL RIVESTIMENTO ANECOICO “STEALTH” A BASE DI META-MATERIALI DEI NUOVI U 212 NFS- I meta-materiali sono composti macroscopici costruiti artificialmente, costituiti di celle elementari che possono avere disposizione periodica o anche non periodica, ma che devono soddisfare la condizione di avere dimensioni molto più piccole della lunghezza d’onda della radiazione con cui interagiscono.  Il meta-materiale è un mezzo artificiale che dal punto di vista elettromagnetico, esibisce proprietà che vanno al di là di quelle possedute dagli ordinari mezzi naturali. Dopo le oramai innumerevoli applicazioni aeronautiche, si avvicina a grandi passi anche l’utilizzo di questa tecnologia anche nei mezzi subacquei.
 
IL TRASPORTO VEICOLI SUBACQUEI AUTONOMI (AUTONOMOUS UNMANNED VEHICLES, AUV)- Sono in grado di estendere le capacità esploranti ISR occulte dei battelli grazie alla possibilità di tali veicoli di poter imbarcare suite di sensori ed operare in ambienti operativi non permissivi e ostili senza mettere in pericolo la piattaforma madre, o operare in bassi fondali ed acque ristrette. L’U212 NFS (come i 212A), disporrà di capacità di supporto all’impiego degli operatori del Gruppo Operatori Incursori (GOI).
 
LE ARMI IMBARCATE- Il nuovo “NFS” sarà dotato di sei tubi da 533 mm per i siluri pesanti Leonardo Black Shark Advanced (BSA) e missili da crociera per attacchi terrestri e UUV.   Il Black Shark Advanced (BSA), evoluzione dell’A184, utilizzando i più avanzati sistemi ECCM e sonar. I progressi subiti dal motore elettrico e batteria hanno garantito un aumento di portata e velocità. Il nuovo BSA armerà già le classe Todaro, con circa 80 siluri attesi e i nuovi Pattugliatori classe Paolo Thaon di Revel (versione full), con due lanciatori sotto il ponte di volo. I nuovi missili cruise in dotazione agli u212 NFS saranno o il TOMAHAWK o lo SCALP NAVAL (al momento favorito) che garantirebbe una maggiore autonomia. 
 
IDRODINAMICA MIGLIORATA ED ESTENSIONE DELLO SCAFO- L’idrodinamica migliorata dello scafo Tipo 212 NFS trarrà vantaggio dal Propeller Boss Cap Fins (PBCF) e una nuova forma delle barre di immersione; l’acqua che scorre lungo lo scafo viene pre-turbinata prima di raggiungere le pale del propulsore al fine di ridurre il rumore generato dalla cavitazione. La prua del Type 212 NFS sarà ridisegnata per aumentare la discrezione acustica dai sonar multi-statici. L’acciaio dello scafo sarà italiano e non più tedesco, ma sempre amagnetico, con limite elastico alto (HY100) per poter sostenere immersione operativa compresa tra 350 e 400 metri. Il Tipo 212 NFS otterrà l’allungamento dello scafo da 55,9 a 57,2 metri rispetto all'U 213/212, in corrispondenza della falsatorre e della camera di manovra che a partire dai moderni tipo U212A viene denominata CIC (Combat Information Centre). Mentre in totale la lunghezza dei nuovi sottomarini raggiungerà i 58,3 metri; il dislocamento in immersione raggiungerà le 1.750 tonn. L’allungamento incrementerà anche gli spazi per le casse del combustibile e quindi l’autonomia della piattaforma con il sistema propulsivo diesel/elettrico.
 
APPARECCHIATURE ECM, ECCM, ESM PRODOTTE DALL'ITALIANA ELETTRONICA SpA- Il contratto prevede la consegna di 2 sistemi per il primo lotto di due sottomarini più altri 2 sistemi come opzione per i lotti successivi. “Elettronica SpA” è già fornitrice degli apparati di Guerra Elettronica per i Programmi FREMM e PPA gestiti dall’OCCAR. La capacità di gestire lo Spettro Elettromagnetico attraverso l’utilizzo di sistemi di Difesa Elettronica supporta la capacità del sottomarino di operare in aree ostili ad alto rischio, in operazioni conflittuali e di peace-keeping. Il Sistema si integra funzionalmente e svolgerà compiti di auto-protezione, sorveglianza ed intelligence. 
 
ANTENNE- I nuovi sottomarini disporranno di un’antenna RESM/CESM integrata, avanzata con elevate prestazioni, con dimensioni compatte e forma stealth, e con due ulteriori antenne: una di sorveglianza e scoperta nel campo radar e una di allarme.
 
IL NUOVO COMBAT MANAGEMENT SYSTEM LEONARDO “ATHENA MK.4”- Il Leonardo’s “Athena”® Combat Management System è una soluzione per la gestione avanzata del combattimento, modulare e scalabile. E' operativa su tre pattugliatori della Marina militare lituana classe FLYVEFISKEN (ordinativo di un programma di ammodernamento della Marina militare lituana per adeguare le proprie forze navali agli standard NATO); ed ha già equipaggiato unità navali maggiori e minori della Marina Militare italiana e degli Emirati Arabi Uniti.
 
IL CENTRO DI ADDESTRAMENTO E I SIMULATORI A TARANTO- La realizzazione di nuovo centro d’addestramento con simulatori dedicati sarà presso la Scuola Sommergibili della Marina Militare Italiana a Taranto. 
 
di Antonio Frate
 
 

I dubbi di Berlino sul rifinanziamento del programma Tiger

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L'elicottero da combattimento franco-tedesco Tiger è stato adottato dai rispettivi eserciti dei due paesi nel 2009. Lo sviluppo iniziò nei primi anni '80 durante la Guerra Fredda. In origine era stato pensato come una piattaforma anticarro in grado di contrastare un'invasione sovietica, per poi mutare in un elicottero d'attacco multiruolo, con diverse varianti in fase di sviluppo per soddisfare le esigenze dei suoi operatori.
Nel maggio 2018 Francia e Germania hanno formalizzato la modernizzazione del Tiger. Il ministro della Difesa francese lo ha definito “una nuova tappa per l'Europa della difesa e del consolidamento della nostra industria”. Già adottato da Francia, Germania e Spagna e Australia, l'Organizzazione europea per la cooperazione in materia di armamenti (OCCAR) ha incaricato i produttori coinvolti nel progetto, ovvero Airbus Helicopters, Thales e MBDA, di svolgere compiti di riduzione del rischio.
L'ammodernamento mira a portare gli elicotteri allo standard Mk3, incentrato sul combattimento collaborativo. Ad esempio, dovrebbe includere il Manned Unmanned Teaming (MUM-T) che consente a un elicottero di controllare un drone. I Tiger delle forze armate francesi sarebbero anche in grado di condividere informazioni con i nuovi veicoli da combattimento in prima linea del programma Scorpion.
Tuttavia, ora sembra che la parte tedesca sia riluttante a vedere l'aggiornamento pianificato andare avanti. Dopo il Consiglio franco-tedesco sulla difesa e la sicurezza tenutosi il 5 febbraio 2021, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha affermato che “per il Tiger 3 standard c'è tutta una serie di trattative da condurre, in particolare con Airbus per la parte tedesca".
Il piano di aggiornamento, dal costo di 5,5 miliardi di € è in realtà osteggiato dall'esercito tedesco, il quale lamenta la scarsa disponibilità del velivolo.  Il "Rapporto sulla situazione materiale dei principali sistemi di armamento della Bundeswehr" del 2018 ha rivelato che in media solo 11,6 dei suoi 53 elicotteri Tiger erano operativi. Nel gennaio 2020, il media tedesco Bild ha affermato che il numero è sceso a 8.
A tali lamentele si sono aggiunte quelle del cliente australiano, il quale già nel 2019 ha lanciato una richiesta di informazioni (RFI) per trovare un sostituto del suo Tiger, ed il ministro della Difesa australiano Linda Reynolds ha annunciato l'acquisizione di 29 Boeing Apache dal 2025, al costo di 3,5 miliardi di dollari, per sostituire i 22 Tiger.
La Germania potrebbe ora seguire l'esempio dell'Australia.  “La decisione sembrerebbe già stata presa tramite un FMS [Foreign Military Sales]”, per come riferito dal Ministro della Difesa francese riferito Mars.
Già nel marzo 2020, Shepherd Media ha riferito che "il governo federale tedesco ha chiesto alla sua controparte statunitense informazioni sull'elicottero d'attacco Boeing AH-64 Apache".
A questo punto, va ricordato che Leonardo sta procedendo verso lo sviluppo dell'elicottero d'attacco multiruolo AW 249, che dovrebbe essere presentato per il 2025. Si potrebbe anche tentare di coinvolgere la Germania nel progetto, qualora Berlino non voglia acquistare un prodotto straniero tout-court.
Berlino ha già rifiutato un accordo operativo con la Francia riguardo ai MAWS, gli aerei da pattugliamento marittimi, e ha optato per il Boeing P 8 Poseidon, per sostituire i P 3 Orion, con conseguente dissoluzione del programma franco-tedesco. Inoltre aveva già rifiutato la fornitura degli Atlantic 2, versione aggiornata dei pattugliatori francesi Atlantic.
 
di Antonio Frate 
 
 
 

I programmi disastrosi dell'industria militare europea

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Ormai si sta consolidando l'idea di adesione ai futuri programmi dell'industria militare tra i paesi dell'Unione Europea. I programmi nazionali vengono sempre più spesso tacciati di essere troppo costosi e senza possibilità di successo. In realtà negli ultimi anni, l'industria della difesa di vari paesi europei ha prodotto successi, ma anche tanti insuccessi. Vediamo i più importanti e clamorosi.
 
- L'Australia sceglie l'Apache Guardian. E' recentissima la notizia per cui l'Australia, dal 2025, acquisterà l'elicottero da combattimento AH-64E Guardian.  Il paese, che anni fa aveva adottato l'EC665 Tiger, torna indietro sui suoi passi e si rivolge all'industria americana. In realtà l'insoddisfazione per la scelta del Tiger era stata manifestata già da tempo. In particolare si è parlato di scarse prestazioni in zone dal clima torrido. Il Ministero della Difesa ha sottolineato come con l'Apache ne beneficeranno le industrie australiane inserendosi nella catena di supporto globale dell’elicottero. In realtà si tratta di un paese, l'Australia, che ha una economia florida ma si trova in condizioni geografiche che ne limitano la logistica. Gli Stati Uniti sono un partner ideale per la loro posizione. Tale notizia getta un'ombra anche sul programma italiano dell'AW 249, il programma dell'elicottero d'attacco dell'Aviazione dell'Esercito italiano. Naturale evoluzione dell'A 129, dovrebbe essere pronto nel 2025. L'Australia, insieme alla Polonia, era un paese che si era dimostrato interessato al programma. Anche per altri paesi utenti del Tiger (o Tigre) la situazione non è ottimale seppur nel corso del tempo ci sia stato un miglioramento.  La Francia ha registrato durante lo scorso anno una operatività della flotta di Tigre del 26% sul totale di 67 elicotteri ordinati e consegnati, un valore piuttosto basso, anche se in miglioramento. La Spagna invece sembrerebbe orientata a non aggiornare 6 dei 24 Tigre HAD-E (Hélicoptère d’Appui Destruction). L’Ejerçito de Tierra, che aveva richiesto 36 elicotteri Tigre, ne ha acquistato solo 24 con un programma pluriennale lanciato nel 2003. La versione del Tigre prescelta dalla Spagna era quella HAD-E ( (Helicopter Support and Destruction) una versione migliorata e più potente della francese HAP ( Helicoptère d’Appui et Protection / Helicopter Support and Protection). La versione spagnola ha raggiunto un prezzo elevatissimo, €35.6m/unità (circa 48m US$) rispetto al già elevato prezzo della versione francese di €27m/unità (circa 36m US$) nel 2012. A confronto il più grosso e potente AH 64 E (da oltre 10 tonnellate, contro le circa 6 del Tigre) riporta un prezzo di $35 m, e di soli $20 m per la versione AH-64D. Il 2 agosto 2019 Berlino ha sospeso le attività di volo della flotta di 65 elicotteri d’attacco Tiger dell’esercito, a causa di informazioni fornite dalla manutenzione della linea di volo dei Tiger sulla criticità per la sicurezza di bulloni in titanio per un difetto di fabbricazione.  Il 25 novembre 2019 è avvenuta la collisione aerea di Ménaka, in cui due elicotteri militari francesi, un Tiger e un Cougar, parte dell'operazione Barkhane, si sono schiantati nel nord del Mali, uccidendo 13 soldati.
 
