Verso la guerra

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Creato Giovedì, 30 Giugno 2022 15:11
Ultima modifica il Sabato, 20 Gennaio 2024 14:13
Pubblicato Giovedì, 30 Giugno 2022 15:11
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Nel corso del primo conflitto mondiale, nei quattro anni dal maggio 1915 al novembre 1918, furono chiamati a prestare il proprio servizio oltre cinque milioni di italiani. 
Impiegati nei diversi fronti di guerra, gli uomini chiamati alle armi si trovarono ad affrontare sin da subito una quotidianità attraversata dal fango della trincea, dal sibilo dei proiettili, dalla familiare presenza della morte, dall’inebriante profumo della vittoria finale. 
Riproponendo quanto esposto nella mostra itinerante organizzata dall’Esercito nel 2015, in occasione dei cento anni dallo scoppio del conflitto, si ripercorrono, sinteticamente, le fasi più significative che si svilupparono durante la guerra, iniziando dal 1914, anno in cui l’Italia dichiarava la sua neutralità.  
La politica europea all’inizio del novecento era condizionata da gravi tensioni fra le diverse potenze che andavano aggravandosi nel primo decennio del secolo. 
La nazione in ascesa nel continente era l’impero federale tedesco del kaiser Guglielmo II, la cui crescente potenza industriale e militare era temuta dalla Gran Bretagna e dalla Francia, la quale desiderosa di rivincita dopo la sconfitta del 1870, era unita alla Russia da una alleanza militare antitedesca. 
La Russia era a propria volta un paese in crescita demografica e industriale ma, dopo la sfortunata guerra col Giappone del 1905, era alla ricerca di una rivalsa nei Balcani, dove si poneva come protettrice della Serbia, della quale incoraggiava il nazionalismo espansionista. 
Ad essere minacciata dalla politica russa nei Balcani era soprattutto l’Austria-Ungheria, unita alla Germania e all’Italia dal 1882 nella Triplice Alleanza, un patto che impegnava i contraenti a prestarsi aiuto militare in caso di aggressione. 
In quegli anni l’Austria-Ungheria stava tentando di darsi un assetto più stabile trasformando la monarchia da “duplice” (autro-ungarica) in “triplice” (austro-ungarica-slava). 
Fautore di questo progetta era l’erede al trono l’arciduca Francesco Ferdinando, il cui assassino a Sarajevo il 28 giugno 1914 ad opera dei nazionalisti serbi determinò l’esplodere della crisi. 
Il 28 luglio l’Austria-Ungheria dichiarava guerra alla Serbia, accusata di aver organizzato l’attentato. Il 31 la Russia mobilitava l’esercito a difesa della Serbia e la Germania fece altrettanto con l’Austria dichiarando guerra alla Russia il 1° agosto e provocando così l’interveto della Francia il 3 agosto. 
La Germania aveva già pronto un piano di guerra per attaccare la Francia attraverso il territorio neutrale del Belgio. 
L’invasione tedesca del Belgio del 4 agosto provocava l’immediato intervento nel conflitto della Gran Bretagna e del suo impero coloniale. 
La guerra era divenuta mondiale.     
 
di Antonio Salvatore