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Lo spionaggio russo in Francia

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In questo capitolo si rappresenterà un’eclatante attività di spionaggio svolta dall’Intelligence militare russa (il GRU) Versus la Francia e, in parte, la Gran Bretagna.

Dal successo di questa attività di spionaggio, nota come Operazione “Bolla d’Aria”, i francesi fecero tesoro della lezione e di quanto già disquisito da Cicerone: Historia est magistra vitae.

Infatti, i servizi segreti francesi riformulando la loro dottrina si specializzarono nella specifica branca del Controspionaggio Industriale. A breve proverò a fare un’analisi sull’attualissima nuova riforma dell’intelligence tuttora in corso in Francia, laddove il Presidente Hollande ha evidenziato uno snellimento dei servizi (in particolare quello interno, il DCRI) senza intaccarne la sicurezza nazionale.

 

Prima del secondo conflitto mondiale, quando la Germania era l’unico obiettivo dei SS.II. francesi, quest’ultimi individuavano l’attività di circa 50 Agenti all’anno (comprese le Fonti umane).

Dal 1959 al 1969, questa media è scesa a 10 Agenti accertati. Eppure, all’epoca, secondo la valutazione di qualificata stampa francese, ben 15 nazioni avevano nel loro Paese ben 20.000 Agenti operativi.

A mio modesto parere il numero è esagerato. Verosimilmente, gli analisti/giornalisti, seppur ben informati, avevano conteggiato anche un’ipotetica rete di fonti e fiancheggiatori di ogni genere.

 

Se il Controspionaggio è stato reso più facile dai perfezionamenti della tecnica, gli Agenti dello spionaggio sono dotati di nuove tecnologie, sempre migliori e sempre più facilmente occultabili. D’altra parte i bilanci dell’ex DST1e l’ex SDCE2 sono magri ed i dispositivi hanno costi particolarmente elevati. La fiducia degli Agenti francesi viene meno e la loro attività è entrata nel famigerato meccanismo burocratico e di protocollazione di qualsiasi loro attività.

Insomma, quanto di peggio possa capitare ai Servizi d’Intelligence di qualsiasi Stato.

Parimenti, è quanto di meglio possa capitare per l’attività di spionaggio dei SS.II. avversari.

 

Ecco il risultato.

 

Il 16 febbraio del 1965, il cittadino russo Sergey PAVLOV, accreditato in Francia quale Rappresentante Generale della compagnia di bandiera AEROFLOT, si trovava all’aeroporto parigino in compagnia di un nutrito gruppo di Ispettori della Gendarmeria, che osservavano costantemente ed accertavano la partenza di PAVLOV.

Antefatto. Il giorno prima il Rappresentante in Francia dell’AEROFLOT, era stato “colto in flagranza” durante un contatto clandestino. Nonostante le credenziali diplomatiche, gli Ispettori della Gendarmeria francese furono immediatamente autorizzati dall’Autorità Giudiziaria per procedere alla perquisizione. Nella valigetta di PAVLOV i Gendarmi trovarono documenti e progetti su certi turboreattori e su un sistema radar di ultima generazione di fabbricazione francese. Nella stessa giornata il Governo francese, per tramite del Ministro degli Affari Esteri, ritirarono le credenziali diplomatiche a PAVLOV procedendo all’immediata “espulsione per motivi di sicurezza nazionale”.

 

L’Operazione mise fine alla rete ed all’operazione di spionaggio “Bolla d’Aria” del Rappresentante Generale dell’Aeroflot.

 

Purtroppo per i francesi il GRU russo aveva già completato l’Operazione, riuscendo ad impossessarsi del famoso progetto franco-britannico “Concorde”, carpendone piani e progetti in un’attività di spionaggio verosimilmente durata 4 anni.

Il Bilancio è stato un danno di 7 miliardi di franchi d’investimento e di lavoro di migliaia di ingegneri, specialisti ed operai rimesso in causa. Si è persino perso il vantaggio di sfruttare la prima linea di trasporti aerei supersonici.

Un danno al prestigio e uno, ancor più grave, all’economia francese e britannica: il Concorde, commercialmente, non è nato sotto una buona stella, contrariamente al supersonico russo Tupolev 144.

 

Infatti, le informazioni acquisite negli anni dal GRU nell’Operazione “Bolla d’Aria”, permisero di costruire in Russia un paritetico cantiere per la costruzione e la messa in opera del fratello siamese del Concorde, il Tupolev 144 appunto.

