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Diritto Militare

Recenti pronunce in tema di "Causa di Servizio" - Carabinieri e Polizia di Stato - T.A.R. Umbria 359/2014 e T.A.R. Palermo 373/2014

In tema di cause di servizio, si propongono due recentissime pronunce del Tribunale Amministrativo. La prima è la sentenza n.  359/2014 della I sezione del TAR Umbria e la seconda è la sentenza n. 373/2014 del Tar di Palermo.  Entrambe le pronunce si esprimono favorevolmente sul delicato tema del riconoscimento della causa di servizio - con relativo indennizzo - in favore degli appartenenti alle forza dell'ordine ed in generale alle forze armate. In entrambe le fattispecie, i protagonisti della vicenda si rivolgevano al TAR di competenza per opporsi ai decreti del Comitato di Verifica che non aveva riconosciuto loro la c.d. "causa di servizio" e di conseguenza nessun indennizzo ad essa collegato. Ricorrendo al Tribunale Amministrativo, i protagonisti delle due vicende giudiziarie hanno cercato di dimostrare - riuscendoci - che determinate infermità vanno riconosciute in dipendenza del lavoro stressante, sia come causa principale sia come concausa laddove la prima non sia stata determinante. Il primo caso riguardava un Agente di Polizia che aveva svolto per anni prevalentemente servizio di "addetto alle volanti" e di "addetto al servizio di scorta" per personalità di vario genere tra cui anche Magistrati.  Tale Agente di polizia, colpito da una patologia ischemica, si era visto negare dal Comitato di Verifica, il riconoscimento della "causa di servizio". Il Ministero dell'Interno aveva infatti assunto che non c'era alcun collegamento tra questo particolare servizio dante luogo ad uno stress psico-fisico e la malattia poi insorta, sicché aveva negato l'invocata concessione dell'equo indennizzo. La seconda fattispecie, invece, riguarda la vicenda di un Vice Brigadiere dei Carabinieri che aveva avuto compiti prevalentemente di "pronto intervento" e che era stato colpito da una ischemia. Relativamente al primo caso, il TAR Umbro, annullando il decreto di disconoscimento del Comitato di verifica per le cause di servizio, ha finalmente riconosciuto l'invocata causa di servizio sottolineando che la patologia era da collegarsi alle abitudini di vita del soggetto ed alle particolari quanto abnormi responsabilità ed eccezionali disagi del militare che aveva chiesto il trattamento privilegiato da rapportare a queste infermità. In sede istruttoria i Giudici amministrativi hanno effettuato la c.d. verifica tecnico sanitaria ricorrendo al Direttore della Sezione di Medicina Legale dell'Università degli Studi di Perugia e avendo ricevuto ampia relazione dallo stesso, con il riconoscimento del collegamento tra lavoro disimpegnato e patologia ischemica sopravvenuta, ha accolto la richiesta dell'interessato. Queste due sentenze hanno una particolare rilevanza nel panorama generale delle infermità da riconoscere (e non da disconoscere) e si segnalano perché l'Amministrazione Militare, attraverso il Comitato di Verifica, tende quasi sempre ad una minimizzazione delle richieste avanzate. Si ritiene che una maggiore attenzione, anche a questa giurisprudenza, eviterebbe un allargamento del contenzioso che proprio nel settore militare si va recentemente ampliando in maniera sempre più crescente.

 Avv. Giuseppe Frate

 

Convenzione di Ginevra relativa ai prigionieri di guerra 1949

Titolo I Disposizioni generali
Art. 1
Le Alte Parti contraenti s’impegnano a rispettare ed a far rispettare la presente Convenzione in ogni circostanza.
Art. 2
Oltre alle disposizioni che devono entrare in vigore già in tempo di pace, la presente Convenzione si applica in caso di guerra dichiarata o di qualsiasi altro conflitto armato che scoppiasse tra due o più delle Alte Parti contraenti, anche se lo stato di guerra non fosse riconosciuto da una di esse.
La Convenzione è parimente applicabile in tutti i casi di occupazione totale o parziale del territorio di un’Alta Parte contraente, anche se questa occupazione non incontrasse resistenza militare alcuna.
Se una delle Potenze belligeranti non partecipa alla presente Convenzione, le Potenze che vi hanno aderito rimangono ciò nondimeno vincolate dalla stessa nei loro rapporti reciproci. Esse sono inoltre vincolate dalla Convenzione nei confronti di detta Potenza, sempre chè questa ne accetti e ne applichi le disposizioni.
Art. 3
Nel caso in cui un conflitto armato privo di carattere internazionale scoppiasse sul territorio di una delle Alte Parti contraenti, ciascuna delle Parti belligeranti è tenuta ad applicare almeno le disposizioni seguenti:
1.
Le persone che non partecipano direttamente alle ostilità, compresi i membri delle forze armate che abbiano deposto le armi e le persone messe fuori combattimento da malattia, ferita, detenzione o qualsiasi altra causa, saranno trattate, in ogni circostanza, con umanità, senza alcuna distinzione di carattere sfavorevole che si riferisca alla razza, al colore, alla religione o alla credenza, al sesso, alla nascita o al censo, o fondata su qualsiasi altro criterio analogo.
A questo scopo, sono e rimangono vietate, in ogni tempo e luogo, nei confronti delle persone sopra indicate:
a.
le violenze contro la vita e l’integrità corporale, specialmente l’assassinio in tutte le sue forme, le mutilazioni, i trattamenti crudeli, le torture e i supplizi;
b.
la cattura di ostaggi;
c.
gli oltraggi alla dignità personale, specialmente i trattamenti umilianti e degradanti;
d.
le condanne pronunciate e le esecuzioni compiute senza previo giudizio di un tribunale regolarmente costituito, che offra le garanzie giudiziarie riconosciute indispensabili dai popoli civili.
2.
I feriti e i malati saranno raccolti o curati.
Un ente umanitario imparziale, come il Comitato internazionale della Croce Rossa, potrà offrire i suoi servigi alle Parti belligeranti.
Le Parti belligeranti si sforzeranno, d’altro lato, di mettere in vigore, mediante accordi speciali, tutte o parte delle altre disposizioni della presente Convenzione.
L’applicazione delle disposizioni che precedono non avrà effetto sullo statuto giuridico delle Parti belligeranti.
Art. 4
A. Sono prigionieri di guerra, nel senso della presente Convenzione, le persone che, appartenendo ad una delle seguenti categorie, sono cadute in potere del nemico:
1.
i membri delle forze armate di una Parte belligerante, come pure i membri delle milizie e dei corpi di volontari che fanno parte di queste forze armate;
2.
i membri delle altre milizie e degli altri corpi di volontari, compresi quelli dei movimenti di resistenza organizzati, appartenenti ad una Parte belligerante e che operano fuori o all’interno del loro proprio territorio, anche se questo territorio è occupato, semprechè queste milizie o questi corpi di volontari, compresi detti movimenti di resistenza organizzati, adempiano le seguenti condizioni:
a.
abbiano alla loro testa una persona responsabile dei propri subordinati;
b.
rechino un segno distintivo fisso e riconoscibile a distanza;
c.
portino apertamente le armi;
d.
si uniformino, nelle loro operazioni, alle leggi e agli usi della guerra;
3.
i membri delle forze armate regolari che sottostiano ad un governo o ad un’autorità non riconosciuti dalla Potenza detentrice;
4.
le persone che seguono le forze armate senza farne direttamente parte, come i membri civili di equipaggi di aeromobili militari, corrispondenti di guerra, fornitori, membri di unità di lavoro o di servizi incaricati del benessere delle forze armate, a condizione che ne abbiano ricevuto l’autorizzazione dalle forze armate che accompagnano. Queste sono tenute a rilasciar loro, a tale scopo, una tessera d’identità analoga al modulo allegato;
5.
i membri degli equipaggi, compresi i comandanti, piloti e apprendisti della marina mercantile e gli equipaggi dell’aviazione civile delle Parti belligeranti che non fruiscano di un trattamento più favorevole in virtù di altre disposizioni del diritto internazionale;
6.
la popolazione di un territorio non occupato che, all’avvicinarsi del nemico, prenda spontaneamente le armi per combattere le truppe d’invasione senza aver avuto il tempo di organizzarsi come forze armate regolari, purchè porti apertamente le armi e rispetti le leggi e gli usi della guerra.
B. Fruiranno del trattamento stabilito dalla presente Convenzione per i prigionieri di guerra anche:
l.
le persone appartenenti o che abbiano appartenuto alle forze armate del paese occupato se, data questa appartenenza, la Potenza occupante, pur avendole dapprima liberate mentre le ostilità proseguono fuori del territorio da essa occupato, ritiene necessario di procedere al loro internamento, specie dopo un tentativo di queste persone, non coronato da successo, di raggiungere le forze armate cui appartenevano e che sono impegnate nel combattimento, oppure qualora non ottemperino ad un’intimazione con la quale è ordinato il loro internamento;
2.
le persone appartenenti ad una delle categorie enumerate nel presente articolo, che Potenze neutrali o non belligeranti abbiano accolto sul loro territorio e siano tenute ad internare in virtù del diritto internazionale, con riserva di ogni trattamento più favorevole che queste Potenze ritenessero indicato di accordar loro e fatta eccezione delle disposizioni degli articoli 8, 10, 15, 30, quinto capoverso, 58 a 67 incluso, 92, 126 e, quando esistano relazioni diplomatiche tra le Parti belligeranti e la Potenza neutrale o non belligerante interessata, delle disposizioni concernenti la Potenza protettrice. Nel caso in cui esistano tali relazioni diplomatiche, le Parti belligeranti, dalle quali dipendono le persone di cui si tratta, saranno autorizzate a svolgere nei confronti delle stesse le funzioni che la presente Convenzione assegna alle Potenze protettrici, senza pregiudizio di quelle che dette Parti esercitano normalmente in virtù degli usi e dei trattati diplomatici e consolari.
C. Il presente articolo riserva lo statuto del personale sanitario e religioso, come è previsto dall’articolo 33 della presente Convenzione.
Art. 5
La presente Convenzione si applicherà alle persone indicate nell’articolo 4 non appena cadessero in potere del nemico e sino alla loro liberazione e al loro rimpatrio definitivi.
In caso di dubbio circa l’appartenenza delle persone, che abbiano commesso un atto di belligeranza e siano cadute in potere del nemico, ad una delle categorie enumerate nell’articolo 4, dette persone fruiranno della protezione della presente Convenzione, nell’attesa che il loro statuto sia determinato da un tribunale competente.
Art. 6
Oltre agli accordi esplicitamente previsti dagli articoli 10, 23, 28, 33, 60, 65, 66, 67, 72, 73, 75, 109, 110, 118, 119, 122 e 132, le Alte Parti contraenti potranno conchiudere altri accordi speciali su qualsiasi questione che sembrasse loro opportuno di regolare particolarmente. Nessun’intesa speciale potrà pregiudicare la situazione dei prigionieri, come è regolata dalla presente Convenzione, nè limitare i diritti che questa conferisce loro.
I prigionieri di guerra rimarranno al beneficio di questi accordi fino a tanto che la Convenzione sarà loro applicabile, salvo stipulazioni contrarie contenute esplicitamente nei suddetti accordi o in accordi ulteriori, oppure anche salvo misure più favorevoli prese nei loro confronti dall’una o dall’altra delle Parti belligeranti.
Art. 7
I prigionieri di guerra non potranno in nessun caso rinunciare parzialmente o interamente ai diritti loro conferiti dalla presente Convenzione o, eventualmente, dagli accordi speciali contemplati nell’articolo precedente.
Art. 8
La presente Convenzione sarà applicata con il concorso e sotto il controllo delle Potenze protettrici incaricate di tutelare gli interessi delle Parti belligeranti. A tale scopo, le Potenze protettrici potranno designare, all’infuori del loro personale diplomatico o consolare, dei delegati fra i loro propri cittadini o fra quelli di altre Potenze neutrali. Per questi delegati dovrà essere chiesto il gradimento della Potenza presso la quale svolgeranno la loro missione.
Le Parti belligeranti faciliteranno, nella più larga misura possibile, il compito dei rappresentanti o delegati delle Potenze protettrici.
I rappresentanti o delegati delle Potenze protettrici non dovranno in nessun caso oltrepassare i limiti della loro missione, come essa risulta dalla presente Convenzione; in particolare, essi dovranno tener conto delle impellenti necessità di sicurezza dello Stato presso il quale esercitano le loro funzioni.
Art. 9
Le disposizioni della presente Convenzione non sono d’ostacolo alle attività umanitarie che il Comitato internazionale della Croce Rossa, o qualsiasi altro ente umanitario imparziale, svolgerà per la protezione dei prigionieri di guerra e per prestar loro soccorso, con il consenso delle Parti belligeranti interessate.
Art. 10
Gli Stati contraenti potranno, in ogni tempo, intendersi per affidare ad un ente che offra tutte le garanzie di imparzialità e di efficacia i compiti che la presente Convenzione assegna alle Potenze protettrici.
Se dei prigionieri di guerra non fruiscono o non fruiscono più, qualunque ne sia il motivo, dell’attività di una Potenza protettrice o di un ente designato in conformità del primo capoverso, la Potenza detentrice dovrà chiedere sia ad uno Stato neutrale, sia a tale ente, di assumere le funzioni che la presente Convenzione assegna alle Potenze protettrici designate dalle Parti belligeranti.
Se la protezione non può in tal modo essere assicurata, la Potenza detentrice dovrà chiedere ad un ente umanitario, come il Comitato internazionale della Croce Rossa, di assumere i compiti umanitari che la presente Convenzione assegna alle Potenze protettrici o dovrà accettare, riservate le disposizioni del presente articolo, l’offerta di servigi di tale ente.
Ogni Potenza neutrale od ogni ente invitato dalla Potenza interessata o che offra la sua opera per gli scopi sopra indicati dovrà, nella sua attività, rimaner conscio della sua responsabilità verso la Parte belligerante dalla quale dipendono le persone protette dalla presente Convenzione, e dovrà offrire sufficienti garanzie di capacità per assumere le funzioni di cui si tratta ed adempierle con imparzialità.
Non potrà essere derogato alle disposizioni che precedono mediante accordo speciale tra Potenze, una delle quali si trovasse, anche solo temporaneamente, limitata nella sua libertà di negoziare, di fronte all’altra Potenza o agli alleati della stessa, in seguito agli avvenimenti militari, segnatamente nel caso di occupazione dell’intero suo territorio o di una parte importante di esso.
Ogni qualvolta è fatta menzione nella presente Convenzione della Potenza protettrice, questa menzione designa parimente gli enti che la sostituiscono nel senso del presente articolo.
Art. 11
In tutti i casi in cui lo ritenessero utile nell’interesse delle persone protette, specie nel caso di disaccordo tra le Parti belligeranti su l’applicazione o l’interpretazione delle disposizioni della presente Convenzione, le Potenze protettrici presteranno i loro buoni uffici per comporre la divergenza.
A questo scopo, ognuna delle Potenze protettrici potrà, su invito di una Parte o spontaneamente, proporre alle Parti belligeranti una riunione dei loro rappresentanti e, in particolare, delle autorità incaricate della sorte dei prigionieri di guerra, eventualmente su territorio neutrale convenientemente scelto. Le Parti belligeranti saranno tenute a dar seguito alle proposte loro fatte in questo senso. Le Potenze protettrici potranno, se necessario, proporre al gradimento delle Parti belligeranti una personalità appartenente ad una Potenza neutrale, o una personalità delegata dal Comitato internazionale della Croce Rossa, che sarà invitata a partecipare a questa riunione.

