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L'autunno caldo e freddo

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In vista dell’autunno, del riscaldamento e dell’aumento delle bollette, l’ex primo ministro del Cremlino Medvedev, si è espresso mandando saluti caldi all’Europa dicendo che il prezzo del gas potrebbe aumentare fino a 5.000 euro a metro cubo. Ovviamente c’è stata una dichiarazione importante anche dal lato occidentale che potrebbe essere anche considerata più allarmante di tutte, cioè quella della candidata alla leadership conservatrice britannica Liz Truss. Quest’ultima ha dichiarato di essere pronta a premere il pulsante nucleare se necessario in caso di elezione alla carica di primo ministro. A proposito di nucleare, dopo 5 mesi dal primo bombardamento della centrale di Zaporizhzhia, c’è il rischio che i reattori di 3° generazione non resistano a missili o colpi d’artiglieria. Fortunatamente la IAEA (agenzia internazionale per l’energia atomica) ha inviato una squadra di tecnici incaricata di impedire un disastro nucleare. Ovviamente i 14 ispettori, tra cui l’italiano Massimo Aparo, sapevano dell’arduo compito e infatti sono stati bloccati a 20 km dalla centrale dai russi. Quest’ultimi hanno subito contrattacchi pesanti da parte dei loro nemici, in particolare quelli più recenti, come lo sfondamento delle prime linee verso Kherson, il bombardamento del quartier generale della flotta russa nel Mar Nero e il bombardamento di una base aerea in Crimea. La Crimea inoltre è la terra più contesa, infatti il presidente Zelensky, ha detto che la guerra finirà con la riconquista della stessa. Il presidente turco Erdogan, il principale mediatore tra le due parti, ha respinto l’annessione illegale di questa “mega piattaforma” nel Mar Nero, chiedendone a Mosca la restituzione, e sostenendo l’integrità territoriale dell’Ucraina, ritenendolo un requisito del diritto internazionale. Come precitato gli ucraini contrattaccano su entrambi i fronti, grazie a dei sistemi d’artiglieria conosciuti e potentissimi, gli M-142 HIMARS. Gli HIMARS sono progettati per distruggere bersagli conr una gittata di 80 km, e gli ucraini li utilizzano non solo per indebolire le postazioni russe ma anche i rifornimenti. Vista la loro potenza e la loro precisione i russi vogliono assicurarsi la loro distruzione, ma secondo fonti britanniche, gli ucraini camuffano camion “esca” normali come sistemi di lanciatori multipli in legno, lasciando coperti i veri sistemi in modo da far sprecare ai russi missili da crociera costosissimi Kalibr, 20 impiegati fino ad ora.

di Michele Pio Tremonte