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Sangue a Macerata

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La città marchigiana sotto shock. Nella mattinata del 3 febbraio Luca Traini alla guida di una 147 ha sparato circa trenta colpi di pistola in una zona popolata da immigrati, ferendone sei. Residente a Tolentino, il 28enne con ideologie legate all'estrema destra, aveva raccolto anche una discreta esperienza nel campo politico, candidandosi per la Lega Nord al consiglio comunale di Corridonia nel maceratese non ricevendo alcun voto. Successivamente si era avvicinato a Casapound e Forza nuova. A causa però dei suoi atteggiamenti pericolosi, Traini era stato dichiarato borderline dallo psichiatra. Nonostante ciò non era sotto osservazione delle forze dell'ordine. I problemi psicologici di Traini hanno subito una forte scossa in seguito a gravi problemi familiari essendo stato abbandonato da piccolo dal padre e recentemente cacciato di casa dalla mamma. Per via di questo ultimo motivo viveva dalla nonna.  La mancanza di una vera famiglia e di affetti aveva spinto Traini a rifugiarsi nelle ideologie fasciste, arrivando a commettere un gesto estremo dettato dall’odio razziale. Oltre però ai sei feriti, l'importanza che i media hanno attribuito all' accaduto continuerà ad avere ripercussioni ben più elevate a livello nazionale. L’atto terroristico è servito ad incutere timore tra i migranti e soprattutto a scuotere una tranquilla cittadina come Macerata.

di Antonio Falasca, Manuel Bacca, Pietro Salvatore, Francesco Russi e Simone Mastantuono.