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Altre missioni

L'Italia contribuisce alla difesa dello spazio aereo del Montenegro

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A partire dal 5 giugno la NATO garantirà la sicurezza dello spazio aereo del Montenegro, paese indipendente dal 2006 e che, proprio un anno fa, il 5 giugno del 2017, è entrato a far parte dell'Alleanza Atlantica. Alla missione di "Air Policing" sui cieli del Montenegro contribuiranno gli assetti aerei delle Aeronautiche militari di Italia e di Grecia, che opereranno dalle rispettive basi, così come viene già svolto in Albania, sempre insieme alla Grecia ed in Slovenia. La cerimonia tenutasi a Podgorica ha voluto celebrare, oltre al primo anniversario di adesione alla NATO, proprio l'inizio della missione di "Air Policing". Anche una coppia di Eurofighter italiani, decollati dalla base del 36° Stormo di Gioia del Colle (BA), ha preso parte alla manifestazione, sorvolando alcune città montenegrine e simulando, insieme a una coppia di F-16 ellenici, un’attività di intercettazione di un aeromobile non identificato. Presente alla cerimonia, in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, il Generale di Divisione Aerea Silvano Frigerio, Comandante delle Forze da Combattimento e della 1^ Regione Aerea, che ha sottolineato: “le Forze Armate italiane continuano a dimostrare la disponibilità del Paese nel fornire supporto e professionalità con generosità in ottemperanza ai fondamenti cardini dell’Alleanza Atlantica. L’Italia già vanta un primato nello svolgimento del Servizio di Air Policing della NATO, essendo l’unica Nazione ad aver partecipato nei quattro scenari, dall’Islanda all’Albania. Da oggi, con altrettanto impegno, l’Aeronautica Militare garantirà la protezione e la sorveglianza dello spazio aereo anche al Montenegro “. La NATO è stata rappresentata dal Generale di Brigata Aerea Roberto Di Marco, Vice Comandante del NATO's Depoyable Air Command and Control Centre di Poggio Renatico (FE) che nel suo intervento ha ribadito come la cerimonia di oggi rappresenti l'Alleanza e i suoi valori: deterrenza e difesa, coesione, solidarietà e dedizione. "Oggi si vuole inoltre riconoscere il grande impegno dell'Italia e della Grecia per aver offerto il contributo dei propri assetti aerei alla NATO, nell'interesse comune della difesa dello spazio aereo dell'Alleanza". Nel 2017, con l'ingresso nell'Alleanza Atlantica del Montenegro, lo spazio aereo di quel paese è divenuto parte integrante dello spazio euro-atlantico e, come tale, è stato incluso nel sistema di difesa aerea e missilistico della NATO. Tale sistema comprende anche l'attività di Air Policing, che consiste nella continua sorveglianza aerea volta ad assicurare l'integrità e la sicurezza dello spazio aereo della NATO. Come altri paesi dell'Alleanza Atlantica (Slovenia, Albania, Repubbliche Baltiche, Islanda) il Montenegro non dispone di una forza aerea in grado di sopperire alla sorveglianza del proprio spazio aereo ed ha quindi chiesto l'intervento della NATO. L'Italia garantirà il servizio grazie all'impiego di 2 velivoli Eurofighter che saranno in prontezza operativa dalle proprie basi di appartenenza, pronti ad intervenire su "scramble" in caso di necessità. Lo "scramble" è l'attività operativa consistente nel far attivare in maniera rapida una coppia di velivoli caccia al fine di intercettare e identificare un aereo sconosciuto che viola lo spazio aereo dell'Alleanza, o non si identifica propriamente con il controllo del traffico aereo, al fine di garantire la sicurezza dei cieli da qualsiasi eventuale e/o potenziale minaccia.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Terminata l'esercitazione internazionale Italian Minex 2018