- Sottomarini classe Attack/Shortfin Barracuda Block 1A. Sempre l'Australia ha lamentato gravi ritardi con il programma di acquisizione dei 12 nuovi sottomarini classe Attack/Shortfin Barracuda Block 1A - variante a propulsione diesel elettrica dei battelli nucleari francesi della classe Barracuda/Suffren – la Royal Australian Navy sarà obbligata a sottoporre ad un pesante aggiornamento i propri sottomarini classe Collins, figli di un altro programma già di per sé travagliato e disastroso. Secondo fonti di stampa locali, il Governo australiano vorrebbe uscire dall’accordo con la Francia e porre fine al relativo contratto con Naval Group. Il costo del programma ha raggiunto un livello esorbitante, dell'ordine di oltre 60 miliardi di dollari, e non è più sostenibile. Le ragioni del disastro, annunciato da tempo, sono nella complessità del programma – design e progettazione totalmente nuovi di origine francese, costruzione locale, coinvolgimento delle compagnie australiane, sistema di combattimento americano, ecc. - e nei limiti strutturali di “manpower” dell’industria locale e di gestione a livello di programma. Canberra starebbe pertanto valutando un’opzione meno ambiziosa, che riguarderebbe lo sviluppo e la realizzazione, in partnership con Saab/Kockums, di una variante dei sottomarini classe Collins attualmente in servizio. All'epoca Lo Shortfin Barracuda venne scelto dal Governo di Canberra battendo il Type-216 tedesco e il Soryu giapponese, proprio per le "grandi capacità tecnologiche" offerte. Tale decisione aveva rappresentato un risultato deludente per Giappone e USA. Per entrambe le potenze, la decisione aveva colliso con i piani legati all’assetto geostrategico della regione.
 
-Airbus A-400M. Il programma A-400M è uno dei più controversi e travagliati programmi di procurement in Europa, da alcuni definito l’F-35 europeo, benché si tratti di programmi ben diversi per numeri e per tipologia. Esso nasce nel 2003, con un contratto firmato da 20 miliardi di euro per la costruzione di 180 aerei da trasporto destinati a Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Turchia, Belgio e Lussemburgo in quote proporzionali. L'Italia si tirò subito fuori (governo Berlusconi). In 13 anni i guai si sono moltiplicati e gli errori di fabbricazione hanno fatto infuriare i governi di Germania e Francia, due tra i principali clienti (50 esemplari ordinati per ognuno). L’anno cruciale dei problemi è stato il 2009, con il primo annuncio di ritardo dell’allora EADS (ora Airbus Group): la consegna del primo esemplare è stata posticipata al 2012. In Germania, fu segnalato un sovrappeso di ben 12 tonnellate, a discapito della capacità di carico. La Luftwaffe indicò l’inizio della IOC – Initial Operational Capability non prima del 2017. Il Sudafrica cancellò l’ordine a causa dei ritardi e del sovrapprezzo. La capocommessa Airbus, allora parte di EADS  paventò il non raggiungimento del break even  (la parità tra costi e ricavi) senza vendite al di fuori dei Paesi NATO. All’inizio del 2010 mancarono ulteriori fondi da parte dei partner per coprire i costi maggiori, con Airbus che arrivò a dichiarare che l’Atlas stava prosciugando risorse che sarebbero state meglio impiegate per i progetti civili A-380 e A-350. Nello stesso anno iniziarono le riduzioni di ordini rispetto ai preventivati inizialmente che coinvolsero i maggiori Paesi del programma, Francia, Germania e Regno Unito. Nel 2016 ai ritardi e al forte aumento dei costi si sono aggiunti anche seri problemi tecnici ai motori. Uno dei problemi principali è stata la progettazione degli stessi, realizzata ex novo, a causa della mancanza sul mercato di turboprop compatibili. Con i turboelica si possono garantire decolli e atterraggi corti e rifornimento in volo a velivoli lenti, ma la progettazione è andata incontro a costi elevati e problemi tecnici. Ad esempio il brasiliano Kc 390 utilizza i motori dell'A 320. Oggi si prevedono 174 esemplari al massimo, e probabilmente meno, con la Malesia come unico cliente esterno rispetto ai partner. Persino i Paesi partecipanti maggiori si sono in parte distaccati dall’Atlas. Per rimediare alla carenza di aerei cargo, il Regno Unito nel 2001 aveva preso prima in prestito, poi acquistato otto C-17 Globemaster III; la Francia, capofila del programma (e nota per il suo nazionalismo industriale), nel 2016 ha reso nota l’intenzione di acquisire quattro C-130J Super Hercules. 
 
-Fucile d'assalto HK G36, l'arma a cui si sciolgono i pezzi. Prodotto da Heckler & Koch, costruttore svevo di fama mondiale, con sede principale a Oberndorf am Neckar, fu progettato nel 1997, tale da durare in servizio vent’anni. L'arma ha subito uno scandalo, nato esclusivamente all'interno della Germania, per un eccessivo aumento della rosa del bersaglio in fase di surriscaldamento. Si rivela quindi un arma non adatta all'uso desertico, e d'altra parte non è stato pensata per operazioni all'estero. Essa è stato adottato in 55 paesi, 35 dei quali sono paesi membri della NATO o alleati. Nel marzo 2012, le forze armate tedesche hanno fissato lo standard EBZ (“ciclo di fuoco di prossimità operativa”), di 150 colpi esplosi in 20 minuti al giorno. Su tale base, il costruttore ha condotto dei test interni utilizzando dieci G36 diversi, realizzati tra il 1996 e il 2008, in base ai quali è stato redatto il dossier di 134 pagine “Fucile d’assalto G36 - indagine sulla dispersione del tiro e sul punto di impatto con arma a caldo”. Nonostante la direzione degli approvvigionamenti della difesa abbia garantito il prodotto, dati i presunti difetti e le problematiche legate alla temperatura del fucile, ulteriori test sono stati condotti a cura di istituti indipendenti, in seguito ai quali, nell’aprile 2015, il Ministero della Difesa ha annunciato la sostituzione dell'arma presso le Forze Armate. 
 
- Schützenpanzer Puma. I revisori dei conti federali hanno segnalato nel 2018 un rallentamento nella fornitura dei veicoli corazzati dell'esercito tedesco, avvertendo che l'equipaggiamento completo del veicolo da combattimento della fanteria Puma richiederà più anni di quanto si pensasse. Dati i progressi irregolari del programma e i bassi tassi di disponibilità, le forze di terra tedesche dovrebbero essere pronte a utilizzare il carro precedente, il Marder, di circa 40 anni di età, oltre la prevista sostituzione nel 2024. Secondo il rapporto, per l'integrazione di tutte le funzionalità richieste nel Puma, realizzato da un consorzio di Rheinmetall e Krauss-Maffei Wegmann, si arriverà al 2029.  Per tale motivo sarà necessario garantire la fornitura pezzi di ricambio. Questo è stato un problema noto per le forze armate tedesche, che negli ultimi anni ha registrato bassi tassi di disponibilità immediata dei mezzi su tutta la linea. Gli analisti riportano tassi di prontezza alla distribuzione del 48% nel 2016 e del 43% nel 2017 per i veicoli Puma. Inoltre, secondo i revisori, l'esercito ha segnalato una mancanza di "stabilità del sistema d'arma" dei Puma e la causa del guasto rimane incerta. Il ministero della Difesa ha già diversi programmi in corso per migliorare i prossimi Puma e retrofittare i mezzi già consegnati. Ma rimangono lacune critiche, tra cui un sistema che offre una migliore consapevolezza della situazione per gli operatori e una funzione di mimetizzazione per ridurre la traccia radar del veicolo. Il prezzo per le migliorate capacità dovrebbe essere dell'ordine di centinaia di milioni di euro, che si aggiunge al prezzo già molto elevato dei Puma. Il veicolo è costato indicativamente, secondo molte fonti tedesche, 5.989 milioni di € per 350 pezzi (pari a oltre 17 milioni di € l'uno). In una recentissima audizione parlamentare, l'AD di Rheinmetall Italia Ing. Alessandro Ercolani ha indicato l'interesse dell'Esercito italiano per il Lynx, a partire dal 2025. Tale veicolo è stato recentemente scelto dall'Ungheria. La sua selezione potrebbe anche portare l'Italia nel consorzio per il nuovo MBT franco-tedesco, da cui era stata esclusa (al fine di garantire la supremazia franco-tedesca nel settore). C'è da chiedersi a questo punto come si evolverà tale programma. Va considerato che il ministero della Difesa americana ha riaperto la gara per il veicolo che sostituirà i carri Bradley, con data indicata nel 2026. Il vincitore di tale gara introdurrà nuovi standard operativi e logistici nel settore, ai quali non è possibile pensare di derogare. Inoltre sarà interessante vedere come l'industria tedesca riuscirà a conciliare le necessità interne con i Puma, e quelle di clienti esteri con i Lynx, contemporaneamente, con ulteriori aggravi di costi.
 
di Antonio Frate
 
 

Leonardo presenta il C-27J NG

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Negli anni '70 veniva presentato al pubblico l'ultimo capolavoro dell'Ing. Gabrielli, l'Aeritalia G 222. Tale velivolo da trasporto tattico stupiva per la sua capacità di decollo corto, e operatività su piste semipreparate. Da esso, definito in campo internazionale C 27 A, venne derivato il best seller C 27 J, adottato anche dall'USAF, e passati poi all'USCG e persino al SOCOM, e numerosi altri operatori internazionali, oltre che dalla AMI, Aeronautica Militare Italiana. Recentemente Leonardo si è assicurata un cliente di lancio per la versione migliorata del suo aereo da trasporto C-27J Spartan con la prima consegna prevista per il 2021. Il produttore italiano ha annunciato l'11 novembre che il test finale del C-27J Next Generation (NG) era nelle sue fasi finali prima di questo traguardo pianificato. L'azienda, tuttavia non ha rivelato chi potrebbe essere il cliente.Una delle principali caratteristiche visibili del C-27J NG è l'aggiunta di estremità alari, le wingslet, progettate per contribuiscono a migliorare le prestazioni di salita e ad aumentare il MTOW fino a 1.000 kg. L'Auxiliary Power Unit (APU) fornisce una fonte di alimentazione indipendente, utilizzabile per riavviare i motori in volo o per rendere l’aereo autonomo nel caso la missione preveda ri-schieramento su aeroporti non attrezzati. La notizia della vendita arriva circa due anni dopo che Leonardo ha rivelato per la prima volta di aver pilotato una versione migliorata dello Spartan. Nel dicembre 2018 Leonardo ha notato che l'aereo era stato aggiornato per soddisfare i requisiti di gestione del traffico aereo globale, essendo dotato di nuova avionica, sistemi di navigazione, illuminazione e altre apparecchiature. Nel suo ultimo annuncio Leonardo ha aggiunto che la configurazione NG include nuovi display della cabina di pilotaggio, radar meteorologici, navigazione moderna e apparecchiature di comunicazione, oltre a "caratteristiche aerodinamiche avanzate". Sebbene non specificato dalla società, le immagini del C-27J NG mostrano queste caratteristiche aerodinamiche per includere le alette mentre potrebbero essere inclusi anche palette, strakes e altri elementi progettati per aumentare l'efficienza del carburante e di conseguenza il carico / autonomia / resistenza. Grazie a numerosi kit e sistemi di missione roll-on/roll-off facilmente installabili e trasportabili, il C-27J può in breve essere configurato e ri-configurato per una vasta gamma di capacità operative, dal trasposto tattico al pattugliamento marittimo, evolvendo anche come piattaforma ASW o C3ISR. Realizzata anche una versione d'attacco al suolo, il Pretorian, dotata di cannoni ATK 44 da 30mm, numerosi ordigni e missili come gli AGM-176 Griffi, valida alternativa all'AC 130 (se si pensa che il velivolo ha costi inferiori in tutto ed è ben più manovrabile e compatto), ed una da pattugliamento marittimo dotata di missili antinave MBDA MARTE ER per le missioni ASuW (anti-surface warfare) e di due siluri leggeri MU90 per la guerra anti-som (ASW). Lo Spartan standard ha un carico utile di 11.600 kg e un'autonomia di 5.685 km. La caratteristica forse più preminente del velivolo è la sua robusta pavimentazione regolabile che lo differenzia in meglio dalla concorrenza. Attualmente è in servizio con 87 velivoli già ordinati da 16 operatori nei 5 continenti e si prevede che con il lancio della nuova versione la sua vita commerciale e operativa sarà ancora lunga.

