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Altre missioni

Conclusa l'esercitazione italo-spagnola Firex 1-18

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Si è conclusa l’11 febbraio, dopo circa una settimana, l’esercitazione “FIREX 1-18” condotta dal personale del 1° Reggimento San Marco della Marina Militare presso il Campo di Addestramento di Sierra del Retin, in Spagna, insieme allo United States Marine Corps e all’Ejercito de Tierra spagnolo, per perfezionare le capacità dei team anfibi che supportano le truppe da sbarco durante le attività di fuoco verso terra. L’esercitazione, gestita dal comandante del Grupo de Artilleria da Desembarco spagnolo, ha coinvolto gli specialisti “Osservatore Fuoco di Supporto” della Marina Militare che hanno avuto la possibilità, tra l’altro, di confrontarsi con i propri colleghi in un contesto internazionale per affinare le tecniche di richiesta e osservazione del fuoco di artiglieria terrestre e migliorare le tecniche di controllo delle singole armi in supporto. L’attività addestrativa “FIREX 1-18”, rientra nel ciclo di esercitazioni congiunte previste nel piano di addestramento annuale della Brigata Marina San Marco e del Tercio de Armada, per il mantenimento delle capacità operative della Spanish  Italian Landing Force (SILF) e rappresenta un’opportunità per consolidare l’utilizzo delle procedure operative della Forza Anfibia in ambito europeo. Nel continuo emergere di nuove sfide alla sicurezza e agli interessi europei (pirateria, migrazione illegittima,cyber security), infatti, la Difesa è divenuta uno delle principali componenti che il Sistema Paese e il Sistema Europa devono impiegare per prevenire, limitare e fronteggiare le minacce alla sicurezza della collettività. In tale contesto, l’Unione Europea ha ritenuto importante poter disporre di pacchetti di forze dalle ridotte dimensioni, denominate Battlegroup (BG), caratterizzate da rapidità di impiego e di intervento, per brevi periodi, su un ampio spettro di missioni, a cui ricorrere per far fronte alle minacce. A partire dal 2007 ha infatti predisposto la possibilità d’uso di due Battlegroup che si rendono adoperabili su base semestrale, secondo una turnazione prestabilita tra Stati membri. Nell’ambito delle attività di scambio bilaterale tra Spagna e Italia, i rispettivi vertici militari hanno espresso la volontà di contribuire alla turnazione EU-BG del 2° semestre 2020, con un dispositivo a guida italiana che pone sul nostro Paese l’onere di fornire all’Unione Europea la prontezza di un Amphibious Battlegroup, caratterizzato da assetti della Marina Militare Italiana provenienti dalla Terza Divisione Navale e dalla Brigata Marina San Marco, supportati da componenti da sbarco spagnole, configurati sulla struttura dell’iniziativa bilaterale Spanish Italian Amphibious Force (SIAF), e un rinforzo di unità operative portoghesi e greche.

fonte Stato Maggiore della Difesa

 

Militari italiani concludono missione di addestramento per le forze di polizia somale e gibutine