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Oggi, 30 maggio, termina l’esercitazione ITALIAN MINEX 2018 che ha visto impegnate, per due settimane, nove unità di quattro nazionalità differenti nelle acque della Sicilia orientale. Le attività addestrative si sono svolte in uno scenario che prevedeva un’elevata minaccia nemica simulata da unità di superficie ed assetti elicotteristici. Il Comando dell’esercitazione è stato affidato al Comandante delle Forze di Contromisure Mine, ammiraglio Davide Berna, imbarcato sulla fregata Euro, designata flag ship dell’esercitazione. All’esercitazione hanno preso parte due gruppi di cacciamine di cui il primo con unità del Standing NATO Mine Counter Measure Group 2 (SNMCMG2), al comando del CDR Justin Hains imbarcato sulla nave inglese Enterprise, formato da tre cacciamine tra cui l’italiano Alghero, il turco Anamur e lo spagnolo Segura; e il secondo, sotto il Comando del Comandante della Cinquantaquattresima Squadriglia dei Cacciamine Costieri Italiani, capitano di fregata Daniele Di Giacomo, con quatto navi, tre italiane (nave Crotone, nave Termoli e nave Numana) e la spagnola Tambre. I cacciamine sono Unità dotate di sistemi ad elevato tasso tecnologico impiegati anche per la ricerca subacquea e la rimozione dai fondali di ordigni bellici, nonché per l’individuazione e messa in sicurezza di relitti e beni archeologici sommersi. Tali attività sono finalizzate a garantire il libero accesso ai porti e mantenere aperte le vie di comunicazione marittime assicurando il libero transito delle Unità mercantili e la sicurezza della navigazione contribuendo in maniera sostanziale all’incolumità di quanti dal mare e sul mare operano quotidianamente e traggono il frutto del proprio lavoro. L’esercitazione ha visto anche la partecipazione di due team di veicoli subacquei, uno italiano ed uno del Centre for Maritime Research and Experimentation (C.M.R.E.), imbarcati rispettivamente su nave Numana e su nave Enterprise. L’ impiego di questi sofisticati veicoli autonomi subacquei permette di effettuare una fedele riproduzione dei fondali, individuando oggetti sommersi e garantendo la loro rimozione senza mettere a rischio l’operatore. Rientrati oggi nel porto di Augusta, i cacciamine Italiani riprenderanno il mare nei prossimi giorni per raggiungere la base della Spezia. Mentre i cacciamine del gruppo NATO continueranno la loro attività nel Mediterraneo.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 
 

Termina l'impegno della fregata Espero nell'operazione Nato Sea Guardian

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Da oggi a mercoledì 16 maggio, la fregata Espero della Marina Militare sosterà nel porto di Souda, nell’isola di Creta (Grecia), al termine del suo impegno nell’ambito dell’Operazione NATO Sea Guardian. Nave Espero è partita lo scorso 23 aprile dalla base navale di Taranto e dopo una fase di integrazione e addestramento con le altre navi alleate, il 28 aprile ha iniziato le operazioni di pattugliamento nel Mediterraneo orientale. La Sea Guardian è una operazione altamente flessibile in grado di assolvere un ampio spettro di compiti nell’ambito della sicurezza marittima che includono la sorveglianza degli spazi marittimi di interesse (Maritime Situational Awareness) e il contrasto al terrorismo marittimo, assicurando nel contempo la formazione a favore delle forze di sicurezza dei paesi rivieraschi (Maritime Security Capacity-Building). Oltre a queste attività, le forze navali assegnate all’operazione, quando specificatamente autorizzate, possono effettuare attività di interdizione marittima, di tutela della libertà di navigazione, di protezione delle infrastrutture marittime sensibili e il contrasto alla proliferazione delle armi di distruzione di massa. Nave Espero al comando del Capitano di Fregata Giorgio Occhetto, è una fregata anti sommergibile appartenente alla Classe Maestrale. Varata il 19 novembre 1983 ed entrata in servizio il 4 maggio 1985, la nave ha un equipaggio di circa 160 militari, tra uomini e donne, comprensivo dei team specialistici della Brigata Marina San Marco e della componente aerea della Marina Militare con un elicottero AB212 imbarcato.