di Antonio Frate

Il Boeing 747 Jumbo Jet va in pensione

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La Boeing Corporation non lo ha comunicato ufficialmente ai dipendenti ma la società sta staccando la spina dal suo enorme Jumbo Jet 747, ponendo fine alla produzione, dopo mezzo secolo,  del gigante a doppia navata. L'ultimo 747-8 uscirà da una fabbrica nell'area di Seattle tra circa due anni, una decisione non dichiarata ma che può essere ricavata dai sottili cambiamenti di formulazione nei rendiconti finanziari. Gli appassionati di aviazione temevano da tempo la fine dei leviatani a due piani a quattro motori che hanno accorciato il mondo. Anche Airbus SE, d'altro canto, si sta già preparando a costruire l'ultimo jumbo A380, dopo che l'ultimo carico di segmenti di fusoliera è atterrato nello stabilimento di Tolosa, in Francia, il mese scorso. Nonostante tutta la loro popolarità tra i viaggiatori, la versione finale del 747 e il superjumbo europeo non hanno mai preso piede commercialmente poiché le compagnie aeree si sono rivolte ad aeromobili bimotore per voli a lungo raggio. La pandemia del covid-19 ha accelerato sulla chiusura delle linee produttive dei giganti e messo a dura prova le aziende per la realizzazione degli ultimi modelli. Il numero di rotte per le quali è necessario un aereo ultralarge sono incredibilmente poche. La "Queen of the Skies" di Boeing ha debuttato nel 1970, un'audace scommessa che ha quasi fatto fallire la compagnia. Le versioni passeggeri vantavano una scala a chiocciola per un lussuoso salone al piano superiore. I modelli cargo presentavano un naso incernierato che si apriva per caricare qualsiasi cosa, dalle automobili agli impianti di trivellazione petrolifera. Il 747 ha raccolto 1.571 ordini nel corso dei decenni - secondo tra i jet a fusoliera larga dopo il Boeing 777. L'A380, capace di trasportare fino a 853 viaggiatori, ma realizzato spesso in versioni con più spazio interno e minore numero di posti, è stato il più grande aereo di linea del mondo. Quando è arrivato nel 2007 tuttavia le compagnie aeree si orientavano verso aerei più piccoli dai consumi inferiori. Boeing ha anticipato correttamente la tendenza con il bimotore 777 e il 787 Dreamliner, Airbus si è adattata con l'A350. Benché il 747 sia un velivolo progettato per l'utilizzo civile, le sue caratteristiche hanno permesso di ricavarne alcune conversioni a uso governativo e militare, quali:
Il C-19: 747-100 modificati come CRAFT (Civil Reserve Air Fleet), con più accessi e struttura rinforzata, per la conversione in aerei militari, all'occorrenza e su ordine del Ministero della Difesa statunitense. Sono normalmente in servizio civile presso varie linee aeree che ricevono sussidi governativi per compensare i costi dei 5 900 kg imposti dalle modifiche. Il 747 del volo PA 103, distrutto nella strage di Lockerbie, era un C-19. 
Il VC-25: è l' "Air Force One" delle forze armate che trasporta il Presidente degli Stati Uniti d'America. Basato sulla versione civile -200B, il primo modello venne consegnato nel 1990, sostituendo il 707, e con migliorie del 747-400, come il ponte superiore più lungo e una motorizzazione aggiornata. Prodotto in 2 esemplari, codice 28000 e 29000. Il VC-25A è stato l'aereo personale di Barack Obama.
L'E-4B: National Emergency Airborne Command Post ("Posto di comando aerotrasportato per le emergenze nazionali").
Lo YAL-1 Airborne Laser (ABL), laser aviotrasportato.
Lo SCA: Shuttle Carrier Aircraft  per trasportare lo Space Shuttle,utilizzato dalla Nasa.
Il VIP dello Japanese Air Force One utilizzato dall'Imperatore del Giappone; in organico all'aeronautica militare di difesa dello stato nipponico. Altri sono in uso in altre nazioni: Bahrain, Brunei, India, Iran, Giappone, Kuwait, Oman, Pakistan, Qatar,  Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti.
Il C-33, detto NDAA (Non-Developmental Airlift Aircraft) era un progetto studiato tra il 1994 e il 1995 dal Dipartimento della Difesa statunitense, per modificare i 747-400 in maniera simile ai 747-100 convertiti in C-19, progetto accantonato, in luogo dell'acquisto di ulteriori C-17. 
KC-33A: proposto come aerocisterna nel programma Advanced Cargo Transport Aircraft (ACTA), che fu vinto dal McDonnell Douglas KC-10 Extender. Il KC-33A univa le caratteristiche di un'aerocisterna a quelle di un aereo da trasporto tattico, in grado di trasportare veicoli come gli M113A3, e fusoliera all'anteriore sollevabile per le operazioni di carico e scarico. Comunque l'Iran acquistò 4 esemplari convertiti in aerocisterne per la propria forza aerea. Non esistono molti dati sull'impiego operativo degli esemplari, presumibilmente utilizzati durante la guerra Iran-Iraq.
Il 747 CMCA: Durante lo sviluppo del B-1A Lancer, l'Air Force teorizzò di equipaggiare un 747 con dei piloni sub-alari e nicchie apribili sulla fusoliera, in modo da trasportare tra i 50 e i 100 missili cruise AGM-86 ALCM. Il progetto fu abortito. 
Il 747 AAC: Il 747 Airborne Aircraft Carrier per trasportare aerei da caccia sul teatro delle operazioni, dei "microfighter", cioè caccia di ridotte dimensioni, con serbatoi e autonomia molto ridotti, ma capaci di trasportare quantità maggiori di armi grazie al peso risparmiato. La Boeing fu incaricata di studiare dei "microfighter"; ne progettò cinque versioni, arrivando a definire un solo tipo di caccia, e propose di utilizzare come aereo portaeromobili un 747-200 pesantemente modificato, il 747 AAC per l'appunto, teoricamente in grado di trasportare, rifornire, e accogliere al rientro dieci caccia, sia agganciati esternamente che alloggiati all'interno del velivolo. Il progetto fu abbandonato.
L'Evergreen 747 Supertanker da lotta aerea antincendio.
Lo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA) per il trasporto di un telescopio a infrarossi ad alta quota.
Il Boeing 747-8 è stato la terza e ultima versione del Jumbo Jet, e la più grande, realizzata sotto la guida di Joe Sutter che aveva guidato il programma 747 originale. Annunciato nel 2005, utilizza un'ala riprogettata, una fusoliera allungata che lo rende il più lungo aereo passeggeri del mondo. E’ l'aereo commerciale più grande mai costruito negli Stati Uniti, realizzato in due principali varianti: il 747-8 Intercontinental (747-8I) per la versione passeggeri e il 747-8 Freighter (747-8F) per la versione cargo. Il 747-8F ha effettuato il suo volo inaugurale l'8 febbraio 2010, seguito dal 747-8I il 20 marzo 2011. Tuttavia il programma 747-8 è stato turbato dalla cattiva gestione iniziale, facendo esplodere il budget e le scadenze. La società con sede a Chicago ha perso circa $ 40 milioni per ogni 747 dal 2016. Tutto sommato, Boeing ha registrato $ 4,2 miliardi di spese contabili per il 747-8, che è stato mantenuto in vita come cargo. Il 747 ha registrato il suo ultimo ordine come aereo passeggeri nel 2017 - per l'Air Force One. 
Il Boeing 747 negli ultimi 10 anni ha ben contrastato l'interesse di mercato per il più recente A380 riuscendo soprattutto negli ultimi 5 anni a incamerare numerosi ordini per nuovi modelli.  Circa il 91% dei 747 e il 97% degli A380 sono da tempo parcheggiati come stima il Credit Suisse. Air France, Lufthansa e Qatar Airways sono tra i vettori che valutano se mettere a terra i loro A380 permanentemente o si stanno preparando a farlo. Airbus ha ancora solo nove aerei consegnati. Tutti tranne uno sono etichettati per Emirates Airline, il più grande operatore A380, che sta valutando se scartare i suoi ultimi cinque su ordine. L'A380 è costato ad Airbus circa 20 miliardi di euro (23 miliardi di dollari), pareggiando o generando profitti solo per un periodo di tre anni a partire dal 2015. Con solo 251 aeromobili venduti durante la vita del programma, il planemaker non ha mai raggiunto l'efficienza che deriva dalla produzione su larga scala (secondo esperti americani).  Boeing, nel frattempo, si stava preparando da anni per liquidare il programma 747, e il suo team di vendita ha rivelato l'interesse dei clienti per una potenziale versione mercantile del 777X.   “Con un tasso di costruzione di mezzo aereo al mese, il programma 747-8 ha più di due anni di produzione davanti per soddisfare i nostri attuali impegni con i clienti. Continueremo a prendere le giuste decisioni per mantenere in salute la linea di produzione e soddisfare le esigenze dei clienti” ha dichiarato Boeing per questa storia. Il planemaker ha solo 15 ordini non completati per il 747 - tutti mercantili. Una dozzina di loro sono diretti a United Parcel Service Inc. e il destino degli altri non è chiaro, parte di una disputa con il gruppo russo Volga-Dnepr. Lo spazio della catena di montaggio potrebbe essere meglio utilizzato su un altro aereo, come il 767, che condivide una baia nella fabbrica di Everett, Washington. Con la costruzione di mezzo aereo al mese il programma non è molto più redditizio.
 
di Antonio Frate
 

La US Navy sceglie il modello di Fincantieri per la fregata di prossima generazione

