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Venti di antisemitismo tornano a soffiare in Italia

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E’ da qualche anno ormai che sentiamo dai mass media notizie di episodi di razzismo e xenofobia, commessi in nome di una razza superiore, quella bianca nei confronti di soggetti di pelle scura (come quello accaduto a Macerata il 3 febbraio 2018, quando Luca Traini esplose alcuni colpi di pistola che ferirono dei ragazzi di colore) o di soggetti  con disabilità di tipo fisica o psichica (vedasi il diversamente abile di Canosa di Puglia pestato a sangue per aver difeso il fratello da un furto) o per “motivi” religiosi come successo ieri a Mondovì, dove è stata lasciata la scritta  “Juden hier” (“Qui ci sono ebrei”) sulla porta di casa del figlio di una ex deportata nei campi di sterminio dalle truppe tedesche di Hitler nel 1944. In merito a quest’ultima vicenda la Procura di Cuneo ha aperto un fascicolo, per il reato di propaganda e istigazione a delinquere per ragioni di odio razziale a carico di ignoti e su cui indagano ora i Carabinieri dei ROS di Torino. Con questa vicenda, a parere di chi scrive, si è toccato il fondo, in quanto si rievoca una tra le epoche più buie e feroci del ‘900, quella della persecuzione degli ebrei, dei rom, dei disabili da parte del governo nazista, poi internati nei campi di concentramento e barbaramente uccisi. Un modo per non esasperare i toni, già molto aspri, sarebbe portare il dibattito politico televisivo su livelli pacati, in modo da contenere gli episodi di razzismo verbale e non farli sfociare in aggressioni fisiche. Un altro deterrente per far si che non si ripetano queste situazioni è l’inasprimento delle leggi in materia da parte del Governo, per evitare che certe storie si ripetano.

di Domenico Pio Abiuso