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Termina oggi l’ottavo ciclo della Missione Italiana di Addestramento delle forze di polizia somale e gibutine (MIADIT), condotta dai Carabinieri presso l’Accademia di Polizia e della Gendarmeria gibutiana. Alla cerimonia di consegna dell’attestato ai 405 frequentatori dei corsi, erano presenti molte autorità locali, il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate di Gibuti, il Capo di Stato Maggiore della Gendarmerie Nazionale, il Direttore Generale della Polizia, il Comandante della Guardia Repubblicana di Gibuti e il relativo Capo di stato Maggiore dell’Esercito. A rappresentare le Forze Armate italiane il Generale Gino Micale, Capo del II Reparto del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri che nel suo discorso, oltre ad esprimere il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dagli istruttori dell’Arma dei Carabinieri si è rivolto ai frequentatori così “il vostro sarà un contributo prezioso, perché costituisce la chiave per il mantenimento della pace in Gibuti e in Somalia, rafforzando le condizioni per creare stabilità in tutta la regione del Corno d’Africa” ed ha continuato “siate di sostegno ai vostri connazionali, difendendoli da ogni criminale aggressione, da ogni sopraffazione, da ogni violazione dei diritti umani fondamentali”. Durante le numerose attività addestrative svolte infatti, i frequentatori sono stati chiamati a cimentarsi in molteplici materie, insegnate secondo i massimi standard internazionali: dall’addestramento individuale al combattimento alle tecniche di primo soccorso sul campo di battaglia, dalle procedure di gestione dell’ordine pubblico ai poligoni di tiro, dal combattimento nei centri abitati alle tecniche di perquisizione ed ammanettamento. I corsi sono finalizzati a fornire quelle conoscenze, capacità e professionalità necessarie per creare degli operatori di polizia versatili e moderni, in grado di affrontare con efficacia ed efficienza le minacce che gravano nell’area in questo delicato momento storico. La MIADIT Somalia si inserisce in un più ampio quadro di accordi trilaterali con la Somalia e con la Repubblica di Gibuti per contribuire, attraverso il capacity building rivolto alle forze di polizia locali, alla realizzazione di un quadro di stabilità e sicurezza nel Corno d’Africa. I cicli addestrativi si svolgono a cadenza periodica e quest’ultimo, iniziato a settembre dello scorso anno, ha permesso di addestrare , grazie al contingente di istruttori dell’Arma dei Carabinieri, ben 180 poliziotti somali e 225 fra poliziotti e gendarmi gibutini.

fonte Stato Maggiore della Difesa

 

Joint Stars 2017, si conclude la più grande esercitazione delle forze armate

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Le nuove esigenze operative impongono una piena capacità interforze che deve essere necessariamente acquisita con attività addestrative che coinvolgano sempre  tutte le componenti dello Strumento Militare Nazionale, così come è stato per la Joint Stars” ha affermato il Generale Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, a conclusione della Joint Stars, la più grande esercitazione Interforze nazionale dell’anno, che ha visto impegnate forze di Esercito, Marina e Aeronautica su tutto il territorio nazionale. La Joint Stars 2017 (JS17)  è un’attività addestrativa organizzata dal Comando Operativo di vertice Interforze (COI)  ed è costituita da una rete di esercitazioni, federate tra loro e condotte  tra il mese di giugno e ottobre in Sicilia, Sardegna e Italia del centro sud, che fanno riferimento a un unico scenario fittizio di un contesto di crisi. All’esercitazione ha preso parte  anche una componente NATO con assetti dedicati all’addestramento alla guerra elettronica, tra cui quelli  per il disturbo ai sensori Radar e alle comunicazioni. L’interoperabilità e il coordinamento delle procedure delle diverse componenti di ciascuna Forza Armata sono stati i principali obiettivi della JS17, ma quello certamente più rilevante è stato quello di testare e validare l’operatività iniziale della Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare, cioè le forze militari anfibie italiane. L’Esercito Italiano, la Marina Militare e l’Aeronautica Militare si sono addestrate congiuntamente, schierando complessivamente più di 3.600 militari con lo scopo di perseguire sinergie ed economie, condividere risorse e massimizzare interoperabilità, affinando le proprie capacità all’interno di missioni simulate che potrebbero verificarsi nell’ambito di crisi internazionali o emergenze nazionali. Sono state pianificate e condotte operazioni per l’evacuazione di personale civile presente nelle zone di operazioni militari, nonché la conduzione di operazioni che prevedano l'inserimento in ambiente ostile di una componente terrestre dal mare. Il cuore di questa componente terrestre è rappresentato dal Reggimento Lagunari "Serenissima" dell’Esercito Italiano e il reggimento “San Marco” della Marina Militare, i quali sono in grado di attivare tutte le funzioni "Combat", "Combat Support" e "Combat Service Support", grazie all'integrazione delle capacità esistenti in seno allo Strumento Militare nazionale. L’Aeronautica Militare, che per la prima volta ha impiegato anche i velivoli F35A, ha garantito invece il supporto aereo con operazioni di Close Air Support (CAS), Suppression of Enemy Air Defense (SEAD), Combat Search and Rescue (CSAR), trasporto tattico di personale operativo ed evacuazione di civili feriti. Tra i reparti dell'Esercito partecipanti all'esercitazione, il Comando Artiglieria Contraerei, la Brigata Pozzuolo del Friuli, il Reggimento Lagunari "Serenissima", il 3° Reggimento Genio Guastatori, il 17° Reggimento artiglieria contraerei "Sforzesca", il Reggimento artiglieria a cavallo", il 4° Reggimento "Genova Cavalleria" e il 5° Reggimento Aviazione dell'Esercito "Rigel". Per la Marina Militare sono state coinvolte la Portaerei Garibaldi, due navi da sbarco, la San Marco e la San Giorgio, i cacciamine Viareggio e Milazzo, il sommergibile Longobardo, la rifornitrice di squadra Vesuvio, il cacciatorpediniere Duilio, la fregata Alpino e il moto trasporto costiero (MTC) Lipari. Per l'Aeronautica Militare hanno preso parte la 46^ Brigata Aerea di Pisa con i velivoli C-130 e C-27J, la 4^ Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la Difesa Aerea, il 6° Stormo di Ghedi con i Tornado IDS e ECR, il 4° Stormo di Grosseto e il 37° Stormo con gli Eurofighter, il 51° Stormo di Istrana con gli AMX, il 61° Stormo di Galatina con i T-346, il 14° Stormo di Pratica di Mare con l'aereo cisterna KC-767 e con il CAEW, il 32° Stormo di Amendola con l'aeromobile a pilotaggio remoto MQ-9 Predator B, il 15° Stormo di Cervia con gli elicotteri HH-101, HH-139 e gli HH-212. Saranno inoltre coinvolti, 16° Stormo Fucilieri dell'Aria di Martina Franca, il Reparto Mobile di Comando e Controllo di Bari Palese, il ReGISCC di Pratica di Mare, il 22° GRAM di Licola e le basi del 41° Stormo di Sigonella e del R.S.S.T.A. di Decimomannu.