Titolo II Protezione generale dei prigionieri di guerra

Art. 12
I prigionieri di guerra sono in potere della Potenza nemica, ma non degli individui o dei corpi di truppa che li hanno catturati. Indipendentemente dalle responsabilità individuali che possano esistere, la Potenza detentrice è responsabile del trattamento loro applicato.
I prigionieri di guerra possono essere trasferiti dalla Potenza detentrice soltanto a una Potenza che partecipa alla Convenzione e quando la Potenza detentrice si sia accertata che la Potenza di cui si tratta abbia la volontà e sia in grado di applicare la Convenzione. Nel caso in cui dei prigionieri di guerra fossero in tal modo trasferiti, la responsabilità dell’applicazione della Convenzione incomberà alla Potenza che ha accettato di accoglierli per il tempo in cui le saranno affidati.
Nondimeno, qualora questa Potenza mancasse ai suoi obblighi di eseguire le disposizioni della Convenzione su qualsiasi punto importante, la Potenza che ha proceduto al trasferimento dei prigionieri di guerra dovrà, in seguito a notifica da parte della Potenza protettrice prendere misure efficaci per rimediare alla situazione, o chiedere che i prigionieri di guerra le siano rinviati. Dovrà essere dato seguito a tale richiesta.
Art. 13
I prigionieri di guerra devono essere trattati sempre con umanità. Ogni atto od omissione illecita da parte della Potenza detentrice che provochi la morte o metta gravemente in pericolo la salute di un prigioniero di guerra in suo potere è proibito e sarà considerato come una infrazione grave della presente Convenzione. In particolare, nessun prigioniero di guerra potrà essere sottoposto ad una mutilazione corporale o ad un esperimento medico o scientifico di qualsiasi natura, che non sia giustificato dalla cura medica del prigioniero interessato e che non sia nel suo interesse.
I prigionieri di guerra devono parimente essere protetti in ogni tempo specialmente contro gli atti di violenza e d’intimidazione, contro gli insulti e la pubblica curiosità.
Le misure di rappresaglia in loro confronto sono proibite.
Art. 14
I prigionieri di guerra hanno diritto, in ogni circostanza, al rispetto della loro personalità e del loro onore.
Le donne devono essere trattate con tutti i riguardi dovuti al loro sesso e fruire in ogni caso di un trattamento tanto favorevole quanto quello accordato agli uomini.
I prigionieri di guerra conservano la loro piena capacità civile come essa esisteva al momento della loro cattura. La Potenza detentrice potrà limitarne l’esercizio sia sul suo territorio, sia fuori di questo, soltanto nella misura in cui la cattività lo esiga.
Art. 15
La Potenza che detiene prigionieri di guerra è tenuta a provvedere gratuitamente al loro sostentamento e ad accordar loro gratuitamente le cure mediche che il loro stato di salute richiede.
Art. 16
Tenuto conto delle disposizioni della presente Convenzione concernenti il grado come pure il sesso, e con riserva di ogni trattamento privilegiato che fosse accordato ai prigionieri di guerra in considerazione dello stato della loro salute, della loro età o delle loro attitudini professionali, i prigionieri devono essere trattati tutti allo stesso modo dalla Potenza detentrice, senza distinzione alcuna di carattere sfavorevole che si riferisca alla razza, alla nazionalità, alla religione, alle opinioni politiche o altra, fondata su criteri analoghi.

Titolo III Cattività
Sezione I Inizio della cattività

Art. 17
Ogni prigioniero di guerra è tenuto a dichiarare, quando sia interrogato a questo proposito, i suoi cognome, nomi e grado, la sua data di nascita e il numero della sua matricola oppure, in mancanza di questo, un’indicazione equivalente.
Chi violasse volontariamente questa norma si esporrebbe ad una restrizione dei vantaggi concessi ai prigionieri del suo grado o della sua categoria.
Ogni Parte belligerante sarà tenuta a fornire a ciascuna persona posta sotto la sua giurisdizione, che potesse divenire prigioniero di guerra, una tessera d’identità indicante i suoi cognome, nomi e grado, numero di matricola o indicazione equivalente, e la sua data di nascita. Questa tessera d’identità potrà inoltre contenere la firma o le impronte digitali o ambedue, come pure ogni altra indicazione che le Parti belligeranti potessero desiderare di aggiungere a proposito delle persone appartenenti alle loro forze armate. Questa tessera avrà, per quanto possibile, la dimensione di 6,5 ´ 10 cm e sarà stabilita in due esemplari. Il prigioniero di guerra dovrà presentare questa tessera d’identità a qualunque richiesta, ma non potrà in nessun caso esserne privato.
Nessuna tortura fisica o morale nè coercizione alcuna potrà essere esercitata sui prigionieri di guerra per ottenere da essi informazioni di qualsiasi natura. I prigionieri che rifiuteranno di rispondere non potranno essere nè minacciati, nè insultati, nè esposti ad angherie od a svantaggi di qualsiasi natura.
I prigionieri di guerra che, a cagione del loro stato fisico o mentale, si trovino nell’incapacità di indicare la propria identità, saranno affidati al servizio sanitario. L’identità di questi prigionieri sarà accertata con tutti i mezzi possibili, con riserva delle disposizioni del precedente capoverso.
L’interrogatorio dei prigionieri di guerra deve essere fatto in una lingua che essi comprendano.
Art. 18
Tutti gli effetti e gli oggetti d’uso personale – eccettuate le armi, i cavalli, l’equipaggiamento militare e le carte militari – resteranno in possesso dei prigionieri di guerra, come pure gli elmetti metallici, le maschere contro i gas e qualsiasi altro oggetto loro consegnato per la loro protezione personale. Resteranno parimente in loro possesso gli effetti ed oggetti che servono al loro abbigliamento e al loro nutrimento, anche se questi effetti ed oggetti fanno parte del loro equipaggiamento militare ufficiale.
I prigionieri di guerra non dovranno trovarsi, in nessun momento, senza carta d’identità. La Potenza detentrice fornirà tale documento a coloro che non lo possedessero.
Le insegne del grado e della nazionalità, le decorazioni e gli oggetti aventi sopra tutto valore personale o sentimentale non potranno essere tolti ai prigionieri di guerra.
Le somme di denaro di cui i prigionieri di guerra sono portatori non potranno essere loro tolte che su ordine di un ufficiale, e dopo che siano stati iscritti in un registro speciale l’ammontare di queste somme e i connotati del loro proprietario, e sia stata rilasciata a quest’ultimo una ricevuta particolareggiata che indichi in modo leggibile il nome, il grado e l’unità della persona che avrà rilasciato la ricevuta di cui si tratta. Le somme in valuta della Potenza detentrice o che, a richiesta del prigioniero, fossero convertite in tale valuta, saranno iscritte a credito del conto del prigioniero, in conformità dell’articolo 64.
La Potenza detentrice potrà togliere oggetti di valore a prigionieri di guerra solo per motivi di sicurezza. In tal caso sarà applicata una procedura analoga a quella per la presa in consegna di somme di danaro.
Questi oggetti, come pure le somme di danaro ritirate, che fossero in una valuta diversa da quella della Potenza detentrice e di cui il proprietario non avesse chiesto la conversione, dovranno essere custoditi dalla Potenza detentrice e resi al prigioniero, nella forma iniziale, alla fine della sua cattività.
Art. 19
Nel più breve termine possibile dopo la loro cattura, i prigionieri di guerra saranno trasferiti in campi situati in una regione abbastanza distante dalla zona di combattimento, perchè essi si trovino fuori di pericolo.
Non potranno essere trattenuti temporaneamente in zona pericolosa che i prigionieri di guerra i quali, per le loro ferite o le loro malattie, corressero più gravi rischi ad essere trasferiti che a rimanere sul posto.
Nell’attesa del loro sgombero dalla zona di combattimento, i prigionieri di guerra non dovranno essere esposti inutilmente al pericolo.
Art. 20
Il trasferimento del prigioniero di guerra si farà sempre con umanità e in condizioni analoghe a quelle osservate per gli spostamenti delle truppe della Potenza detentrice.
La Potenza detentrice fornirà ai prigionieri di guerra trasferiti acqua potabile e vitto in sufficienza, come pure il vestiario e le cure mediche necessarie; essa prenderà tutte le precauzioni utili per provvedere alla loro sicurezza durante il trasferimento ed allestirà, il più presto possibile, un elenco dei prigionieri trasferiti.
Se i prigionieri di guerra devono passare, durante il trasferimento, per dei campi di transito, il loro soggiorno in questi campi dovrà essere della più breve durata possibile.