Vi inviterei a cercare delle immagini in internet richiedendo solo i nomi dei succitati aerei supersonici. Per quanto mi riguarda mi è parso che il fratello siamese abbia avuto addirittura un miglioramento nella parte dei turboreattori posti nella fusoliera anziché sotto le ali come il Concorde. Mentre il design è un vero “copia e incolla”.

 

I francesi avevano fatto il lavoro preparatorio e tutti i calcoli. Nel supersonico aereo russo c’erano anche le strumentazioni di pilotaggio automatico studiati in Francia.

Fotocopie dei piani del progetto Concorde passavano da Ostenda, Berlino-Est e Varsavia. In Francia vennero successivamente arrestati diverse persone implicate nell’Operazione “Bolla d’Aria”: come ad esempio un impiegato di un’agenzia di turismo ed un Professore di Storia. Tutte comparse senza interesse, come proveranno le successive indagini. I veri Agenti e la “rete fonti” erano sfuggite dalle maglie del Controspionaggio. Anche qui il GRU ha dato prova di valore proteggendo i suoi Agenti e sacrificando semplice “zavorra” posta appositamente in essere per contro-informare.

 

L’espulsione di Sergey PAVLOV, stimolò tutti i SS.II. della NATO a riflettere sulla reale attività della compagnia di bandiera russa AEROFLOT.

Seguì un’intensa attività da parte del S.I. esterno francese, l’ex SDECE, che partecipò all’Alleanza le modalità operative poste in essere dai russi. Grazie a questo, l’Intelligence belga scoprì che il russo Vladimir SERETUN, Capo Scalo dell’AEROFLOT a Bruxelles, aveva monitorato le attività delle basi NATO e del personale in transito all’aeroporto (capi delegazione, personale accreditato, corrieri diplomatici, ecc.) con il fine di “avvicinarli”. Ma non per questo l’attività del GRU attraverso l’AEROFLOT si è fermata: seguirono negli diversi e successivi anni casi di spionaggio con arresti ed espulsioni ad Amsterdam e persino a Cipro.

 

Ma come anzidetto nella premessa, i Servizi d’Intelligence francesi resero efficiente la loro débacle: la Storia è Maestra di Vita.

 

L’Intelligence francese, studiò, analizzò in ogni particolare l’Operazione “Bolla d’Aria”, ipotizzando ulteriori e possibili scenari anche in altri campi industriali di interesse nazionale.

E’ così che produssero e pubblicarono un primo manuale da distribuire alle varie realtà economiche e finanziarie della Francia. La prima tiratura è stata di ben 23.000 copie, in cui i vari dirigenti aziendali trovavano tutti i consigli pratici ed i migliori metodi per prevenire e bloccare la fuga delle informazioni, dei progetti di fabbricazione, le statistiche riferite a potenziali casi e segmenti di mercato: insomma, tutto quello che poteva suscitare l’interesse di Agenti dei SS.II. stranieri.

 

L’Intelligence francese, rimarcava il fatto che il danno economico di queste “fughe di informazioni” si riversava sull’intera Nazione, e ciò spiega l’insistenza con la quale i SS.II. francesi sollecitavano gli industriali a diffidare di tutto e di tutti, scrivendo nel manuale frasi come:

  • “… il segreto e la riservatezza non sono mai cose da disprezzare. Essi riguardano sia la reputazione dell’Università incaricata della preparazione intellettuale e morale della futura classe dirigente, sia i segreti di fabbricazione che assicurano la rinomanza di un certo laboratorio o di una certa fabbrica. Quando si tratta di segreti di Stato, è la sorte stessa della Nazione che può essere compromessa, con la prosperità, la su potenza, la sua Vita …”

 

Da ciò ho appreso che lo spirito dell’Intelligence francese è particolarmente alto, persino brillante dove una sconfitta e diventata una vittoria, dove in primis ed ante omnia viene posta in essere il loro trascendentale sentimento, di “tocquevilliano ricordo”, del cittadino al servizio della Sua Patria.

Questo è quello che io intendo una civica “Cultura d’Intelligence”.

Chapeau bàs all’Intelligence francese.

