Il discorso di Putin alla parata del 9 maggio

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Creato Venerdì, 13 Maggio 2022 18:40
Ultima modifica il Venerdì, 13 Maggio 2022 18:41
Pubblicato Venerdì, 13 Maggio 2022 18:40
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Nel giorno in cui la Russia commemora la Giornata della Vittoria, il trionfo sovietico sul nazismo e il tributo di oltre 27 milioni di soldati sovietici per combatterlo, il presidente Vladimir Putin interrompe il suo tradizionale discorso per omaggiare, con un minuto di silenzio, i caduti nell'attuale "operazione militare speciale". "Le milizie nel Donbass e l'esercito russo stanno combattendo sulle loro terre che gli eroi della Grande Guerra Patriottica hanno difeso fino alla morte". Il leader del Cremlino ha presentato sin dal primo giorno l'offensiva in Ucraina come una nuova lotta al nazismo. Per indicarne gli obiettivi, ha riesumato la parola "denazificazione" che venne coniata dagli Alleati dopo il crollo del Terzo Reich. Nessun annuncio di "mobilitazione generale", come ipotizzato da funzionari ucraini e britannici, ma smentito da diversi analisti. Nessuna rivendicazione di successi militari in Ucraina o di future annessioni. "Lo scontro con i neonazisti, era inevitabile". Quel "non avevamo altra scelta" diventato un mantra nelle ultime settimane: la Russia aveva richiesto delle garanzie di sicurezza dall'Occidente, ma "la Nato non ha voluto ascoltarci", anzi, era pronta a "un'operazione punitiva nel Donbass" e a "un'invasione dei nostri territori" con Kiev che "invocava l'uso di armi nucleari". "La Russia è stata costretta ad anticipare il colpo. Era l'unica decisione possibile", ribadisce Putin. Ma il momento più inedito è stato quel minuto di silenzio riservato ai caduti nel Donbass, le cui cifre in Russia sono persino coperte da segreto di Stato. Così recita Putin "oggi commemoriamo tutti quelli che combatterono la grande guerra patriottica, inchiniamo la nostra testa di fronte ai martiri di Odessa bruciati, inchiniamo la nostra testa davanti alle vittime dei bombardamenti nel Donbass, inchiniamo la nostra testa di fronte ai morti nei combattimenti nel Donbass". E poi ancora un omaggio alle morti dei soldati, "un grande dolore, una perdita irrecuperabile". E un altro ai feriti: "Mi auguro che stiano meglio". Non basta chiamarla solo operazione militare speciale, anche l'offensiva in Ucraina sta chiedendo il suo tributo di sangue. Non si può più nascondere. Tanto vale commemorarlo. E sublimare quel sacrificio paragonandolo a quello compiuto durante la Seconda guerra mondiale".

di Sofia Orrino