Sezione II Internamento dei prigionieri di guerra
Capitolo I Generalità

Art. 21
La Potenza detentrice potrà sottoporre i prigionieri di guerra all’internamento. Essa potrà imporre loro l’obbligo di non allontanarsi oltre un certo limite dal campo dove sono internati, oppure, se il campo è chiuso, di non varcarne il recinto. Con riserva delle disposizioni della presente Convenzione relative alle sanzioni penali e disciplinari, questi prigionieri potranno essere rinchiusi o consegnati soltanto se siffatto provvedimento risulta necessario per proteggere la loro salute; tale situazione non potrà tuttavia prolungarsi oltre la durata delle circostanze che l’avessero resa necessaria.
I prigionieri di guerra potranno esser messi parzialmente o completamente in libertà su parola o promessa, per quanto lo permettano loro le leggi della Potenza dalla quale dipendono. Questo provvedimento sarà preso specialmente nei casi in cui possa contribuire a migliorare lo stato di salute dei prigionieri. Nessun prigioniero potrà essere costretto ad accettare la sua libertà su parola o promessa.
Fin dall’inizio delle ostilità, ciascuna Parte belligerante notificherà alla Parte avversaria le leggi e i regolamenti che permettono o proibiscono ai suoi attinenti di accettare la libertà su parola o promessa. I prigionieri messi in libertà su parola o promessa, in conformità delle leggi e dei regolamenti cosi notificati, saranno obbligati, sul loro onore personale, ad adempiere scrupolosamente, sia verso la Potenza dalla quale dipendono, sia verso quella che li ha catturati, gli impegni che avessero assunto. In siffatti casi, la Potenza dalla quale dipendono sarà tenuta a non esigere nè ad accettare da essi alcun servizio contrario alla parola o alla promessa data.
Art. 22
I prigionieri di guerra potranno essere internati soltanto in stabilimenti situati sulla terra ferma e che offrano ogni garanzia d’igiene e di salubrità; salvo in casi speciali giustificati dall’interesse dei prigionieri stessi, questi non saranno internati in penitenziari.
I prigionieri di guerra internati in regioni malsane o il cui clima fosse loro pernicioso saranno trasferiti al più presto possibile in clima più favorevole.
La Potenza detentrice raggrupperà i prigionieri di guerra nei campi o in sezioni di campi tenendo conto della loro nazionalità, della loro lingua e delle loro usanze, con riserva che questi prigionieri non siano separati dai prigionieri di guerra appartenenti alle forze armate nelle quali servivano al momento della loro cattura, a meno che vi consentano.
Art. 23
Nessun prigioniero di guerra potrà mai essere mandato o trattenuto in una regione che sia esposta al fuoco della zona di combattimento, nè utilizzato per porre al riparo dalle operazioni militari, con la sua presenza, certi punti o certe regioni.
I prigionieri di guerra disporranno, in misura pari a quella prevista per la popolazione civile locale, di rifugi contro i bombardamenti aerei e altri pericoli della guerra; ad eccezione di quelli fra essi che partecipassero alla protezione dei loro accantonamenti contro detti pericoli, essi potranno recarsi nei rifugi il più rapidamente possibile, non appena sarà dato l’allarme. Sarà loro parimente applicata ogni altra misura di protezione che fosse presa in favore della popolazione.
Le Potenze detentrici si comunicheranno reciprocamente, per il tramite delle Potenze protettrici, ogni indicazione utile sulla situazione geografica dei campi di prigionieri di guerra.
Ogni qualvolta lo permetteranno le considerazioni di carattere militare, i campi di prigionieri di guerra saranno segnalati con le lettere PG o PW collocate in modo da essere distintamente visibili di giorno dall’alto dello spazio aereo; tuttavia, le Potenze interessate potranno intendersi su un altro mezzo di segnalazione. Solo i campi di prigionieri di guerra potranno essere segnalati in tal modo.

Capitolo II Alloggio, vitto e vestiario dei prigionieri di guerra

Art. 24
I campi di transito o di selezione di carattere permanente saranno sistemati in condizioni analoghe a quelle previste nella presente sezione, e i prigionieri di guerra vi fruiranno di un trattamento uguale a quello usato negli altri campi.
Art. 25
Le condizioni di alloggio dei prigionieri di guerra saranno altrettanto favorevoli in confronto di quelle riservate alle truppe della Potenza detentrice accantonate nella stessa regione. Queste condizioni dovranno tener conto delle usanze e delle consuetudini dei prigionieri e non dovranno, in nessun caso, essere dannose alla loro salute.
Le stipulazioni che precedono si applicheranno, in particolare, ai dormitori dei prigionieri di guerra, tanto per la superficie totale e la cubatura d’aria minima quanto per le suppellettili e il materiale da letto, comprese le coperte.
I locali destinati all’uso sia individuale sia collettivo dei prigionieri di guerra dovranno essere interamente al riparo dall’umidità, sufficientemente riscaldati e illuminati, specie tra l’imbrunire e lo spegnimento delle luci. Dovranno essere prese tutte le precauzioni contro i pericoli d’incendio.
In tutti i campi dove si trovano accantonate, contemporaneamente a prigionieri di guerra, anche delle prigioniere, dovranno loro essere riservati dei dormitori separati.
Art. 26
La razione alimentare quotidiana di base sarà di quantità, qualità e varietà sufficienti per mantenere i prigionieri in buona salute ed impedire perdite di peso o perturbamenti dovuti a denutrizione. Sarà pure tenuto conto del regime cui i prigionieri sono abituati.
La Potenza detentrice fornirà ai prigionieri di guerra che lavorano i supplementi di vitto necessari per l’adempimento del lavoro al quale sono adibiti.
L’acqua potabile sarà fornita ai prigionieri di guerra in misura sufficiente. L’uso del tabacco sarà permesso.
I prigionieri di guerra dovranno partecipare, in tutta la misura del possibile, alla preparazione del loro vitto; essi potranno, a questo scopo, essere adibiti alle cucine. Essi riceveranno, inoltre, i mezzi per prepararsi da sè i viveri supplementari di cui disponessero.
Locali convenienti saranno previsti come refettori e mense.
Sono vietati i provvedimenti disciplinari collettivi che colpiscono i prigionieri nel vitto.
Art. 27
Il vestiario, la biancheria e le calzature saranno fornite in quantità sufficiente ai prigionieri di guerra dalla Potenza detentrice, che terrà conto del clima della regione dove si trovano i prigionieri. Le uniformi degli eserciti nemici ritirate dalla Potenza detentrice saranno utilizzate per vestire i prigionieri di guerra, semprechè convengano al clima del paese.
La sostituzione e la riparazione di questi effetti dovranno essere regolarmente assicurate dalla Potenza detentrice. I prigionieri di guerra che lavorano riceveranno inoltre indumenti adeguati ovunque la natura del lavoro lo esiga.
Art. 28
In tutti i campi saranno aperte cantine presso le quali i prigionieri di guerra potranno procurarsi derrate alimentari, oggetti d’uso, sapone e tabacco, a prezzi di vendita che non dovranno mai superare quelli del commercio locale.
I guadagni conseguiti dalle cantine saranno utilizzati a favore dei prigionieri di guerra; un fondo speciale sarà istituito a questo scopo. La persona di fiducia avrà il diritto di collaborare all’amministrazione della cantina e alla gestione di detto fondo.
Nel caso della soppressione di un campo, il saldo creditore del fondo speciale sarà consegnato ad un’organizzazione umanitaria internazionale per essere utilizzato a favore dei prigionieri di guerra della stessa nazionalità di quelli che hanno contribuito a costituire detto fondo. In caso di rimpatrio generale, detti utili saranno conservati dalla Potenza detentrice, salvo accordo contrario conchiuso tra le Potenze interessate.

Capitolo III Igiene e cure mediche

Art. 29
La Potenza detentrice dovrà prendere tutti i provvedimenti igienici atti ad assicurare la pulizia e la salubrità dei campi ed a prevenire le epidemie.
I prigionieri di guerra disporranno, giorno e notte, d’impianti sanitari conformi alle regole dell’igiene e mantenuti in condizioni di costante pulizia. Nei campi dove si trovano delle prigioniere di guerra, dovranno essere loro riservati degli impianti sanitari separati.
Oltre ai bagni e alle docce, dei quali i campi dovranno essere provvisti, saranno forniti ai prigionieri di guerra acqua e sapone in quantità sufficiente per le cure quotidiane della loro pulizia corporale e per lavare la loro biancheria; saranno loro accordati a questo scopo gli impianti, le facilitazioni e il tempo necessari.
Art. 31
Almeno una volta al mese saranno organizzate ispezioni mediche dei prigionieri di guerra. Esse comprenderanno il controllo e la registrazione del peso di ogni prigioniero. Esse avranno, in particolare, lo scopo di controllare lo stato generale di salute e di nutrizione, lo stato di pulizia, nonchè di accertare l’esistenza di malattie contagiose, specie della tubercolosi, della malaria e delle infezioni veneree. In quest’intento saranno utilizzati i metodi più efficaci disponibili, come ad esempio la radiografia periodica in serie su micropellicola per l’accertamento della tubercolosi sin dai suoi inizi.
Art. 32
I prigionieri di guerra che, senza essere stati incorporati nel servizio sanitario delle loro forze armate, siano medici, dentisti o infermieri, potranno essere invitati dalla Potenza detentrice ad esercitare le loro funzioni mediche nell’interesse dei prigionieri di guerra appartenenti alla Potenza dalla quale essi stessi dipendono. Essi continueranno, in tal caso, ad essere prigionieri di guerra, ma dovranno però essere trattati allo stesso modo che i membri corrispondenti del personale sanitario trattenuti dalla Potenza detentrice. Essi saranno esonerati da ogni altro lavoro che potesse essere loro imposto in virtù dell’articolo 49.
Capitolo IV Personale medico e religioso trattenuto per assistere i prigionieri di guerra
Art. 33
I membri del personale sanitario e religioso trattenuti in potere della Potenza detentrice per assistere i prigionieri di guerra, non saranno considerati come prigionieri di guerra. Tuttavia, essi fruiranno almeno di tutti i vantaggi e della protezione della presente Convenzione, come pure tutte le facilitazioni necessarie per permetter loro di accordare le loro cure mediche e la loro assistenza religiosa ai prigionieri di guerra.
Essi continueranno ad esercitare, nell’ambito delle leggi e dei regolamenti militari della Potenza detentrice, sotto l’autorità dei suoi servizi competenti e in concordanza con la loro coscienza professionale, le loro funzioni mediche o spirituali a favore dei prigionieri di guerra appartenenti, di preferenza, alle forze armate dalle quali dipendono. Essi fruiranno inoltre, per l’esercizio della loro missione sanitaria o spirituale, delle seguenti facilitazioni:
a.
essi saranno autorizzati a visitare periodicamente i prigionieri di guerra che si trovano nei distaccamenti di lavoro o negli ospedali situati fuori del campo. L’autorità detentrice metterà a loro disposizione, a questo scopo, i necessari mezzi di trasporto;
b.
in ogni campo, il medico militare più anziano nel grado più elevato sarà responsabile, verso le autorità militari del campo, di tutto ciò che concerne le attività del personale sanitario trattenuto. A questo scopo, le Parti belligeranti si metteranno d’accordo, sin dall’inizio delle ostilità, circa la corrispondenza dei gradi del loro personale sanitario, compreso quello delle società indicate nell’articolo 26 della Convenzione di Ginevra del 12 agosto 19491 per migliorare la sorte dei feriti e dei malati delle forze armate in campagna. Per tutte le questioni inerenti alla loro missione, detto medico, come pure i cappellani, avranno direttamente accesso presso le autorità competenti del campo. Queste accorderanno loro tutte le agevolezze necessarie per la corrispondenza relativa a dette questioni:
c.
il personale trattenuto, pur essendo sottoposto alla disciplina interna del campo in cui si trova, non potrà essere costretto ad alcun lavoro estraneo alla sua missione sanitaria o religiosa.
Durante le ostilità, le Parti belligeranti si metteranno d’accordo per uno scambio eventuale del personale trattenuto e ne fisseranno le modalità.
Nessuna delle disposizioni che precedono esonera la Potenza detentrice dagli obblighi che le incombono nei confronti dei prigionieri di guerra in materia sanitaria e spirituale.

Capitolo V Religione, attività intellettuali e fisiche

Art. 34
I prigionieri di guerra godranno della più ampia libertà per la pratica della loro religione, compresa l’assistenza alle funzioni di culto, a condizione che si informino alle norme correnti di disciplina prescritte dall’autorità militare.
Locali convenienti saranno riservati alle funzioni religiose.
Art. 35
I cappellani militari che cadono in potere della Potenza nemica e che rimanessero o fossero trattenuti per assistere i prigionieri di guerra, saranno autorizzati ad apportare il soccorso del loro ministero e ad esercitarlo liberamente tra i loro correligionari in concordanza con la loro coscienza religiosa. Saranno ripartiti tra i vari campi e distaccamenti di lavoro dove si trovano prigionieri di guerra appartenenti alle stesse forze armate, che parlano la stessa lingua o appartengono alla medesima religione. Essi fruiranno delle facilitazioni necessarie e, in particolare, dei mezzi di trasporto previsti dall’articolo 33, per visitare i prigionieri di guerra fuori del loro campo. Con riserva della censura, essi godranno della libertà di corrispondenza, per gli atti religiosi del loro ministero, con le autorità ecclesiastiche del paese di detenzione e le organizzazioni religiose internazionali. Le lettere e le cartoline che essi spediranno a questo scopo s’aggiungeranno al contingente previsto dall’articolo 71.
Art. 36
I prigionieri di guerra che sono ministri di un culto, senza essere stati cappellani nel loro proprio esercito, riceveranno l’autorizzazione, qualunque sia la denominazione del loro culto, di esercitare pienamente il loro ministero tra i loro correligionari. Essi saranno trattati, a tale scopo, come cappellani militari trattenuti dalla Potenza detentrice. Non saranno obbligati a nessun altro lavoro.
Art. 37
Se i prigionieri di guerra non dispongono dell’assistenza di un cappellano militare trattenuto o di un prigioniero ministro del loro culto, sarà designato, a richiesta dei prigionieri interessati, per assolvere questa funzione un ministro appartenente sia alla loro confessione, sia ad una confessione affine, oppure, qualora ciò sia possibile dal lato confessionale, un laico qualificato. Tale designazione, soggetta all’approvazione della Potenza detentrice, avrà luogo d’intesa con la comunità dei prigionieri interessati e, ove fosse necessario, con il consenso dell’autorità religiosa locale della stessa confessione. La persona in tal modo designata dovrà uniformarsi a tutti i regolamenti prescritti dalla Potenza detentrice, nell’interesse della disciplina e della sicurezza militare.