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La Marina Americana ha annunciato giovedì che la più recente fregata di superficie della Marina degli Stati Uniti ha un produttore italiano. E' stato aggiudicato vincitore del programma il cantiere navale Marinette Marine del Wisconsin di Fincantieri per la costruzione delle fregate FREMM , "Fregata Europea Multimissione". Il cantiere navale, che produce ancora le Littoral Combat Ship e una fregata per l'Arabia Saudita, è ora uno dei principali attori nella costruzione navale della Marina degli Stati Uniti. Il contratto di progettazione e costruzione dettagliato, per un valore di $ 795,1 milioni, copre le attività di progettazione e la prima nave, nonché opzioni per altre nove. Il valore totale del contratto se tutte le opzioni saranno esercitate sarà di $ 5,58 miliardi. Il contratto dovrebbe essere rimborsato dopo le prime 10 navi. Concluso circa tre mesi prima del previsto, il contratto, con opzioni prevede il supporto di disponibilità post-consegna, i servizi di ingegneria e di classe, l'addestramento dell'equipaggio, le attrezzature di addestramento e gli ordini di articoli forniti. Facendo un po’ di dietrologia, Fincantieri fece una dura campagna per vincere il contratto, portando la FREMM (nave Alpino) negli Stati Uniti per esporla e operare con le navi statunitensi al largo delle coste. Sono stati battuti i concorrenti Huntington Ingalls Industries col suo Cutter della Guardia Costiera, General Dynamics Bath Iron Works con il modello F100 di Navantia e Austal USA con una versione potenziata del suo trimarano da combattimento. La Fremm si può classificare come una ottima scelta tra questi competitors. Nata da un programma congiunto tra Italia e Francia, ha già avuto successi di vendite, come una unità di produzione francese al Marocco, e non da ultimo l'interesse dell'Egitto per le ultime due Fremm italiane già varate. Secondo i documenti di bilancio della Marina 2021, il servizio prevede che ci vorranno sei anni per completare la progettazione e la costruzione della nave, che dovrebbe essere ultimata nel 2026. La seconda fregata dovrebbe essere ordinata nell'aprile 2021 e da lì dovrebbe essere consegnata circa cinque anni e mezzo dopo la data di assegnazione. Quindi la prima nave dovrebbe essere consegnata alla flotta nel luglio 2026 e la seconda circa tre mesi dopo. L'FFG (X) dovrebbe essere una nave multi-missione con una versione modificata del radar SPY-6 di Raytheon destinato al cacciatorpediniere di classe Arleigh Burke (non incluso nel contratto di ieri), Aegis Combat System di Lockheed Martin, e 32 celle di lancio verticali con un sistema di lancio verticale Mk 41 (VLS) per missili di difesa aerea della famiglia Standard, 4 lanciatori quadrinati per missili antinave Raythreon/Kongsberg Naval Strike Missile, un sistema di difesa di punto RAM, un Mk 57 Gun Weapon System G(WS), sistemi di comunicazione, contromisure, in aggiunta a capacità nel settore della guerra elettronica, per circa la metà del costo di un DDG. Attualmente sono impossibili le stime dei prezzi fissi, ma il Pentagono ha alcune proiezioni. La prima nave ordinata nel 2020 dovrebbe costare $ 1,28 miliardi, secondo i documenti di bilancio. L'acquisto avrebbe dovuto essere una nave nell'anno 20, quindi due navi ogni anno fino al completamento dell'acquisto completo di 20 navi. Ma la Marina voleva assicurarsi di scaglionare l'acquisto in modo più responsabile, ha affermato il contrammiraglio Randy Crites, vice assistente segretario della Marina per il bilancio, nel suo lancio del bilancio del 2021 all'inizio di quest'anno. "Non vogliamo ripetere alcune delle lezioni del programma LCS in cui siamo andati troppo in fretta", ha detto Crites. "Così com'è, avremo 8 fregate in costruzione quando consegneremo la prima in 2026. "Queste saranno un vero cavallo di battaglia a supporto delle operazioni marittime distribuite in futuro", ha dichiarato il vice-amministratore delegato James Kilby, vice capo per i requisiti e le capacità di combattimento. La competizione della fregata è un primo sguardo a come la Marina stia immaginando una flotta più piccola, più veloce e in grado di colpire a distanza, poiché i leader del Pentagono si aspettano più incontri in mare con una marina cinese in rapida crescita in lotta per la supremazia nel Pacifico, e con le navi russe che stanno diventando più attive anche nel Mar Nero, nel Mediterraneo e nell'Artico. L'obiettivo è una nave più capace delle controverse e discusse navi da combattimento costiere - (le Littoral Combat Ship) costruite sempre da Marinette (versione Freedom) e Austal (Indipendence) - ma meno costosa di un cacciatorpediniere missilistico Aegis.  Negli ultimi due anni non si era mai visto un tale favore della Difesa Americana verso le produzioni italiane: si è passati all'acquisizione dei veicoli anfibi ACV per i Marines, agli elicotteri MH 139 dell'Usaf, ai TH 73a della Us Navy, fino al contratto di ieri, davvero provvidenziale considerata l'emergenza Coronavirus, il tutto con la sola esclusione del T-100 dal concorso come addestratore dell'USAF, vinto da Boeing (e concesso per non rallentare il progresso dell'industria nazionale). Le precedenti amministrazioni hanno portato alla sconfitta di Beretta nella fornitura delle nuove pistole della Difesa americana e prima ancora il taglio del programma C 27 J (aereo cargo) e cancellazione dello Us 101 (l'elicottero per la Casa Bianca).
 
di Antonio Frate
 

Panavia Tornado, quale destino?

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Il Panavia Tornado è un aereo molto ben conosciuto in Italia, per anni è stato il principale cacciabombardiere del nostro paese. Entrato in produzione negli anni Ottanta, è stato utilizzato frequentemente in numerosi conflitti, ad iniziare dall'Operazione Tempesta nel Deserto, in Iraq.
E' stato utilizzato dal Regno Unito ed è ancora in servizio in Germania, Italia e Arabia Saudita. Ecco quindi lo scenario che si sta delineando per tali velivoli.
 
- La visione più problematica del futuro del Tornado spetta alla Germania.
Il 19 Giugno 2018  si moltiplicavano voci sulla volontà della Germania di scegliere l’Eurofighter Typhoon in sostituzione dei suoi MRCA Tornado. Il Tornado è stato progettato per penetrare a bassissima quota e ad altissima velocità in modalità Terrain Following nel territorio nemico sovietico, eludendo i radar per poi colpire l’obiettivo con carico bellico (convenzionale e nucleare). Questo profilo di missione sta divenendo obsoleto nei nuovi scenari operativi e con l’evoluzione della tecnologia di difesa aerea. La flotta tedesca è composta ultimamente da 85 velivoli, sia IDS (Interdiction and Strike) che ECR (Electronic Combat/ Reconnaissance). Il Tornado è anche l’unico velivolo nella Luftwaffe qualificato al Nuclear Strike (con bombe statunitensi B-61). I continui tagli hanno enormemente ridotto le capacità operative della Luftwaffe. Ad oggi infatti, i velivoli operativi sono molti meno e difficilmente potrebbero partecipare ad una futura operazione in ambito Nato. Per l'ammodernamento del solo sistema di comunicazione sono richiesti milioni di euro, e non è chiaro se l’aggiornamento sia tecnicamente fattibile. Ciò significa che i 93 Tornado delle Forze Armate tedesche non potrebbero prendere parte alle future missioni della NATO. Il sistema di comunicazione criptato è obbligatorio in ogni missione internazionale dell’Alleanza e i Tornado tedeschi sono privi del sistema IFF (identification friend or foe), dispositivo automatico di riconoscimento amico-nemico. I velivoli dovrebbero essere radiati dal 2025 (o forse si prolungherà al 2030 o 2035) ed occorre trovare un sostituto.  Il Bundeswehr utilizza oggi 130 Eurofighter Typhoon, incrementando il numero di macchine si potrebbero tranquillamente integrare le capacità del Tornado e sostituirlo. Utilizzando lo stesso tipo di velivolo si otterrebbe, una considerevole riduzione del costo per ora di volo, con le economie di scala. Sicuramente occorrerà operare sul sistema propulsivo, FADEC (Full Authority Digital Engine Control) e rivedere il sistema radar, optando per il CAPTOR-E ed aggiornare gli altri sistemi per garantire la completa compatibilità. C'è però un problema non di poco conto: l'Eurofighter non è certificato come striker nucleare. E sebbene tecnicamente tale certificazione si può raggiungere, sorgono enormi difficoltà burocratico-politiche. Le bombe B61 per la Luftwaffe sono americane e gli USA possono utilizzare il diniego alla certificazione come strumento per imporre l'adozione di velivoli americani. Ci sarebbero poi dei tempi tecnici di alcuni anni (da 3 a 5, secondo il Pentagono), e costi. In ogni caso per la certificazione i Typhoon dovrebbero essere sottoposti a ispezioni tecniche da parte dei tecnici Usa, che ne potrebbero carpire segreti tecnologici. Il generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggiore della Difesa, aveva lanciato un'opzione: che l’Italia acquistasse con finanziamenti tedeschi uno squadrone di F-35, da assemblare a Cameri, per cederli in lease back gratuito alla Germania, che coprirebbe tutti i costi affidando all’Aeronautica italiana la logistica. La Luftwaffe avrebbe potuto sostituire i propri Tornado, mantenendo la capacità promessa alla Nato di caricare a bordo armamenti nucleari, senza ledere l’intesa con la Francia. Nella base di Amendola potrebbe dunque essere gestita la manutenzione per tutti e, per volontà tedesca, anche inserire un loro nucleo di specialisti. Tale opzione non è stata considerata, almeno per ora. L'ultima novità è che la Luftwaffe vuole acquistare fino a 90 Eurofighter, 30 Super Hornet F / A-18E / F e 15 Growler EA-18G per sostituire il resto della sua flotta di aerei da combattimento Tornado. La Germania prevede di utilizzare il Super Hornet, realizzato dall'americana Boeing, per soddisfare un requisito della NATO per schierare aerei da combattimento in grado di rilasciare la bomba nucleare B61. I Growlers possono sostituire i Tornado che svolgono un ruolo di attacco elettronico. Tuttavia, solo l' F / A-18 Legacy, non il Super Hornet, è mai stato certificato per portare la B61. Ciò significa che il Super Hornet dovrà passare attraverso il processo di certificazione.  Il portavoce della Boeing Justin Gibbons ha assicurato che la società ha il supporto del governo degli Stati Uniti per l'integrazione futura. Nel 2017, il tenente generale Karl Muellner, allora capo dell'aeronautica tedesca, espresse una preferenza per l'F-35 di Lockheed Martin, ma in seguito fu licenziato per il suo schietto sostegno al jet americano e la Germania mise ufficialmente fuori l'F-35 della competizione dell'anno scorso. Ciò ha lasciato la corsa all'Eurofighter Typhoon o al Super Hornet F / A-18E / F di Boeing.  Tuttavia né Eurofighter né Super Hornet sono un sistema di attacco credibile per la B61 contro obiettivi russi a causa della vulnerabilità di entrambe le piattaforme alle moderne difese aeree russe. Anche l'F-35 non è ancora in grado di trasportare la B61, ma l'integrazione del caccia di attacco con la bomba è prevista come parte della fase di modernizzazione del Block 4 in corso del jet.  "Se si considera che il ruolo DCA [doppia capacità del velivolo] richieda l'effettiva credibilità operativa dalla Germania, l'unica scelta possibile è l'F-35A. Di tutti i potenziali aeromobili offerti, l'F-35A è l'unico che rappresenta una soluzione di rilascio B61 Mod 12 operativamente credibile.  I costi per prolungare la vita operativa dei Tornado tedeschi in luogo degli F 35 ammontano a quasi 9 miliardi di euro. In ambito parlamentare tale contestazione è partita dal Partito Liberale Democratico, critico nei confronti della scelta di escludere gli F-35. Come nota la Reuters, il ministero della Difesa non ha fornito dettagli sui costi che riguarderanno l’operatività dei Tornado fino al 2035, sebbene ci fosse stato su questo una specifica richiesta dei legislatori. Secondo alcune fonti del parlamento, raggiungerebbe circa 100 milioni di euro per velivolo, molto di più rispetto al costo per un F-35A, pari a 89 milioni di dollari, circa 80 milioni in euro, nell’ultimo lotto di produzione siglato da Lockheed Martin e Pentagono. Detto ciò non va però dimenticato che l'F 35 ha avuto notevoli ritardi e problemi tecnici, un abbandono considerevole (Turchia), dettato da vicende politiche, ed sorgono altre questioni di non poco conto, come l'attuale rivisitazione dei programmi delle portaerei americane (e non solo), e dell'ultimo documento programmatico dello US Marine Corp, tutti indirizzati verso una riduzione dell'uso di velivoli pilotati (quindi F 35). Di recente è stato comunicato che il contestato e costoso sistema ALIS di gestione della logistica del velivolo, verrà eliminato lasciando spazio a nuove tecnologie come l'I-Cloud. Attualmente il Ministero della Difesa tedesco ha reso noto che il parlamento ha approvato lo stanziamento di altri 500 milioni di euro per il bilancio del Bundeswehr (forze armate), dei quali oltre 300 milioni sono assegnati alla Luftwaffe. Sono stati approvati circa 240 milioni di euro per la digitalizzazione dei display head-up (HUD) e il rinnovo del computer di bordo dei velivoli Tornado, per restare in linea oltre il 2030. Chissà, forse ritengono di potersi procurare gli F 35 in futuro a costi più bassi di oggi, o di non doverne aver affatto più bisogno in futuro.
- La RAF sostituisce nel 2019 gli ultimi Tornado con Typhoon e Protector.
Il 9° Squadron è stato dotato di aerei da combattimento multiruolo Eurofighter Typhoon e 31° Squadron di velivoli teleguidati General Atomics MQ-9B Protector, versione per la RAF britannica dello SkyGuardian, a sua volta evoluzione dell’MQ9 Reaper. I circa 40 ultimi velivoli Tornado sono stati radiati ed i Typhoon che equipaggiano il 9° Squadron come il 12°, basati a Coningsby, sono quelli della Tranche 1 di cui era prevista la radiazione o la vendita ma che sono stati invece “risparmiati” dalla Strategic Defense and Security Review (SDSR) nel 2015. I Typhoon Tranche 1 verranno impiegati solo come caccia per operazioni aria-aria mentre le versioni più recenti dell’Eurofighter, Tranche 2 e Tranche 3, vengono utilizzati come multiruolo. La RAF ha ormai ricevuto i Typhoon ammodernati in base al Progetto Centurion con l’integrazione di bombe Paveway IV, missili Brimstone e Meteor e missili cruiser Storm Shadow, finora imbarcabili solo sui Tornado. La RAF utilizza 51 Typhoon Tranche 1, 67 Tranche 2 e di una decina Tranche 3, dei previsti 40.
- In Italia è stato chiuso il 50° stormo di Piacenza e tutti i Tornado sono stati spostati al 6° Stormo di Ghedi,  rimasto l’unico reparto di volo italiano ad essere equipaggiato con i velivoli Tornado sia IDS che IT- ECR;  inoltre sulla base bresciana sono stati trasferiti i velivoli ECR e il 155° Gruppo Volo “Le Pantere Nere”. Gli F-35 rimpiazzeranno tutti i Tornado italiani. LA «Dead Line» del 2025 è stata fissata dall’ultimo Documento programmatico pluriennale del Ministero della Difesa, considerando i ritardi del programma F35. Il Tornado dovrà sottoporsi a due programmi di aggiornamento. Il primo relativo all'ammodernamento strutturale, tecnologico ed operativo di “mezza vita” dei velivoli ed al mantenimento delle condizione operative. C’è poi un secondo programma che il documento della Difesa definisce di «Capacità aerea non convenzionale».
-I Tornado sauditi saranno in servizio fino al 2025 grazie alla RAF.
Riad ha acquistato in due tranche 120 Tornado inclusi 24 caccia della versione ADV.  Il ritiro degli ultimi Tornado GR.4 britannici consentirà a Riad di accedere a un ampio magazzino di pezzi di ricambio e probabilmente anche agli ultimi velivoli della RAF. Il Ministero della Difesa britannico sembra puntare a trasferire personale della RAF (o ex RAF) in Arabia Saudita per supportare le forze aeree del Paese arabo nel supporto logistico alla linea di Tornado. Londra ha fornito recentemente ampio appoggio alle Reali Forze Aeree Saudite anche nel conflitto in Yemen trasferendo a Riad moltissimi ordigni guidati Paveway per rifornire i depositi svuotati nel corso dei raid contro gli insorti sciti Houthi.
 