 

In Francia, fino a quel momento, diversi dirigenti d’azienda pensavano che lo spionaggio fosse “un affare” militare, concernente ai piani ed ai segreti della Difesa. In questi ultimi anni invece, per reazione, si assiste ad un rafforzamento della sicurezza, là dove era sempre valsa la regola della più innocente fiducia.

 

Non è facile distinguere i metodi usati dallo spionaggio (lo spionaggio è Arte allo stato puro, pertanto si adatta e diversifica con asimmetria), tuttavia e tuttora, salvo rare eccezioni, non vi sono imprese europee di valido spessore che non solo adottino misure di sicurezza, ma che hanno un responsabile e persino un vero e proprio Team dove, per comprovata professionalità, tutti vengono ben inquadrati in seno alla Società stessa.

 

 

note:

1 il S.I. interno, dal 2007 DCRI.

2 il S.I. esterno, da diversi anni noto come DGSE, famoso per brillanti operazioni compiute negli ultimi 20 anni, uno fra tanti la cattura in Africa del pericolo pubblico nr.1 al Mondo: Carlos, “lo sciacallo”.

 

 

 

Storia dell’Intelligence - Lo spionaggio russo in Italia: il Caso Rinaldi.

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Premessa.

Nel XXI secolo, non si può pensare di avere o fare Intelligence se prima non si conosce la sua Storia.

Voglio esordire con questa mia certezza nella prima presentazione sulla Storia dell’Intelligence.

 

In questi giorni pensavo a come poter partecipare a questa intelligence community una qualsiasi analisi se non rappresento dei casi storici con cui confrontarsi, così che possano avere dei riferimenti tangibili con cui confrontare tout court qualsiasi analisi e, magari, vedere nascere anche nel nostro Paese una cultura d’Intelligence. Una cultura che non è qui intesa come mera security, ma come un bene personale da partecipare alla nazione per spirito e buon senso.

In questo primo capitolo ci riconduciamo ad un curioso caso dell’attività di spionaggio russo nel nostro Paese, certo che troverete quantomeno curioso il fatto, perché qui si rappresentano fatti: le chiacchiere e le autocelebrazioni le lasciamo ai chiacchieroni ed ai millantatori, che (purtroppo) esistono e (per fortuna) si ripetono sempre nel loro ambito e si plasmano tra loro poiché “uniformati”.

 

Il Caso Rinaldi.

L’attività di spionaggio qui rappresentata vede come attori statuali: il servizio d’intelligence militare russo, il GRU, ed il Servizio Informazioni Difesa italiano, il SID: il Reparto/Divisione Controspionaggio del SID erede del SIFAR, dell’Ufficio “I” del Regio Esercito …, predecessore del SISMi e dell’attuale AISE, insomma l’unico vero Controspionaggio che abbiamo in Italia con un secolo di Storia e, soprattutto, di Informazioni.

In più circostanze, e quante ancora non sono state palesate per ovvi motivi, questo Controspionaggio ha manifestato un grande livello professionale: silente, operoso, efficace.

E’ presumibile che l’attività di Controspionaggio, qui raccontata, sia stata eseguita dai precursori (o forse già esistevano) di un gruppo di uomini e donne che costituivano la “punta di diamante” dell’Intelligence italiana: il Nucleo “K”, così come indicato anche dall’accorto Giuseppe De Lutis nel suo sempre aggiornato libro “I Servizi Segreti in Italia”, che vanta numerose riedizioni per gli aggiornamenti del caso. A questa classe elitaria: chapeu bàs.

 

Nella prima Capitale d’Italia, in un bar tipicamente italiano dove i discorsi generali gravitano nello sport, c’era un uomo certamente estroverso, che raccontava storie di avventure di cui era protagonista ed a cui nessuno credeva. Un buontempone, che, comunque, nell’ambiente dei paracadutisti era considerato un bravo istruttore, anche se lui si vantava di essere un campione. Ma il vero campione non era lui, Giorgio Rinaldi, era il suo quasi omonimo, Sauro Rinaldi, che da quell’identità di cognome avrebbe ricavato qualche fastidio.

 

Giorgio Rinaldi, non era un fonte dell’URSS, ma un vero e proprio Agente dell’Intelligence militare russa: il GRU. Per l’esattezza il Rinaldi era a Capo della più importante rete clandestina operante in Italia dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale (ovviamente prima delle evidenze fornite dai Rapporti Impedian e della Fonte Centurione, cfr. “Il mio amico Sasha” di P. Guzzanti).