Capitolo VI Disciplina

Art. 38
Pur rispettando le preferenze individuali d’ogni singolo prigioniero, la Potenza detentrice incoraggerà le attività intellettuali, educative, ricreative e sportive dei prigionieri di guerra; essa provvederà ad assicurarne l’esercizio mettendo a loro disposizione locali adatti e l’equipaggiamento necessario.
I prigionieri di guerra dovranno avere la possibilità di fare esercizi fisici, compresi sport e giuochi, e di godere dell’aria all’aperto. Spazi liberi sufficienti saranno riservati a tale uso in tutti i campi.
Art. 39
Ogni campo di prigionieri di guerra sarà sottoposto all’autorità diretta di un ufficiale responsabile appartenente alle forze armate regolari della Potenza detentrice. Quest’ufficiale sarà in possesso del testo della presente Convenzione, vigilerà che le disposizioni ne siano conosciute dal personale ai suoi ordini e sarà responsabile della loro applicazione, sotto il controllo del suo governo.
I prigionieri di guerra, eccettuati gli ufficiali, dovranno il saluto e le manifestazioni esterne di rispetto previste dai regolamenti vigenti presso i loro propri eserciti a tutti gli ufficiali della Potenza detentrice.
Gli ufficiali prigionieri di guerra non saranno tenuti a salutare che gli ufficiali di grado superiore di questa Potenza; tuttavia essi dovranno il saluto al comandante del campo, qualunque sia il suo grado.
Art. 40
Sarà data l’autorizzazione di portare le insegne del grado e della nazionalità, come pure le decorazioni.
Art. 41
Il testo della presente Convenzione, dei suoi allegati, come pure il contenuto d’ogni accordo speciale previsto dall’articolo 6, saranno affissi in ogni campo, nella lingua dei prigionieri di guerra, in luoghi dove possono essere consultati da tutti i prigionieri. Saranno comunicati, a richiesta, ai prigionieri che si trovassero nell’impossibilità di conoscere il testo affisso.
I regolamenti, ordini, avvertimenti e pubblicazioni d’ogni genere relativi alla condotta dei prigionieri di guerra saranno loro comunicati in una lingua che essi comprendano; saranno affissi nelle condizioni sopra indicate e ne saranno trasmesse delle copie alla persona di fiducia. Tutti gli ordini e comandi rivolti individualmente a prigionieri dovranno parimente essere dati in una lingua che essi comprendano.
Art. 42
L’uso delle armi contro i prigionieri di guerra, specie contro quelli che evadono o tentano di evadere, non potrà costituire che un mezzo estremo e sarà sempre preceduto da intimazioni adeguate alle circostanze.
Capitolo VII Gradi dei prigionieri di guerra
Art. 43
Fin dall’inizio delle ostilità, le Parti belligeranti si comunicheranno reciprocamente i titoli ed i gradi di tutte le persone indicate nell’articolo 4 della presente Convenzione, per assicurare l’eguaglianza di trattamento tra i prigionieri di grado equivalente; se dei titoli e gradi fossero istituiti posteriormente, essi formeranno oggetto di una comunicazione analoga.
La Potenza detentrice riconoscerà le promozioni di grado ricevute dai prigionieri di guerra e che le saranno regolarmente notificate dalla Potenza dalla quale dipendono.
Art. 44
Gli ufficiali ed assimilati prigionieri di guerra saranno trattati coi riguardi dovuti al loro grado ed alla loro età.
All’intento di assicurare il servizio dei campi di ufficiali, vi saranno dislocati soldati prigionieri di guerra delle stesse forze armate e, in quanto possibile, della medesima lingua, e ciò in numero sufficiente, avuto riguardo al grado degli ufficiali ed assimilati; essi non potranno essere obbligati a nessun altro lavoro.
La gestione ordinaria da parte degli ufficiali stessi dovrà essere favorita in ogni modo.
Art. 45
I prigionieri di guerra che non siano ufficiali ed assimilati saranno trattati con i riguardi dovuti al loro grado e alla loro età.
La gestione ordinaria da parte dei prigionieri stessi sarà favorita in ogni modo.

Capitolo VIII Trasferimento dei prigionieri di guerra dopo il loro arrivo in un campo

Art. 46
La Potenza detentrice, decidendo di trasferire i prigionieri di guerra, dovrà tener conto degli interessi dei prigionieri stessi, specialmente per non accrescere le difficoltà del loro rimpatrio.
Il trasferimento dei prigionieri di guerra si farà sempre con umanità e in condizioni che non siano meno favorevoli di quelle di cui fruiscono le truppe della Potenza detentrice per i loro spostamenti. Sarà sempre tenuto conto delle condizioni climatiche alle quali i prigionieri di guerra sono abituati e le condizioni del trasferimento non dovranno in nessun caso essere pregiudizievoli alla loro salute.
La Potenza detentrice fornirà ai prigionieri di guerra, durante il trasferimento, acqua potabile e vitto in sufficienza per mantenerli in buona salute, come pure gli effetti di vestiario, l’alloggio e le cure mediche necessarie. Essa prenderà tutte le precauzioni utili, specie in caso di viaggio per mare o per via aerea, per garantire la loro sicurezza durante il trasferimento e allestirà, prima della loro partenza, l’elenco completo dei prigionieri trasferiti.
Art. 47
I prigionieri di guerra malati o feriti non saranno trasferiti fintanto che la loro guarigione può essere compromessa dal viaggio, a meno che la loro sicurezza non l’esiga imperiosamente.
Se il fronte si avvicina ad un campo, i prigionieri di guerra che vi si trovano saranno trasferiti soltanto se il loro trasferimento può compiersi in condizioni sufficienti di sicurezza o se, corrono maggiori rischi rimanendo sul posto che ad essere trasferiti.
Art. 48
In caso di trasferimento, i prigionieri di guerra saranno preavvertiti ufficialmente della loro partenza e del loro nuovo indirizzo postale; quest’avviso dovrà essere dato loro in tempo utile perchè possano preparare i loro bagagli e avvertire la loro famiglia.
Essi saranno autorizzati a portare con sè i loro effetti personali, la loro corrispondenza e i colli giunti al loro indirizzo; il peso di questi effetti potrà essere limitato, se le circostanze del trasferimento lo esigono, a quanto il prigioniero può ragionevolmente portare, ma il peso autorizzato non oltrepasserà in nessun caso i venticinque chilogrammi.
La corrispondenza ed i colli mandati al loro campo precedente saranno loro recapitati immediatamente. Il comandante del campo prenderà, d’intesa con la persona di fiducia, i provvedimenti necessari per assicurare il trasferimento dei beni collettivi dei prigionieri di guerra e dei bagagli che i prigionieri non potessero portare con sè in seguito ad una limitazione decisa in virtù del secondo capoverso del presente articolo.
Le spese causate dal trasferimento saranno a carico della Potenza detentrice.

Sezione III Lavoro dei prigionieri di guerra

Art. 49
La Potenza detentrice potrà impiegare come lavoratori i prigionieri di guerra validi, tenendo conto della loro età, del loro sesso, del loro grado, nonchè delle loro attitudini fisiche, specie per mantenerli in buono stato di salute fisica e morale.
I sottufficiali prigionieri di guerra non potranno essere costretti che a lavori di sorveglianza. Quelli che non vi fossero costretti potranno chiedere un altro lavoro che loro convenga e che sarà loro procurato nella misura del possibile.
Se ufficiali od assimilati domandano un lavoro che loro convenga, questo sarà loro procurato nei limiti delle possibilità. Essi non potranno in nessun caso essere costretti al lavoro.
Art. 50
All’infuori dei lavori in relazione con l’amministrazione, la sistemazione o la manutenzione del loro campo, i prigionieri di guerra potranno essere costretti soltanto a lavori appartenenti alle categorie seguenti:
a.
Agricoltura;
b.
Industrie produttive, estrattive o manifattrici, ad eccezione delle industrie metallurgiche, meccaniche e chimiche, dei lavori pubblici e dei lavori edilizi di carattere militare o di destinazione militare;
c.
Trasporti e manutenzione, senza carattere o destinazione militare;
d.
Attività commerciali o artistiche;
e.
Servizi domestici;
f.
Servizi pubblici senza carattere nè destinazione militare.
In caso di violazione delle prescrizioni suddette, i prigionieri di guerra saranno autorizzati ad esercitare il loro diritto di reclamo, in conformità dell’articolo 78.
Art. 51
I prigionieri di guerra dovranno fruire di condizioni di lavoro convenienti, specie per quanto concerne l’alloggio, il vitto, il vestiario e il materiale; queste condizioni non dovranno essere meno favorevoli di quelle concesse agli attinenti della Potenza detentrice impiegati in lavori analoghi; sarà pure tenuto conto delle condizioni climatiche.
La Potenza detentrice che utilizza il lavoro dei prigionieri di guerra assicurerà nelle regioni dove lavorano questi prigionieri, l’applicazione delle leggi nazionali per la protezione del lavoro e, in particolare, dei regolamenti relativi alla sicurezza degli operai.
I prigionieri di guerra dovranno ricevere una formazione ed essere provvisti di mezzi di protezione adeguati al lavoro che essi devono compiere e analoghi a quelli previsti per gli attinenti della Potenza detentrice. Con riserva delle disposizioni dell’articolo 52, i prigionieri potranno essere sottoposti ai rischi normali corsi dalla mano d’opera civile.
Le condizioni del lavoro non potranno in nessun caso essere rese più penose a titolo disciplinare.
Art. 52
Nessun prigioniero di guerra, a meno che sia volontario, potrà essere adibito a lavori malsani o pericolosi.
Nessun prigioniero di guerra sarà adibito ad un lavoro che possa essere considerato come umiliante da un membro delle forze armate della Potenza detentrice.
Il rastrellamento delle mine o di altri ordigni analoghi sarà considerato come un lavoro pericoloso.
Art. 53
La durata del lavoro giornaliero dei prigionieri di guerra, compresa quella per il viaggio d’andata e di ritorno, non dovrà essere eccessiva e non dovrà, in ogni caso, superare quella ammessa per gli operai civili della regione, attinenti della Potenza detentrice, adibiti a lavori uguali.
Sarà obbligatoriamente concesso ai prigionieri di guerra, a metà del lavoro quotidiano, un riposo di almeno un’ora; questo riposo sarà il medesimo di quello previsto per gli operai della Potenza detentrice se quest’ultimo è di più lunga durata. Sarà pure loro accordato un risposo di ventiquattro ore consecutive ogni settimana, preferibilmente la domenica o il giorno di riposo osservato nel loro paese d’origine. Inoltre, ogni prigioniero che abbia lavorato un anno fruirà di un riposo di otto giorni consecutivi, durante il quale gli sarà pagata la sua indennità di lavoro.
Qualora fossero applicati metodi di lavoro come il lavoro a cottimo, tali metodi non dovranno rendere eccessiva la durata del lavoro.
Art. 54
L’indennità di lavoro dovuta ai prigionieri di guerra sarà fissata secondo le disposizioni dell’articolo 62 della presente Convenzione.
I prigionieri di guerra vittime di infortuni del lavoro o che contraggono una malattia durante il lavoro o a causa di esso riceveranno tutte le cure richieste dal loro stato. La Potenza detentrice rilascerà loro inoltre, un certificato medico che permetta loro di far valere i loro diritti presso la Potenza dalla quale dipendono, e ne trasmetterà copia all’Agenzia centrale dei prigionieri di guerra prevista dall’articolo 123.
Art. 55
L’attitudine al lavoro dei prigionieri di guerra sarà controllata periodicamente mediante esami medici, almeno una volta al mese. In questi esami dovrà essere tenuto particolarmente conto della natura dei lavori ai quali i prigionieri di guerra sono costretti.
Se un prigioniero di guerra si ritiene incapace di lavorare, egli sarà autorizzato a presentarsi alle autorità mediche del suo campo; i medici potranno raccomandare per l’esonero dal lavoro quei prigionieri che, a loro avviso, sono inabili al lavoro.
Art. 56
Il regime dei distaccamenti di lavoro sarà uguale a quello dei campi di prigionieri di guerra.
Ogni distaccamento di lavoro continuerà ad essere sottoposto al controllo di un campo di prigionieri di guerra e a dipenderne amministrativamente. Le autorità militari e il comando di questi campi saranno responsabili, sotto il controllo del loro governo, dell’osservanza, nel distaccamento di lavoro, delle disposizioni della presente Convenzione.
Il comandante del campo terrà un elenco aggiornato dei distaccamenti di lavoro che dipendono dal suo campo e lo comunicherà ai delegati della Potenza protettrice del Comitato internazionale della Croce Rossa o di altri enti per soccorsi ai prigionieri di guerra che visitassero il campo.
Art. 57
Il trattamento dei prigionieri di guerra che lavorano per conto di privati sarà, anche se questi ne assicurano la custodia e la protezione sotto la loro propria responsabilità, almeno uguale a quello previsto dalla presente Convenzione; la Potenza detentrice, le autorità militari e il comando del campo al quale appartengono questi prigionieri assumeranno l’intera responsabilità per il sostentamento, le cure, il trattamento e la retribuzione del lavoro di questi prigionieri di guerra.
Questi prigionieri di guerra avranno il diritto di rimanere in contatto con le persone di fiducia dei campi dai quali dipendono.