di Antonio Frate
 

Calvisi, sviluppo tecnologico e innovazione dei sistemi delle Forze Armate asset strategico per l’intero Sistema Paese

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“È fondamentale diffondere nel Paese una moderna cultura della Difesa spiegando, al tempo stesso, l’importanza della tecnologia e dell’innovazione applicata al mondo militare e le sue ricadute positive sulla società civile.” Lo ha dichiarato il Sottosegretario di Stato alla Difesa, Giulio Calvisi, intervenendo oggi al convegno organizzato dal Centro Studi Esercito, tenutosi presso il Segretariato Generale della Difesa. All’evento hanno partecipato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Farina, il Presidente del Centro Studi Esercito, Generale Stefanini, insieme a rappresentanti dell’industria, del mondo accademico e della ricerca. “Oggi siamo di fronte - ha continuato il Sottosegretario - a un grande elemento di novità sul piano culturale e nel dibattito politico: l’esigenza di un nuovo protagonismo dello Stato e di politiche pubbliche più incisive, non solo nell’ambito della Difesa, ma su un piano generale e strategico, che individui precisi obiettivi e priorità di investimento. Inoltre, emerge con chiarezza la necessità di assicurare adeguati livelli di finanziamento e di investimenti nel settore della Difesa e in particolar modo a favore dell’Esercito che negli ultimi anni sconta un non adeguato livello di finanziamento. Le Forze Armate – ha concluso Calvisi - svolgono un lavoro costante a tutela della pace e della sicurezza del nostro Paese. Un ruolo che, in un mondo dove esistono molteplici focolai di tensione, deve essere rafforzato e reso sempre più adeguato ed efficiente. Ecco perché dobbiamo investire nella ricerca e dobbiamo sviluppare tutte quelle tecnologie e quelle capacità industriali strategiche, che ci consentono di essere competitivi in uno scenario globale”. 
 
fonte Ministero della Difesa
 

Nuove commesse per l'industria della difesa made in Italy

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Tra dicembre e gennaio si sono avute una lunga serie di novità nel settore dell'industria della Difesa. Ecco le principali:
1) Il 18 dicembre Terramr ha sottoscritto un contratto con la Difesa italiana per la fornitura di 150 autocarri 4x4, 6x6 e 8x8 ad elevata mobilità del tipo ACTL, con finanziamento del Mise.
2) Con una nota ufficiale di Iveco Defence Vehicles è stata diramata l'8 gennaio la notizia della consegna del primo lotto di autocarri ASTRA ACTL all’Esercito della Romania,  lotto che conta 942 camion su 2.900 previsti. Le passate forniture del 2015 contavano 57 autocarri e successivamente altri 173 nel 2017. E' notevole considerare che il Romanian Ministry of National Defence abbia scelto ancora una volta il prodotto italiano. La consegna verrà completata in quattro anni e riguarda anch'essa piattaforme a due, tre e quattro assi in varianti logistiche, con ben 16 sottovarianti di cui un terzo con cabina di guida blindata. Tra gli allestimenti si individua il CITIS Central Tire Infllation System,  (regolazione dal posto guida della pressione dei pneumatici), luci oscuranti, argani di traino speciali così come gli assali. Prevista, secondo le fonti, una inedita doppia alimentazione oltre alla ovvia compatibilità di aviotrasporto su C130 standard Nato. 
3) La U.S. Navy ha assegnato al consorzio guidato da Lockheed Martin, del quale fa parte Fincantieri Marinette Marine (FMM), un ordine plurimiliardario per la costruzione di quattro unità Multi-Mission Surface Combatants (MMSC) destinate al regno dell’Arabia Saudita, nell’ambito del programma Foreign Military Sales del Paese. Fincantieri costruirà  le imbarcazioni presso il suo stabilimento di Marinette, Wisconsin. Il contratto vale circa 1,3 miliardi di dollari. Le unità Multi-Mission Surface Combatants si distingueranno per essere altamente manovrabili, condividendo il monoscafo delle Littoral Combat Ship (LCS), classe Freedom, realizzate dallo stesso consorzio per la U.S. Navy (finora sono state consegnate 9 unità e altre 7 sono già in diversi stadi di costruzione), accreditate di 5.000 miglia nautiche di autonomia  e velocità di oltre 30 nodi.
4) AgustaWestland Philadelphia Corp., controllata di Leonardo S.P.A., il 14 gennaio si è aggiudicata il contratto per la produzione e la consegna di 32 elicotteri TH-73A, del valore di 176.472.608 USD, per la US Navy,  presso il Dipartimento della Difesa USA unitamente a un pacchetto di ricambi, supporto ed equipaggiamento dedicato oltre all'addestramento per piloti e tecnici addetti alla manutenzione. Il velivolo è basato sulla customizzazione dell’AW-119, dotato di pattini e una sola turbina da 1000 cavalli-spinta, e ha  battuto la concorrenza di Bell ed Airbus. Sostituisce i vetusti TH-57 Sea Ranger. Sarà destinato all'addestramento dei piloti, sia di elicotteri che di tilt-rotor della Marina, del Corpo dei Marines e della Guardia Costiera. Questo contratto, aggiudicato a seguito di gara, è coperto con fondi del Fiscal Year 2020 della Marina. Le attività produttive saranno principalmente eseguite presso lo stabilimento Leonardo di Philadelphia e saranno portate a termine nell’ottobre 2021. Dopo il successo per l'MH139 dell'USAF, di cui recentemente è stata fatta la prima consegna, la presenza quasi quarantennale di Agusta Westland-Leonardo in Pennsylvania da ottimi risultati.
5) L’Esercito Italiano ha stipulato diversi contratti dei programmi di ammodernamento ed approvvigionamento presso la sede del Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti. La notizia è stata diffusa il 13 gennaio dallo Stato Maggiore dell’Esercito. Le forniture prevedono:
a) “Il contratto per l’acquisizione di ulteriori 20.000 Sistemi Individuali per il Combattimento (SIC) sottoscritto dal Direttore degli Armamenti Terrestri, Tenente Generale dell’Esercito Francesco Castrataro e dal Direttore Commerciale del “Consorzio Sistema Soldato Sicuro” Paolo Fabbricante, che prevede come consorziate la Società Leonardo S.p.a. e la Fabbrica di Armi Pietro Beretta S.p.A.. Tale obiettivo è stato raggiunto con anni di studi, sviluppi e sperimentazioni condotti nel Programma Soldato Futuro (ora “Soldato Sicuro”) dall’Esercito Italiano. L’acquisizione del sistema incrementa la precisione operativa e la sopravvivenza del soldato italiano grazie ai nuovi equipaggiamenti. I principali materiali inclusi per la "sopravvivenza" sono il vestiario antifiamma, adatto a climi rigidi e allestito con specifici accessori; la "protezione" è affidata al giubbetto antiproiettile (PBI -G12 IT), elmetto balistico con relativi adattatori; la "precisione dell'ingaggio" prevede fucile d'assalto ARX 160A3 in calibro 5,56x45 mm, fucile per il marksman ARX 200 calibro 7,62x51 mm, finalmente il debutto militare per la moderna pistola APX in calibro 9x19 mm, la recentissima pistola mitragliatrice PMX in calibro 9x19 mm (che ha debuttato in Italia con il dispiegamento c/ alcuni reparti selezionati dei Carabinieri), il fucile di precisione VICTRIX mod. SCORPIO .338 LAPUA MAGNUM, il lanciagranate da fucile GLX-160 da 40 mm e ottiche di puntamento. Per il "comando e controllo" si ha una radio SDR HH EVO completa di cuffia SDR H149, un sistema di ricarica di emergenza, auricolari e accessori (antenne, cavo dati), mentre per la mobilità notturna si prevede visore notturno individuale a intensificazione di luce, camera termica per arma individuale e camera termica a lungo raggio.
b) L'approvvigionato di ulteriori 126 lanciatori controcarro SPIKE con 800 missili per medie e lunghe gittate di nuova generazione che entreranno in servizio a partire dal 2021. Sono utilizzabili sia da terra che da bordo dei veicoli, e consentono l’ingaggio di mezzi protetti da corazzature reattive e sistemi attivi antimissile. Il sistema è impiegabile in tutto lo spettro delle operazioni militari, in qualunque condizione metereologica, inclusi ambienti contaminati NBC o in presenza di disturbi elettromagnetici.
c)  Viene ampliato il parco di VBM 8×8 “Freccia” digitalizzati, con ulteriori 30 unità, 25 dei quali in versione controcarro, ed opzione per successive 11. Si sta procedendo all’adeguamento del prodotto prevedendo una nuova configurazione che vedrà un incremento delle proprie capacità in termini di protezione, in particolare dalle insidie degli ordigni esplosivi improvvisati, con miglioramento della mobilità e alla potenza di fuoco, con l'installazione della torretta con arma da 30 mm, controllata in remoto dall’equipaggio.
d) Si procede speditamente nel programma Light Utility Helicopter LUH  finalizzato a sostituire e razionalizzare la flotta degli Elicotteri da Supporto al Combattimento della Forza Armata, mediante l’acquisizione di un’unica piattaforma, evoluta versione militare dell’elicottero AW 169, in grado di assolvere tutti i compiti delle precedenti linee volo (si pensa a AB 205 e AB 412). L'elicottero di nuova concezione sarà fornito, inizialmente, in alcuni esemplari in versione basica per le esigenze addestrative degli equipaggi di volo e, in seguito, nella versione ‘‘Multiruolo Avanzato’’. La piattaforma, caratterizzata da standard tecnologici ed avionici all’avanguardia, permetterà di essere impiegata sia in Patria sia all'estero.
e) E' iniziata la prima fase di sviluppo del missile CAMM ER (Common Antiair Modular Missile Extended Range), per l'artiglieria contraerei, nuovo strumento efficace contro minacce aeree fino a 40 Km. Il CAMM ER consiste in un missile monostadio ad “homing attivo” , supersonico, impiegabile in ogni condizione atmosferica ed anche in ambiente fortemente disturbato da fonti elettromagnetiche. Il CAMM ER costituirà il munizionamento del sistema d’arma controaerei a “corta portata” GRIFO per l’Esercito, in sostituzione dello SKYGUARD che terminerà la vita tecnica nel 2021. L’avvio di questi programmi assicura notevoli ricadute dal punto di vista occupazionale presso gli stabilimenti di produzione sul territorio nazionale delle aziende consorziate e dei subfornitori.
 