Giorgio Rinaldi è stato arrestato nel marzo del 1967 dal Nucleo Operativo dei Carabinieri coordinati dal Controspionaggio del SID che.

Il punto di forza del RINALDI è stato il suo profilo di persona, appositamente creato, che lo rendeva la spia meno spia immaginabile: esuberante, grande forchetta e forte bevitore con una chiacchiera da mal di testa, con un tenore di vita da insospettire chiunque (il Rinaldi non aveva una definita professione ne rediti conosciuti). Egli viaggiava spesso all’estero con un furgone riconoscibile da chiunque, perché aveva la carrozzeria dipinta in modo fantasioso, con le bandiere di varie nazioni (forse anche questa una provocazione), carico dei ogni tipo di attrezzatura per il paracadutismo sportivo; restava assente per lunghi periodi, compariva e scompariva con la stessa facilità con cui spendeva i soldi (l’unico serio acquisto è stato un bel appartamento a Torino).

Giorgio Rinaldi aveva sposato un’artista (pittrice e decoratrice) di sedici anni più anziana di lui, Antoniola Zarina: quando furono arrestati nel marzo del 1967, Giorgi Rinaldi aveva 36 anni e la consorte 52. Quest’ultima, ex fascista di Salò, con precedenti penali per apologia del fascismo, nota per la sua abitudine di uscire per le vie di Torino il 25 aprile con il lutto al braccio, per ostentare la sua nostalgia, aveva aperto la sua bottega artigiana al Borgo Medioevale al Parco del Valentino dove si dedicava a comporre oggetti con legno, ferro, fiori … Era specialista in un’arte giapponese di comporre i fiori: l’ikebana. Era così brava che ha insegnato anche a diverse donne della borghesia torinese.

Dopo una laboriosa attività d’Intelligence il SID decise di entrare in campo solo quando aveva localizzato, individuato e colto in flagranza l’uomo che fungeva da trait d’union ai coniugi Rinaldi e che curava il trasporto di materiale compromettente. Materiale relativo a basi della NATO nel Mediterraneo, navi e mezzi militari, cartografie e dislocazione di siti sensibili civili e militari, documentazione sensibile … ed il personaggio incaricato della raccolta dei microfilm e dei documenti da consegnare a Giorgio Rinaldi era Armando Girard. Una volta passato il materiale, i coniugi Rinaldi provvedevano ad una prima verifica, all’assemblaggio e ad un successivo trasporto e deposito del sensibile materiale in una buca morta sita in un incavo nel tronco di un vecchio plàtano sito al km 29 della S.S.1 (E80) “Aurelia”1. Già, una vera e propria dead letter box (DLB).

 

Ma è proprio qui che il Controspionaggio del SID ha dato prova di altissima professionalità perché, nonostante avessero già più che sufficienti prove dell’attività dei Rinaldi, hanno proseguito l’attività di Intelligence monitorando la buca morta in attesa che uscisse allo scoperto chi svuotava la stessa. E’ così che scoprirono l’attività di spionaggio del cittadino russo Yuri Pavlenko, Agente del GRU, accreditato come diplomatico presso l’Ambasciata dell’URSS.

Solo dopo che avevano inquadrato la Linea con Armando Girard, il Controspionaggio del SID si è attivato nel già citato marzo del 1967, chiudendo in toto l’azione di spionaggio arrestando i tre connazionali ed assicurandosi che l’Agente del GRU Yuri Pavlenko, unitamente alla propria famiglia, si fosse imbarcato su un volo della compagnia di bandiera aerea Aeroflot in partenza dall’aeroporto di Roma-Fiumicino.

 

L’attività del Controspionaggio del SID durò tre anni, dove scoprirono anche la ricetrasmittente ad onde corte gestita dai coniugi Rinaldi per i contatti diretti con la Centrale di Mosca; acquisirono una svariata quantità di documenti di alta classifica e qualificati dalla NATO; documenti su progetti di grandi industrie italiane.

Ma solo dopo aver inquadrato la Linea”(lo ripeto perché è fondamentale, valutato che potrebbero esserci “miles gloriosus” che non riescono neppure ad inquadrare il Servizio/Agenzia!) il Controspionaggio del SID ha attivato quella che verosimilmente sia ancora un caposaldo del Controspionaggio dell’AISE: l’azione intelligente al momento propizio”.