Sezione IV Risorse pecuniarie dei prigionieri di guerra

Art. 58
Fin dall’inizio delle ostilità e nell’attesa di mettersi d’accordo in proposito con la Potenza protettrice, la Potenza detentrice potrà fissare l’importo massimo di denaro contante o in forma analoga che i prigionieri di guerra potranno conservare presso di sè. Ogni eccedenza legittimamente in loro possesso, ritirata o trattenuta, sarà, così come qualunque deposito di danaro da loro eseguito, iscritta a credito del loro conto e non potrà essere convertita in altre valute senza il loro consenso.
Quando i prigionieri di guerra fossero autorizzati a fare acquisti o a ricevere servigi verso pagamento in danaro, fuori del campo, questi pagamenti saranno fatti dai prigionieri stessi o dall’amministrazione del campo che iscriverà questi pagamenti a debito del conto dei prigionieri interessati. La Potenza detentrice emanerà le disposizioni necessarie in merito.
Art. 59
Le somme in valuta della Potenza detentrice ritirate ai prigionieri di guerra, conformemente all’articolo 18, al momento della loro cattura, saranno iscritte a credito del conto di ciascuno di essi, in conformità delle disposizioni dell’articolo 64 della presente sezione.
Saranno parimente iscritti a credito di tale conto gli importi in valuta della Potenza detentrice provenienti dalla conversione di somme in altre valute, ritirate ai prigionieri di guerra in detto momento.
Art. 60
La Potenza detentrice verserà a tutti i prigionieri di guerra una anticipazione di soldo mensile, il cui importo sarà fissato dalla conversione nella valuta di detta potenza delle somme seguenti:
Categoria I: Prigionieri di grado inferiore a sergente: otto franchi svizzeri;
Categoria II: Sergenti e altri sottufficiali o prigionieri di grado equivalente; dodici franchi svizzeri;
Categoria III: Ufficiali fino al grado di capitano o prigionieri di grado equivalente: cinquanta franchi svizzeri;
Categoria IV: Comandanti o maggiori, tenenti colonnelli, colonnelli o prigionieri di grado equivalente: sessanta franchi svizzeri;
Categoria V: Ufficiali generali o prigionieri di grado equivalente: settantacinque franchi svizzeri.
Le Parti belligeranti potranno tuttavia modificare con accordi speciali gli importi delle anticipazioni di soldo dovute ai prigionieri di guerra nelle varie categorie sopra indicate.
Inoltre, qualora gli importi previsti nel primo capoverso fossero troppo elevati in confronto del soldo pagato ai membri delle forze armate della Potenza detentrice o dovessero, per qualsiasi altro motivo cagionare serie difficoltà a detta Potenza, questa, nell’attesa della conclusione di un accordo speciale con la Potenza dalla quale dipendono i prigionieri di guerra per modificare detti importi:
a.
continuerà a iscrivere a credito dei conti dei prigionieri di guerra gli importi indicati nel primo capoverso;
b.
potrà limitare temporaneamente a somme ragionevoli gli importi, prelevati dalle anticipazioni di soldo, che essa metterà a disposizione dei prigionieri di guerra per il loro uso; tuttavia, per i prigionieri della categoria I, quest’importi non saranno mai inferiori a quelli che la Potenza detentrice versa ai membri delle sue proprie forze armate.
Le ragioni di una tale limitazione saranno comunicate immediatamente alla Potenza protettrice.
Art. 61
La Potenza detentrice accetterà gli invii di danaro che la Potenza dalla quale dipendono i prigionieri di guerra facesse loro giungere come supplemento di soldo, a condizione che gli importi siano i medesimi per ogni prigioniero della stessa categoria, che siano versati a tutti i prigionieri di questa categoria dipendenti da detta Potenza, e che siano iscritti, non appena possibile, a credito dei conti individuali dei prigionieri, conformemente alle disposizioni dell’articolo 64. Tali supplementi di soldo non dispenseranno la Potenza detentrice da alcuno degli obblighi che le incombono in virtù della presente Convenzione.
Art. 62
I prigionieri di guerra riceveranno, direttamente dalle autorità detentrici, un’equa indennità di lavoro, il cui importo sarà fissato da queste autorità, ma non potrà mai essere inferiore a un quarto di franco svizzero per giornata intiera di lavoro. La Potenza detentrice comunicherà ai prigionieri, come pure alla Potenza dalla quale dipendono, per il tramite della Potenza protettrice, l’importo delle indennità di lavoro giornaliere da essa fissate.
Un’indennità di lavoro sarà parimente pagata dalle autorità detentrici ai prigionieri di guerra adibiti in modo permanente a funzioni o ad un lavoro artigiano in rapporto con l’amministrazione, la sistemazione interna o la manutenzione dei campi, nonchè ai prigionieri incaricati di esercitare funzioni spirituali o mediche a favore dei loro camerati.
L’indennità di lavoro della persona di fiducia, dei suoi ausiliari e, eventualmente, dei suoi consiglieri sarà prelevata dal fondo alimentato dagli utili della cantina: l’importo ne sarà fissato dalla persona di fiducia e approvato dal comandante del campo. Ove un tale fondo non esista, le autorità detentrici pagheranno a detti prigionieri una equa indennità di lavoro.
Art. 63
I prigionieri di guerra saranno autorizzati a ricevere gli invii di danaro loro mandati individualmente o collettivamente.
Ogni prigioniero di guerra disporrà del saldo creditore del suo conto, qual è previsto dall’articolo seguente, nei limiti fissati dalla Potenza detentrice, che eseguirà i pagamenti richiesti. Con riserva delle restrizioni finanziarie o monetarie ch’essa ritenesse essenziali, i prigionieri di guerra saranno autorizzati a fare dei pagamenti per l’estero. In tal caso, la Potenza detentrice favorirà specialmente i pagamenti fatti dai prigionieri a favore delle persone a loro carico.
I prigionieri di guerra potranno in qualunque circostanza, semprechè vi consenta la Potenza dalla quale dipendono, far eseguire pagamenti nel loro proprio paese secondo la seguente procedura: la Potenza detentrice farà giungere a detta Potenza, per il tramite della Potenza protettrice, un avviso che contenga tutte le indicazioni utili su l’autore e il beneficiario del pagamento, nonchè su l’importo della somma da pagare, espressa in valuta della Potenza detentrice; questo avviso sarà firmato dal prigioniero interessato e controfirmato dal comandante del campo. La Potenza detentrice addebiterà il conto del prigioniero di tale importo; le somme in tal modo addebitate saranno da esse iscritte a credito della Potenza dalla quale dipendono i prigionieri.
Per applicare le prestazioni che precedono, la Potenza detentrice potrà utilmente consultare il regolamento—tipo riprodotto nell’allegato V della presente Convenzione.
Art. 64
La Potenza detentrice terrà per ogni singolo prigioniero di guerra un conto che deve contenere almeno le seguenti indicazioni:
1.
Gli importi dovuti al prigioniero o da lui ricevuti come anticipazione di soldo, indennità di lavoro o a qualsiasi altro titolo; le somme, in valuta della Potenza detentrice, ritirate al prigioniero e convertite, a sua richiesta, in valuta della detta Potenza;
2.
Le somme versate al prigioniero in contanti o in una forma analoga; i pagamenti fatti per suo conto ed a sua richiesta; le somme trasferite secondo il terzo capoverso dell’articolo precedente.
Art. 65
Ogni registrazione fatta nel conto di un prigioniero di guerra sarà controfirmata o parafata dallo stesso o dalla persona di fiducia che agisce in suo nome.
I prigionieri di guerra godranno in ogni tempo di facilitazioni ragionevoli per esaminare il loro conto e riceverne copia; il conto potrà parimente essere verificato dai rappresentanti della Potenza protettrice in occasione delle visite del campo.
Nel caso di trasferimento dei prigionieri di guerra da un campo all’altro, il loro conto personale li seguirà. Nel caso di trasferimento da una Potenza detentrice ad un’altra, le somme loro appartenenti, che non siano in valuta della Potenza detentrice, li seguiranno; per tutte le altre somme che rimanessero a credito del loro conto sarà rilasciato loro un certificato.
Le Parti belligeranti interessate potranno mettersi d’accordo per comunicarsi, per il tramite della Potenza protettrice ed a determinati intervalli, gli estratti dei conti dei prigionieri di guerra.
Art. 66
Quando, in seguito a liberazione o a rimpatrio, la cattività del prigioniero di guerra finisce, la Potenza detentrice rilascerà a quest’ultimo una dichiarazione firmata da un ufficiale competente e attestante il saldo creditore dovuto al prigioniero alla fine della sua cattività. D’altro lato, la Potenza detentrice farà giungere alla Potenza dalla quale dipendono i prigionieri di guerra, per il tramite della Potenza protettrice, degli elenchi contenenti tutte le indicazioni sui prigionieri la cui cattività abbia preso fine in seguito a rimpatrio, liberazione, evasione, morte o in qualunque altro modo, e attestante segnatamente i saldi creditori dei loro conti. Ciascun foglio di questi elenchi sarà autenticato da un rappresentante autorizzato della Potenza protettrice.
Le Potenze interessate potranno, mediante accordo speciale, modificare interamente o parzialmente le disposizioni qui sopra previste.
La Potenza dalla quale dipende il prigioniero di guerra avrà la responsabilità di regolare con questi il saldo creditore rimanente dovutogli dalla Potenza detentrice alla fine della sua cattività.
Art. 67
Le anticipazioni di soldo versate ai prigionieri di guerra in conformità dell’articolo 60 saranno considerate come fatte in nome della Potenza dalla quale dipendono; tali anticipazioni di soldo, come pure tutti i pagamenti eseguiti da detta Potenza in virtù dell’articolo 63, terzo capoverso, e dell’articolo 68, saranno regolati mediante accordi tra le Potenze interessate, alla fine delle ostilità.
Art. 68
Ogni domanda d’indennità presentata da un prigioniero di guerra per un infortunio o qualsiasi altra invalidità risultante dal lavoro, sarà comunicata, per il tramite della Potenza protettrice, alla Potenza dalla quale dipende. In conformità delle disposizioni dell’articolo 54, la Potenza detentrice rilascerà in ogni caso al prigioniero di guerra una dichiarazione che indichi la natura della ferita o dell’invalidità, le circostanze nelle quali è avvenuta e le informazioni relative alle cure mediche o cliniche che gli sono state date. Questa dichiarazione sarà firmata da un ufficiale responsabile della Potenza detentrice e le indicazioni di carattere sanitario saranno certificate conformi da un medico del Servizio sanitario.
La Potenza detentrice comunicherà altresì alla Potenza dalla quale dipendono i prigionieri di guerra ogni domanda d’indennità presentata da un prigioniero per i suoi effetti personali, somme o oggetti di valore, che gli fossero stati ritirati in virtù dell’articolo 18 e non restituiti al momento del suo rimpatrio, come pure ogni domanda d’indennità relativa ad una perdita che il prigioniero attribuisca a colpa della Potenza detentrice o di uno dei suoi agenti. La Potenza detentrice sostituirà invece a sue spese gli effetti personali di cui il prigioniero avesse bisogno durante la sua cattività. La Potenza detentrice rilascerà in ogni caso al prigioniero una dichiarazione firmata da un ufficiale responsabile contenente tutte le indicazioni utili sui motivi per cui tali effetti, somme o oggetti di valore non gli sono stati restituiti. Un duplicato di questa dichiarazione darà trasmesso alla Potenza dalla quale dipende il prigioniero, per il tramite dell’Agenzia centrale dei prigionieri di guerra prevista dall’articolo 123.