di Antonio Frate
 

La Difesa dell'Iran (seconda parte)

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Artiglieria contraerea:
Gli spinoff iraniani iniziali sono spesso cloni diretti. Ma nell'ultimo decennio hanno presentano miglioramenti significativi tra cui una maggiore portata, sistemi di controllo del fuoco digitale e sistemi di controllo del fuoco elettro-ottici che forniscono un backup a corto raggio se i loro radar sono inceppati. Probabilmente, il modo più semplice per comprendere i vari SAM iraniani consiste nell'identificare da quale sistema SAM straniero si sono evoluti e a quale sistema di difesa aerea a strati appartengono. La questione complicata è che l'Iran tende a usare un nome per il missile e uno diverso per il sistema di radar e lanciatori che lanciano il missile. Inoltre, i sistemi di lancio più moderni dell'Iran tendono ad essere progettati per lanciare più tipi di missili. I SAM a lungo raggio possono rintracciare le minacce da lunghe distanze, minacciare velivoli non agili a oltre cento miglia di distanza e ad alta quota e potenzialmente abbattere missili balistici. L'S-300PMU-2 con guida radar mobile su strada è stato il principale sistema di difesa aerea della Russia fino a quando non è stato sostituito dall'S-400. Può ingaggiare fino a trentasei aeromobili contemporaneamente fino a 120 miglia di distanza usando vari missili a lungo e medio raggio. L'Iran nel 2007 hanno ordinato cinque batterie di S-300PMU1, ma le sanzioni hanno costretto il pres. Medvedev ad annullere la consegna nel 2010, sebbene l'Iran sia riuscito ad acquisire un radar e componenti 30N6. Nel 2011, Teheran ha annunciato che avrebbe prodotto il suo "proprio" S-300, il Bavar-373, che utilizza i missili Say’yad-3 o 4 derivati dal missile standard americano. Il Bavar 373 presumibilmente ha un'autonomia di 155 miglia. 
Nel 2015, la Russia ha anche consegnato quattro batterie S-300PMU2 a seguito dell'adesione dell'Iran all'accordo nucleare JCPOA, attualmente dispiegato a Teheran, Isfahan e Bushehr. L'Iran ha trenta sistemi missilistici S-200 Vega-E (SA-5) di epoca sovietica su lanciatori fissi pesanti dispiegati a Teheran, Bandar Abbas, Hamadan ed Esfahan. Sebbene datati, hanno un'autonomia di 150 miglia e una velocità massima vertiginosa di Mach 6, e sono stati modernizzati secondo gli standard Fajr-8 e Gareh con elettronic, stato solido e portata estesa. Per la difesa a medio raggio, il missile standard, il RIM-66 SM-1MR era un sistema missilistico terra-aria lanciato di medio raggio installato sulle navi da guerra della Marina degli Stati Uniti a partire dalla fine degli anni '60, con un raggio di ventidue miglia, venduti dagli Stati Uniti alla Marina iraniana prima della Rivoluzione. Nel 2013, l'Iran ha svelato il Sayyad-2 ("Hunter"), che è visibilmente evoluto dall'SM-1, e molto veloce con una velocità massima di Mach 4.5 e un raggio di quarantasei miglia. Può essere sparato dai sistemi mobili di difesa Talaash ("Endeavour") e Khordad-15, che possono attaccare sei bersagli contemporaneamente. Quest'ultimo ha abbattuto un drone statunitense RQ-4N a giugno 2019 usando un Sayyad-2C.
Il modello Sayyad-3 più grande e più lungo raggio ha un'autonomia di settantacinque miglia ed è integrato su entrambi i lanciatori Khordad 15 e S-200. Il missile Hawk a guida radar fu il primo grande sistema SAM americano (usato anche dall'Italia). Il modello MIM-23B ha una portata massima di circa 25 miglia e i missili viaggiano a una velocità di Mach 2.4 Gli Stati Uniti hanno venduto numerosi MIM-23B all'Iran, utilizzati come principale missile di difesa aerea dell'Iran durante la guerra Iran-Iraq. L'Iran ha inizialmente sviluppato un clone di missili Hawk, lo Shahin ("Falcon") seguito dal Shalamche migliorato con velocità aumentata a Mach 3. Nel 2010 l'Iran ha debuttato con un nuovo sistema di lancio a tripla rotaia chiamato Mersad che può integrare più radar, impegnare due obiettivi contemporaneamente, ha un raggio di sorveglianza massimo di novantatre miglia e un backup elettro-ottico a corto raggio. L'Iran ha anche sviluppato una variante semovente di Ghader. L'Iran ha circa 120 Hawk e Mersadi.
L'S-75 sovietico (nome in codice NATO SA-2) fu il primo SAM usato in combattimento. La batteria dirige i missili V-750 che viaggiano fino a 3,5 volte la velocità del suono tramite radiocomando per chiudersi con un aereo fino a ventotto miglia di distanza. lla Cina ha retroingegnerizzato l'S-75 in HQ-1 e HQ-2 e l'Iran ha acquisito 14 lanciatori HQ-2J.
Il Sayyad-1A fortemente modernizzato presenta una portata estesa (50–60 miglia) e un nuovo cercatore a infrarossi.
Il 2K12E Kub / Klvadrat, denominato in codice SA-6, è un sistema SAM cingolato sovietico che monta tre missili su ciascun lanciatore cingolato con un raggio di 15 miglia e fino a altitudini medio-alte. Un veicolo comando è dotato di radar che guida i missili tramite comando radio. L'Iran ha importato cinquanta 2K12E negli anni '90. Il Ra’ad-1 ("Thunder") SAM è una variante montata su camion domestica che integra un radar e un sensore elettro-ottico. Il successore russo del 2K12, il 9K37 Buk è in grado di impegnarsi a corto-medio raggio su bersagli tra le 2 e le 30 miglia di distanza e fino ad alta quota. Non è chiaro come l'Iran li abbia ottenuti (potrebbero essere di fabbricazione domestica).
Per la difesa a corto raggio, i sistemi di difesa aerea proteggono le truppe in prima linea e le basi critiche contro elicotteri, droni e aerei da attacco a bassa quota (meno di 20.000 piedi) e potenzialmente missili da crociera. Tuttavia, non possono intercettare getti di munizioni guidate con precisione. Il SAM a corto raggio Crotale è un sistema francese con guida radar degli anni '70, installato su veicoli terrestri e navi. Nel 1979 la Cina ha importato alcuni Crotales per una "valutazione" - e negli anni '80 li aveva decodificati in un SAM chiamato HQ-7 (FM-80). Nel 2002, l'Iran ha dimostrato di aver reingegnerizzato l'HQ-7 nello Shahab Thaqeb. Poi, nel 2013, è entrato nel sistema di difesa aerea a corto raggio Ya Zahra e nella variante semovente Herz-9 ("Protector"). L'Igla 9K38  è un sistema di difesa antiaerea portatile (MANPADS) russo a spalla, che utilizza missili a ricerca di calore. La Cina ha sviluppato una copia dell'Igla chiamata QW-1 che l'Iran ha successivamente importato. Il Misagh-1 è un clone diretto del QW-1. Misagh-2 è un modello migliorato con una gamma estesa a 3 miglia. L'Iran ha anche la vettura fuoristrada Soheil, che monta quattro Misagh-2. L'Iran ha oltre 3.000 QW-1 e Misaghs. Sono in dotazione sistemi semoventi Rapier a guida ottica degli anni '70 britannici con un raggio di 5 miglia. Nel 2007, l'Iran ha acquistato dalla Russia ventinove sistemi missilistici semoventi Tor-M1. Teheran schiera anche il missile anti-elicottero Qaem a guida laser, derivato dal missile anticarro americano TOW. Il paese possiede anche grandi quantità di artiglieria antiaerea che vanno dai cannoni della Guerra Fredda da 23 millimetri e dai cannoni KS-19 da 100 millimetri ai cannoni autoctoni a difesa stretta.
 
Armi di distruzione di massa iraniane
Armi nucleari:
L'Iran ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare, ma il governo di Israele, basandosi su informazioni dei suoi servizi segreti, ha affermato che l'Iran sta sviluppando armi nucleari. L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica delle Nazioni Unite, nel suo rapporto del febbraio 2006 sul programma nucleare iraniano, affermò che non aveva evidenza di questo. Nel 2007 gli Stati Uniti d'America rilasciarono un rapporto dell'intelligence che affermava che la Repubblica Islamica dell'Iran non stava sviluppando un ordigno a detonazione nucleare. Nel luglio del 2008, il leader delle guardie rivoluzionarie Mohammad Ali Jafari, affermò che avrebbero vendicato qualsiasi attacco contro le installazioni nucleari iraniane con la chiusura dello Stretto di Hormuz, attraverso il quale passa più del 20% del petrolio prodotto nel mondo. Affermò che le sue forze avrebbero usato “tattiche da blitzkrieg” nel Golfo Persico, se l'Iran venisse attaccato. Attualmente l'Iran possiede impianti (da lungo tempo noti) per l'arricchimento dell'Uranio nei pressi di Natanz, ed altri recentemente scoperti nei pressi di una montagna vicina a Qom. Non è mai stata riscontrata traccia di uranio arricchito oltre il 5%, fatto che rende assai poco probabile l'utilizzo di questo elemento per armi come la bomba sporca. Questo uranio (al 5%) potrà essere utilizzato in un reattore nucleare a fissione, e soltanto dopo qualche anno, con processi di separazione chimica, si potrà estrarre il plutonio da esso trasmutato, per fabbricare vere bombe nucleari; comunque, in quei centri dell'Iran dove gli impianti di centrifugazione dell'esafluoruro di uranio sono attivamente ispezionati, si può escludere che essi vengano usati per costruire una bomba. Nel 2015, il governo degli Stati Uniti sotto il presidente Obama ha stimato che l'Iran aveva bisogno solo di due o tre mesi per produrre abbastanza materiale nucleare per fabbricare un'arma. L'accordo nucleare quell'anno tra Teheran e sei potenze mondiali - da cui il presidente Trump si è ritirato nel 2018 - ha introdotto limiti e controlli internazionali sulle attività nucleari dell'Iran. Ha mirato a rendere più difficile e dispendioso il tempo per sviluppare materiale di qualità per armi. A seguito dell'uccisione del generale Soleimani da parte delle forze statunitensi, l'Iran ha affermato che non sarà vincolato da queste restrizioni. Ma afferma anche che continuerà a cooperare con il l'Agenzia del controllo nucleare delle Nazioni Unite, l'AIEA.
 