 

Solo dopo i mirati interrogatori degli uomini del Controspionaggio, si scoprì che, ad esempio, Giorgio Rinaldi aveva trascorso lunghi periodi presso l’Accademia del servizio d’intelligence militare russo GRU, dove aveva svolto diversi corsi di addestramento base e specialistici, tutti relativi a come organizzare e gestire una rete clandestina di spionaggio in Paese patrio. Sempre Giorgio Rinaldi tra le diverse specificazioni su come aveva appreso l’Arte, aveva rappresento che alcuni corsi li aveva svolti proprio nel medesimo edificio dove aveva sede l’Ufficio di uno dei più brillanti Agenti di tutti i tempi: l’Agente del GRU Vilyam Fisher alias Rudolf Abel2. Abel è la famosa Spia che fu preteso dai russi in cambio3 del pilota statunitense Francis Gary Powers, che mentre era a bordo di un supersonico “U2” e faceva fotografie sul territorio sovietico ad altissima quota, il 1 maggio 1960 (giorno di grande parta militare a Mosca), fu abbattuto da un missile terra-aria all’altezza di 18.000 metri mentre sorvolava la regione di Sverdlovk.

Fu un fatto particolarmente eclatante, che mise in seria difficoltà gli Stati Uniti agli occhi del Mondo. Molti di voi ricorderanno quei momenti o lo avranno studiato sui testi di Storia Contemporanea: le relazioni internazionali erano particolarmente tese.

L’evento, nel 1960, mando all’aria il Vertice di Parigi tra Eisenhower, Khruschev, De Gaulle ed il premier inglese MacMillan, che, tra l’altro, avrebbe dovuto risolvere la già innescata crisi per la “smilitarizzazione di Berlino”.

 

Concludo ritornando all’interrogatorio dei connazionali, dov’é curioso evincere tra le domande quella presentata da un Agente del Controspionaggio del SID a Zarina Antoniola, il quale ha chiesto come mai con un passato di vivo attivismo nel partito fascista e nel suo palesato credo politico si fosse posta al servizio di un Paese comunista. La Zarina Antoniola così rispose: “… ho visto in Russia che il comunismo ha fatto ciò che il fascismo aveva realizzato qui e che avrebbe continuato a fare: case, scuole, strade, ponti. Là c’è un governo forte e a me sono sempre piaciuti i governi forti. …”.

 

Gavino Raoul Piras

 

 

1 1n località Torre in Pietra, all’epoca Comune di Roma, ora di Fiumicino.

2 quando scriviamo su Abel, come dapprima su Sorge ed in ultimo sul recente Hermann Simm, “…. intendiamo identificare non spie ma superspie, che per la loro peculiare copertura ed inserimento nei Vertici istituzionali di una Nazione o di un Organismo giuridico Internazionale, accedono sistematicamente alle informazioni sensibili, influenzando persino le scelte in campo di politica estera, militare, economica, ….”(cfr. Tesi “L’Intelligence nelle Relazioni Internazionali: la Federazione Russa, G. Piras, 2011).

3 avvenuto il 10.021962 in Germania presso il ponte di acciaio di Glienicke di Potsdam(somigliante a quello di Budapest dove si può notare il famoso Hotel ..., lasciamo perdere, questa è ancora una storia troppo recente). Il ponte divento in seguito rendez-vous per scambi di spie, oggi è gettonata Vienna e Malta. Chissà perché?

 

 

 

Cos’è il Controspionaggio

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(Introduzione)

 

Dr. Gavino Raoul Piras, analista indipendente d’Intelligence.

 

 

In questa breve introduzione, che vedrà certamente successivi è più dettagliati approfondimenti, cercherò di rappresentare l’attività principe di un qualsiasi Servizio/Agenzia d’Intelligence: il Controspionaggio (CS). Quest’ultimo, che in lingua inglese1, ovvero compreso nel Glossario della NATO, è nota come Counter-Intelligence(C/I), che non deve essere rigorosamente confusa come un’attività di contro-informazione, contro-ingerenza, contro-insorgenza, ecc., le quali sono sottosettori delle attività di Controspionaggio2.

 

Come noto, l’attività difensiva/offensiva da parte dei Servizi di Informazione (SSII) di uno Stato straniero non viene svolta solo all’estero, attraverso la branca di ricerca, ma anche nei rispettivi Paesi da Agenti appartenenti alla branca d’élite del ControSpionaggio (CS).