Sezione V Relazioni dei prigionieri di guerra con l’esterno

Art. 69
Non appena avrà in suo potere dei prigionieri di guerra, la Potenza detentrice comunicherà loro come pure alla Potenza dalla quale dipendono, per il tramite della Potenza protettrice, le misure previste per l’attuazione delle disposizioni della presente sezione; essa notificherà parimente ogni modificazione apportata a dette misure.
Art. 70
Ogni prigioniero di guerra sarà messo in condizione, dal momento della sua cattura o, al più tardi, una settimana dopo il suo arrivo in un campo, anche se si tratta di un campo di transito, come pure in caso di malattia o di trasferimento in un lazzaretto o in un altro campo, di inviare direttamente alla sua famiglia, da un lato, e all’Agenzia centrale dei prigionieri di guerra prevista dall’articolo 123, dall’altro, una cartolina possibilmente conforme al modulo allegato alla presente Convenzione, che le informi della sua cattività, del suo indirizzo e dello stato della sua salute. Dette cartoline saranno trasmesse colla maggiore rapidità possibile e non potranno essere ritardate in nessun modo.
Art. 71
I prigionieri di guerra saranno autorizzati a spedire e a ricevere lettere e cartoline. Se la Potenza detentrice reputa necessario limitare questa corrispondenza, essa dovrà autorizzare almeno l’invio di due lettere e quattro cartoline al mese, conformi per quanto possibile ai moduli allegati alla presente Convenzione (e ciò senza contare le cartoline previste dall’articolo 70). Altre limitazioni potranno essere imposte soltanto se la Potenza detentrice ha pienamente motivo di ritenerle nell’interesse dei prigionieri stessi, in considerazione delle difficoltà che la Potenza detentrice potrebbe trovare nel reclutamento di un numero sufficiente di traduttori qualificati per provvedere alla censura necessaria. Se la corrispondenza spedita ai prigionieri dev’essere limitata, tale decisione potrà essere presa soltanto dalla Potenza dalla quale dipendono, eventualmente a richiesta della Potenza detentrice. Le lettere e le cartoline dovranno essere trasmesse con i mezzi più rapidi di cui disponga la Potenza detentrice; non potranno mai essere ritardate o trattenute per motivi disciplinari.
I prigionieri di guerra che sono da lungo tempo senza notizie della loro famiglia o che si trovano nell’impossibilità di riceverne o di dargliene per via ordinaria, come pure quelli che sono separati dai loro congiunti da distanze ragguardevoli, saranno autorizzati a spedire dei telegrammi le cui tasse saranno iscritte a debito del loro conto presso la Potenza detentrice o pagate col danaro di cui dispongono. I prigionieri fruiranno parimente di tale possibilità in caso d’urgenza.
Di regola, la corrispondenza dei prigionieri sarà redatta nella loro lingua materna. Le Parti belligeranti potranno autorizzare la corrispondenza in altre lingue.
I sacchi contenenti il corriere dei prigionieri saranno sigillati con cura, provvisti di etichetta indicante chiaramente il loro contenuto e indirizzati agli uffici postali di destinazione.
Art. 72
I prigionieri di guerra saranno autorizzati a ricevere, per posta o mediante qualsiasi altro mezzo, invii individuali o collettivi contenenti specialmente derrate alimentari, capi di vestiario, medicinali e oggetti destinati a soddisfare i loro bisogni in materia di religione, di studio o di svago, compresi libri, oggetti di culto, materiale scientifico, moduli d’esame, strumenti musicali, accessori di sport ecc

 

Emendamenti al Protocollo sulle mine antiuomo

Protocol on Prohibitions or Restrictions on the Use of Mines, Booby-Traps and
Other Devices as amended on 3 May 1996 (Protocol II to the 1980 Convention as
amended on 3 May 1996)


Article I - Scope of application

1. This Protocol relates to the use on land of the mines, booby-traps and other devices, defined
herein, including mines laid to interdict beaches, waterway crossings or river crossings, but does not
apply to the use of anti-ship mines at sea or in inland waterways.
2. This Protocol shall apply, in addition to situations referred to in Article I of this Convention, to
situations referred to in Article 3 common to the Geneva Conventions of 12 August 1949. This
Protocol shall not apply to situations of internal disturbances and tensions, such as riots, isolated
and sporadic acts of violence and other acts of a similar nature, as not being armed conflicts.
3. In case of armed conflicts not of an international character occurring in the territory of one of the
High Contracting Parties, each party to the conflict shall be bound to apply the prohibitions and
restrictions of this Protocol.
4. Nothing in this Protocol shall be invoked for the purpose of affecting the sovereignty of a State or
the responsibility of the Government, by all legitimate means, to maintain or re-establish law and
order in the
State or to defend the national unity and territorial integrity of the State.
5. Nothing in this Protocol shall be invoked as a justification for intervening, directly or indirectly,
for any reason whatever, in the armed conflict or in the internal or external affairs of the High
Contracting Party in the territory of which that conflict occurs.
6. The application of the provisions of this Protocol to parties to a conflict, which are not High
Contracting Parties that have accepted this Protocol, shall not change their legal status or the legal
status of a disputed territory, either explicitly or implicitly.

 

Article 2 -Definitions

For the purpose of this Protocol:
1. "Mine" means a munition placed under, on or near the ground or other surface area and designed
to be exploded by the presence, proximity or contact of a person or vehicle.
2. "Remotely-delivered mine" means a mine not directly emplaced but delivered by artillery,
missile, rocket, mortar, or similar means, or dropped from an aircraft. Mines delivered from a landbased
system from less than 500 metres are not considered to be "remotely delivered", provided that
they are used in accordance with Article 5 and other relevant Articles of this Protocol.
3. "Anti-personnel mine" means a mine primarily designed to be exploded by the presence,
proximity or contact of a person and that will incapacitate, injure or kill one or more persons.
4. "Booby-trap" means any device or material which is designed, constructed or adapted to kill or
injure,

and which functions unexpectedly when a person disturbs or approaches an apparently harmless

object or performs an apparently safe act.

5. "Other devices" means manually-emplaced munitions and devices including improvised
explosive devices designed to kill, injure or damage and which are actuated manually, by remote
control or automatically after a lapse of time.
6. "Military objective" means, so far as objects are concerned, any object which by its nature,
location, purpose or use makes an effective contribution to military action and whose total or partial
destruction, capture or neutralization, in the circumstances ruling at the time, offers a definite
military advantage.
7. "Civilian objects" are all objects which are not military objectives as defined in paragraph 6 of
this Article.
8. "Minefield" is a defined area in which mines have been emplaced and "mined area" is an area
which is dangerous due to the presence of mines. "Phoney minefield" means an area free of mines
that simulates a minefield. The term "minefield" includes phoney minefields.
9. "Recording" means a physical, administrative and technical operation designed to obtain, for the
purpose of registration in official records, all available information facilitating the location of
minefields, mined areas, mines, booby-traps and other devices.
10. "Self-destruction mechanism" means an incorporated or externally attached automaticallyfunctioning
mechanism which secures the destruction of the munition into which it is incorporated
or to which it is attached.
11. "Self-neutralization mechanism" means an incorporated automatically-functioning mechanism
which renders inoperable the munition into which it is incorporated.
12. "Self-deactivating" means automatically rendering a munition inoperable by means of the
irreversible exhaustion of a component, for example, a battery, that is essential to the operation of
the munition.
13. "Remote control" means control by commands from a distance.
14. "Anti-handling device" means a device intended to protect a mine and which is part of, linked
to, attached to or placed under the mine and which activates when an attempt is made to tamper
with the mine.
15. "Transfer" involves, in addition to the physical movement of mines into or from national
territory, the transfer of title to and control over the mines, but does not involve the transfer of
territory containing emplaced mines.

Article 3 - General restrictions on the use, of mines, booby-traps and other devices

1. This Article applies to:
(a) mines;
(b) booby-traps; and
2
(c) other devices.
2. Each High Contracting Party or party to a conflict is, in accordance with the provisions of this
Protocol, responsible for all mines, booby-traps, and other devices employed by it and undertakes to
clear, remove, destroy or maintain them as specified in Article 10 of this Protocol.
3. It is prohibited in all circumstances to use any mine, booby-trap or other device which is
designed or of a nature to cause superfluous injury or unnecessary suffering.
4. Weapons to which this Article applies shall strictly comply with the standards and limitations
specified in the Technical Annex with respect to each particular category.
5. It is prohibited to use mines, booby-traps or other devices which employ a mechanism or device
specifically designed to detonate the munition by the presence of commonly available mine
detectors as a result of their magnetic or other non-contact influence during normal use in detection
operations.
6. It is prohibited to use a self-deactivating mine equipped with an anti-handling device that is
designed in such a manner that the anti-handling device is capable of functioning after the mine has
ceased to be capable of functioning.
7. It is prohibited in all circumstances to direct weapons to which this Article applies, either in
offence, defence or by way of reprisals, against the civilian population as such or against individual
civilians or civilian objects.
8. The indiscriminate use of weapons to which this Article applies is prohibited. Indiscriminate use
is any placement of such weapons:
(a) which is not on, or directed against, a military objective. In case of doubt as to whether an object
which is normally dedicated to civilian purposes, such as a place of worship, a house or other
dwelling or a school, is being used to make an effective contribution to military action, it shall be
presumed not to be so used; or
(b) which employs a method or means of delivery which cannot be directed at a specific military
objective; or
(c) which may be expected to cause incidental loss of civilian life, injury to civilians, damage to
civilian objects, or a combination thereof, which would be excessive in relation to the concrete and
direct military advantage anticipated.
9. Several clearly separated and distinct military objectives located in a city, town, village or other
area containing a similar concentration of civilians or civilian objects are not to be treated as a
single military objective.
10. All feasible precautions shall be taken to protect civilians from the effects of weapons to which
this Article applies. Feasible precautions are those precautions which are practicable or practically
possible taking into account all circumstances ruling at the time, including humanitarian and
military considerations. These circumstances include, but are not limited to:
(a) the short- and long-term effect of mines upon the local civilian population for the duration of the
minefield;
(b) possible measures to protect civilians (for example, fencing, signs, warning and monitoring);
(c) the availability and feasibility of using alternatives; and
(d) the short- and long-term military requirements for a minefield.
11. Effective advance warning shall be given of any emplacement of mines, booby-traps and other
devices which may affect the civilian population, unless circumstances do not permit.

Article 4 - Restrictions on the use of anti-personnel mines
It is prohibited to use anti-personnel mines which are not detectable, as specified in paragraph 2 of
the Technical Annex.

Article 5 - Restrictions on the use of anti-personnel mines other than remotely-delivered mines
1. This Article applies to anti-personnel mines other than remotely-delivered mines.
2. It is prohibited to use weapons to which this Article applies which are not in compliance with the
provisions on self-destruction and self-deactivation in the Technical Annex, unless:
(a) such weapons are placed within a perimeter-marked area which is monitored by military
personnel and protected by fencing or other means, to ensure the effective exclusion of civilians
from the area. The marking must be of a distinct and durable character and must at least be visible
to a person who is about to enter the perimeter-marked area; and
(b) such weapons are cleared before the area is abandoned, unless the area is turned over to the
forces of another State which accept responsibility for the maintenance of the protections required
by this Article and the subsequent clearance of those weapons.
3. A party to a conflict is relieved from further compliance with the provisions of sub-paragraphs 2
(a) and 2 (b) of this Article only if such compliance is not feasible due to forcible loss of control of
the area as a result of enemy military action, including situations where direct enemy military action
makes it impossible to comply. If that party regains control of the area, it shall resume compliance
with the provisions of sub-paragraphs 2 (a) and 2 (b) of this Article.
4. If the forces of a party to a conflict gain control of an area in which weapons to which this Article
applies have been laid, such forces shall, to the maximum extent feasible, maintain and, if
necessary, establish the protections required by this Article until such weapons have been cleared.
5. All feasible measures shall be taken to prevent the unauthorized removal, defacement, destruction
or concealment of any device, system or material used to establish the perimeter of a perimetermarked
area.
6. Weapons to which this Article applies which propel fragments in a horizontal arc of less than 90
degrees and which are placed on or above the ground may be used without the measures provided
for in sub-paragraph 2 (a) of this Article for a maximum period of 72 hours, if:

(a) they are located in immediate proximity to the military unit that emplaced them; and
(b) the area is monitored by military personnel to ensure the effective exclusion of civilians.
Article 6 - Restrictions on the use of remotely-delivered mines
1. It is prohibited to use remotely-delivered mines unless they are recorded in accordance with subparagraph
I (b) of the Technical Annex.
2. It is prohibited to use remotely-delivered anti-personnel mines which are not in compliance with
the provisions on self-destruction and self-deactivation in the Technical Annex.
3. It is prohibited to use remotely-delivered mines other than anti-personnel mines, unless, to the
extent feasible, they are equipped with an effective self-destruction or self-neutralization
mechanism and have a back-up self-deactivation feature, which is designed so that the mine will no
longer function as a mine when the mine no longer serves the military purpose for which it was
placed in position.
4. Effective advance warning shall be given of any delivery or dropping of remotely-delivered
mines which may affect the civilian population, unless circumstances do not permit.