fonte: Stato Maggiore della Difesa

NRDC ITA assume formalmente la responsabilità sulla componente terrestre della NRF 2018

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Solbiate Olona, 10 gennaio 2018 - Oggi, presso la Caserma “Ugo MARA”, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito – Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico, del Comandante del Comando Operativo Alleato Interforze di Brunssum in Olanda - Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina e del Comandante del Comando Terrestre Alleato (LANDCOM) - Generale di Corpo d’Armata Darryl A. Williams - ha avuto luogo la cerimonia che ha sancito il passaggio del testimone nel comando della componente terrestre della NATO Response Force (NRF) tra l’Allied Rapid Reaction Corps (ARRC) comandato dal Generale di Corpo d’Armata Tim Radford e il Nato Rapid Deployable Corps – Italy (NRDC-ITA) comandato dal Generale di Corpo d’Armata Roberto Perretti. Il Nrdc-Ita assume per la quarta volta la responsabilità di guidare la componente terrestre (Land Component Command) della NATO Response Force dopo un lungo e articolato periodo di preparazione, durato oltre un anno, che ha visto il Comando impegnato in numerose e complesse attività addestrative finalizzate a completare l’addestramento individuale del personale e a testare e affinare le procedure di lavoro, prima di essere dichirato “combat ready” con l’esercitazione “Brilliant Ledger 2017” che, sotto l’attenta supervisione di un team di 40 esperti valutatori militari, ha visto imepegnati a Solbiate Olona (VA) e Bellinzago Novarese (NO) oltre 1000 militari provenienti da 15 nazioni dell’Alleanza e 85 reparti diversi delle forze armate italiane. La NATO Response Force, creata nel 2002, è un complesso di forze ad elevata prontezza, tecnologicamente avanzata e altamente addestrata, costituita da componenti terrestre, marittima, aerea, di forze speciali e di supporto logistico con personale e mezzi forniti a rotazione dai Paesi membri, per consentire all’Alleanza di far fronte prontamente a tutte le sfide alla sicurezza, dalla difesa collettiva alla gestione delle crisi. A seguito delle decisioni assunte nel vertice del Galles del 2014, l’Nrf è stata potenziata con un’aliquota di forze in altissima prontezza denominata Very High Readiness Joint Task Force (VJTF), estremamente flessibile e modulare, capace di spiegarsi con immediatezza. Nel suo insieme l’Nrf è composta da circa 40.000 uomini. Il NATO Rapid Deployable Corps – Italy è un Comando multinazionale con sede a Solbiate Olona (VA), è alle dipendenze del Comandante Supremo delle Forze Alleate in Europa (SACEUR). L’Italia ne è la nazione guida e fornisce circa il 75% del personale. Il rimanente 25% è costituito da militari provenienti da altre dodici nazioni: Albania, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Ungheria per un totale di circa 400 uomini e donne. Prossimamente, altre 4 nazioni: Canada, Lettonia, Lituania, e Romania entreranno a far parte del Comando portando così a diciassette il numero dei paesi contributori.

