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Kosovo

Missione Kosovo: il MNBG-W supporta i vigili del fuoco

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Belo Polje – 16 maggio 2018. Il Contingente italiano del Multinational Battle Group West (MNBG-W) ha concluso un ciclo di importanti donazioni in favore dei Vigili del Fuoco delle città di Gjakova/Dakovica e di Suhareka/Suva Reka. La cellula della Cooperazione Civile-Militare (CI.MI.C.) del MNBG-W, con il contribuito del Capo Settore CIMIC dell’Istituto Studi Ricerche Informazioni Difesa (ISTRID), Dottor Roberto Faccani, ha consegnato a due stazioni materiale ed equipaggiamento, tra cui un gruppo elettrogeno, tende e divise da lavoro per un valore di circa 20.000 euro. Il Comandante del MNBG-W, Colonnello Ettore Gagliardi, ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto dal personale del corpo dei vigili del fuoco, che vede i propri uomini impegnati sul territorio nella quotidiana attività salvavita, in cooperazione con le altre Istituzioni del Kosovo. Recentemente unità appartenenti ai “Fire-fighters” e alle “Kosovo Security Force-KSF” hanno preso parte all’esercitazione “Silver Sabre 2018-1” diretta da K-FOR in risposta a possibili calamità naturali. Il MNBG-W, a guida italiana, su base 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti “Folgore”, è composto da Unità italiane, slovene, austriache e moldave, secondo quanto stabilito dalla risoluzione delle Nazioni Unite 1244, assicura la libertà di movimento dei cittadini del Kosovo, garantendo un ambiente sicuro e protetto nel rispetto del pluralismo delle etnie e delle confessioni religiose presenti nel territorio Balcanico.

fonte Stato Maggiore della Difesa

Kosovo KFOR: conclusa l'esercitazione Silver Sabre 2018-1

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Alla presenza del Comandante di KFOR, il Generale di Divisione Salvatore CUOCI, nei giorni scorsi si è conclusa l’esercitazione “Silver Sabre 2018 – 1”, una delle più complesse ed importanti attività addestrative organizzate e condotte dalla KFOR per testare e incrementare le capacità di intervento del sistema di sicurezza del Kosovo in situazioni di emergenza. Svoltasi tra le basi di Camp Film City, Camp Pomozatin e l’aeroporto militare di Slatina, ha visto operare KFOR in piena sinergia con tutte le organizzazioni di sicurezza presenti in Kosovo: European Union Rule of Law Mission in Kosovo (EULEX), Kosovo Police (KP), Kosovo Security Forces (KSF), la Kosovo Emergency Management Agency (EMA) e il Kosovo Security Council (KSC). La “Silver Sabre 2018 – 1” è stata condotta in due fasi: la prima dedicata all’addestramento dei comandanti delle varie unità ed i rispettivi staff per testare le capacità di comando, controllo e coordinamento al fine di implementare l’interoperabilità in base ai differenti livelli di impiego; la seconda, sul terreno, ha visto l’intervento delle unità operative che hanno avuto modo di applicare le procedure di coordinamento in risposta alle differenti attivazioni, dal controllo della folla per ristabilire l’ordine pubblico, ad interventi per pubblica utilità. La gestione delle emergenze è avvenuta mettendo alla prova l’intero sistema di sicurezza della regione, partendo dalla municipalità fino ad arrivare al Governo centrale del Kosovo e si è quindi avuto modo di testare la capacità di intervento e gestione delle emergenze da parte di tutte le organizzazioni ed istituzioni deputate, ognuna in aderenza al proprio mandato e ai propri compiti istituzionali. Il Comandante della KFOR, il Generale CUOCI, nel suo discorso al personale avvenuto al termine dell’esercitazione, ha parlato dello scopo e degli obiettivi operativi di Silver Sabre come attività cardine della KFOR. "L'obiettivo della NATO e di KFOR è quello di implementare le capacità e le competenze delle Organizzazioni di Sicurezza e delle Istituzioni in Kosovo nella gestione di disastri naturali ed altre tipologie di emergenze e KFOR rimane impegnata ad assicurare il suo supporto fino a quando la missione non sarà compiuta”. Non a caso, “Enduring Commitment” è il motto che il Generale CUOCI ha scelto in qualità di 22° Comandante di KFOR, a testimonianza del costante impegno nel perseguimento degli obiettivi stabiliti per la missione NATO in Kosovo. KFOR, in aderenza al suo mandato che discende dalla risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, opera in Kosovo per garantire la sicurezza, la stabilità e la libertà di movimento, come terzo risponditore dopo la Kosovo Police ed Eulex e, allo stesso tempo, collabora e supporta, insieme alla Comunità Internazionale, lo sviluppo del processo democratico e multietnico della regione. Ciò comprende anche il supporto di KFOR allo sviluppo delle capacità delle Kosovo Security Force (KSF), attraverso l’addestramento, per consentirne l’intervento in supporto alla popolazione in caso di calamità, interventi di bonifica di ordigni esplosivi e altri compiti assimilabili a quelli della protezione civile.