 

Deve essere appreso “a priori che la ricerca informativa occulta di uno Stato, lo spionaggio, nasceper naturanel suo stesso Stato/Nazione3. Sostanzialmente, una qualsiasi attività di spionaggio da attivarsi ad esempio nel nostro Paese, ha una produzione iniziale da parte di un qualsiasi Servizio/Agenzia d’Intelligence in seno al suo Paese. Questo chiarimento è dovuto per poter proseguire nelle successive ricerche e studi in materia di spionaggio e controspionaggio, laddove l’ultima riforma nel nostro Paese (L.124/2007) ha lasciato perplessità su diversa scala, ascoltati, letti e considerati gli ultimi avvenimenti occorsi negli ultimi mesi.

 

Il CS non è un contrasto al terrorismo e/o alla criminalità organizzata, dove invece esistono tipicità endogene ed esogene ad una nazione: non a caso esiste l’Anti-Terrorismo ed il Contro-Terrorismo, l’Anti-Crimine è il Contro-Crimine (nazionale o transnazionale), che tra l’altro distinguono in modo marcato le attività istituzionali di competenza delle Forze di Polizia e Servizi/Agenzie per le Informazioni e la Sicurezza.

 

Il CS fa caso a se: non conosce territorialità.

 

Inoltre, a differenza del terrorismo e della criminalità dove gli attori sono distinti e separati tra gli appartenenti al Forze di Polizia ed i malviventi, nel Controspionaggio gli Attori sono “colleghi” la cui unica differenza è la Bandiera a cui prestano servizio4.

 

Gli Organi della branca CS, investiti del “controllo degli stranieri e delle loro relazioni anche con connazionali”, operano avvalendosi di tutti gli strumenti tecnici e di qualificato personale a disposizione, pertanto sono nelle migliori condizioni per passare dalla sorveglianza a scopo difensivo ad una Azione offensiva(ad es. una misura attiva, un double cross, ecc.)

 

L’attività di CS è diretta al monitoraggio/contrasto delle attività dei SSII stranieri in danno ad obiettivi sensibili nazionali ed all’estero, attraverso:

  • acquisizione informazioni per la tutela degli interessi nazionali;

  • valutazione/valorizzazione delle stesse;

  • analisi/adozione delle contromisure da adottare.

Per obiettivi sensibili all’estero si intendono:

  • Rappresentanze diplomatiche;

  • Contingenti militari;

  • Enti, Organizzazioni, attività d’impresa nazionali;

  • Comunità nazionali.

 

Le attività ostili del CS straniero in danno delle Rappresentanze diplomatiche all’estero possono essere raggruppate in quattro categorie:

  • penetrazioni dirette, con l’ingresso in Uffici, appartamenti privati, camere d’albergo (con acquisizioni di documenti ed altro);

  • penetrazioni tecniche, microfoniche, informatiche e telefoniche;

  • penetrazioni nell’ambito del personale;

  • penetrazioni nella corrispondenza.

 

Nessuna di tali metodologie esclude le altre ed i SSII operanti tendono a combinare le diverse tipologie per trarne il maggiore vantaggio possibile.

 

Intendo soffermarmi brevemente sulle “penetrazioni nell’ambito personale”.

 

Storicamente, il personale diplomatico, di un istituto di credito, di un’impresa, ecc. che si reca nei Paesi stranieri per soggiorni prolungati è sottoposto ad una attenta azione di controllo al fine di accertare se sia un Agente sotto copertura o meno. Il controllo è realizzato attraverso:

  • osservazione diretta(sorveglianza);

  • osservazione tecnica(telefonica e ambientale);

  • osservazione fiduciaria, attraverso collaborazione di personale locale (chiunque).

Gli accertamenti, una volta escluso che si tratti di un “Agente info-operativo”, perdono la funzione difensiva ed assumono proiezione offensiva. Si mira a raccogliere dati ed informazioni su attività, abitudini, condotta, debolezze o vizi di un soggetto al fine di individuare i lati su cui premere l’aggancio.

