The British Challenger 2

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Creato Martedì, 19 Ottobre 2010 17:21
Ultima modifica il Mercoledì, 07 Novembre 2012 20:46
Pubblicato Martedì, 19 Ottobre 2010 17:21
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Nel 1987 anche il Regno Unito partecipò ad un trial tra vari carri armati occidentali svoltosi in Canada. Il Challenger 1, il mezzo allora in dotazione alle forze armate britanniche, risultò il più carente per l’elettronica di bordo. Il Challenger 1 era un tipico carro britannico, dotato di un potente cannone rigato e di un’ elevata corazzatura, e di un motore diesel affidabile, ma non eccessivamente potente. Nella Guerra del Golfo dell’89 tali mezzi si scontrarono con i T-72 iracheni, i Carri Leone di Babilonia. I Challenger, dotati di corazzature aggiuntive sulle parti frontali, smembrarono le divisioni corazzate irachene: 180 Challenger distrussero oltre 300 T-72 al prezzo di un solo carro inglese colpito.

I Challenger 1 avevano le parti più esposte, frontali e laterali, realizzate in corazza Chobam. Tale tipo di corazza prende il nome dalla località inglese in cui venne inventata. Adottata dagli Americani prima e dagli Inglesi poi, è costituita da vari strati contenenti materiali speciali.

Ma già dall’Ottantasette, la Difesa britannica aveva richiesto una nuova versione aggiornata di carro armato, il Challenger 2. Tale mezzo, come il predecessore, fu sviluppato in modo da avere una protezione elevatissima. A differenza del Challenger 1, il Challenger 2 è interamente realizzato con corazza Chobam-Dorchester, ma non della prima, bensì della seconda generazione.

Il nome del carro Challenger è stato adottato già da un altro carro inglese della seconda guerra mondiale.

Il primo Challenger 2 fu presentato nel 1993. Il Ministero della Difesa britannico lo preferì all’M1A2 e al Leopard 2 in versione migliorata. Il primo ordine fu di 127 esemplari, insieme a 13 carri da addestramento. Successivamente ne furono richiesti altri 259 insieme ad altri 9 carri guida..

L’Oman è stato l’unico acquirente estero con 18 carri presi nel 1993 e altri 20 nel ’97.

Essendo finita la guerra fredda, i Challenger 1 furono ritenuti non più necessari e venduti alla Giordania.

- L’armamento del Challenger 2 è costituito dal principale cannone L30A1, l’unico in occidente ancora rigato. (Anche l’India usa un pezzo rigato da 120mm , installato su un carro nazionale simile al Leopard 2 A4).

Tale arma ha una potenza decisamente elevata, che non ha niente da invidiare al Rheinmetal 120/44, in quanto, benché la rigatura assorba un po’ di potenza, a causa dall’attrito, la maggiore lunghezza della canna può compensare tale lieve perdita. Le munizioni utilizzate sono:

- i penetratori cinetici Charm 3, con nocciolo di uranio impoverito,

- gli Hesh, acronimo di High Explosive Squash head, cariche eslosive al plastico, efficacy contro edifici e blindati leggeri,

- munizioni fumogene.

Va considerato che tali munizioni hanno un costo inferiore ai proiettili dei cannoni ad anima liscia usati dagli altri paesi NATO, in quanto non sono stabilizzati, perché la precisione di tiro è affidata alla rigatura del cannone.

Nel 2007 i vertici della Difesa avevano proposto di sostituire gli L30A1 con i Rheinmetal 120/55, per migliorare la logistica, ma poi la decisione è stata scartata. Tale nuova arma ha ancora scarsa diffusione (è usata da Germania, Grecia e Spagna), e per sfruttare tutta la sua energia cinetica necessita di una munizione differente da quelle utilizzate per il 120/44. Inoltre tale munizione è al tungsteno, mentre la difesa britannica predilige i più efficaci, anche se inquinanti proiettili all’uranio impoverito (DU).

Il carro dispone di due mitragliatrici, una contraerea a canne rotanti coassiale al cannone ed una a canna singola per il servente. Ci son poi cinque lanciagranate su ogni lato della torretta, ma il carro dispone di un generatore di fumo interno ad iniezione di carburante.

-La propulsione è affidata al motore Perkins-Caterpllar CV12 Condor, lo stesso del Challenger 1. Si tratta di un 26100cm3, V12 diesel, da 1200cv, abbinato alla trasmissione David Brown TN54 a sei rapporti in avanti e due indietro, con funzionamento migliorato.

Era stato provato, prima dell’inizio della produzione, l’Europowerpack, che essendo

disposto in posizione trasversale, e non longitudinale, garantiva un maggiore spazio interno,

in cui poter collocare serbatoi aggiuntivi, oltre che garantire una potenza di 1500 cv.

L’autonomia saliva a 550 km, contro i 450 della versione con motore Condor. Ma l’aumento

dei costi ha sconsigliato questa soluzione.

-Il sistema di controllo del fuoco e di visione è affidato a un microprocessore digitale e ad un periscopio Sagem, lo stesso del Leclerc. La camera termica per la visione notturna è della Thales, ed opera sia per il guidatore che per il capocarro.

Complessivamente il Challenger 2 è un mezzo eccellente: garantisce una protezione maggiore rispetto a qualsiasi altro carro. La potenza di fuoco è elevata. Non è a buon mercato, con un prezzo unitario di 4.200.000 sterline, pari all’epoca della messa in produzione a 7.920.000 dollari americani, contro ad es. il 5.400.000 dollari dell’M1A2. Va considerato che il costo di gestione però è relativamente contenuto. Il rapporto peso-potenza è baso, considerando i soli 19,2cv/ton, tuttavia le sospensioni Hydrogas garantiscono una’ottima mobilità su tutti i terreni, con una marcia priva di scuotimenti.

Nel ‘98 fu realizzato un prototipo per partecipare al trial per l’esercito greco, dotato di Europowerpack e Rheinmetal da 120/55. Ma evidentemente i costi elevatissimi hanno fatto preferire il Leopard 2 a6.

Dopo anni di utilizzo, è stato dimostrato che la resistenza al fuoco nemico è però superiore. L’unico caso in cui vi è stata la morte di due membri d’equipaggio è stato in un incidente di fuoco amico, causato da un Hesh. In un altro episodio, l’esplosione di una mina ha causato la perdita di una parte di gamba di un pilota, che ha poi continuato a prestare servizio sui carri, mentre in casi analoghi su M1 americani e su un Leopard 2 danese ci sono stati dei morti. Ma l’episodio più significativo è stato quando un Rpg-29 ha colpito il carro: il guidatore ha perso tre dita di un piede, mentre quando lo stesso razzo ha colpito un Merkava 4 tutti i dieci occupanti hanno perso la vita.

In fase operativa il Challenger 2 utilizza ora kit di protezione aggiuntivi.

Esistono anche versioni speciali del carro: recupero, sminatore, gittaponte.

 

 

di Antonio Frate