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Il piano degli scafisti: uno sbarco fantasma

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Il viaggio della “speranza” finito in tragedia. Migranti partiti dalla Turchia, più precisamente da Cesme, e diretti verso le coste dell’Europa, non sono riusciti a sbarcare tutti sani e salvi. Dopo la strage sono state fermate quattro persone. Il 1 marzo il Gip ha convalidato il fermo per due di loro: un turco di 50 anni e un pakistano di 25 anni; la terza persona è un 17enne, competenza del Tribunale dei Minorenni di Catanzaro e un quarto presunto scafista al momento è irreperibile. Ai 27 cadaveri trovati sulla spiaggia si sono aggiunti quelli trovati in mare che devono ancora essere recuperati, raggiungendo la cifra di 72 morti. I migranti sono stati trovati sulla spiaggia in località "Steccato". Sul posto la Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco, insieme al personale del 118 e della Croce rossa. I corpi dei migranti sono stati recuperati dopo il naufragio avvenuto all'alba, davanti alle coste di Steccato di Cutro, a una ventina di chilometri da Crotone. A circa 200 metri dalla costa erano stati avvistati. A quel punto gli scafisti, temendo la presenza delle forze dell’ordine lungo la costa, hanno effettuato una brusca virata nel tentativo di cambiare direzione per allontanarsi dal quel tratto di mare. In quel frangente, la barca, trovandosi molto vicino alla costa ed in mezzo ad onde alte, ha urtato, con ogni probabilità, il basso fondale (una secca) e per effetto della rottura della parte inferiore dello scafo, ha cominciato ad imbarcare acqua. Frontex sabato sera non aveva segnalato alcuna situazione di emergenza. Intorno alle 4 di domenica sull’utenza di emergenza 112 era giunta una richiesta di soccorso telefonico da un numero internazionale. E’ stato questo il momento preciso in cui, per la prima volta, si è concretizzata l’esigenza di soccorso per le autorità italiane. Non è molto chiaro il perché della mancanza della Sar, ma è diventato chiaro il motivo dell'assenza di SOS dal barcone: gli scafisti disponevano di un disturbatore di frequenza e non volevano farsi intercettare sperando di allontanarsi dopo lo sbarco. Verso le 4 il barcone è arrivato in prossimità della spiaggia, si è scontrato con la secca e le persone a bordo sono finite in mare. Alle 5:35 è giunta sul posto la prima pattuglia della Guardia costiera, riferendo di numerose persone in stato di ipotermia in spiaggia, trascinate a riva dalla risacca così come alcuni cadaveri. È allora che è scattata l'operazione Sar. Purtroppo troppo tardi per tante persone.
 
di Alessandra Escalona, Ginevra Festa