 

I sistemi più usati sono:

  • la corruzione, attraverso adescamenti in situazioni erotico-sentimentali, traffici illeciti (valuta, preziosi, oggetti d’arte, ecc.), o mediante promesse di compensi in denaro;

  • il ricatto, normalmente usato quando un tentativo di corruzione sia stato vano, mediante minaccia di ritorsioni, rappresaglie, rivelazioni di notizie lesive alla carriera o nell’ambito familiare di un comportamento illecito o vizioso posto in essere dalla persona;

  • agganciamento progressivo, scaturito come rapporto di amicizia tra il soggetto e l’Agente sotto copertura straniero che diviene man mano più confidenziale, che scivola in rapporto di collaborazione informativa dal quale non si è in grado di sottrarsi.

 

Termino qui questa breve presentazione, tesa a fornire la necessaria Dottrina per questa intelligence community, così da poter avere un filo conduttore chiaro, semplice e pratico per la lettura dei vari casi storici di spionaggio e controspionaggio che saranno qui partecipati.

 

1 ed una volta anche in lingua francese che poi lo ha tramutato in un più a noi comprensibile counter-éspionage.

2 cfr. Tesi di Laurea in Scienze Politiche L’Intelligence nelle Relazioni Internazionali: la Federazione Russa, G. Piras, luglio 2011.

3 Come da nota 2

4 cfr. “Teoria del Capitale Informativo”, come da nota 2.

Dottrina sul Controspionaggio

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(Parte I)

 

 

L’attività di Controspionaggio (in seguito CS) diversamente da quanto “dichiarato” da diversi contro-informatori è stata svolta nell’Italia Unità da sempre. Di fatto ed in Atti”, è stata svolta sin dai tempi degli Uffici “I” del Regio Esercito e della Regia Marina. Per poi proseguire con il SIFAR, il SID(con il noto Reparto “D”) e con la Legge 801/1977 dal SISMi, con la famosa 1^ Divisione, successivamente rinominata DivisioneCS–CT (Controterrorismo, in considerazione dell’Operazione in Iraq ed Afghanistan)1.

A questi non va dimenticato l’apporto svolto dai SIOS di Forza Armata in seguito rinominati (AGS, RGS,…) con la Legge n.25/1997 “… riforma dei Vertici militari …” che ha permesso l’Istituzione dell’efficiente Reparto Informazioni e Sicurezza (RIS/Difesa) alle dirette dipendente del Capo di Stato Maggiore della Difesa ed ora anche del Ministro della Difesa, a cui le Agenzie/Reparti d’Intelligence di F.A. dipendono per l’impiego.

Con la Legge di riforma n.124/2007 più di un secolo di informazioni (si pensi alla Guerra Fredda, ecc.) sono ovviamente rimaste al SISMi, rinominato AISE, che grazie all’art.8 della medesima Legge è strettamente collegato al RIS/Difesa. Quest’ultimo, può svolgere “qualsiasi attività informativa” nell’ambito delle missioni militari all’estero, così come presso i Comandi militari in Italia e presso le Ambasciate dove ha sede l’Ufficio del’Addetto per la Difesa. Merita in questa sede sottolineare che la questione, di grande rilevanza dei rapporti tra l’AISE ed il RIS è stata tenuta a debito conto dal Legislatore della riforma che, valutato l’alto organico presente in Italia e, soprattutto, all’estero del RIS (quasi 70 Uffici all’estero, più i teatri Operativi, …), non ha potuto inserire il RIS/Difesa tra i soggetti del sistema di informazione per la Sicurezza della Repubblica, tra i quali invece era stato chiaramente collocato sin dalle prime fasi della riforma e non inserito nell’ultimo periodo(luglio 2007). I buona sostanza, verosimilmente non vi erano le risorse finanziarie. Ciò non toglie che il RIS/Difesa è certamente un efficiente e polivalente Servizio d’Intelligence.

Sempre il merito al CS va rilevato che ai sensi dell’art. 2 l’AISE non ha perso alcuna competenza all’estero, rafforzandola nell’ambito del territorio nazionale nelle attività in materia di contro proliferazione concernenti materiali strategici, che sin dai tempi della guerra fredda hanno costituito la maggiore percentuale di attività di CS nel nostro Paese.