Article 7 - Prohibitions on the use of booby-traps and other devices

1. Without prejudice to the rules of international law applicable in armed conflict relating to
treachery and perfidy, it is prohibited in all circumstances to use booby-traps and other devices
which are in any way attached to or associated with:
(a) internationally recognized protective emblems, signs or signals;
(b) sick, wounded or dead persons;
(c) burial or cremation sites or graves;
(d) medical facilities, medical equipment, medical supplies or medical transportation;
(e) children's toys or other portable objects or products specially designed for the feeding, health,
hygiene, clothing or education of children;
(f) food or drink;
(g) kitchen utensils or appliances except in military establishments, military locations or military
supply depots;
(h) objects clearly of a religious nature;
(i) historic monuments, works of art or places of worship which constitute the cultural or spiritual
heritage of peoples; or
(j) animals or their carcasses.
2. It is prohibited to use booby-traps or other devices in the form of apparently harmless portable
objects which are specifically designed and constructed to contain explosive material.
3. Without prejudice to the provisions of Article 3, it is prohibited to use weapons to which this
Article applies in any city, town, village or other area containing a similar concentration of civilians
in which combat between ground forces is not taking place or does not appear to be imminent,
unless either:
(a) they are placed on or in the close vicinity of a military objective; or
(b) measures are taken to protect civilians from their effects, for example, the posting of warning
sentries, the issuing of warnings or the provision of fences.

Article 8 - Transfers

1. In order to promote the purposes of this Protocol, each High Contracting Party:
(a) undertakes not to transfer any mine the use of which is prohibited by this Protocol;
(b) undertakes not to transfer any mine to any recipient other than a State or a State agency
authorized to receive such transfers;
(c) undertakes to exercise restraint in the transfer of any mine the use of which is restricted by this
Protocol. In particular, each High Contracting Party undertakes not to transfer any anti-personnel
mines to States which are not bound by this Protocol, unless the recipient State agrees to apply this
Protocol; and
(d) undertakes to ensure that any transfer in accordance with this Article takes place in full
compliance, by both the transferring and the recipient State, with the relevant provisions of this
Protocol and the applicable norms of international humanitarian law.
2. In the event that a High Contracting Party declares that it will defer compliance with specific
provisions on the use of certain mines, as provided for in the Technical Annex, sub-paragraph I (a)
of this Article shall however apply to such mines.
3. All High Contracting Parties, pending the entry into force of this Protocol, will refrain from any
actions which would be inconsistent with sub-paragraph I (a) of this Article.

Article 9 -Recording and use of information on minefields, mined areas, mines, booby-traps and
other devices

1. All information concerning minefields, mined areas, mines, booby-traps and other devices shall
be recorded in accordance with the provisions of the Technical Annex.
2. All such records shall be retained by the parties to a conflict, who shall, without delay after the
cessation of active hostilities, take all necessary and appropriate measures, including the use of such
information, to protect civilians from the effects of minefields, mined areas, mines, booby-traps and
other devices in areas under their control.
At the same time, they shall also make available to the other party or parties to the conflict and to
the Secretary-General of the United Nations all such information in their possession concerning
minefields, mined areas, mines, booby-traps and other devices laid by them in areas no longer under
their control; provided, however, subject to reciprocity, where the forces of a party to a conflict are
in the territory of an adverse party, either party may withhold such information from the Secretary-
General and the other party, to the extent that security interests require such withholding, until
neither party is in the territory of the other. In the latter case, the information withheld shall be
disclosed as soon as those security interests permit. Wherever possible, the parties to the conflict
shall seek, by mutual agreement, to provide for the release of such information at the earliest
possible time in a manner consistent with the security interests of each party.
3. This Article is without prejudice to the provisions of Articles 10 and 12 of this Protocol.

Article 10 -Removal of minefields, mined areas, mines, booby-traps and other devices and
international cooperation

1. Without delay after the cessation of active hostilities, all minefields, mined areas, mines, boobytraps
and other devices shall be cleared, removed, destroyed or maintained in accordance with
Article 3 and paragraph 2 of Article 5 of this Protocol.
2. High Contracting Parties and parties to a conflict bear such responsibility with respect to
minefields, mined areas, mines, booby-traps and other devices in areas under their control.
3. With respect to minefields, mined areas, mines, booby-traps and other devices laid by a party in
areas over which it no longer exercises control, such party shall provide to the party in control of
the area pursuant to paragraph 2 of this Article, to the extent permitted by such party, technical and
material assistance necessary to fulfil such responsibility.
4. At all times necessary, the parties shall endeavour to reach agreement, both among themselves
and, where appropriate, with other States and with international organizations, on the provision of
technical and material assistance, including, in appropriate circumstances, the undertaking of joint
operations necessary to fulfil such responsibilities.

Article 11 - Technological cooperation and assistance

1. Each High Contracting Party undertakes to facilitate and shall have the right to participate in the
fullest possible exchange of equipment, material and scientific and technological information
concerning the implementation of this Protocol and means of mine clearance. In particular, High
Contracting Parties shall not impose undue restrictions on the provision of mine clearance
equipment and related technological information for humanitarian purposes.
2. Each High Contracting Party undertakes to provide information to the database on mine
clearance established within the United Nations System, especially information concerning various
means and technologies of mine clearance, and lists of experts, expert agencies or national points of
contact on mine clearance.
3. Each high Contracting Party in a position to do so shall provide assistance for mine clearance
through the United Nations System, other international bodies or on a bilateral basis, or contribute
to the United Nations Voluntary Trust Fund for Assistance in Mine Clearance.
4. Requests by High Contracting Parties for assistance, substantiated by relevant information, may
be submitted to the United Nations, to other appropriate bodies or to other States. These requests
may be submitted to the Secretary-General of the United Nations, who shall transmit them to all
High Contracting Parties and to relevant international organizations.
5. In the case of requests to the United Nations, the Secretary-General of the United Nations, within
the resources available to the Secretary-General of the United Nations, may take appropriate steps
to assess the situation and, in cooperation with the requesting High Contracting Party, determine the
appropriate provision of assistance in mine clearance or implementation of the Protocol. The
Secretary-General may also report to High Contracting Parties on any such assessment as well as on
the type and scope of assistance required.
6. Without prejudice to their constitutional and other legal provisions, the High Contracting Parties
undertake to cooperate and transfer technology to facilitate the implementation of the relevant
prohibitions and restrictions set out in this Protocol.
7. Each High Contracting Party has the right to seek and receive technical assistance, where
appropriate, from another High Contracting Party on specific relevant technology, other than
weapons technology, as necessary and feasible, with a view to reducing any period of deferral for
which provision is made in the Technical Annex.

Article 12 - Protection from the effects of minefields, mined areas, mines, booby-traps and other
devices

1. Application
(a) With the exception of the forces and missions referred to in sub-paragraph 2(a) (i) of this
Article, this Article applies only to missions which are performing functions in an area with the
consent of the High Contracting Party on whose territory the functions are performed.
(b) The application of the provisions of this Article to parties to a conflict which are not High
Contracting Parties shall not change their legal status or the legal status of a disputed territory,
either explicitly or implicitly.
(c) The provisions of this Article are without prejudice to existing international humanitarian law,
or other international instruments as applicable, or decisions by the Security Council of the United
Nations, which provide for a higher level of protection to personnel functioning in accordance with
this Article.
2. Peace-keeping and certain other forces and missions
(a) This paragraph applies to:
(i) any United Nations force or mission performing peace-keeping, observation or similar functions
in any area in accordance with the Charter of the United Nations;
(ii) any mission established pursuant to Chapter VIII of the Charter of the United Nations and
performing its functions in the area of a conflict.
(b) Each High Contracting Party or party to a conflict, if so requested by the head of a force or
mission to which this paragraph applies, shall:
(i) so far as it is able, take such measures as are necessary to protect the force or mission from the
effects of mines, booby-traps and other devices in any area under its control;
(ii) if necessary in order effectively to protect such personnel, remove or render harmless, so far as
it is able, all mines, booby-traps and other devices in that area; and
(iii) inform the head of the force or mission of the location of all known minefields, mined areas,
mines, booby-traps and other devices in the area in which the force or mission is performing its
functions and, so far as is feasible, make available to the head of the force or mission all
information in its possession concerning such minefields, mined areas, mines, booby-traps and
other devices.
3. Humanitarian and fact-finding missions of the United Nations System
(a) This paragraph applies to any humanitarian or fact-finding mission of the United Nations
System.
(b) Each High Contracting Party or party to a conflict, if so requested by the head of a mission to
which this paragraph applies, shall:
(i) provide the personnel of the mission with the protections set out in sub-paragraph 2(b) (i) of this
Article; and
(ii) if access to or through any place under its control is necessary for the performance of the
mission's functions and in order to provide the personnel of the mission with safe passage to or
through that place:
(aa) unless on-going hostilities prevent, inform the head of the mission of a safe route to that place
if such information is available; or
(bb) if information identifying a safe route is not provided in accordance with sub-paragraph (aa),
so far as is necessary and feasible, clear a lane through minefields.
4. Missions of the International Committee of the Red Cross
(a) This paragraph applies to any mission of the International Committee of the Red Cross
performing functions with the consent of the host State or States as provided for by the Geneva
Conventions of 12 August
1949 and, where applicable, their Additional Protocols.
(b) Each High Contracting Party or party to a conflict, if so requested by the head of a mission to
which this paragraph applies, shall:
(i) provide the personnel of the mission with the protections set out in sub-paragraph 2(b) (i) of this
Article; and

(ii) take the measures set out in sub-paragraph 3(b) (ii) of this Article.
5. Other humanitarian missions and missions of enquiry
(a) Insofar as paragraphs 2, 3 and 4 above do not apply to them, this paragraph applies to the
following missions when they are performing functions in the area of a conflict or to assist the
victims of a conflict:
(i) any humanitarian mission of a national Red Cross or Red Crescent Society or of their
International Federation;
(ii) any mission of an impartial humanitarian organization, including any impartial humanitarian
demining mission; and
(iii) any mission of enquiry established pursuant to the provisions of the Geneva Conventions of 12
August 1949 and, where applicable, their Additional Protocols.
(b) Each High Contracting Party or party to a conflict, if so requested by the head of a mission to
which this paragraph applies, shall, so far as is feasible:
(i) provide the personnel of the mission with the protections set out in sub-paragraph 2(b) (i) of this
Article, and
(ii) take the measures set out in sub-paragraph 3(b) (ii) of this Article.
6. Confidentiality
All information provided in confidence pursuant to this Article shall be treated by the recipient in
strict confidence and shall not be released outside the force or mission concerned without the
express authorization of the provider of the information.
7. Respect for laws and regulations
Without prejudice to such privileges and immunities as they may enjoy or to the requirements of
their duties, personnel participating in the forces and missions referred to in this Article shall:
(a) respect the laws and regulations of the host State; and
(b) refrain from any action or activity incompatible with the impartial and international nature of
their duties.