fonte Stato Maggiore della Difesa

Il Generale Graziano in visita a Pristina

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Il Capo di Stato Maggiore della Difesa italiano, Generale Claudio Graziano, si è recato in vista al contingente italiano che opera in Kosovo nell’ambito della Forza multinazionale NATO KFOR per portare il proprio saluto e quello di tutte le Forze Armate in occasione dell’avvicinarsi delle prossime festività. Il Generale Graziano, accolto al suo arrivo dal Comandante di KFOR - Generale di Divisione Guglielmo Luigi Miglietta è stato aggiornato sulla situazione operativa corrente, sulle condizioni di sicurezza nel paese e sul ruolo dei soldati di KFOR quale partner cruciale nel processo di stabilizzazione dell’area balcanica. La visita è proseguita con l’incontro con il personale militare, uomini e donne dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica e dell’Arma dei Carabinieri, a cui il Capo di SMD  ha rivolto parole di apprezzamento per il livello di professionalità, la dedizione e l’impegno profuso in questo complesso teatro di operazione. "Ho voluto portare la vicinanza , mia personale e di tutti gli uomini e le donne delle forze armate, a chi serve il Paese in missioni internazionali lontano da casa  - ha sottolineato il Generale Graziano - in un momento particolare come il Natale  dove il valore profondo della famiglia assume un significato particolare e molto importante. Essere qui con loro è un segno concreto del mio apprezzamento  e dell orgoglio di essere il loro comandante". Il Kosovo  rimane un'area di grande interesse  per l'Italia ed essenziale per la sicurezza dell'Europa - ha aggiunto il Capo di SMD- in particolare in questo momento storico in cui l'area balcanica è interessata da vari fenomeni: quello del terrorismo legato ai foreign fighters, quello dei flussi migratori e quello dei sempre delicati equilibri etnico-religiosi. Vi invito, per questo, a non abbassare mai la guardia e ad operare per la difesa dei diritti fondamentali e della libertà". Il Generale Graziano ha  concluso evidenziando che " I militari italiani hanno un bagaglio di grande professionalità ed esperienza accumulato in trent'anni di missioni internazionali, come quella in Kosovo in cui siamo presenti sin dall'apertura della missione nel 1999. Qualità e reputazione che contribuiscono al prestigio e all' immagine dell'Italia nel mondo e che ci vede quali protagonisti nella maggior parte delle missioni sotto egida ONU e della NATO. In Kosovo  il nostro paese guida la missione da oltre tre anni a testimonianza di una capacità di leadership delle forze armate italiane apprezzata e consolidata in ambito internazionale".

Il Contingente italiano del MNBG-W sostiene lo sviluppo delle capacità sanitarie Kosovare

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Belo Polje -  I militari italiani della Cooperazione Civile e Militare (CI.MI.C.) del Multinational Battle Group West (MNBG-W), su base 185° Reggimento Artiglieria paracadutisti “Folgore”, hanno portato a termine nei giorni scorsi un ciclo di donazioni di materiale medico in favore di strutture ospedaliere presenti nella parte occidentale del Kosovo. Tale attività rientra nel piano di potenziamento delle capacità sanitarie in Kosovo condotto da KFOR. L’isola neonatale donata oggi all’ospedale di Gjakova/Dakovica, l’elettrocardiografo e il monitor multi-parametrico in favore dell’ospedale di Kline/Klina, unitamente ad altro materiale medico, consentiranno lo sviluppo di una concreta capacità di supporto neonatale e di monitoraggio dei parametri vitali per più di 6000 soggetti affetti da patologie di varia natura. L’isola neonatale incrementa la capacità salvavita dell’unità sanitaria di Gjakova/Dakovica, riducendo potenzialmente il rischio di complicanze per 50 neonati  l’anno. Il Colonnello Ettore Gagliardi ha consegnato la strumentazione sanitaria, acquistata interamente con i fondi della Difesa italiana, ai rispettivi direttori delle strutture ospedaliere, dottoressa Drita Gjergji e dottor Ahmet Asslani, che hanno ringraziato l’Italia per il supporto fornito alla popolazione durante questi anni. Il MNBG-W, a guida italiana, al momento è composto da circa 650 uomini e donne appartenenti ai quattro contingenti di Italia, Slovenia, Austria e Moldavia e promuove lo sviluppo di progetti della Cooperazione Civile e Militare nel completo rispetto della risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