All’art.3 della Legge 124/2007, si evince come il Legislatore abbia affidato i compiti di CS nel solo ambito nazionale alla neonata AISI erede del SISDe (costituito il 1° gennaio 1978). Nell’intera Legge di riforma, questo è l’unico punto sito in un unico articolo che ha lasciato perplessi molti professionisti ed affermati analisti del settore:

  • a cosa serve dividere le competenze di Controspionaggio in attività endogena ed esogena, quando è l’unica minaccia che di certo nasce dalla volontà di uno Stato estero che la pone in essere in uno o più Paesi all’estero come ad es. l’Italia? Qual’é la ratio che ha portato questo, in considerazione che oggi più che mai si parla anche di revisione della spesa pubblica: spending review? Spendiamo denaro pubblico per strutture e mezzi che erano già collocati, spesso in modo assolutamente gratuito? Per nuovo personale da addestrare, quando già esistono con tanto di know how? Sempre in ragione della spending review, chi sarebbero questi insegnanti di comprovata attività di CS con almeno negli ultimi 10 anni (dico almeno)?

 

L’attività di CS ha lo scopo di impedire la corrispondente attività di spionaggio avversaria; essa si esplica fondamentalmente mediante:

  1. la prevenzione, adottando provvedimenti per rendere difficile ed irto di ostacoli il campo d’azione avversario (informazioni sul personale, misure di sicurezza attive e passive, controllo selezionato di stranieri, ecc. …). L’attività di prevenzione è nel suo insieme complessa, onerosa, minuziosa e di basso profilo;

  2. la disinformazione, quando si strumentalizza l’Azione avversaria fornendo volutamente all’avversario, materiale informativo intossicato. La disinformazione presuppone chiare direttive da parte delle SS.AA. politiche e militari;

  3. l’extrema ratio, ovvero l’intervento drastico a conclusione di Azione e/o Azioni svolte che hanno svelato la pericolosità per la sicurezza nazionale dell’Agente avversario. La repressione, specie se nei confronti di diplomatici, oltre ad essere autorizzata sempre dall’Autorità politica, deve essere centellinata perché porrebbe in pericolo l’eventuale rete umana di fiduciari/fonti, oltre ad una probabile ripercussione da parte del Governo dell’Agente straniero che potrebbe far rimpatriare dalla loro Nazione uno o più nostri connazionali con un’accusa simile o persino più grave, annullando le relazioni politiche bilaterali.

Con ciò non voglio asserire che non c’è soluzione. Esse ci sono e sono diverse. Un esempio è un diplomatico incontro bilaterale tra i rispettivi Direttori dei SS.II., laddove in una fase del colloquio chiedono di essere lasciati soli (al massimo con gli interpreti simultanei) in cui un Direttore passa un anonimo fascicolo, tenuto chiuso e relativo all’Agente scoperto, all’altro Direttore. Quest’ultimo sarà l’unico ad aprirlo, leggerlo, richiuderlo e restituendolo sempre al suo Pari.

Con altissima probabilità, il risultato sarà il rimpatrio ufficiale ed immediato dell’Agente straniero entro le successive 72 ore “per motivi di servizio”. Ci sono anche altri ed eleganti metodi.

 

Questi tre tipi di attività di CS si esplicano contemporaneamente, si completano a vicenda ed a volte si sovrappongono; infatti, l’Azione avversaria con la quale si è preso contatto può essere agevolata allo scopo di favorirne lo sviluppo e poter successivamente intervenire con risultati più consistenti.

 

I capitoli che seguiranno hanno lo scopo di:

  • illustrare i principali aspetti e procedimenti info-operativi del CS;

  • delineare le caratteristiche (modus operandi) degli Agenti avversari, non escludendone l’aspetto psicologico;

  • rappresentare le caratteristiche dei maggiori Servizi d’Intelligence avversari per carpirne i loro potenziali Piani di Ricerca;

  • capire pro e contro degli stessi SS.II., anche nell’ambito delle loro competizioni interne;

  • recenti esempi di casi.

 

Ciò costituirà Dottrina, Studio ed Analisi da consultare e di riferimento per le attività quotidiane, ma non rappresentano norme rigide o vincolanti in quanto non intendo porre limiti alla indispensabile Intelligenza, Talento, iniziativa, capacità di immaginazione ed esperienza sul campo di coloro che si cimentano o vorranno cimentarsi in questo che, personalmente, considero il lavoro più bello del Mondo.

 

Gavino Raoul PIRAS (I’m still learning)

 

 

1 Vi era una distaccata e piccola componente (Sezione) che si occupava marginalmente di Criminalità Organizzata.