fonte Stato Maggiore della Difesa

La difficoltà di operare in Libia

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Si è conclusa da poco la visita in Italia del generale Khalifa Haftar, uno degli uomini più influenti della Libia. Il capo dell’esercito libico ha incontrato il ministro della Difesa Roberta Pinotti e quello dell’Interno Marco Minniti. In entrambi i casi si è parlato della Libia e delle sue questioni più urgenti: immigrazione, interessi economici, in particolare la difesa militare delle strutture Eni a Mellitah, e della preparazione dell’esercito libico da parte degli italiani. La visita di Haftar ha destato molte critiche soprattutto da parte dei suoi oppositori politici in Libia. Il generale militava nelle fila di Gheddafi ed è accusato di pesanti crimini di guerra. Non è ben visto in patria anche se è protetto dalle Nazioni Unite, sicuramente non è un uomo nuovo per risollevare le sorti della Libia. Uno dei pochi che in questo momento potrebbe garantire la stabilità in Libia, pur essendo egli stesso largamente in disaccordo con il governo di Tobruk. Gli interessi italiani nell’area sono notevoli, non riguardano soltanto le risorse minerarie ma anche l’addestramento dei nuovi soldati. In una Libia dilaniata dalla guerra tra varie tribù e dove regna il caos è opportuno far qualcosa. La conclusione di accordi militari, economici risulta molto importante per il nostro paese, perché la Libia è il primo paese sull’altra sponda del Mediterraneo. Una politica seria che non offre solo speranze, ma concrete possibilità di pace e di lavoro arresta l’enorme flusso di migranti verso l’Europa. Tale obiettivo dovrebbe intraprenderlo tutta l’Unione Europea, dal momento che si lavora in maniera congiunta per il benessere dei cittadini. La lotta all’immigrazione clandestina deve essere nell’agenda di ogni primo ministro europeo. Non si pensi che il flusso sarà arginato soltanto dall’Italia in Libia. A tutte le cancellerie attende un duro lavoro, l’incontro con il leader libico Haftar aprirà la strada a nuove trattative tra Europa e Africa. Da oggi in poi la Libia non sarà più il ponte verso l’Europa gestito dagli scafisti, ma diventerà un simbolo contro l’oppressione dell’Isis nell’ Africa del nord e medio oriente. Anche se lo stato islamico resiste ancora sul territorio, con la cooperazione in primis dell’Italia, attraverso il nostro esercito, la Libia tornerà a essere un partner privilegiato per l’Europa. L’integrità dell’Ue passa attraverso la risoluzione delle controversie negli stati più vicini. È troppo facile ignorare, in questo modo non riusciremo mai a risolvere nulla. Sarà importante lavorare assiduamente per costruire qualcosa che resti nel tempo. Le soluzioni temporanee sono inutili, accrescono soltanto altri problemi che mai nessuno riuscirà a risolvere e peseranno indistintamente su tutti i cittadini.

di Daniele Altina