Article 13 - Consultations of high Contracting Parties

1. The High Contracting Parties undertake to consult and cooperate with each other on all issues
related to the operation of this Protocol. For this purpose, a conference of High Contracting Parties
shall be held annually.
2. Participation in the annual conferences shall be determined by their agreed Rules of Procedure.
3. The work of the conference shall include:
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(a) review of the operation and status of this Protocol;
(b) consideration of matters arising from reports by High Contracting Parties according to
paragraph 4 of this Article;
(c) preparation for review conferences; and
(d) consideration of the development of technologies to protect civilians against indiscriminate
effects of mines.
4. The High Contracting Parties shall provide annual reports to the Depositary, who shall circulate
them to all High Contracting Parties in advance of the Conference, on any of the following matters:
(a) dissemination of information on this Protocol to their armed forces and to the civilian
population;
(b) mine clearance and rehabilitation programmes;
(c) steps taken to meet technical requirements of this Protocol and any other relevant information
pertaining thereto;
(d) legislation related to this Protocol;
(e) measures taken on international technical information exchange, on international cooperation on
mine clearance, and on technical cooperation and assistance; and
(f) other relevant matters.
5. The cost of the Conference of High Contracting Parties shall be borne by the High Contracting
Parties and States not parties participating in the work of the Conference, in accordance with the
United Nations scale of assessment adjusted appropriately.
Article 14 - Compliance
1. Each High Contracting Party shall take all appropriate steps, including legislative and other
measures, to prevent and suppress violations of this Protocol by persons or on territory under its
jurisdiction or control.
2. The measures envisaged in paragraph I of this Article include appropriate measures to ensure the
imposition of penal sanctions against persons who, in relation to an armed conflict and contrary to
the provisions of this Protocol, wilfully kill or cause serious injury to civilians and to bring such
persons to justice.
3. Each High Contracting Party shall also require that its armed forces issue relevant military
instructions and operating procedures and that armed forces personnel receive training
commensurate with their duties and responsibilities to comply with the provisions of this Protocol.
4. The High Contracting Parties undertake to consult each other and to cooperate with each other
bilaterally, through the Secretary-General of the United Nations or through other appropriate
international procedures, to resolve any problems that may arise with regard to the interpretation
and application of the provisions of this Protocol.
Technical Annex
1. Recording
(a) Recording of the location of mines other than remotely-delivered mines, minefields, mined
areas, booby-traps and other devices shall be carried out in accordance with the following
provisions:
(i) the location of the minefields, mined areas and areas of booby-traps and other devices shall be
specified accurately by relation to the coordinates of at least two reference points and the estimated
dimensions of the area containing these weapons in relation to those reference points;
(ii) maps, diagrams or other records shall be made in such a way as to indicate the location of
minefields, mined areas, booby-traps and other devices in relation to reference points, and these
records shall also indicate their perimeters and extent;
(iii) for purposes of detection and clearance of mines, booby-traps and other devices, maps,
diagrams or other records shall contain complete information on the type, number, emplacing
method, type of fuse and life time, date and time of laying, anti-handling devices (if any) and other
relevant information on all these weapons laid. Whenever feasible the minefield record shall show
the exact location of every mine, except in row minefields where the row location is sufficient. The
precise location and operating mechanism of each booby-trap laid shall be individually recorded.
(b) The estimated location and area of remotely-delivered mines shall be specified by coordinates of
reference points (normally corner points) and shall be ascertained and when feasible marked on the
ground at the earliest opportunity. The total number and types of mines laid, the date and time of
laying and the self-destruction time periods shall also be recorded.
(c) Copies of records shall be held at a level of command sufficient to guarantee their safety as far
as possible.
(d) The use of mines produced after the entry into force of this Protocol is prohibited unless they are
marked in English or in the respective national language or languages with the following
information:
(i) name of the country of origin;
(ii) month and year of production; and
(iii) serial number or lot number.
The marking should be visible, legible, durable and resistant to environmental effects, as far as
possible.
2. Specifications on detectability
(a) With respect to anti-personnel mines produced after 1 January 1997, such mines shall
incorporate in their construction a material or device that enables the mine to be detected by
commonly-available technical mine detection equipment and provides a response signal equivalent
to a signal from 8 grammes or more of iron in a single coherent mass.
(b) With respect to anti-personnel mines produced before 1 January 1997, such mines shall either
incorporate in their construction, or have attached prior to their emplacement, in a manner not easily
removable, a material or device that enables the mine to be detected by commonly-available
technical mine detection equipment and provides a response signal equivalent to a signal from 8
grammes or more of iron in a single coherent mass.
(c) In the event that a High Contracting Party determines that it cannot immediately comply with
sub-paragraph (b), it may declare at the time of its notification of consent to be bound by this
Protocol that it will defer compliance with sub-paragraph (b) for a period not to exceed 9 years from
the entry into force of this Protocol. In the meantime it shall, to the extent feasible, minimize the use
of anti-personnel mines that do not so comply.
3. Specifications on self-destruction and self-deactivation
(a) All remotely-delivered anti-personnel mines shall be designed and constructed so that no more
than 10% of activated mines will fail to self-destruct within 30 days after emplacement, and each
mine shall have a back-up self-deactivation feature designed and constructed so that, in combination
with the self-destruction mechanism, no more than one in one thousand activated mines will
function as a mine 120 days after emplacement.
(b) All non-remotely delivered anti-personnel mines, used outside marked areas, as defined in
Article 5 of this Protocol, shall comply with the requirements for self-destruction and selfdeactivation
stated in sub-paragraph (a).
(c) In the event that a High Contracting Party determines that it cannot immediately comply with
sub-paragraphs (a) and/or (b), it may declare at the time of its notification of consent to be bound by
this Protocol, that it will, with respect to mines produced prior to the entry into force of this
Protocol defer compliance with sub-paragraphs (a) and/or (b) for a period not to exceed 9 years
from the entry into force of this Protocol.
During this period of deferral, the High Contracting Party shall:
(i) undertake to minimize, to the extent feasible, the use of anti-personnel mines that do not so
comply, and
(ii) with respect to remotely-delivered anti-personnel mines, comply with either the requirements
for self-destruction or the requirements for self-deactivation and, with respect to other antipersonnel
mines comply with at least the requirements for self-deactivation.
4. International signs for minefields and mined areas
Signs similar to the example attached [1] and as specified below shall be utilized in the marking of
minefields and mined areas to ensure their visibility and recognition by the civilian population:
(a) size and shape: a triangle or square no smaller than 28 centimetres (11 inches) by 20 centimetres
(7.9 inches) for a triangle, and 15 centimetres (6 inches) per side for a square;
(b) colour: red or orange with a yellow reflecting border

LEGGE 29 ottobre 1997, n.374

LEGGE 29 ottobre 1997, n.374
Norme per la messa al bando delle mine antipersona
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PROMULGA LA SEGUENTE LEGGE:


Art. 1 - Finalità
1.E’ vietato l’uso a qualsiasi titolo di ogni tipo di mina antipersona, fatto salvo l’utilizzo, a fini esclusivi di addestramento
per operazioni di sminamento, del quantitativo previsto dall’articolo 5, comma 1.
2. Sono vietate la ricerca tecnologica, la fabbricazione, la vendita, la cessione a qualsiasi titolo, l’esportazione,
l’importazione, la detenzione delle mine antipersona di qualunque natura o composizione, o di parti di esse.
3. Sono vietate l’utilizzazione e la cessione, a qualsiasi titolo, dei diritti di brevetto per la fabbricazione, in Italia o all’estero,
direttamente o indirettamente, delle mine antipersona o di parti di esse, e l’utilizzazione e la cessione, a qualsiasi titolo, di
tecnologie idonee alla fabbricazione di mine antipersona o di parti di esse.
Art. 2 - Definizione
1. Si definisce mina antipersona ogni dispositivo od ordigno dislocabile sopra, sotto, all’interno o accanto ad una qualsiasi
superficie e congegnato o adattabile mediante specifiche predisposizioni in modo tale da esplodere, causare un’esplosione o
rilasciare sostanze incapacitanti come conseguenza della presenza, della prossimità o del contatto di una persona.
Art. 3 - Obblighi a carico dei detentori di mine antipersona
1. Entro il termine di centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, le aziende italiane produttrici di
mine antipersona e loro componenti, e chiunque detenga a qualsiasi titolo mine antipersona o parti di esse, devono effettuare
denuncia delle mine antipersona e loro componenti di cui sono in possesso ai comandi territoriali dell’Arma dei carabinieri
e provvedere entro i successivi novanta giorni a consegnarle al Ministero della difesa, ai sensi della legislazione vigente, in
punti di raccolta all’uopo designati e resi noti dagli stessi comandi territoriali.
Art 4 - Obblighi di chi dispone di diritti di brevetto o di tecnologie idonee alla fabbricazione di mine antipersona
1. Chiunque dispone, a qualsiasi titolo, di diritti di brevetto o di tecnologie idonee alla fabbricazione di mine antipersona o
di parti di esse deve farne denuncia al Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato entro sessanta giorni dalla
data di entrata in vigore della presente legge.
Art 5 - Distruzione delle scorte
1. Entro cinque anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero della difesa provvederà a distruggere
l’arsenale di mine antipersona in dotazione o stoccaggio presso le Forze armate, fatta eccezione per una quantità limitata e
comunque non superiore alle diecimila unità e rinnovabile tramite importazione, in deroga a quanto disposto all’articolo 1,
comma 2, della presente legge, destinata esclusivamente all’addestramento in operazioni di sminamento.
2. Entro lo stesso termine di cui al comma 1, il Ministero della difesa provvederà altresì a distruggere le mine antipersona
consegnate dalle aziende produttrici e dagli altri detentori, ai sensi dell’articolo 3.
3. All’onere derivante dall’attuazione dei commi 1 e 2, valutato in lire 10 miliardi annue per ciascuno degli anni 1998 e
1999, si provvede mediante utilizzo delle proiezioni per gli anni 1998 e 1999 dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio
triennale 1997-1999, al capitolo 6856 dello stato di previsione del Ministero del tesoro per l’anno 1997, allo scopo
1
parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Ministero del tesoro è
autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Art. 6 - Decreto ministeriale
1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero della difesa, di concerto con i Ministri degli
affari esteri e dell’industria, del commercio e dell’artigianato, emana un decreto contenente la disciplina della distruzione
delle scorte di mine antipersona con modalità che tengano presenti anche le esigenze di tutela ambientale. Con lo stesso
decreto sarà individuato l’ufficio competente nell’ambito dell’amministrazione del Ministero della difesa e sarà istituito e
disciplinato un registro nel quale dovranno essere riportati i quantitativi ed i tipi di mine antipersona in possesso delle Forze
armate, nonché di quelle consegnate ai sensi dell’articolo 3 e le date e le modalità della loro distruzione; nello stesso registro
dovranno essere altresì annotate le denunce fatte ai sensi dell’art.4.Lo schema del decreto è sottoposto alle competenti
commissioni parlamentari che esprimono il Parere entro venti giorni. Il decreto è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Art. 7 - Sanzioni
1. Chiunque usa, fatte salve le disposizioni di cui al comma 1 dell’articolo 5, fabbrica, vende, cede a qualsiasi titolo, esporta,
importa, detiene mine antipersona o parti di esse, ovvero utilizza o cede, direttamente o indirettamente, diritti di brevetto o
tecnologie per la fabbricazione, in Italia o all’estero, di mine antipersona o di parti di esse, è punito con la reclusione da tre a
dodici anni e con la multa da lire 500 milioni a lire 1000 milioni.
2. Chiunque non adempia gli obblighi previsti dagli articoli 3 e 4 è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa
da lire 200 milioni a lire 500 milioni, nonché con la pena accessoria dell’incapacità di contrattare con la pubblica
amministrazione per un periodo da cinque a dieci anni. 3. Le sanzioni previste dai commi 1 e 2 sono diminuite fino alla
metà se il fatto per cui si procede è di particolare tenuità.
Art. 8 - Attività in favore delle vittime di mine antipersona
1. All’articolo 2, comma 3, della legge 26 febbraio 1987, n.49, (dopo la lettera m) è aggiunta la seguente: "m-bis" il
sostegno alle vittime delle mine antipersona tramite programmi di risarcimento, assistenza e riabilitazione"
Art. 9 - Competenze dei Ministri e relazione al Parlamento
1. I Ministri degli affari esteri, della difesa e dell’industria, del commercio e dell’artigianato provvedono, in coordinamento
tra loro, all’attuazione della presente legge, compresa la distruzione delle mine antipersona ed in particolare dell’arsenale in
dotazione alle Forze armate di cui agli articoli 3 e 5.
2. I Ministri di cui al comma 1 presentano semestralmente alle competenti commissioni parlamentari una relazione sullo
stato di attuazione della presente legge. Nell’ambito di tale relazione, il Ministro della difesa riferisce annualmente in merito
allo smaltimento delle scorte ed ai relativi oneri finanziari.
Art. 10- Non apponibilità del segreto di Stato e del segreto militare
1. Alla materia disciplinata dalla presente legge non si applicano le norme sul segreto di Stato, di cui alla legge 24 ottobre
1977, n.801, e agli articoli 202 e 256 del codice di procedura penale; né le norme sul segreto militare di cui al regio decreto
11 luglio 1941, n. 1161.
La presente legge, munita del sigillo di Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana.

E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, addì 29 ottobre 1997

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