fonte Stato Maggiore della Difesa

 

Cimic in Kosovo

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Che l’acqua sia vita è ben noto. Che invece possa essere indispensabile per ritrovare il dialogo, lo è solo nel villaggio kosovaro di Berkovo, municipalità di Kline. E’ attorno ad una pompa idrica, infatti, che le due componenti di una comunità multietnica hanno potuto cominciare a parlarsi e a parlare di nuovi progetti comuni. Fino ad un anno fa gli abitanti del villaggio dovevano andare a piedi al fiume ad attingere acqua. I due capivillaggio, uno serbo e l’altro albanese, non avevano mai dialogato particolarmente, anche per problemi linguistici e, forse, per quella scarsa conoscenza che porta sicuramente a diffidare l’uno dell’altro. Poi, la pompa che serviva il villaggio, a causa della scarsa manutenzione, si è bruciata. A quel punto, ognuno dei due ha manifestato il problema ai componenti del team LMT, Liason Monitoring Team della Kfor e, di lì, sono partite le istanze al Cimic, gruppo di cooperazione civile militare, affinché si attivasse per dare un aiuto a Berkovo. Proprio in questi giorni la nuova pompa idrica è stata inaugurata. E’ stata la terza donazione, nel giro di pochi giorni, quella fatta dal Cimic in Kosovo. Una donazione particolare, proprio perché ha messo intorno ad un tavolo due comunità che fino ad oggi sembravano distanti e che invece ora pensano di potersi unire in un nuovo progetto, quello di un ponte sul fiume che hanno chiesto confidando sempre nella missione Kfor. Un’occasione, per entrambi i “leader”, per ringraziare il comandante del gruppo Cimic, Giampaolo Sioni, che solo qualche giorno prima aveva già avuto modo di tagliare il nastro per l’inaugurazione dell’aula informatica didattica nella scuola di Irznic, assieme al sindaco di Decani Rasim Selmana. Un “miracolo” reso possibile - in un istituto dove la corrente elettrica, come in tutto il Kosovo, va e viene - grazie all’unità di cooperazione civile-militare, come si diceva. Questa infatti interviene ogni volta che la popolazione chieda un intervento per un progetto per il quale l’assessorato competente (formazione, sanità) non abbia i fondi sufficienti, purché questo sia riconosciuto di interesse pubblico. E’ appunto il caso della scuola secondaria di Irznic, che ha ora a disposizione dei computer moderni, da utilizzare per lo studio dell’informatica, ma anche dell’inglese. Le altre aule della scuola, quelle in cui il Cimic non è passato, sono ancora un po’ fatiscenti e, dunque, l’aula informatica spicca tra tutte come fiore all’occhiello dell’istituto e come simbolo dei rapporti che i militari italiani riescono a mantenere anche con la popolazione albanese. “I rapporti con Kfor sono ormai una bella tradizione – ha spiegato infatti il sindaco di Decani – che ci consente oggi di avere mezzi moderni per un settore importante come quello della formazione. Ciò rientra perfettamente nella nostra politica che è quella di far crescere culturalmente i nostri giovani ma anche di creare le condizioni per farli rimanere a spendere nel proprio Paese le conoscenze e le capacità acquisite nella loro scuola”. Stessa filosofia condivisa dalla preside della scuola ubicata nel villaggio di Kryshec, municipalità di Pec, alla quale è stata donata un’aula informatica, come già in precedenza era stato fatto con banchi, sedie e stufe. “Mir, italiani mir”, gridavano i bimbi albanesi sventolando bandiere italiane all’arrivo dei militari. Tradotto, vuol dire: “Bravi, gli italiani sono bravi”.

 

di Daniela Lombardi