Armi chimiche:
Nel 1997 l'Iran ratifica la Convenzione Internazionale sulle armi chimiche. Sia le truppe iraniane che i civili lamentarono migliaia di decessi a causa delle armi chimiche utilizzate dall'Iraq di Saddam Hussein durante la Guerra Iran-Iraq del 1980-88. Come risultato, l'Iran ha manifestato pubblicamente la sua opposizione contro l'uso di armi chimiche, facendo numerosi commenti al vetriolo contro Hussein ed i suoi sostenitori americani dell'epoca, illustrando in molti convegni internazionali l'ampio utilizzo da parte dell'Iraq di queste armi.  Ancora oggi, più di 18 anni dopo la fine della guerra con l'Iraq, circa 30.000 iraniani stanno soffrendo e morendo a causa dei danni causati dalle armi chimiche usate dall'Iraq. La necessità di gestire la terapia di un così gran numero di vittime ha reso gli specialisti medici iraniani all'avanguardia nello sviluppo di regimi terapeutici efficaci per le vittime di armi chimiche, particolarmente per quelli affetti da lesioni causate dall'esposizione a gas mostarda. 
 
Armi biologiche:
Nel 1973 l'Iran ratificava la Convenzione Internazionale sulle armi biologiche. Nonostante questo, l'Iran possiede avanzati programmi di ricerca microbiologici e di ingegneria genetica che servono a sostenere un'industria in grado di produrre vaccini di buona qualità che vengono utilizzati sia all'interno del paese che esportati all'estero, producendo ulteriori risorse.
 
I Droni:
Gli Stati Uniti hanno accusato l'Iran di fornire ai ribelli Houthi veicoli aerei senza pilota. Nonostante anni di sanzioni, l'Iran è stato anche in grado di sviluppare capacità di droni. Nel 2006 uno UAV iraniano riuscì ad individuare e ad inseguire la portaerei americana USS Ronald Reagan per 25 minuti, senza essere rilevato, ritornando poi indenne alla sua base.  In Iraq, i droni iraniani sono stati utilizzati dal 2016 nella lotta contro l'IS. L'Iran è anche entrato nello spazio aereo israeliano con droni armati gestiti dalle basi in Siria.Nel giugno 2019, l'Iran ha abbattuto un drone di sorveglianza degli Stati Uniti, sostenendo di aver violato lo spazio aereo iraniano sullo Stretto di Hormuz. L'altro aspetto del programma iraniano sui droni è la sua volontà di vendere o trasferire la sua tecnologia di droni ai suoi alleati e delegati nella regione, afferma Jonathan Marcus, corrispondente diplomatico e della difesa della BBC. Nel 2019, gli attacchi di droni e missili hanno danneggiato due importanti strutture petrolifere saudite. Sia gli Stati Uniti che l'Arabia Saudita collegarono questi attacchi all'Iran, anche se Teheran negò qualsiasi coinvolgimento e indicò una rivendicazione di responsabilità da parte dei ribelli nello Yemen.
 
Cyber Command:
A seguito di un grave attacco informatico nel 2010 alle strutture nucleari iraniane, l'Iran ha intensificato le proprie capacità nello spazio cibernetico. Si ritiene che l'Islamic Revolutionary Guards Corps (IRGC) abbia un proprio cyber-comando, che lavora allo spionaggio commerciale e militare. Nel 2012, i funzionari statunitensi hanno incolpato l'Iran per una serie di attacchi informatici alle banche statunitensi intesi a interrompere il traffico verso i loro siti web. Un rapporto militare degli Stati Uniti nel 2019 afferma che l'Iran aveva anche preso di mira compagnie aerospaziali, appaltatori della difesa, società energetiche e di risorse naturali e società di telecomunicazioni per operazioni di cyber spionaggio in tutto il mondo. Sempre nel 2019, Microsoft ha dichiarato che un gruppo di hacker che "proviene dall'Iran ed è collegato al governo iraniano" ha preso di mira una campagna presidenziale degli Stati Uniti e ha cercato di entrare nei conti dei funzionari del governo americano. L'altro aspetto del programma iraniano sui droni è la sua volontà di vendere o trasferire la sua tecnologia di droni ai suoi alleati e delegati nella regione, afferma Jonathan Marcus, corrispondente diplomatico e della difesa della BBC.
 
Conclusioni:
L'Iran non ha mai lanciato una guerra di aggressione nella storia moderna, ed i suoi leader formalmente aderiscono ad una dottrina che prescrive "no alla guerra preventiva." Gli stanziamenti militari pro-capite del paese sono i minori nella regione del Golfo Persico, ad eccezione degli Emirati Arabi Uniti. Raggruppate insieme, le difese aeree dell'Iran forniscono a Teheran un certo grado di deterrenza perché aumentano le difficoltà, le spese e il tempo necessari per lanciare attacchi aerei contro l'Iran, in particolare da attori regionali. Esse rappresentano una minaccia per i caccia non stealth a meno che non vengano soppressi e possono negare lo spazio aereo del Golfo Persico e dell'Iran a velivoli meno agili come il drone RQ-4N abbattuto a giugno 2019. Tuttavia, i SAM iraniani non fermeranno una campagna aerea concentrata da una potenza in grado di raccogliere una combinazione di missili a distanza, guerra elettronica e aerei invisibili. Queste hanno storicamente smantellato sistematicamente le reti di difesa aerea in Iraq, Libano e Libia. Oggi la grande rete di difesa aerea della Siria si sta dimostrando inefficace nel prevenire attacchi aerei israeliani, nonostante un'iniezione di SAM russi relativamente moderni. Tuttavia solo perché una minaccia può essere sconfitta non significa che sia necessariamente saggio farlo.
 
di Antonio Frate
 

La Difesa dell'Iran (prima parte)

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La Difesa dell'Iran include le forze armate, le Guardie della Rivoluzione Islamica e le forze di polizia. 
 
Forze armate:
Le forze armate iraniane sono composte da quattro branche, stimate in 820.000 effettivi: l'Esercito della Repubblica Islamica dell'Iran, con 650.000 soldati; la Marina militare della Repubblica islamica dell'Iran con 70.000 marinai e portuali; la Forza Aerea della Repubblica Islamica dell'Iran (IRIAF) con 100.000 tra aviatori e avieri; la branca della Difesa Aerea della Repubblica Islamica dell'Iran (IRIAD), recentemente costituita e derivata dalla IRIAF.
 
Guardiani della Rivoluzione Islamica:
Il Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, noto anche come Pasdaran o Guardiani della Rivoluzione, di circa 150.000 unità combattenti, divise in cinque branche: Esercito dei Guardiani della Rivoluzione Islamica; Marina dei Guardiani della Rivoluzione Islamica; Aeronautica dei Guardiani della Rivoluzione Islamica; Forze Quds o Forze di Gerusalemme (forze speciali); i Basij.
 
La Forza Quds:
La Forza Quds, già guidata dal generale Soleimani, conduce operazioni segrete all'estero per l'IRGC e riferisce direttamente al leader supremo dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei. Si stima forte di circa 5.000 unità. L'unità è stata schierata in Siria, dove ha consigliato militari fedeli al presidente siriano Bashar al-Assad e ha armato le milizie sciite che combattevano con loro. In Iraq, ha sostenuto una forza paramilitare dominata dagli sciiti che ha contribuito alla sconfitta del gruppo dello Stato islamico. Tuttavia, gli Stati Uniti affermano che la forza Quds abbia un ruolo più ampio fornendo finanziamenti, addestramento, armi e attrezzature alle organizzazioni che Washington ha designato come gruppi terroristici in Medio Oriente. Questi includono il movimento Hezbollah in Libano e la Jihad islamica palestinese.
 
Basij:
I Basij costituiscono una forza paramilitare composta da volontari, controllata dalle Guardie della Rivoluzione Islamica. L'entità numerica, l'addestramento, e la motivazione di queste forze non sono chiari. Secondo le fonti iraniane è composta da 12,6 milioni di persone, incluse donne, tra questi attorno a 3 milioni sarebbero da considerare abili al combattimento. 
 
L'industria della Difesa: 
Buona parte degli armamenti iraniani sono stati importati dagli Stati Uniti e dall'Europa prima della Rivoluzione iraniana del 1979. Tra il 1971 e il 1975, lo Shah intraprese una sostenuta campagna di acquisti, ordinando armamenti per circa 8 miliardi di dollari dell'epoca soltanto dagli Stati Uniti. Questo mise in allerta il Congresso degli Stati Uniti, che nel 1976 rese più stretta una legge del 1968 che vincolava le esportazioni di armi, rinominandola "Arms Export Control Act". Gli USA continuarono a vendere enormi quantitativi di armi all'Iran, fino al 1979.  Dopo la rivoluzione islamica, l'Iran rimase fortemente isolato e in carenza di esperienza tecnologica. A causa delle sanzioni economiche e dell'embargo d'armi esercitato dagli Stati Uniti e dalla NATO, l'Iran dovette ricorrere alla propria industria per costruire armamenti e parti di ricambio (molti di fabbricazione americana) dato che vi erano pochi paesi disposti a commerciare con l'Iran. Al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica venne dato l'incarico di creare quello che oggi è la Industria Militare Iraniana. Sotto il loro comando l'industria militare iraniana si espanse enormemente, ed assieme agli enormi stanziamenti del Ministero della difesa iraniano versati all'industria missilistica, l'Iran presto accumulerà un vasto arsenale di missili. Nel 1973 furono costituite le Iran Electronics Industries (IEI). La compagnia venne stabilita nel tentativo di organizzare per la prima volta l'assemblaggio, aggiornamento e riparazione delle armi importate. La Sasadjah (Sazemane Sanaye Defa) iraniana è stata la prima struttura islamica ad aver intrapreso passi nel costituire un'industria militare autonoma servendosi di reingegnerizzazione applicata alle armi sovietiche come i razzi anticarro RPG-7, le katiuscia BM-21 "Grad", e i missili antiaerei portatili "Strela" già nel lontano 1979.  Dal 1992, l'Iran ha cominciato a produrre i propri tank, APC, sistemi radar, missili guidati, sottomarini, navi e velivoli da combattimento. Molti sostengono che durante gli anni novanta Israele abbia venduto all'Iran parti di ricambio di F-14 Tomcat, di altri aerei (F-4 Phantom) e altri tipi di armi. Molti missili sono stati costruiti in Iran con l'aiuto di ditte e ingegneri russi e nordcoreani, ed una varietà di velivoli robotici UAV da spionaggio. I problemi e le sanzioni economiche hanno ostacolato le importazioni di armi iraniane, che sono relativamente piccole rispetto a quelle di altri paesi della regione. Il valore delle importazioni della difesa iraniana tra il 2009 e il 2018 era equivalente a solo il 3,5% delle importazioni dell'Arabia Saudita nello stesso periodo, secondo l'Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma. La maggior parte delle importazioni iraniane proviene dalla Russia e il resto dalla Cina.
 