fonte Stato Maggiore della Difesa

I militari della Brigata Marina San Marco addestrano le Forze Speciali della Marina libica

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Il 15 maggio è terminata presso la Caserma Ermanno Carlotto di Brindisi la seconda edizione del Corso di Indottrinamento Anfibio per il personale della Marina Libica. Durante la cerimonia conclusiva presieduta dal Comandante del 1° Reggimento San Marco, Capitano di Vascello Francesco Marino, ed alla presenza del Capo della Sezione Militare dell’Ambasciata Libica in Roma sono stati consegnati a dieci militari appartenenti alle Forze Speciali della Marina Libica gli attestati di frequenza quale riconoscimento del traguardo professionale raggiunto. Il corso, svolto presso la Brigata Marina San Marco della Marina Militare italiana, ha visto per sei settimane i militari libici impegnati in un intenso addestramento tattico in ambiente anfibio ed in numerose attività formative a difficoltà crescente, con l’obiettivo di incrementare le capacità operative dello stesso personale straniero giunto in Italia lo scorso 5 aprile. I Militari della Marina Libica hanno suggellato il momento formativo con una esercitazione finale anfibia, della durata di 48 ore, pianificata e condotta presso il polo addestrativo anfibio della Marina Militare dell’Isola delle Pedagne, sotto la supervisione del personale Istruttore della Brigata Marina San Marco. Il Corso di indottrinamento Anfibio rappresenta una preziosa occasione di cooperazione tra il personale appartenente alle Marine Italiana e Libica, e costituisce un valore aggiunto nel dialogo tra i due Paesi.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 
 

Locked Shields 2018, la maggiore esercitazione di cyber-defense

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Si è conclusa oggi la più grande ed avanzata esercitazione internazionale di Cyber Defense al mondo, organizzata dal Centro di Eccellenza della NATO per la Difesa Cibernetica (CCDCOE - NATO Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence) di Tallinn, in Estonia. Con più di 1000 esperti provenienti da circa 30 differenti Nazioni e più di 2500 attacchi virtuali simulati, la Locked Shields è una esercitazione che ha lo scopo di addestrare gli esperti del campo della sicurezza dei sistemi informatici nazionali attraverso una serie di simulazioni di attacchi cyber alle reti informatiche di una base militare: attacchi ad aeromobili a pilotaggio remoto, al sistema elettrico, al sistema di comando e controllo ed altre infrastrutture operative essenziali per la sopravvivenza di una base militare. L’annuale esercitazione si è svolta dal 23 al 27 aprile e l’Italia ha partecipato con una squadra di informatici provenienti dalle Forze Armate che, durante l’esercitazione, hanno avuto modo di collaborare con gli esperti di settore delle altre nazioni partecipanti, degli istituti di ricerca, delle Università e con gli esperti provenienti dall’industria di settore, confrontandosi tutti attori che, in caso di attacco reale, potrebbero essere coinvolti in situazioni simili. Negli ultimi anni le avanzate tecnologie hanno reso il mondo sempre più digitalizzato e inter-connesso, generando al contempo anche una serie di minacce cibernetiche che sfruttano i bug insiti nei software che regolano, ormai, una moltitudine di attività umane. Il settore della Difesa da sempre attinge alle tecnologie più avanzate e circa il 60% delle attività militari di una Nazione moderna ha una componente cibernetica e ciò ha imposto alle Forze Armate di dotarsi delle necessarie contromisure alle nuove minacce cyber. In Italia proprio in quest’ottica è stato concepito il Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche (CIOC), in linea con gli obiettivi definiti sia in ambito europeo sia in ambito NATO che comprendono la realizzazione di solide capacità di cyber defence e di protezione delle infrastrutture. Il CIOC è già operativo e proiettato verso la piena capacità nel 2019.

fonte Stato Maggiore della Difesa