Capacità missilistica:
Le capacità missilistiche dell'Iran sono una parte fondamentale della sua abilità militare. L'Iran ha lanciato più di una dozzina di missili in due basi in Iraq che ospitano forze statunitensi. I rivali regionali come Israele e Arabia Saudita, insieme a Stati Uniti e Regno Unito, dispongono della tecnologia per eseguire attacchi aerei di precisione. Un rapporto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti descrive le forze missilistiche del paese come le più grandi del Medio Oriente, comprendendo principalmente missili a corto e medio raggio. Non è possibile fornire cifre precise, ma il Centro per gli studi strategici e internazionali con sede negli Stati Uniti afferma che l'Iran ha migliaia di missili di oltre una dozzina di tipi diversi. Il missile Qiam-1, ad esempio, è stato ampiamente prodotto dal 2011, ha un'autonomia di 700 km e un carico utile di 750 kg. È stato utilizzato dall'Iran contro i combattenti dell'IS nel giugno 2017. Le varianti del missile balistico a portata intermedia Shahab-3 hanno un carico utile di oltre 750 kg e una portata verso l'alto di 1.500 km. L'Iran ha fino a 50 lanciatori di missili balistici a medio raggio e fino a 100 lanciatori di missili balistici a corto raggio, secondo l'Istituto internazionale di studi strategici con sede nel Regno Unito. L'Iran sta inoltre testando la tecnologia spaziale per consentirle di sviluppare missili intercontinentali a più lungo raggio. Il 2 novembre del 2006, l'Iran iniziò una serie di esercitazioni militari, durate 10 giorni, che culminarono col lancio di molti missili senza testata di guerra. La televisione di stato iraniana riferì il lancio di dozzine di missili che includevano i Shahab-2, Shahab-3 e Ghadr-110. I missili percorsero traiettorie da 300 km fino a 1 300 km. Esperti iraniani hanno apportato alcune modifiche ai missili Shahab-3, installando testate a grappolo con la capacità di portare 1.400 submunizioni. Questi lanci vennero eseguiti poco dopo gli esercizi militari eseguiti nel Golfo Persico dagli Stati Uniti ed i suoi alleati il 30 ottobre del 2006, che avevano uno scopo addestrativo per bloccare  qualsiasi arma di distruzione di massa. Alcuni analisti pensano che l'Iran abbia iniziato lo sviluppo di un progetto per missili ICBM/IRBM, noto come Shahab-4 con una gittata di 3000 km; il programma avviene in parallelo con lo sviluppo di un lanciatore satellitare noto come IRIS.  Il programma missilistico a lungo raggio è stato sospeso dall'Iran in seguito all'accordo nucleare del 2015, secondo il Royal United Services Institute (Rusi), ma questo potrebbe ora riprendere a causa dell'incertezza che circonda quell'accordo. In ogni caso molti obiettivi in Arabia Saudita e nel Golfo e probabilmente anche in Israele si troverebbero nel raggio d'azione degli attuali missili iraniani a corto e medio raggio.
 
di Antonio Frate

Pensionamento per il Prowler, era stato l'aereo della strage del Cermis

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Il 9 marzo in una cerimonia a Cherry Point si celebrerà il pensionamento dell'EA 6B Prowler. Tale velivolo, in forza allo USMC e US Navy, rimarrà tristemente famoso in Italia in quanto fu proprio uno di questi velivoli che impattò contro il cavo della funivia del Cermis, nelle Alpi, il 3 febbraio 1998, provocando la caduta di una cabina e la morte di 19 persone, di varia nazionalità, tra turisti passeggeri e il manovratore. Furono sottoposti a processo 4 militari dello US Marine Corp e la giustizia militare americana prosciolse il capitano Richard J. Ashby, pilota dell'aereo e il suo navigatore, dalle accuse di omicidio involontario e per negligenza (secondo l'ordinamento statunitense). In seguito furono riconosciuti colpevoli di ostruzione alla giustizia e condotta inadatta a un ufficiale per aver distrutto il nastro video registrato sull'aereo. Il velivolo, in servizio sin dai tempi del Vietnam, ha ricoperto l'importante ruolo di disturbatore elettronico, (EW, Electronic Warfare), la missione del Prowler è sempre stata quella di respingere, degradare e distruggere l'uso dello spettro elettromagnetico da parte del nemico. Tale funzione verrà in futuro svolta da diversi velivoli. Sebbene gli Stati Uniti tramite Marine Corps e Navy abbiano gradualmente messo fuori servizio il Prowler dal 2009, il suo graduale ritiro ha visto il carico di lavoro più pesante che mai. Quando il presunto Stato Islamico devastò l'Iraq nel 2014, gli EA-6B del VMAQ-2 e VMAQ-3 "Moon Dogs" volarono da Al Udeid e VAQ-134 "Garudas" a bordo della portaerei USS George H.W, che fu tra le prime unità a rispondere all'emergenza. Oltre alle missioni in corso sull'Iraq, i Prowlers sono volati in Siria per l'operazione Inherent Resolve. Nonostante la loro età, gli EA-6B sono stati importanti nella guerra aerea contro Daesh: hanno captato segnali radio "nemici" e hanno bloccato quelle frequenze per impedire ai terroristi di comunicare tra loro alla radio o al cellulare, o utilizzare trasmettitori portatili per attivare gli IED (Improvised Explosive Devices). Sebbene la Marina fosse il suo più grande operatore, il Prowler, nacque dalla necessità dei Marines di un aereo EW dedicato. Basato sulla struttura preesistente dell'Intruder A-6, Grumman (che si unì a Northrop nel 1994) sviluppò l'Intruder elettronico EA-6A negli anni '60 come soluzione temporanea fino a quando l'EA-6B entrò in servizio. Inoltre la Marina l'ha scelto per rimpiazzare anche i suoi vecchi EKA-3B Skywarrior EW. Il Prowler fece il suo debutto in Marina nel 1971 e svolse missioni sul Vietnam, mentre i Marines cambiarono gli EA-6A biposto con l'EA-6B a quattro posti nello stesso decennio. Da allora ha partecipato a tutte le principali operazioni militari statunitensi all'estero.  170 aeromobili furono prodotti fino al 1991. Per oltre quarant'anni, il Prowler è stato "in prima linea nella guerra militare elettronica che consente missioni di combattimento aereo di alto profilo". La missione principale del velivolo era di sostenere gli attacchi di attacco di terra distruggendo l'attività elettromagnetica del nemico e, come missione secondaria, di raccogliere l'intelligenza elettronica tattica all'interno di una zona di combattimento e, se necessario, attaccando i siti radar nemici con missili HARM. Il Prowler era quasi sei piedi più lungo e 5.000 libbre più pesante dell'Intruder. Era spinto da due motori turbojet Pratt & Whitney J52-P408A, (a differenza di altri velivoli della sua categoria dotati di turbofan) che gli consentivano di volare a velocità subsoniche fino a 566 nodi. Nel corso dei decenni i Prowlers sono stati regolarmente aggiornati attraverso programmi denominati Expanded Capability (EXCAP) e Improved Capability (ICAP). La modifica più consequenziale fu forse la capacità di sparare i missili anti-radiazioni ad alta velocità AGM-88 (HARM), che fu introdotta nel 1986 nella variante ICAP II Block 86. Ciò ha trasformato l'EA-6B in una piattaforma di soppressione della difesa aerea nemica (SEAD), una capacità che la sua controparte dell'aeronautica, il generale Dynamics EF-111A Raven, non ha mai posseduto. La variante finale di Prowler in servizio era l'ICAP III, introdotta nel 2005. Disponeva del ricevitore AN / ALQ-218 installato nell'aereo, visibile per il rigonfiamento in cima alla coda, e operante in combinazione con i jammer AN / ALQ -99 trasportati sotto la fusoliera e le ali. L'ICAP III aveva anche il jammer di comunicazioni AN / USQ-113 (V) 4 e poteva raccogliere l'intelligenza elettronica (ELINT), come con le varianti precedenti. I cinque punti d'attacco del Prowler consentivano di trasportare fino a quattro HARM o cinque ALQ-99. Di solito, tuttavia, un Prowler portava fino a due HARM per consentire almeno il trasporto di almeno due jamming pods e carburante in un serbatoio esterno. La versione Marine ICAP III ha ricevuto il pod di targeting AN / AAQ-28 (V) 4 LITENING; questo era usato principalmente per l'intelligence, la ricognizione e la sorveglianza, dal momento che l'EA-6B non portava altri ordigni oltre agli HARM. L'equipaggio della EA-6B era composto da un pilota e quattro Electronic Countermeasures Officers (ECMO); durante l'attacco, un ECMO era spesso comandante di missione. A seconda della missione, un Prowler a volte volava con due ECMO. Il ritiro dell'EF-111 dell'Aeronautica Militare ha lasciato il Prowler l'unico velivolo tattico EW in tutto l'inventario degli Stati Uniti. Sebbene mai abbattuti in combattimento o non abbiano guadagnato la reputazione di "fabbrica di vedove", 51 Prowlers sono stati persi durante la vita di servizio, causando 48 morti. È stato anche coinvolto in alcuni incidenti di alto profilo nel corso degli anni. La notte del 25 maggio 1981, un EA-6B del VMAQ-2, per coincidenza, atterrò a bordo della USS Nimitz troppo a destra rispetto alla linea centrale della cabina di pilotaggio e si schiantò contro una fila di aerei parcheggiati, provocando una grande esplosione. In uno dei peggiori disastri della storia, 14 membri dell'equipaggio sono stati uccisi e altri 45 feriti, insieme alla completa distruzione di interi piani e danni considerevoli agli altri. Oltre al citato incidente del Cermis, sempre nel 1998, la notte dell'8 novembre, un Navy EA-6B del VAQ-130 "Zappers" fu richiamato per atterrare sulla USS Enterprise mentre l'area di atterraggio era ancora occupata da un Lockheed S-3B Viking. Il Prowler fece un ultimo tentativo per sfuggire alla collisione, ma era troppo tardi: colpì l'S-3, provocando un'esplosione e un incendio. Miracolosamente, i due membri dell'equipaggio del Vicking sopravvissero, ma tutti e quattro i membri dell'equipaggio del Prowler perirono. A partire dal 2009 l'EA-6B è stato gradualmente rimpiazzato dal Boeing EA-18G Growler. Come il Prowler, l'EA-18G è stato adattato da una cellula esistente, il Super Hornet F / A-18E / F. Ma mentre l'EA-6B non ha conservato molte delle funzionalità dell'A-6, il Growler conserva molte delle caratteristiche del Super Hornet. Ad esempio, il Growler porta armi aria-aria, permettendogli di difendersi in combattimento. Il Prowler non aveva tale capacità ed era praticamente indifeso contro gli attacchi, richiedendo in tal modo una scorta, distogliendo F-14 e F / A-18 da altre missioni critiche. Il Growler è anche altamente automatizzato. Il ritiro del Prowler lascia il C-2A (R) Greyhound e l'E-2D Advanced Hawkeye come unici aeromobili da portaerei Grumman. Con quasi mezzo secolo di servizio da vantare, l'EA-6B supera in anzianità di servizio anche il leggendario F-14 Tomcat, altro prodotto Grumman, insieme al suo progenitore, l'A-6. In realtà, piuttosto che l'obsolescenza dei sensori EW (Electronic Warfare) a bordo, il problema principale che ha colpito la flotta dei Prowler è che non è un aereo facile su cui lavorare. Al giorno d'oggi, i componenti che devono essere sostituiti non sono facilmente reperibili come in passato. L’US Navy che ha ritirato i Prowler nel 2015 li rimpiazzerà con l'EA-18G GROWLER, versione per guerra elettronica e SEAD del SUPER HORNET. L'USMC invece utilizzerà tutte le piattaforme aeree del suo arsenale: F-35B e C, oltre a impianti  EW in pod dedicati e capaci di lavorare in network. Ad esempio, il sistema ALQ-231 INTREPID TIGER II (IT II), una famiglia di sistemi guerra elettronica, inizialmente nata per disturbare le comunicazioni avversarie, che si sta evolvendo per jammare in collaborazione con i radar, nella versione X. I pod INTREPID TIGER II, in differenti forme, sono già integrati sugli AV-8B HARRIER e F/A-18A-D e sugli elicotteri UH-1Y VENOM, con attività d'integrazione pianificate o in corso anche sugli AH-1Z VIPER, su MV-22B OSPREY e KC-130J, come parte del kit dei “tanker-cannoniera” HARVEST HAWK. Un payload IT II è in sviluppo anche per gli UAS MQ-21 INTEGRATOR e il futuro grande UAV a decollo e atterraggio verticale MUX avrà a sua volta un ruolo nella guerra elettronica. 
 
di Antonio Frate